Ciò che sei davvero non reagisce a ciò che non sei. Ciò che reagisce a ciò che non sei è ciò che non sei. In altre parole, ciò che reagisce a ciò che non sei è l’ego. È l’ego a reagire alle apparenze esterne. Quando ti identifichi con le reazioni psicosomatiche ti identifichi con l’ego, cioè ti identifichi con ciò che non sei. E allora cosa bisognerebbe fare? Smettere di reagire? No, anche lo smettere di reagire sarebbe una reazione. Tu non devi fare niente in termini di reattività. Le reazioni del corpo o le reazioni della mente non sono un tuo problema. Il guaio - apparente - è l’identificazione con tali reazioni; il guaio sorge con il credersi colui o colei che reagisce. Il problema sembra sorgere quando ti attribuisci la responsabilità di ogni reazione e quando prendi sul personale un processo impersonale. Può qualcosa di impersonale appartenere a una persona? No, ovviamente. Dunque non preoccuparti delle tue reazioni. Quelle che consideri le tue buone o cattive azioni non sono davvero le tue buone o cattive azioni. Non preoccuparti di quello che dovresti fare o non fare, dire o non dire, pensare o non pensare, sentire o non sentire, percepire o non percepire. Lascia quei problemi fittizi alla mente condizionata dalla pseudo-reattività biologica. A te basta semplicemente riconoscere che NON SEI TU A REAGIRE. Ciò che sei non reagisce… semplicemente è. Ciò che invece reagisce alle apparenze è un’altra apparenza.
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