Ricordi i primi giorni di scuola, quando cercavi di memorizzare l’alfabeto?
Ricordi i tentativi estenuanti di ripetere la lettera AAAAAA e poi ripetere BBBBBBBB, CCCCCCC, ect.?
Quelli erano i tuoi primi atti di recitazione.
Ti stavano insegnando, a tua insaputa, a recitare il copione umano.
Ti stavano insegnando a fingere, a simulare.
Ti stavano insegnando a produrre illusioni e a credere alle illusioni.
Crescendo hai continuato a recitare il copione, ma lo hai fatto – e probabilmente continui a farlo – in totale assenza di consapevolezza. Ogni volta che parli o che pensi, credi di essere autentico, sincero, leale, virtuoso ma non ti rendi conto che sei stato condizionato fin dalla più tenera età a recitare e a fingere.
La gente recita in continuazione, ma lo fa involontariamente.
Ciascun individuo recita ogni volta che apre bocca oppure ogni volta che pensa a qualcosa.
Recita involontariamente perché non sa che il linguaggio stesso è un elemento costitutivo della finzione umana.
Ogni volta che formuli una frase di senso compiuto stai recitando.
Ogni volta che leggi un libro stai leggendo un copione, una farsa, una buffonata.
Ogni volta che ascolti il discorso di qualcuno (anche il sermone spirituale del più saggio dei saggi) stai ascoltando la recita di un buffone.
Lettere, simboli, punti, virgole, accenti, nomi, cognomi… sono tutti elementi del copione umano, sono tutti componenti della farsa con cui fingiamo di interagire, relazionarci, apprendere, evolvere.
La relazione basata sul copione umano è una finta relazione, una relazione fittizia, illusoria.
Il tuo compito è trascendere tutte quelle fesserie così da non farti più suggestionare o manipolare da suoni e segni innocui.
Tutte le parole che conosci o che vuoi conoscere fanno parte della finzione e dunque – in termini di liberazione – non ti servono a niente.
Le parole, e più in generale i simboli, sono lo strumento tramite cui il sistema sociale oppure il sistema mentale può tenerti prigioniero.
Mediante questo semplice strumento possono manipolarti come vogliono: possono incuterti paura oppure possono esaltare il tuo misero ego.
Finché credi che le parole o i pensieri abbiamo la benché minima importanza o il minimo potere su di te allora sei sotto il loro incantesimo.
Tutte le parole di tutti i libri sono suoni vuoti, valgono zero.
Tutte le parole, comprese queste parole, sono suoni vuoti e non valgono nulla.
Lo scopo di questo messaggio è quello di aiutarti a svincolarti dal copione umano, sciogliere i legami mentali-affettivi-sociali che ti tenevano legato alla fiction umana.
Una volta interiorizzato questo messaggio non ti sentirai più in dovere di recitare nel teatrino umano; non sentirai l’obbligo di rispondere, replicare, reagire o controbattere a dei suoni insensati che vengono venerati come parole sante. Non ti sentirai in colpa perché saprai che si trattava soltanto di una stupida e perfida finzione. Una finzione in cui troppe persone sembrano psicologicamente intrappolate ed emotivamente coinvolte.
Un tempo questo insegnamento lo chiamavo “conoscenza liberatoria” proprio perché ti libera dal bisogno di conoscere, ti alleggerisce dall’urgenza di leggere, memorizzare, studiare, cioè dal bisogno di accumulare forme e suoni inutili. Questa conoscenza liberatoria ti consente di disfare i pesanti costrutti mentali dentro cui rimane imprigionata la mente ordnaria.
Quando realizzi che si tratta soltanto di forme e suoni inutili allora perderai spontaneamente interesse nei loro confronti, perderai automaticamente interesse verso il copione umano, perderai interesse verso il mondo delle apparenze, perderai interesse nei confronti di tutte le illusioni.
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