Se dovessi descrivere l'illuminazione (che è indescrivibile) la rappresenterei nel seguente modo.
Prima - nella pre-illuminazione - disegnerei un normale essere umano in un normale mondo, dove tutto appare solido, definitivo, univoco, scontato, predeterminato.
Dopo - nell'illuminazione o nel post-illuminazione - disegnerei lo stesso individuo, ma questa volta ci lascerei solo l'ombra dell'individuo, oppure cancellerei del tutto la sua figura (forma umana) - a mo' di fantasmino, e lascerei soltanto l'apparenza di un mondo auto-illuminato, brillante, caleidoscopico, come un sogno.
Questa rappresentazione sta a significare che il processo non consiste nel trascendere il mondo e nel glorificare se stessi, ma nel trascendere il proprio sé e godersi tutto il resto.
(Marc Leavitt)
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