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AFORISMI di ZeRo - 1° Parte

Lascia che questi insegnamenti

sollevino la tua mente

da tutto:

dai problemi, dai dubbi, dalle afflizioni, dalle preoccupazioni… e soprattutto da te stesso!

Continuerò a rompere incantesimi su incantesimi fino a svuotare completamente la tua mente da ogni credenza, inclusa la credenza nel senso dell’io.

Tu non sei nessuno, vali zero”

è il miglior complimento che possiate ricevere.

Tutto ciò che devi fare è solo una cosa:

TOGLIERTI DI MEZZO!

Cioè?

Cioè togliere di mezzo il tuo io, il tuo orgoglio, la tua arroganza, il tuo senso del pudore, la tua fierezza, la tua vanagloria, il tuo autocompiacimento, il tuo amor proprio.

In breve, se ti vuoi realizzare ti devi azzerare.

L’io non è il soggetto.

L’io non è la causa.

L’io è sempre l’effetto.

L’effetto di un’illusione.

L’illusione della separazione.

Dallo shock (del riconoscere) che non sei quello (che non sei), cadrai in Quello (che sei davvero).

Per ricordarti chi sei devi dimenticarti di chi pensi di essere.

Chi pensi di essere?

Sei ciò che non sai

e ciò che sai è ciò che non sei.

L’io è un gioco mentale diventato giogo sensoriale.

In stato di identificazione, il gioco divertente diventa un giogo opprimente.

Senz’io, il giogo opprimente è visto come un gioco divertente.

Nessuno ama nessuno

e la tua vera natura è proprio quel nessuno che (solo) nessuno ama!

L’io è soltanto un riflesso deformato dagli altri.

Gli altri sono soltanto un riflesso deformato dall’io.

Pulisci lo specchio da qualsiasi RIFLESSO MENTALE: sia da quello dell’io che da quello degli altri.

Spingi il tuo “io” giù dal trono della tua vita. Deponilo dal suo finto incarico di pensatore e controllore. Inizia la giornata senza il tuo “io”, starai da “Dio”.

Quando pensi a qualcuno hai l’impressione di essere il soggetto, il pensatore.

Quando credi che qualcuno ti pensi hai l’impressione di essere l’oggetto, ciò che viene pensato.

Ma tu non sei imprigionato nella dualità: non sei il soggetto e neppure l’oggetto, né il pensatore né colui che viene pensato.

L’io è ciò che SEMBRI.

Tu invece sei l’assenza di ciò che sembri essere.

L’io è ciò che ti SEMBRA di essere oggi, ciò che sembravi ieri o ciò che sembrerai domani.

Ciò che sei davvero non equivale a ciò che sembri oggi, a ciò che sembravi ieri o a ciò che sembrerai domani.


Quel che ti sembra di essere adesso è ciò che non sei.


Quel SENSO di sembrare “te stesso” è l’io.

Quella sensazione (di sembrare chissà chi) è il senso dell’io.

Nell’autorealizzazione non ti SEMBRA più di essere qualcuno.

Non ti SEMBRA di essere chi sembri essere agli occhi altrui.

Non ti SEMBRA più di essere ciò che sembravi essere ai tuoi stessi occhi.

A quel punto riconosci in maniera netta, definitiva e inequivocabile – senza se e senza ma – che il senso di sembrare qualcuno era soltanto un’allucinazione, un’impressione, un sogno ad occhi aperti in cui stavi sognando te stesso.

Attraverso gli occhi dell’io la visione appare offuscata.

Mediante il senso dell’io la percezione risulta contratta.

Nello stato senz’io la visione risplende e la percezione si espande.

Chiediti “chi sono io”?

Chiedi all’io di rispondere?

Poi aspetta la risposta.

Chi ha risposto?

C’è stato un “io” che ha risposto?

La non-risposta a quella domanda è la risposta.

Non aspettarti altre risposte.

Hai già ricevuto la risposta.

La non-risposta.

Ciò che non sei non ha mai oscurato ciò che sei.

La falsa identità non ha mai subissato la tua vera identità.

Ciò che pensi di essere non ha mai avuto la meglio su ciò che sei.

Finora hai sopravvalutato il corpo stimandolo erroneamente come il soggetto.

Tutto ciò che ora devi fare è sottovalutare il corpo stimandolo correttamente come oggetto.

Questa è l’unica variazione percettiva necessaria.

Allora tutte le relative questioni (riguardanti il corpo) verranno viste come questioni attinenti esclusivamente all’oggetto “corpo”, non al soggetto.

Non preoccuparti di te stesso, non sei così importante come credi. Tutto va a gonfie vele anche senza di te.

Con te, con il tuo io, le cose vanno di male in peggio.

Senza di te, senza il tuo io, le cose vanno di bene in meglio.



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