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David Carse - Non dualità - Perfect Brilliant Stillness (Aforismi, 1° parte)

Coloro che vendono o promettono il ‘Risveglio’ ti diranno che al Risveglio succede qualcosa di meraviglioso. Un vero Risvegliato ti dirà che al Risveglio non succede nulla.



Confrontare, selezionare, analizzare, ragionare, discutere, paragonare, giudicare, immaginare, ripensare, desiderare, fantasticare, sognare… è tutto un rincorrere il vento. Eppure c’è anche lo stupendo, travolgente dono di sospendere il dialogo, di lasciar andare il treno dei desideri e di lasciar cadere il castello mentale.

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Se sembra strano che così pochi debbano risvegliarsi dal sogno della vita di tutti i giorni così da vedere le cose come sono realmente, considera che è ancora più strano, dati i parametri del sogno, che uno qualsiasi riesca a risvegliarsi del tutto. E di questi in cui si manifesta la Vera Comprensione di ciò che è, che cosa si può dire? Essi sono l’inverso dell’uomo comune; svegli a ciò a cui il mondo è addormentato e addormentati a ciò a cui il mondo è sveglio. Poco o niente si potrà dire su di loro, sui risvegliati; e quel poco che si può dire non avrà senso per la persona normale, e neppure per coloro che sono esperti praticanti spirituali.

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Qualsiasi domanda che possa sorgere qui viene risolta immediatamente, e tutte le questioni hanno la stessa risposta. E quale sarebbe questa risposta? Che quella domanda, quel quesito, quel dilemma, quel pensiero come tutti i pensieri, è vuoto, privo di significato, irrilevante.


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Prendere il sogno per realtà non è ciò che causa la sofferenza; è la sofferenza.

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Nessun pensiero che hai mai avuto è vero. Nessuna opinione che hai mai assunto è giusta. Nessuna idea che hai di te stesso o di chi o cosa sei corrisponde alla realtà. E mai lo farà. Lasciali tutti andare.

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Un momento, un istante, di radicale severo disorientamento, una discontinuità; e poi un entrare nella chiarezza perfetta, non dissimile dall’esperienza del risvegliarsi. Un sogno, apparentemente reale, che dura tutta la propria vita apparente. Un moto improvviso e il sonno se ne va senza sforzo. Un momento di disorientamento mentre il sogno viene riconosciuto come sogno e c’è il risvegliarsi al Reale. […] Non c’è nessun ‘prima e dopo’, nessun momento in cui ‘ero David’ e ‘non ero più’ David. Questa è ‘la porta senza porta’: solo il vedere che David non è mai stato”

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“Questa non è stata un’esperienza ‘fuori dal corpo’. Ne ho avute di quelle in cui ‘me’, il mio ‘sé’, faceva esperienza di essere fuori da questo corpo invece che dentro e l’esperienza di guardare al corpo da fuori invece che attraverso gli occhi del corpo. Non è stata per niente un’esperienza del genere: quello che qui veniva osservato non era solo il corpo, ma l’intero apparato ‘David’; corpo, mente–sé, anima, personalità. Quello che sta osservando è Tutto quello che è. L’osservare, quello che poi ho imparato a conoscere come ‘testimoniare’, non è il corpo o mente o l’intera cosa ‘David’ né altro. […] Come un ‘pop’ di una bolla che scoppia, un cambiamento nella comprensione. Non sono ‘David’: non c’è mai stato un ‘David’: l’idea di ‘David’ è parte di un pensiero, qualcosa come un sogno, che non è importante. Il sé individuale, quello che pensavo risiedesse nel corpo, che guardasse attraverso questi occhi, quello che pensavo alcune ore fa si fosse svegliato abbastanza per percepire la Presenza, non è qui, non esiste, non è mai esistito. Non c’è nessuno a casa”

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