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OSHO (Raccolta delle sue GEMME DI SAGGEZZA) + I Tarocchi Di Osho + il Libro Dei Segreti + Le lacrim

I miei nuovi blog:


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 Quando lascerai perdere il tentativo di migliorarti, la vita ti migliorerà.

In quel rilassamento, in quella accettazione di te stesso, la vita inizierà ad accarezzarti e a fluire attraverso di te.

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Ciò che dovrà accadere…accadrà e tu hai una scelta: andarci insieme o andarci contro.


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Il ribelle


La gente ha paura, un vero terrore di coloro che conoscono se stessi. Essi hanno un potere ben preciso, un’aura e un magnetismo, un carisma in grado di estrarre chi è giovane e vivo dalla prigione delle tradizioni.


Che sia ricco o povero, il Ribelle è un vero imperatore poiché ha spezzato le catene dei condizionamenti e delle opinioni della società repressiva. Ha dato forma a se stesso, abbracciando tutti i colori dell’arcobaleno, emergendo dall’oscurità e dalle radici informi del suo passato inconsapevole e sviluppando ali con cui volare alto nel cielo.


Il suo modo di essere è ribelle – non perché lotti contro qualcuno o qualcosa, ma perché ha scoperto la propria vera natura ed è determinato a vivere in base a essa.


L’aquila è il suo spirito animale, un messaggero tra la terra e il cielo.


Il ribelle ti sfida a essere coraggioso a sufficienza per assumerti la responsabilità di ciò che sei e per vivere in funzione della tua verità.


Tutto passa, ma tu rimani. Tu sei la realtà; tutto il resto non è altro che un semplice sogno.


Ci sono sogni meravigliosi, e ci sono incubi terribili… ma non importa che si tratti di un sogno magnifico o di un incubo terrificante; ciò che conta è colui che osserva il sogno. Colui che vede è l’unica realtà.


Questa è la cosa più importante da ricordare. Se inizi a pensare a come rendere permanenti i tuoi momenti di estasi, hai già iniziato a distruggerli.


Quando giungono, sii grato; quando se ne vanno, ringrazia l’esistenza. Resta aperto. Accadrà molte volte: non giudicare mai, non scegliere mai, non privilegiare nulla. Resta in uno stato d’animo privo di scelta.

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L’uomo libero è come una nuvola bianca.

Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono.

Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.

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VIAGGIO DENTRO DI TE

“Il vero nettare della vita è dentro di te. Tutto ciò che ti serve è un viaggio silenzioso verso il tuo essere. E quando trovi il tuo proprio centro hai trovato il centro dell’esistenza.”

… non aspettate anime in cerca, intraprendete con coraggio questo meraviglioso viaggio silenzioso…..vi porterà alla vera fonte…rinascerete in tutto il vostro splendore…e sarà eterna meraviglia.

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Se Guardi una persona negli occhi, entri in lei.

Trova Dio tra una risata e l’altra

L’esistenza è un mistero e non è accessibile a coloro che vogliono sempre analizzare e selezionare…  ma solo a coloro che sono disposti ad innamorarsene e a danzare con lei.  

Questo momento non durerà in eterno. Sparirà in fretta e non tornerà mai più. Tanti di noi passano la vita a piangere sui momenti passati. Troppo tardi! Ricordate: c’e’ ancora un milione di momenti felici, che devono ancora arrivare.

Condividi la tua positività, condividi la tua luce, condividi tutto ciò che hai. E quando dai, non curarti se coloro a cui dai ti rispondono o no. Non aspettarti un “grazie”. Sii grato a chi ti ha permesso di condividere qualcosa con lui! Non viceversa.

“non c’è nessuno a farti da guida se non la tua vita,… che non grida, non urla,… ma bisbiglia soltanto. E fino a quando non diventi cosciente, sveglio, presente, consapevole, finchè non ne senti il fascino, finchè non ci entri in armonia,… non sarai in grado di percepire la sua voce silenziosa”   


Solo le persone capaci di vivere sole sono capaci di amare, condividere, andare profondamente nell’essenza dell’altra persona senza possedere l’altro, senza diventare dipendente dall’altro, senza ridurre l’altro a una cosa e senza diventare assuefatto all’altro.

Accetta te stesso così come sei. E questa è la cosa più difficile al mondo, perché va contro la tua formazione, istruzione, cultura. Fin dall’inizio ti è stato detto come dovresti essere. Nessuno ha mai detto che va bene così come sei.

Quando dentro di te non esistono più parole, quando ogni schema verbale scompare definitivamente.. ..quando l’intelletto non funziona più, quando la mente non è affatto presente per ricordare, allora accade: allora esperimenti. 

Esiste lo stile di vita fondato sull’azione, che è estroverso; ed esiste anche la non azione: tu non fai niente, permetti semplicemente alle cose di accadere.

Noi abbiamo dimenticato questo linguaggio: dobbiamo impararlo di nuovo.

Se l’esistenza è una sola, e se l’esistenza si prende cura degli alberi, degli animali, delle montagne, degli oceani; dal più minuscolo filo d’erba fino alla stella più grande e allora si prenderà cura anche di te.Perché essere possessivi? La possessività dimostra solo una cosa, che non ti fidi dell’esistenza. Vuoi organizzare per te una forma distinta di sicurezza, di garanzia; non ti fidi dell’esistenza. Non c’è bisogno di possedere perché il tutto ti appartiene già.

Il reale è sempre imprevedibile ed è sempre caotico. Qualsiasi ordine è imposto con la forza. Nel caos esiste un ordine spontaneo che ha una sua bellezza. Ma, poichè è imprevedibile, non può essere controllato e l’ego ne resta spaventato. L’ego vuole sempre controllare ogni cosa: ama l’ordine e ha paura del caos. Il caos è la morte dell’ego, ma il divino è caos, ed è imprevedibile. Sprigiona la tua realtà!

quando si fugge dal presente ,c’e qualcosa che non si acceta,non si piacce;essere consapevoli è la salvezza! ogni piccola cosa a cui si aggiunge LA CONSAPEVOLEZZA, diventa MEDITAZIONE


Se qualcuno viene reso più intenso dalla tua consapevolezza, è positivo; se viene dissolto dalla consapevolezza è negativo… Ciò che non può restare nella consapevolezza è peccato; ciò che in essa cresce, è virtù. Virtù e peccato non sono concetti sociali, bensì realizzazioni interiori. Usa la consapevolezza! E’ come se ci fosse il buio e portassi una luce: il buio sparirebbe.

“Desidero veramente che voi non prendiate le mie parole come vengono abitualmente prese e capite – come se avessero un significato, come se vi trasmettessero delle informazioni. Io non ho nulla da dirvi, ma ho molto da condividere con voi. Lo Zen afferma: considera tutte le parole sublimi e i grandi insegnamenti quali tuoi nemici mortali. Evitali, poiché devi trovare la tua fonte. Non devi essere un seguace, un imitatore. Devi essere un individuo originale; devi trovare da solo la tua essenza più intima, senza guida, senza l’ausilio di testi sacri. È una notte oscura ma, sostenuto dall’intenso fuoco della ricerca, giungerai inevitabilmente all’alba. Chiunque abbia bruciato del fuoco intenso della ricerca, ha visto alla fine sorgere il sole. Gli altri si limitano a credere. Coloro che credono non sono religiosi, semplicemente evitano la grande avventura della religione, limitandosi a credere”.

Fondamentalmente c’è un’unica paura: la paura di perdere se stessi.

Può essere paura della morte o paura dell’Amore, ma è la stessa paura.

Hai paura di perdere Te stesso.

E la cosa strana è che solo chi non ha se stesso ha paura di perdere se stesso.

Metti radici nella terra così potrai ergerti alto nel cielo; metti radici nel mondo visibile così da poter raggiungere l’invisibile.

Il mio insegnamento è semplicissimo, dritto al punto essenziale: vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro… godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

Per essere sani mentalmente bisogna attraversare molte follie.

La verità non è una cosa che si trova all’esterno… E’ dentro di te. La verità non è oggettiva, quindi non può essere collettiva. …la verità è soggettiva, è il tuo nucleo più profondo.

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A tutti noi viene insegnato ad essere colti, non ad essere innocenti o a percepire la meraviglia dell’esistenza; ci vengono insegnati i nomi dei fiori; degli alberi e non come entrare in comunicazione con loro, in sintonia con l’esistenza. L’esistenza è un mistero e non è accessibile a coloro che vogliono sempre analizzare, selezionare, ma solo a coloro che sono disposti ad innamorarsene, a danzare con lei

La risata è il fenomeno più sacro che esista sulla terra, perché esso è la vetta più alta della consapevolezza. La vita intera è una grande barzelletta cosmica

Non cercare uno scopo nella vita, vivi piuttosto, e vivi totalmente. Non esser serio e greve ma trasforma la vita in una danza. Danza – come le onde nell’oceano! Sboccia – come i fiori in primavera! Canta – Come fanno gli uccelli senza posa! E tutto questo senza scopo alcuno, senza motivo; allora lo scopo esisterà, e ogni mistero sarà svelato.


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Che tu ti accetti o no, tu sei e rimani tu. Il tuo rifiuto non cambia nulla. Ti rende infelice: tutto qui… Se impari ad accettarti potrai gioire della Vita, altrimenti diventerai serio, teso e infelice. Sta a te scegliere.

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“Quando ti sforzi di avere degli obbiettivi, di essere utile, le persone iniziano ad utilizzarti e in questo modo ti costringono a rinunciare alla tua libertà. Non sforzarti di essere utile… ”

In amore non essere un mendicante,

sii un imperatore.

Dà e resta semplicemente

a vedere cosa accade…

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La vita in realtà non è fatta di grandi cose, consiste di cose piccole, piccolissime: una di queste, salutare uno sconosciuto. L’uomo che può salutare uno sconosciuto può anche dire “ciao” a un fiore, può anche dire “ciao” a un albero, può cantare una canzone agli uccelli. Gli uccelli cantano ogni giorno e tu non ti sei mai preoccupato di restituire il favore ! —–

La vita è un dono meraviglioso

cerca di viverla intensamente

senza sciuparne neppure un attimo.

Solo allora capirai il gusto

di ogni tua azione

bella o brutta che sia!

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Nella serietà non puoi mai essere libero; nella serietà sarai perseguitato dall’ansia; nella serietà hai sempre paura che qualcosa possa andare storto.

Con me niente può andare storto perché non c’è niente che sia dritto.

Se c’è qualcosa di dritto, allora qualcosa può andare storto; se non c’è niente di dritto, niente può andare sorto.

Questo è il significato del concetto orientale di “leela”, gioco”.

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Puoi fare un errore solo se hai un piano, a quel punto sai dove hai sbagliato.

Io non faccio piani, non faccio progetti.

Vado avanti a fare ciò che accade nel momento.

E ciò che accade va assolutamente bene, perché non c’è modo di giudicare, non c’è criterio, né pietra di paragone.

Questa è la sua bellezza. E questa è libertà.

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Evita quelle persone che pretendono di decidere per te; prendi le redini nelle tue mani. Devi essere tu a decidere. È proprio con la decisione che la tua anima può venire alla luce.Quando gli altri decidono per te, l’anima rimane addormentata e ottusa. Quando inizi a decidere da solo, nasce una certa chiarezza.

Ricorda: osserva semplicemente. Non sforzarti di osservare. Questo è ciò che il Buddha ha chiamato Vipassana – l’osservazione del respiro, la consapevolezza del respiro … l’essere attenti all’energia vitale che score nel respiro. Non tentare di fare respiri profondi, non sforzarti di inspirare o espirare, non fare nulla. Rilassati semplicemente, e lascia che il respiro sia naturale – che espiri spontaneamente, e che inspiri di per sé – e molte cose si dischiuderanno davanti a te.

È un’anima espansa quella che può fare musica.

E le anime vengono espanse, stirate, dalla trazione esercitata dagli opposti: punti, gusti, desideri, lealtà opposte.

Dove non esistono polarità, dove le energie fluiscono senza problemi in una sola direzione, si faranno molte cose, ma non musica, si farà molto rumore, ma non musica.

La musica è creata dall’incontro del suono e del silenzio, la musica è creata dagli opposti.

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Sei stato un po’ troppo serio di recente, seriamente… è tempo di lasciar perdere!

Fatti una bella risata e metti da parte i tuoi bei piani. Davvero non ne hai bisogno.

Ciò che dovrà accadere accadrà e tu hai una scelta: andarci insieme o andarci contro.

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Ogni cosa possiede energia: paura, rabbia, gelosia, odio. Ma tu non sei consapevole del fatto che tutte queste cose ti portano letteralmente a sprecare la tua vita!

Tutti vogliono la libertà; almeno a parole, ma nessuno è veramente libero.

E nessuno vuole veramente essere libero, perché la libertà comporta responsibilità; non arriva da sola.

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Piangere e lamentarsi è un modo naturale, una valvola di sfogo per fare sì che le emozioni accumulate, la tristezza, siamo espulse dal sistema: è una profonda pulizia. Ogni uomo e ogni donna dovrebbero imparare a piangere perfettamente.

E a goderselo! È una cosa così rinfrescante, ti alleggerisce!

E dopo aver pianto, non solo i tuoi occhi diventano freschi, ma tutto il tuo essere diventa puro, semplice, innocente.

Ritorni alla verginità che una volta ti apparteneva e che hai perso… ritorni immacolato.

Dopo un bel pianto ti senti come dopo aver fatto un bel bagno, è come se l’anima avesse fatto una doccia.

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Con le regole fisse c’è sicurezza, comodità convenienza.

Lascia andare quel comfort, lascia andare quella convenienza, quella sicurezza.

Comincia a vivere una vita pericolosa. E una vita è vita solo quando vivi pericolosamente, quando è una grande avventura, un’esplorazione di ciò che rimane sempre sconosciuto.

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Sii sempre consapevole della mente, perché cerca in ogni modo di trovare conforto in spazi inconsci; attraverso le droghe, attraverso mezzi autoipnotici e altro.

Cominci a essere consapevole di tutto ciò che normalmente avviene in modo inconscio, per esempio la rabbia, la gelosia, l’orgoglio; e la tua consapevolezza diventerà più profonda.

Agisci consapevolmente, anche negli atti quotidiani, sii consapevole. Ad esempio camminando, mangiando, parlando e la tua consapevolezza si espanderà.

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Ti sorprenderà sapere che tutto ciò che vedi è stato inventato da persone giocose, non dalle persone serie.

Le persone serie sono troppo orientate verso il passato, continuano a ripetere il passato, perché sanno che funziona.

Non sono mai inventive.

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Non confondere mai l’intelletto con l’intelligenza: sono poli opposti.

L’intelletto appartiene alla testa; ti viene insegnato da altri, ti viene imposto.

Devi coltivarlo. È una cosa presa a prestito, una cosa estranea; non è innato.

Invece l’intelligenza è innata. È il tuo stesso essere, la tua stessa natura.

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Rimanere fedele alle verità che il cuore e l’anima ti stanno dicendo potrebbe non convenirti, in questo mondo così formale e cerimonioso.

Ma se hai il coraggio di ascoltarli troverai qualcosa di intimamente molto prezioso.

Verità e convenienza non sono mai andate molto d’accordo.

Abbi fiducia nel tuo coraggio.

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Se ti radichi bene nel corpo, il tempo della celebrazione e della festa, non è lontano.

Appena senti che la serietà, e la sua amica rigidità, vengono a trovarti, parti al galoppo come un cavallo pazzo.

Essere fluidi significa essere vivi. La rigidità appartiene alla morte. Abbi cura di stare dalla parte giusta…

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Guarda certe persone: sono infelici perché hanno fatto compromessi su ogni punto, e non possono perdonarsi di aver fatto quei compromessi.

Sanno che avrebbero potuto osare di più, e invece hanno dimostrato di essere dei vigliacchi.

Hanno perso valore ai loro stessi occhi, hanno perso il rispetto di se stessi.

Ecco cosa fa il compromesso.

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Milioni di persone soffrono: vogliono essere amate ma non sanno come amare.

E l’amore non può esistere come monologo; è un dialogo, un dialogo pieno di armonia.

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Una persona è molto ricca quando è vera eppure ha disciplina, autentica e disciplinata.

Quando queste due polarità si incontrano, diventi più totale.

Allora sta a te.

Qualsiasi cosa la situazione richieda, tu rispondi nel modo richiesto.

Ci sono situazioni che richiedono disciplina, ci sono situazioni in cui la disciplina deve essere messa da parte e si diventa spontanei.

Non hai un modo fisso.

Non hai un carattere.

Sei fluido, scorri e sei più vivo.

La vita circola in te e non ti porti dietro dei pezzi di cadavere.

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Districarti nell’intenso groviglio di emozioni nate dall’aver smarrito te stesso nella folla, non dovrebbe essere troppo difficile.

Fa male dimenticarsi di sé e vivere seguendo un copione scritto da altri. Ricordati di te!… e di quel senso di verità che trovi solo nel tuo cuore.

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Abbandona l’idea che attaccamento e amore siano una cosa sola.

Sono nemici.

È l’attaccamento che distrugge tutto l’amore.

Se nutri e alimenti l’attaccamento, l’amore verrà distrutto; se nutri e alimenti l’amore, l’attaccamento scomparirà da solo.

Non sono una cosa sola; sono due entità separate, reciprocamente antagonistiche.

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Nasci già col desiderio intenso di crescere, di andare da qualche altra parte.

Il seme deve fare un lungo viaggio prima di diventare un fiore. È un pellegrinaggio.

Questo desiderio è molto bello, ci viene dato dalla natura.

Ma la società, finora, è stata molto abile: ha trasformato, deviato, stornato i tuoi istinti naturali per riversarli in qualcosa che va a suo vantaggio.

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In una società migliore, formata da persone più comprensive, nessuno vorrà cambiarti.

Tutti ti aiuteranno ad essere te stesso perché essere te stesso è la cosa più preziosa al mondo.

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La maggioranza è formata da sciocchi, da veri sciocchi. Guardati dalla maggioranza.

Se tante persone seguono qualcosa, è una prova sufficiente che è una cosa sbagliata.

La verità accade agli individui, non alle masse.

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La persona intelligente non si attacca al passato morto, non trasporta cadaveri.

Per quanto belli siano stati, per quanto preziosi, non si porta dietro i cadaveri. Ha finito col passato; è andato e andato per sempre.

Ma la persona stupida è tradizionale. È pronta a seguire i preti, pronta a seguire qualsiasi stupido politico, pronta a eseguire qualsiasi ordine – è pronta a cadere ai piedi di chiunque abbia autorità.

Senza intelligenza non può esserci felicità.

L’uomo può essere felice solo se è intelligente, molto intelligente.

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Voi potreste essere l’ultima generazione a cui è ancora possibile ribellarsi.

Se non vi ribellate, potrebbero non esserci più opportunità: l’umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot. Quindi ribellatevi, mentre c’è ancora tempo!

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Le circostanze esterne non sono così difficili da cambiare, ma la letargia interiore è vecchia di secoli. L’incoscienza è così primitiva, le sue radici così profonde, che c’è bisogno di una determinazione totale da parte tua, una tremenda determinazione, un impegno, un profondo coinvolgimento. Devi rischiare il tutto per tutto. Altrimenti non ti sarà possibile trasformare te stesso, rimarrai sempre lo stesso.

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Finora, l’intera umanità ha vissuto in maniera schizofrenica.

Ogni essere umano è stato lacerato, frammentato. Le religioni, le filosofie, le ideologie non sono stati processi di guarigione, di armonizzazione: sono state la causa alla radice di conflitti interiori e di guerre esistenziali: voi tutti non avete fatto altro che ferirvi.

La mano destra ha ferito la sinistra, la mano sinistra ha ferito la destra ed entrambe le mani ne sono uscite lacerate.

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Anche se hai immaginato di essere indipendente, di recente puoi avere scoperto di esserlo meno di quanto pensavi.

Questo brusco risveglio è l’inizio del tuo viaggio fuori dal gregge e dentro la piena dignità della tua essenza individuale.

Ricorda te stesso.

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A ogni pezzo delle antiche credenze che cade giù come una vecchia e arrugginita armatura, diventi sempre più leggero e più capace di celebrare la tua vita liberamente; proprio in questo momento, stai puntando a un incontro diretto con la verità. Meno bagaglio hai e più facile è che accada.

La morte non è la fine, bensì il crescendo della vita stessa, il suo culmine… Se hai vissuto nel modo giusto, se hai vissuto totalmente, attimo dopo attimo, se hai spremuto tutto il nettare della vita, la tua morte sarà l’orgasmo supremo.

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L’uomo che vive del tutto privo di scopi, l’uomo che vive come se la sua vita fosse una passeggiata mattutina, senza una meta, quell’uomo è spirituale, la sua vita è sacra.

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Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.

Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos’altro in nome dell’amore.

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Le persone originali danno sempre fastidio alla società. Non sono così facili da manipolare, rimangono se stesse. Cercheranno di vivere la propria vita non secondo uno schema, ma secondo la loro visione.

Se una persona ama la musica resterà magari un mendicante, ma continuerà a vivere la sua vita da musicista. Anche se gli fosse offerta la possibilità di diventare primo ministro, vivrà come un mendicante e insisterà a suonare la sua musica. Quella è intelligenza, perché solo quando vivi la tua vita secondo la tua luce, secondo la tua visione, secondo la tua voce interiore otterrai la beatitudine, l’appagamento.

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La consapevolezza è la tua stessa natura: puoi dimenticarla, ma non puoi perderla. Non può essere rubata. È il tuo stesso centro.

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Non c’è bisogno di correre. Non importa cosa succede intorno a te, mantieni un passo pacato che ti permetta di rimanere in sintonia con la brezza gentile della meditazione.

E appena te ne dimentichi, ritorna in quello spazio, semplicemente e senza sentirti in colpa. Sii la quiete nella tempesta.

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In realtà il contrario dell’odio non è l’amore, il contrario dell’amore non è l’odio; è così chiaro, chi potrebbe sbagliarsi? In realtà l’opposto dell’amore è il falso-amore: un amore che finge di essere tale, e non lo è.

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Prenditi cura di te … lo devi a te stesso … Nel tuo cuore c’è poesia? … Se non ce n’è ancora abbastanza, aiuta il tuo cuore a filare e a tessere poesia … Ti attende la bellezza! (Osho)

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Puoi amare solo quando sei felice dentro di te.

L’amore non può venir aggiunto dall’esterno. Non è un indumento che puoi indossare.

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Io concepisco un mondo senza povertà, senza classi, senza nazioni, senza religioni, senza alcun tipo di discriminazione.

Io concepisco un mondo unito, un’umanità unita, un’umanità che condivide ogni cosa materiale e spirituale, una profonda fratellanza spirituale.

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Vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro… godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento.

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La povertà viene considerata da alcuni un’qualcosa di spirituale. Una vera sciocchezza. La povertà non è spirituale, è brutta. È una ferita che bisogna curare.

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La saggezza sboccia nel tempio più segreto del tuo essere. Non è mai presa in prestito, non ha nulla a che vedere con il sapere, con l’informazione; non ha nulla a che fare con i testi sacri, le dottrine, i sistemi filosofici.

È la tua esperienza personale, individuale ed autentica.

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Solo colui che ha abbandonato ogni credo si trova sul sentiero della verità. Altrimenti chi ha pregiudizi, ed un certo credo stabilito non può rivendicare alcuna verità. I credo sono una creazione della mente dell’uomo. La verità non conosce scissioni, pertanto colui che è libero da pregiudizi, ed è imparziale, diviene il detentore del vero, essendone padrone.

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Quando diventi uno specchio senza pensieri, tutte le distinzioni scompaiono dal mondo.

Allora la rosa, l’uccello, la terra, il cielo, il mare, la sabbia e il sole sono tutti un’unica cosa, un’unica energia.

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L’amore è una comprensione profonda del fatto che l’altro ti completa, ti rende un cerchio perfetto… conosce solo il dare e il ricevere diviene conseguenza.

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Non dovete creare un tempio o una chiesa per Dio, è assurdo perché Dio è ovunque!

Per chi state creando un tempio, una chiesa o una moschea?

Se volete pregare potete farlo ovunque.

Dovunque vi inchiniate, vi inchinate a Dio, perché non esiste nient’altro.

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Il credo è d’impedimento alla conoscenza; non aiuta ed è causa del credo che l’uomo è diviso.

Non è stato d’aiuto alla crescita spirituale; è stato una delle barriere più grandi.

Il credo vi suddivide in cristiani, hindu, mussulmani ecc.

Il credo divide la terra e generà guerre…

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La meditazione è l’unico tempio in cui, quando entri sei davvero all’interno di un tempio.

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Il problema autentico è risvegliare nell’individuo quel tanto di consapevolezza capace di generare in lui il desiderio di divenire libero, intelligente, autorealizzato e pienamente consapevole.

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Dio naviga in qualsiasi mare del mondo, è presente e non ha bisogno di essere trovato. Esistono semplicemente luoghi e momenti in cui non siamo capaci di essere consapevoli della Sua presenza. Troviamo Dio guardando all’interno di noi e intorno a noi, è anche in una goccia d’acqua che unendosi al mare diventa parte della sua vastità.

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L’illuminazione è “la grande morte”, perché, con essa, non avrete più un corpo, non avrete più una mente, non avrete più il cuore, non avrete più nulla di ciò che possedete ora: non ne avrete più bisogno, perché sarete l’intero universo.

ENZO BIAGI INTERVISTA OSHO

ENZO BIAGI: Come prima cosa vorrei chiederti qual è il tuo insegnamento. OSHO: Io non ho nessun insegnamento. Non sono un insegnante. Non do nessuna filosofia della vita, né alcuna disciplina, né programmi da seguire. Ho un approccio alla vita ben preciso, che condivido con i miei amici. E il mio approccio inizia con una deprogrammazione. Per ciò che mi riguarda questa è la parola chiave. Essere iniziati alla mia amicizia significa essere iniziati a un processo di de-programmazione. Ogni essere umano viene programmato dalla nascita a essere cristiano, hindu, ebreo, mussulmano. Il bambino nasce innocente, ma immediatamente viene appesantito da migliaia di concetti, coi quali vive poi tutta la vita. In questo modo si vive una vita fasulla; non è autentica, non è onesta perché non ti appartiene. Non hai scoperto tu le cose che tenti di vivere… ecco perché, come prima cosa, aiuto la gente a liberarsi da tutti i suoi condizionamenti. Chi viene da me, anche se è cristiano, non lo sarà più; anche se è un hindu, non lo sarà più; anche se è mussulmano, non lo sarà più. Io mi limito a ridare a ciascuno la propria innocenza, la propria umanità, la propria purezza, la propria individualità. Il mio lavoro tende essenzialmente a distruggere i condizionamenti di quanti vengono da me. Ed è un lavoro semplicissimo, perché nessuno di quei condizionamenti ha basi logiche, nessuno si fonda sull’intelligenza. Sono tutte superstizioni, sorrette da impalcature logiche, ma quella logica è falsa. Non esiste nulla di autentico. Ad esempio, tutte le religioni si fondano sulla menzogna più grande che esista al mondo: Dio. Nessuna religione è riuscita a dimostrare in maniera logica e scientifica la sua esistenza; tuttavia, tutte continuano a inculcare in ogni bambino l’idea di Dio. E’ semplicissimo eliminarla: si deve solo far vedere a chi ti sta di fronte che si tratta di un’idea imposta. La tua intelligenza non l’ha mai accettata. Viceversa si tratta di una corruzione della tua innocenza da parte di genitori, insegnanti, preti, che con la logica ti hanno plagiato. Tutte le religioni affermano che Dio è necessario, altrimenti chi avrebbe creato l’esistenza? C’è l’esistenza, quindi ci deve essere un creatore. Senza un creatore, come può esistere la creazione? Ma poi non vanno oltre. Una persona intelligente andrebbe oltre e chiederebbe: “Ma in questo caso, chi ha creato Dio?” Se Dio esiste senza che esista un creatore, dove va a finire la vostra logica? L’esistenza ha bisogno di un creatore, ma il creatore no? Non è logico. Questo non è altro che un’ingannevole manipolazione dell’innocenza umana; un bambino non è in grado di mettersi a discutere. Si limita ad accettarla come un dato di fatto. Mi ricordo un aneddoto molto bello. All’università di Parigi insegnava un professore di filosofia un po’ eccentrico, cosa non rara. Era preside della facoltà ed era sua abitudine fare affermazioni assurde, finché un giorno superò ogni limite. Iniziò la lezione dicendo: “lo sono l’uomo più importante del mondo intero”. Era troppo! Uno studente si alzò e disse: “Sei un grande filosofo, un logico eccezionale, per cui devi dimostrare logicamente ciò che hai detto”. Il professore non solo era pronto, ma ne fu felice. Srotolò un planisfero e chiese: “Qual è la nazione più grande del mondo?” Tutti, ovviamente, risposero: “La Francia!” il professore rise, senza che gli studenti ne capissero il motivo. Quindi proseguì, chiedendo: “E in Francia qual è la città più sacra, la più importante?” In coro risposero: “Parigi.. E la più bella!” Di nuovo rise. Gli studenti si sentirono a disagio. Probabilmente stava guidandoli verso conclusioni logiche a loro sconosciute, che ancora non vedevano. La domanda successiva fu: “E qual è il luogo più importante nella città più bella del mondo?” “L’università ovviamente, il tempio della saggezza”, fu la risposta. Di nuovo il professore rise e chiese: “E quale facoltà è la più importante nell’università?” Gli studenti si trovarono in trappola. Riconobbero che aveva costruito un’argomentazione artificiale. Sembrava logica senza esserlo… a quel punto dovettero dire: “La nostra facoltà naturalmente”. La risata finale fu fragorosa: “Ora capite perché ho detto che sono la persona più importante del mondo? Io sono il preside di questa facoltà”. Tutti gli argomenti riguardanti Dio, il paradiso, l’inferno, seguono la stessa linea. Il mio lavoro tende a distruggere la falsa struttura della logica, a quel punto le vostre fondamenta iniziano a sgretolarsi, scompaiono le vostre mitologie, lasciandovi uno spazio incontaminato, da cui sorge la vostra individualità. A quel punto non sei più parte di una folla. Il mio lavoro fondamentale è questo: renderti un individuo, non un semplice ingranaggio dei sistema, non una particella della massa. Voglio darti un’integrità, una libertà dell’anima, in modo tale che tu non sia più vittima di alcuna schiavitù, detta cristianesimo, induismo, ebraismo: per la prima volta sarai semplicemente te stesso. A quel punto entrerà in gioco la tua ricerca della verità, la tua indagine nella verità. E ricorda, tutte le risposte che ti sono state date da altri non potranno mai salvarti. Solo la tua risposta, quella che troverai con le tue mani, con la tua ricerca, potrà liberarti dall’ignoranza, dall’infelicità, dall’angoscia. Io non ho insegnamenti. Offro solo espedienti, stratagemmi. Non sono un insegnante, sono un Maestro. Gli insegnanti offrono insegnamenti, i Maestri possiedono espedienti, stratagemmi, metodologie per trasformare la gente. BIAGI: Perché sei stato arrestato in America e poi sei stato costretto ad andartene?
OSHO: Perché Socrate fu avvelenato? Perché Gesù fu crocefisso? Perché tante volte si attentò alla vita di Buddha? A me non hanno fatto un gran male, si sono limitati ad arrestarmi senza un mandato, senza spiegarmene il motivo, senza permettermi di chiamare i miei avvocati, come era mio diritto. Non risposero alle mie domande, la sola risposta evidente erano quei dodici fucili carichi che mi erano stati puntati contro. In ogni caso, quell’esperienza mi ha divertito. Sono stati molto più gentili con me di quanto non furono con Socrate. Non mi hanno avvelenato. Sono stati molto più gentili con me di quanto non furono con Gesù. Non mi hanno crocifisso. Si sono limitati a maltrattarmi per dodici giorni spostandomi da un carcere all’altro. Di fatto è stata un’esperienza eccezionale: ho sempre desiderato visitare l’inferno, sebbene non esista. L’America mi ha concesso l’opportunità di visitarlo. Ma dopo dodici giorni, poiché non esisteva alcuna accusa contro di me, visto che non ho mai fatto del male a nessuno, non ho mai commesso crimini… il mio solo crimine è stato di aver creato una comune in cui cinquemila persone vivevano così felici e così festanti che quella felicità e quella beatitudine suscitarono la gelosia dei vicini, dei politicanti e in particolare dei cristiani. I cristiani sono venuti in Oriente e hanno convertito milioni di persone al cristianesimo. Ora, per la prima volta, qualcuno sottraeva migliaia di cristiani al loro gregge, senza che loro potessero fare qualcosa… Inoltre, la gente convertita in Oriente non era istruita, erano sempre gli analfabeti, i poveri, mai gli strati più elevati della società. In Oriente i cristiani hanno convertito mendicanti, aborigeni, tribù primitive, orfani, gente che stava morendo di fame per le strade. Mai sono riusciti a convertire un solo intellettuale, una sola persona intelligente, in tutto l’Oriente! Ovviamente si sentirono tremendamente offesi, perché io non convertivo mendicanti, orfani, bensì le loro menti migliori, convertivo solo l’intelligentzia. E non la convertivo a un’altra religione: sarebbe facile toglierti di mano un giocattolo per dartene uno nuovo. Tutti sono felici di avere un giocattolo nuovo. Quello vecchio era ormai sporco, consumato, andava in pezzi, è stato usato da un’infinità di persone per secoli… è molto più bello trovarsi in mano un giocattolo nuovo. Ma io non convertivo questa gente a un’altra religione: mi sono limitato a deprogrammarla… Dunque, sono stati i cristiani alle spalle dei politici a spingerli perché venissi scacciato dagli Stati Uniti. Questa è la prova di quanto sia povera la teologia cristiana, altrimenti sarebbero usciti allo scoperto: io ero pronto a discutere su tutto ciò che volevano. La mia espulsione dagli Stati Uniti dimostra quanto sia povera di argomenti la teologia cristiana. Se avessero avuto coraggio, mi avrebbero invitato a una discussione pubblica. Sapevano, purtroppo di non avere argomenti validi a loro sostegno. Per cui misero in atto un piano criminale per arrivare a espellermi. Ma tutto questo non mi fermerà. Ovunque sarò, continuerò ad attuare il mio metodo. Non possono espellermi da questo pianeta! La mia espulsione non è altro che un segno di sconfitta del cristianesimo, della grande potenza, gli Stati Uniti d’America: non riuscirono a trattare con un individuo, che da solo, senza appoggio di eserciti, si era posto loro davanti, con il solo scopo di proporre un modo nuovo di guardare le cose. Hanno preferito restare ciechi. Ma è l’esperienza di tutta la mia vita: io vendo candele in una città di ciechi! Non è colpa loro se sono in collera con me. E’ un mio errore, ma sono impotente, non posso fare altro: lo commetto e continuerò a commetterlo fino a quando esalerò l’ultimo respiro. BIAGI: Come avete fatto tu e la tua comune a diventare tanto ricchi? OSHO: Io non ho fatto nulla per arricchirne. Solo chi è ricco è attratto da me; perché solo le persone intelligenti sono attirate da me. Devi capire che esiste una gerarchia di valori. Non chiedi mai: “Come mai un povero non è attirato dai dipinti di Picasso?” né chiedi: “Come mai un mendicante non si interessa alla musica di Mozart?” Tuttavia si continua a chiedere come mai solo i ricchi, persone colte, intelligenti, istruite, sono attratte da me. La religione è il lusso supremo. Ovviamente, ne saranno attratte solo le persone che se lo possono permettere. Non si adatta al povero, il povero non ha bisogno di religione. E in nome della religione al povero sono stati dati solo oppio e consolazioni. In nome della religione al povero è stato dato qualcosa di falso, un surrogato. Al povero, che sta morendo di inedia, che è malato, stanco, non si addice la vera religione. Non gli è possibile interessarsi ai voli della consapevolezza. Vuole qualcosa da mangiare, vuole una casa, degli abiti. Fa freddo, è nudo e tu gli parli di meditazione e di consapevolezza? Gli vai a parlare di come conseguire le vette supreme dell’essere? E’ semplicemente assurdo! Quindi, non è vero che la mia gente si è industriata per arricchirsi.. In realtà chiunque venga a me è già ricco. E per quello che viene da me: la religione ha inizio solo quando sei stufo della tua ricchezza, quando possiedi tutto ciò che il denaro ti può dare e tuttavia ti ritrovi vuoto. Hai tutto ciò che puoi possedere, tuttavia scopri che ti manca qualcosa che il denaro non è in grado di darti, per cui devi cercare altre strade. Quando il denaro ti ha dato tutto, quando tocchi il fondo delle sue capacità, il gioco finisce: presto inizi a esserne annoiato e stanco. A quel punto o ti suicidi, oppure inizi una ricerca che ti può condurre a un uomo come me. Io attraggo i ricchi e non fornisco nessun oppio a chi viene da me, ragion per cui il mio stile di vita non si addice al povero. BIAGI: Come spieghi l’effetto carismatico che hai sulla gente? OSHO: E’ molto semplice. Io non sono un politicante. Gli uomini politici esprimono in parole ciò che la gente desidera sentire. Io esprimo con le parole la mia esperienza. Senza preoccuparmene se piace o non piace a chi mi ascolta.. Quando parlo, parlo con tutto il mio cuore, senza rispettare affatto le tue reazioni.

Aggiungiamo un commento di due discepoli di Osho all’intervista, con un limite se possiamo esprimerci che è quello che fu di dare un taglio tutto politico, dualistico alla diffusione dell’esperimento di Osho in Italia – al di là delle responsabilità storiche al non arrivo in Italia di Osho… Ma è un discorso che affronteremo nel dettaglio prima o poi…includendo il senso degli affari più che della ricerca da parte dei discepoli… Le strutture di potere – Chiesa sorgono già quando i Maestri sono in vita… Rochan

Osho – Biagi: un incontro rimosso (dai media)

Il desiderio di scrivere qualche riga sull’intervista che Enzo Biagi fece a Osho sobbarcandosi un viaggio fino a Katmandu mi è nato quando, a seguito della morte di Biagi ho notato che nessun giornale o televisione avesse citato questo incontro nelle centinaia di servizi che i nostri media hanno giustamente dedicato al giornalista scomparso. Eppure all’epoca, nel gennaio ’86, quando RAI UNO mandò in onda il servizio in prima serata, l’intervista ebbe un impatto fortissimo solo per il fatto, più unico che raro, che un Maestro spirituale indiano venisse intervistato dal più grande giornalista italiano sul canale televisivo più seguito, nella fascia d’ascolto più alto.

Il silenzio assordante dei media intorno a questo servizio di Biagi nei giorni seguenti alla sua morte mi ha riportato alla memoria un incontro che ebbi poco tempo dopo la messa in onda dell’intervista a Osho, con un amico sannyasin di Firenze di nome Geetam che ebbe una sua notorietà di riflesso nei primi anni Ottanta per essere stato il compagno di Anando alias Nicoletta Macchiavelli. Geetam appartiene ad una famiglia fiorentina assai vicina a casa Andreotti. Quello che Geetam mi confidò all’epoca è che lo “zio Giulio”, dopo aver visto il servizio televisivo andò su tutte le furie nei confronti di Biagi e della RAI per aver mandato in onda l’intervista a Osho. Quello che aveva provocato Andreotti in modo particolare, nonostante il suo proverbiale senso dell’humor e della sua profonda ironia, furono dei versi dell’intervista in cui Osho rispose in maniera fortemente provocatoria tipo, “non sono mica un criminale che trasforma l’acqua in una bevanda tossica…” e giudizi durissimi sulla politica del Vaticano rispetto AIDS e celibato.

Sempre nel racconto di Geetam, le ripercussioni negative nei confronti di Biagi a seguito del servizio che presentava Osho senza commenti e senza manipolazioni di sorta, furono enormi. Nonostante infatti anche un bell’articolo che Panorama pubblicò nei giorni seguenti in cui Enzo Biagi si dichiarava colpito dalla figura di Osho, non fu più possibile avere un contatto con lui, neppure due anni dopo durante la grande mobilitazione degli intellettuali, giornalisti, uomini di cultura, quando fu negato ad Osho il visto d’ingresso nel nostro Paese. Anche Carlo Silvestro (Sarjano), il giornalista italiano che organizzò e assistette all’incontro, tra Osho e Biagi, ricorda oggi come il maestro del giornalismo italiano rimase scosso e affascinato dallo stato presenza del mistico indiano come ci racconta in una sua testimonianza riportata nelle pagine seguenti.

Che cosa accadde esattamente a seguito di questi servizi giornalistici semplici e onesti, com’era costume di Biagi, non possiamo saperlo. Quello che è certo è che dall’entourage di Andreotti ci fu una forte reazione che si tradusse poi con un atto ufficiale quando Giulio Andreotti, che allora ricopriva la carica di Ministro degli Esteri, alcuni mesi dopo ebbe un ruolo assai attivo nel negare il visto d’ingresso ad Osho in Italia. A questo proposito ricordiamo che il Ministro agli esponenti della RAI e di Canale 5 interessati ad invitare Osho in Italia anche solo per un giorno, fece rispondere dalla Farnesina: “Né un’ora, né un minuto”. Io stesso, che all’epoca ero nella segreteria del Partito Radicale proprio per occuparmi della campagna per il visto d’ingresso in Italia di Osho, ricevetti tramite la Presidente Nilde Jotti, una comunicazione di Andreotti assai dura in cui si parlava di inchieste del governo su Osho. Se poi colleghiamo la provocazione altrettanto dura nei confronti di religione e Vaticano contenute nell’intervista e la relazione stretta tra Giulio Andreotti e la gerarchia ecclesiastica, sarebbe logico pensare ad un intervento anche della Chiesa su Biagi, anche perché va ricordato che in quegli stessi mesi uscì un rapporto ispirato dalla Conferenza Episcopale contro i nuovi movimenti religiosi, il tutto patrocinato da un certo cardinale Ratzinger… Majid

Osho-Biagi: un piccolo fiore sulla sua tomba

Ero appena tornato da Kulu-Manali, dove Osho aveva preso rifugio, dopo l’ignobile cacciata dall’America. C’ero andato come inviato di Epoca, il cui direttore, un vero galantuomo, voleva sapere che ne diceva Osho, di tutta la storia americana. Al mio ritorno dunque, fui avvicinato da alcuni collaboratori di Enzo Biagi, che mi chiesero se sarei tornato lì, scortando Biagi che gli voleva fare una intervista televisiva. Io naturalmente dissi di sì, così la produzione si mise in moto per preparare il viaggio, visto che Biagi voleva partire quanto prima.

Quello che nessuno vi ha mai detto è che il visto per l’India fu rifiutato alla troupe intera, Biagi incluso! E se vi chiedete il perché di un fatto così inaudito, vi dirò che nella richiesta la produzione aveva fatto mettere il motivo della visita, cioè fare una intervista a Bhagwan Shree Rajneesh (come veniva chiamato chiamato Osho allora). A me, Biagi lo confessò a bassa voce, al che io alzai la mia voce, suggerendo di fare un casino della madonna e uno scandalo internazionale. “Non è il caso” disse Biagi, “Stiamo seguendo delle vie diplomatiche e non è il momento di fare tanto baccano”. Io ero furibondo, e simultaneamente lo era anche Osho, che aveva visto rifiutare il visto a tutti i suoi collaboratori, che erano stati costretti a lasciare il Paese. Così fu presa la decisione di trasferirsi in quattro e quattrotto in Nepal. Quando comunicai i nuovi sviluppi a Biagi, fu fatta una richiesta immediata di visto all’Ambasciata Nepalese, che rispose positivamente in tre giorni.

Ed eccoci in volo per Katmandu. Biagi è un compagno delizioso: intanto è una persona di una innocenza rara e disarmante, poi parla come un vecchio contadino, ancora meravigliato da tutte le cose. Si vede che è eccitato dall’idea di parlare con Osho. Si vede che non ha nessun preconcetto in testa, né teorie da provare. Si vede che si sta avvicinando all’incontro in totale innocenza, “in wonder” si direbbe da queste parti. L’incontro infatti fu straordinario. Sembravano due amici che non si vedevano da tanto tempo. Osho era stato informato del by-pass di Biagi e si fece premura di chiedergli subito come stava il suo cuore. “Il cuore è sempre giovane” rispose Biagi ridendo. Poi seguì l’intervista, che è ormai storia, e alla fine ci ritirammo tutti nelle nostre stanze, per vedere il lavoro fatto e decidere se necessitava girare dell’altro materiale. Secondo Biagi sarebbe stato proprio il caso, perché tutta l’intervista fatta si svolgeva tra due persone sedute, e ci mancava una passeggiata, un po’ di movimento “per farla sembrare più viva e meno sedentaria”!

Mi piacque l’idea che Biagi volesse camminare assieme ad Osho, anche se non sapevamo che Osho lo avrebbe preso addirittura per mano! Ecco, è stato a quel punto che secondo me a Biagi è successo qualcosa. Da persona sensibile quant’era, Biagi si era accorto di aver parlato con qualcuno di diverso da tutte le persone che aveva incontrato prima… ma non riusciva a spiegare la cosa. Mi disse che aveva “sentito la diversità di quest’uomo, ma non riusciva a collocarla da nessuna parte del suo mondo razionale”. Quando Osho lo prese per mano, Biagi ebbe come un sussulto, e qualcosa dentro di lui rispose all’invito… “Ma deve essere stato un sogno, una visione ad occhi aperti… un momento di defaillance…”, Biagi stava rifiutando tutta l’esperienza che gli era cascata addosso con tutto il razionalismo possibile e una dose massiccia di rimozione.

Quando sono tornato in Italia la trasmissione stava andando in onda. Il giorno dopo telefonai a Biagi per complimentarmi, ma egli si sminuì, dalla serie: “Ho fatto solo il mio dovere”. Gli chiesi se potevamo fare qualcosa affinché ad Osho venisse dato il visto per l’Italia, ma Biagi rispose che doveva partire per un’altra missione e non aveva tempo. Gli dissi: “Ma almeno tu che lo hai conosciuto, potrai dire che NON è un individuo pericoloso”. ” L’ho visto solo per un giorno, non si può dire che l’ho conosciuto” replicò Biagi. E così questa sensazione di una assurda rimozione si fece strada ancora, e provai perfino un po’ di pena per quest’uomo che aveva incontrato un Buddha vivente, ma doveva a tutti i costi credere che fosse stato un sogno, doveva a tutti i costi negare la sua esperienza. Troppe cose da rimettere in discussione, troppe certezze… meglio dimenticare.

Sarjano

Fonte:

Maggiori info Da wikipedia:

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Osho, alla nascita chiamato Chandra Mohan Jain (hindi devanagari: चन्द्र मोहन जैन), anche noto come Acharya Rajneesh dagli anni Sessanta in poi e come Bhagwan Shree Rajneesh[1] negli anni Settanta e Ottanta (adottò il nome Osho – che significa probabilmente “oceanico” nel 1989) (Kuchwada, 11 dicembre 1931Pune, 19 gennaio 1990), è stato un filosofo, mistico e maestro spirituale (guru) indiano, che acquisì seguito internazionale. I suoi insegnamenti sincretici enfatizzano l’importanza della meditazione, della consapevolezza, dell’amore, della celebrazione, della creatività e dell’umorismo – qualità che egli riteneva soppresse dall’adesione a sistemi di credenze statici, alla tradizione religiosa, al socialismo. Fu un forte critico delle religioni organizzate e dei sistemi di potere ad esse legati. Egli considerava la maggior parte delle credenze religiose come superstizioni che nascondevano la verità sull’illuminazione.[2] Le sue idee ebbero un notevole impatto sul pensiero New Age occidentale[3][4] e sulla controcultura ereditata dagli anni sessanta e la loro popolarità è decisamente aumentata dalla sua morte.[5][6].

Osho era un professore di filosofia e viaggiò per l’India negli anni Sessanta del XX secolo come conferenziere. Le sue posizioni contro il socialismo e la religione istituzionale erano considerate controverse. Sosteneva anche una più aperta attitudine verso la sessualità, una posizione che gli guadagnò il nomignolo di “guru del sesso” presso la stampa indiana e successivamente internazionale[7]. Nel 1970 si stabilì per breve tempo a Bombay. Prese ad iniziare discepoli, noti come neo-sannyasin e assunse il ruolo di maestro spirituale. Nei suoi discorsi rentrerpretava gli scritti di tradizioni religiose, mistici e filosofi di tutto il mondo. Trasferitosi a Pune nel 1974, fondò un’ashram che attrasse un gran numero di occidentali. L’ashram offriva terapie derivate dallo Human Potential Movement ai suoi seguaci occidentali, e apparve sui giornali in India e all’estero, in particolare per i suoi insegnamenti permissivi e provocatori. Verso la fine degli anni Settanta, vi erano contrasti crescenti col governo e con la società indiani.

Nel 1981 Osho si trasferì negli Stati Uniti e i suoi seguaci fondarono una comune, in seguito nota come Rajneeshpuram, nello stato dell’Oregon. Entro un anno la guida della comune entrò in conflitto con i residenti locali, principalmente riguardo all’uso dei terreni, con episodi di ostilità da ambo le parti. L’ampia collezione di Rolls-Royce di Osho, donata da alcuni ricchi seguaci, divenne famosa. La comune di Osho collassò nel 1985, quando Osho in persona rivelò che i dirigenti della comune avevano commesso numerosi gravi crimini, incluso un attacco biologico contro i cittadini di The Dalles. Osho fu arrestato poco dopo e accusato di violazioni della legge sull’immigrazione. Fu estradato dopo una richiesta di patteggiamento.[8][9][10] Ventuno Stati gli negarono l’ingresso, e Osho dovette viaggiare a lungo prima di tornare a Pune, dove morì nel 1990. La sua ashram è oggi l’Osho International Meditation Resort.


L’infanzia

Osho nasce a Kuchwada nel Madhya Pradesh, in India Centrale, l’11 dicembre 1931, in una famiglia jainista, anche se verrà influenzato molto anche dall’induismo nella sua formazione. Egli ha raccontato come il periodo dell’infanzia ebbe grande influenza sulla sua crescita, perché in casa dei nonni questi gli diedero la massima libertà e gli dimostrarono grande rispetto. Fu lasciato senza cure particolari né restrizioni o alcun tipo di educazione imposta. Come egli stesso ebbe a dire, i bambini, durante i primi sette anni, vengono influenzati in maniera negativa dall’esser forzati ad imparare e dal negare loro la dignità: “se ad un bambino nei suoi primi anni è permessa la libertà, crescerà forte e abbastanza intelligente da decidere e discutere, e potrà auto-educarsi”. Se un bambino riceve rispetto, afferma Osho, è più obbediente verso i genitori; se i genitori ignorano la sua individualità, il bambino a sua volta li ignorerà.


L’«illuminazione» e le prime comunità

Da giovane Osho era ateo e marxista: rinnegherà più tardi la sua posizione politica.[11] Il 21 marzo 1953, all’età di ventun anni, dopo un intenso periodo ebbe l’esperienza dell'”Illuminazione”, quella in cui si raggiunge il più alto grado di consapevolezza, dove ” la goccia si fonde nell’oceano, nell’attimo stesso in cui l’oceano si riversa nella goccia”. È il momento della suprema comprensione, della caduta di tutti i veli che impediscono la chiara visione della realtà. Convinto dell’importanza di ciò che aveva acquisito, da allora volle invitare ogni individuo a condividere la sua esperienza. Cominciò così a viaggiare per l’India, istituendo dibattiti e convegni e attirando migliaia di persone.

Conclusi gli studi, insegnò al Sanskrit College di Raipur e successivamente negli anni sessanta ottenne la cattedra di filosofia alla università di Jabalpur.[12] Nel 1969 un gruppo di discepoli stabilì una fondazione in supporto al suo lavoro, permettendogli di lasciare il lavoro universitario. Iniziò a proporre le sue tecniche di meditazione con l’intento, condiviso da antiche tradizioni, di raggiungere una maggiore consapevolezza di , che per Osho e per la corrente spirituale di cui lui è stato l’iniziatore si può concretizzare in quello che in Oriente viene chiamato il «risveglio» interiore. Il 26 settembre del 1970 iniziò il suo primo discepolo (o sannyasin) durante una meditazione all’aperto, uno dei grandi incontri in cui dava conferenze e guidava meditazioni di gruppo.

Nel 1974 si trasferì a Pune dove fondò il suo ashram, centro di comunità spirituale e dove intensificò i discorsi offrendo degli spunti per cogliere il Silenzio da cui ha origine la consapevolezza. Qui il flusso di visitatori, in particolar modo quelli occidentali, diventò inarrestabile. Alla fine degli anni ’70 l’ashram di Pune ospita il Centro di terapia e di crescita interiore più grande del mondo, dove migliaia di persone accorrono per partecipare a gruppi terapeutici e a corsi di meditazione, per ascoltare il discorso giornaliero tenuto al mattino da Osho, ora chiamato Bhagwan, oppure partecipare al darshan (incontro col Maestro) serale.


La comune in Oregon






Foto segnaletica di Osho, scattata nel 1985 dalla Polizia dell’Oregon, quando Osho fu accusato di aver violato la legge sull’immigrazione

Nell’estate del 1981 l’esperimento comunitario viene trasferito in America, dove ebbe modo di affermarsi nel mondo occidentale fondando una comune nello stato dell’Oregon (USA) presso il ranch “Big Muddy” ad Antelope. La nuova Comune viene chiamata “Rajneeshpuram (“Essenza di Rajneesh”), è grande ben 65.000 acri, riscuote un grande successo fino ad ingrandirsi alle dimensioni di una piccola cittadina.


Espulsione dagli Stati Uniti

Dopo un inizio travolgente, la Comune entrò in contrasto con le autorità locali, e, nel 1984, alcuni esponenti di spicco del movimento, tra cui la segretaria di Osho, che aveva il comando della comune mentre il guru si era ritirato in meditazione solitaria, organizzarono una serie di attacchi biologici, probabilmente all’insaputa del maestro[senza fonte] (secondo i seguaci di Osho), con l’intento di influire sulle elezioni locali.[13] La reazione della popolazione locale costrinse Osho ad allontanarsi dal ranch e a rifugiarsi presso la casa di una discepola. Fu poi arrestato, dopo essersi consegnato alla polizia, ma riconosciuto colpevole solo di violazione di leggi sull’immigrazione, e incarcerato in più prigioni per dodici giorni, fino a che fu condannato a dieci anni di carcere, sospesi con la condizionale, ed espulso dagli Stati Uniti.[14] Osho considerava la faccenda un complotto contro di lui e le sue idee, da parte dei fondamentalisti cristiani.[15]


Il ritorno a Pune

Chiese il visto di ingresso a molti paesi che glielo negarono: solo l’Italia lo concesse dopo lunghe battaglie condotte da seguaci di Osho e da intellettuali come Giorgio Gaber e Federico Fellini ed esponenti politici come Marco Pannella, ma a quel punto il guru era già partito per l’India.[16] Qui il giornalista Enzo Biagi gli fece una lunga e famosa intervista. Ritornò in India e si stabilì nuovamente a Pune. Qui il vecchio ashram divenne la nuova Comune, che ancora oggi, sotto il nuovo nome di Osho International Meditation Resort, riceve persone che vengono da tutto il mondo, fedeli al suo pensiero e alla pratica dei suoi insegnamenti. I libri a lui intitolati, o meglio le trascrizioni dei suoi discorsi, sono centinaia, tradotti e letti in decine di lingue, coerentemente alla persistenza del movimento. Assunse il nome “Osho” in gennaio. Il suo ultimo anno fu rattristato dal suicidio della sua compagna di sempre, che egli riteneva la reincarnazione di un suo amore giovanile. Per il suo mahasamadhi, la partenza fisica dal mondo, lasciò la seguente epigrafe: “OSHO. Never Born, Never Died. Only Visited this Planet Earth between Dec 11 1931 – Jan 19 1990.” ovvero “Osho. Mai nato, mai morto, ha solo visitato questo pianeta Terra dall’11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990”. Il corpo fu cremato e le ceneri sepolte sotto una lapide con, appunto, questo epitaffio. Alla sua morte, dopo un lungo periodo in cui la sua salute era sempre più malferma e di cui lui stesso aveva parlato come conseguenza di un avvelenamento da tallio subito in carcere in America[17][18], la Comune di Pune, in cui ha sede una “Multiversità dell’essere” con programmi e corsi di crescita interiore, restò guidata da un gruppo di 21 persone da lui nominate qualche tempo prima.

L’insegnamento







Il suo insegnamento è stato considerato da alcuni come un insieme di idee proprie delle filosofie orientali (Induismo, Giainismo, Buddismo Zen, Yoga, Tantra, Taoismo) e di alcuni tratti del pensiero occidentale (psicologia junghiana, psicologia umanista, l’antica filosofia greca, in particolare Socrate, e quella moderna, specialmente Nietzsche e il suo Così parlò Zarathustra), del mondo della mistica Sufi e della religione di Zoroastro.


Il sincretismo e i valori proposti

L’ originalità dell’opera di Rajneesh in anni di diffuso interesse per la tradizioni spirituali orientali consiste nell’intenzione di adattare i millenari concetti e pratiche delle antiche culture religiose, mistiche e psicologiche, al moderno uomo occidentale. Da questa esigenza nascono gli esercizi di meditazione dinamica introdotti da Osho, elaborati in modo sincretico. Osho afferma che la grazia più grande che possa essere concessa ad un uomo sia l’esperienza dell’illuminazione spirituale. Questa «illuminazione» non può essere descritta a parole, la mente è inadeguata a comprendere una esperienza che va oltre i dati sensibili. Una definizione può essere questa: è la comprensione, non razionale, di ogni cosa di cui è fatto l’universo; tuttavia, poiché la mente si lascia distrarre da una molteplicità di fattori non riesce a cogliere la totalità. In particolare, le distrazioni provengono dalle attività umane del pensiero razionale, così come dai vincoli emozionali che ci legano alle aspettative della società, con le conseguenti paure e inibizioni. Per chiarire agli ascoltatori il suo approccio e per dare degli strumenti sistematici al suo metodo di ricerca, Osho estrasse e espose varie filosofie da diverse fonti. Fu un ricercatore molto attivo e prolifico: in innumerevoli discorsi sia nella lingua hindi che in inglese si occupò di varie tradizioni spirituali e religiose, incluse quelle di Buddha, Krishna, Guru Nanak, Gesù, Socrate, dei maestri Zen, del Chassidismo (ramo dell’ebraismo), dei Sufi.

Volle evitare di costruire un “sistema di pensiero” dal momento che, secondo le sue parole, nessuna filosofia può esprimere completamente la verità. Una definizione possibile (anche se probabilmente può essere considerata riduttiva) del suo pensiero potrebbe essere quella di una “filosofia della non-filosofia”. Oratore consumato, utilizzò il suo acume psicologico, la vastissima cultura di cui era dotato (aveva letto oltre diecimila libri), l’acutissima memoria che lo sorreggeva, per veicolare il messaggio insistendo sul fatto che l’unico scopo per il quale continuava a parlare era quello di convincere gli ascoltatori a guardare finalmente dentro se stessi e contemporaneamente a liberarsi delle abitudini e degli schemi mentali che hanno accompagnato loro per l’intera vita. E per ottenere ciò occorre intraprendere un percorso di meditazione.

Fu spesso erroneamente chiamato il “guru del sesso”, dopo che alcuni suoi discorsi della fine degli anni sessanta scandalizzarono la parte della società più conservatrice. Questi, che erano il commento di alcuni libri sacri del Tantra, vennero in seguito trascritti e pubblicati sotto il titolo Dal sesso alla supercoscienza. A suo avviso, «per il Tantra tutto è sacro, e nulla è profano», e ogni morale sessualmente repressiva era controproducente dal momento che «non si può trascendere il sesso senza averne avuto un’esperienza completa e consapevole».


La meditazione

Secondo Osho, la meditazione è uno stato che va «oltre la mente», di totale presenza di sè nel quale raggiungere consapevolmente il silenzio interiore. Egli insistette molto sul fatto che la meditazione non può essere spiegata o descritta in modo esaustivo, essendo un’esperienza nella quale la mente ed ogni pensiero logico (quindi anche il linguaggio) vengono trascesi. La pratica della meditazione non comprende quindi necessariamente pensieri spirituali o religiosi, e non è possibile forzarla con un atto di volontà anche se è una disciplina, ma soltanto lasciare che questo stato di «non mente» cioè del guardare la cosa in sè senza dare giudizi di sorta, si manifesti spontaneamente. È questa la mente del bambino che guarda incantato le meraviglie del mondo; è la mente innocente che si affaccia per la prima volta sull’universo e lo contempla.

Osho partì dal presupposto che l’essere in “meditazione” sia una condizione comune e naturale dell’uomo. Ma, aggiunse, è molto difficile per l’uomo moderno raggiungere tale condizione con le tradizionali tecniche (come sedersi in silenzio semplicemente, a gambe incrociate), poiché egli subisce continuamente tante “distrazioni” e stimoli esterni e la mente è talmente piena di pensieri i quali corrono da una parte e dall’altra che ha perso la capacità di stare immobile e di dedicarsi al proprio ascolto interiore. Per questo motivo individuò alcune tecniche di meditazione attiva’ il cui fine essenziale era di calmare la mente per creare quello spazio di silenzio e consapevolezza necessario alla meditazione.

Alcuni di questi esercizi preparatori possono essere ritrovati nelle terapie della moderna psicoterapia occidentale (a.e. la psicoterapia della Gestalt), e consistono nell’alterazione del respiro, nel gibberish (l’esprimersi in un linguaggio sconosciuto), nel piangere o ridere liberamente, nel danzare e muovere il corpo fino a raggiungere lo stato di catarsi, ovvero di crollo delle sovrastrutture mentali e liberazione dalle stesse attraverso un’esplosione emozionale. In questo modo si liberano il corpo e la struttura psico-energetica di tutti quei blocchi emozionali che impediscono la libera espressione di sé nella vita quotidiana.

Le tecniche di meditazione principali proposte da Osho sono chiamate Active Meditations (meditazioni attive) e comprendono le meditazioni: “dinamica”, “kundalini“, “nadabrahma“, “nataraj“. Esse si basano sui seguenti presupposti: 1. la concezione di piena identità fra corpo e struttura psichica (ogni emozione repressa o trauma interiorizzato ha un corrispettivo nel corpo fisico); 2. i condizionamenti sociali ed emotivi subiti dall’uomo fin dalla sua prima infanzia, se molto radicati nella propria struttura psicofisica, devono essere eliminati, il che richiede un atto di volontà del praticante.

Osho re-introdusse anche alcune tecniche tradizionali di meditazione, riducendole alla loro più essenziale espressione, astraendole dai rituali e dai formalismi propri, e mantenendone le parti maggiormente «terapeutiche». Inoltre sostenne la teoria per la quale lo stato meditativo può essere raggiunto e mantenuto, con una sufficiente pratica, anche attraverso le azioni quotidiane.


Un’illuminazione terrena

Con la pratica continua, senza interruzioni della meditazione, si ottiene, secondo Osho, l’Illuminazione, ovvero uno stato in cui “si è continuamente in uno stato di meditazione”.

Osho non predicò mai una fuga dal mondo terreno verso quello spirituale né contrappose la vita profana alla vita religiosa ma invitò a vivere in maniera “naturale” e consapevole che per lui coincideva con quella sacra. Il percorso che conduce all’Illuminazione consiste quindi nel qualificare, con la massima presenza di sé, ogni atto della vita quotidiana, dal lavoro alla vita di coppia, dal sesso alle relazioni sociali.

Questa concezione di spiritualità, che è consapevolezza immersa nel quotidiano, è quindi in aperta rottura con la tradizionale visione delle più importanti religioni, per le quali i due mondi sono separati: quello dello spirito e quello della materia.

aforismi, aforisma, pillole saggezza, pillola, buddhismo,Osho è stato un filosofo e leader carismatico e maestro spirituale indiano fra i più influenti e conoscuti del ventesimo secolo.  Mai nato – Mai morto – Ha solo visitato il pianeta Terra tra l’11 dicembre 1931 e il 19 gennaio 1990. Con queste parole immortali, Osho detta il suo epitaffio e allo stesso tempo elimina la necessità di una biografia.  Dopo aver cancellato il suo nome, accetta alla fine il termine “Osho” spiegando che esso deriva da “oceanico”. “Non è il mio nome” afferma “è un suono di guarigione”.  Le migliaia di ore di discorsi estemporanei, presentati a persone di tutto il mondo per un periodo di vent’anni, sono tutti registrati, spesso anche in video, e possono essere ascoltati da chiunque in qualsiasi posto, creando, come dice Osho, “ovunque lo stesso silenzio”. Le trascrizioni di questi discorsi sono ora pubblicati in centinaia di libri in dozzine di lingue diverse. In questi discorsi, la mente umana viene messa al microscopio come mai prima, analizzata nelle sue pieghe più sottili. La mente come psicologia, la mente come emozione, la mente come corpo/mente, la mente come moralista, la mente come storia, la mente come credo, la mente come religione, la mente come evoluzione sociale e politica – il tutto esaminato, studiato e integrato. E poi lasciato alle spalle con grazia nel viaggio fondamentale verso la trascendenza.  Nel corso di questo processo Osho mette allo scoperto l’ipocrisia e le falsità dovunque le incontri. Come dice in modo eloquente lo scrittore Tom Robbins: “Riconosco la brezza smeraldina quando scuote le mie finestre. Osho è come un vento teso e dolce che percorre il pianeta, facendo volare via le teste di rabbini e papi, sparpagliando le bugie sulle scrivanie dei burocrati, mettendo in fuga precipitosa gli asini nelle stalle dei potenti, sollevando le gonne dei moralisti e facendo il solletico a chi è spiritualmente morto per farlo tornare in vita.”

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