Tratto dal mio nuovo ebook “Mente Vuota a Cuor Leggero“ Volume Uno.
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Quando siamo attaccati alla nostra volontà personale, siamo focalizzati sul nostro io, sull’ego. Quando invece prendiamo le distanze dai nostri pensieri ricorrenti perdiamo anche l’attaccamento alle fantasie sfrenate, ai desideri puerili, agli obiettivi irrazionali, al multitasking.
All’inizio può sembrare noioso non stimolare la nostra mente.
Le costanti stimolazioni quotidiane a cui siamo assuefatti nascono dalla paura della noia.
La mente egoica, in assenza di stimoli, si annoia a morte.
La noia, tuttavia, esiste solo perché siamo eccessivamente abituati a stimolare la mente con troppe distrazioni.
Un individuo saggio ci direbbe che possiamo imparare ad immergerci sempre più a lungo nella nostra noia senza ricadere nell’abitudine di cercare nuovi stimoli, perché tutto sommato la noia ha qualche segreto da rivelarci.
La noia non è necessariamente una risposta biologica bensì è una reazione automatica dovuta al nostro massiccio condizionamento sociale. Si tratta di una risposta cognitiva che iniziamo a manifestare quando priviamo la mente del suo solito cibo (pensieri abituali, fantasie, ricordi, timori).
Il segreto del saggio è che se siamo in grado di affamare la mente, di farla digiunare per lungo tempo, allora inizieremo a provare uno stato di quiete e serenità che non dipende da un’incessante stimolazione esterna.
Cosa c’è di meglio del sentirsi appagati indipendentemente dai nostri pensieri?
Non è fantastico riuscire a non far dipendere la nostra felicità dagli altri?
Non vorreste sentirvi a vostro agio anche nelle circostanze più difficili?
Affrontando la noia attraverso il graduale digiuno della mente iniziamo a sentire quel senso di appagamento e pienezza interiore in cui l’agitazione eclissa.
Digiuno della mente non significa rinunciare ai propri passatempi preferiti ma soltanto astenersi momentaneamente dalle attività più superficiali e controproducenti. E tale digiuno può essere molto breve. Essenzialmente si tratta di staccare brevemente la spina dalle nostre abitudini più inutili e malsane.
C’è chi medita per 10 minuti al giorno, chi fa una passeggiata, chi fa stretching, chi si distende sul divano, e chi semplicemente si astiene per un po’ dalle solite stimolazioni.
Il punto è affrontare a muso duro la noia senza rifugiarsi nelle solite distrazioni.
Come dicevano i latini, si tratta di padroneggiare l’arte dell’ozio.
Oziare non è solo un privilegio regale, ma è anche un modo saggio di investire il proprio tempo e le proprie energie – tante volte sprecate in attività inutili e in preoccupazioni superflue.
Oziare – nel senso di far digiunare la mente – è un atto impegnativo e coraggioso.
Se far digiunare la mente significa non rispondere a sensazioni come la noia, allora è un atto che richiede forza interiore.
Non è facile resistere al bisogno di pensare sempre a qualcosa anche quando non c’è nulla da fare.
Non è facile fermarsi quando siamo abituati a correre senza sosta.
Per molte persone il digiuno mentale è un suicidio.
Siamo costantemente sotto pressione mentale e non lo sappiamo nemmeno. Non sappiamo di essere ostaggi della nostra stessa mente.
Crediamo che se intratteniamo costantemente noi stessi siamo più felici… e invece ci ritroviamo sempre più deboli e disperati.
Molti individui sono ridotti in schiavitù proprio dal tempo libero.
E qui – in questa schiavitù psicologica – c’è lo zampino dell’ego.
Se non riusciamo a stare senza diversivi neanche per mezza giornata, allora possiamo definirci liberi e felici oppure siamo più schiavi e infelici che mai?
La vera libertà fa parte della nostra natura originaria, ma possiamo riconoscerla solo quando la mente ha digiunato del tutto dalle attività più inutili e insensate.
La libertà che pensavamo di ottenere connettendoci di più ai nostri dispositivi digitali è solo un’altra catena che dimostra la nostra schiavitù psicologica.
In termini di benessere, essere più connessi ha un effetto opposto a quello che ci aspettavamo: ci rende più ansiosi, tesi, irrequieti, nervosi.
Se non riusciamo a togliere il piede dall’acceleratore mentale ci dirigiamo verso un frontale con il ritmo naturale dell’universo, cioè ci dirigiamo verso problemi inutili, verso crisi di nervi, disturbi psicosomatici, nevrosi, conflitti interiori.
Paradossalmente la noia può essere un portale verso la felicità mentre le distrazioni possono diventare un portale verso l’infelicità.
In termini spirituali, la noia può addirittura essere un portale verso l’illuminazione. Ma prima ovviamente occorre aver raggiunto una buona dose di maturità interiore.
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