Un giorno Papaji prese un taxi per recarsi al suo Ashram.
Il taxista lo riconobbe e gli chiese: “Signor Papaji, mi hanno detto che lei è un autorealizzato. Mi può dire allora come contattare Brahman (Dio)?”
Papaji rispose: “Ci tieni davvero a contattare il Divino?”
“Sì, moltissimo. Per me è la cosa più importante che ci sia.” – replicò il taxista.
Papaji: “Supponiamo che il Divino chieda qualcosa in cambio: cosa saresti disposto a donare?”
Taxista: “Beh, sono un uomo benestante e presto erediterò una grossa somma di denaro. Potrei donare un decimo della mia eredità.”
Papaji: “E questa la chiami dedizione? Prima dici che la conoscenza di Dio è la cosa più importante che desideri, e poi dici che sei disposto a donare solo una piccolissima parte della tua eredità per Dio. Vedi, questo è il problema. Con quei soldi saresti disposto a fare qualsiasi cosa, anche a sperperarli in qualche inutile oggetto di lusso. Ma se ti venisse offerta l’occasione di riconoscere il Divino, offriresti poco o niente. Questo la dice lunga sul tuo autentico desiderio. Ovviamente Brahman non desidera la tua eredità. La mia domanda era un modo per dimostrare che nel tuo cuore c’è più spazio per l’eredità, per i beni materiali, che per l’Assoluto”
….
Questa storiella su Papaji, cari lettori, potrebbe riguardare uno qualsiasi di voi.
Ognuno, nel suo cuore, cerca qualcosa di speciale che dia pienezza alla propria vita. Alcuni lo cercano con i piaceri carnali, altri con il lavoro, altri con i divertimenti, altri con le droghe, altri ancora con la spiritualità.
Un Corso in Miracoli chiede: “Di cosa fai tesoro? E quanto ne fai tesoro?”
Tutti cercano a modo loro quel qualcosa di speciale, ma quando si avvicina la resa dei conti molti si tirano indietro, negano la loro disponibilità.
Nei fatti, la maggioranza non è disposta a rinunciare neppure ai più miseri capricci del loro ego. figuriamoci se in quella condizione possono auspicare all’autorealizzazione.
L’autorealizzazione è un lusso che il vostro spilorcio ego non si potrà mai permettere.
Se fossi stato al posto di Papaji avrei chiesto al taxista: “Sei disposto a donare il tuo io?”
E lui avrebbe probabilmente risposto: “Donare me stesso?”
E avrei replicato: “Si te stesso, la tua vita, la tua volontà personale.”
A quel punto, come è normale che sia, all’idea di dover rinunciare alla propria vita si sarebbe cagato sotto e avrebbe fatto retromarcia.
Ovviamente io mi riferivo alla vita di ciò che credete di essere, perché è solo a quello che dovreste rinunciare. Ma come ho già scritto, questa rinuncia è un lusso che la vostra mente non è neppure in grado di concepire. La vostra mente non si può permettere quello che cercate veramente.
Lasciate perdere e forse avrete maggiori chance di incappare casualmente in quel lusso ultraterreno…
(ZeRo)
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