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Lettore: “le ns porte di percezione, cioè la ns strutturazione nello spazio tempo, ci può consentire altro che non sia in sé ignoranza della realtà ultima?
Come trovare allora la via di fuga dal sogno? “
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ZeRo: “Domande profonde la cui risposta ovviamente si trova oltre qualsiasi parola. Non so perché mi poni tali dilemmi comunque provo a rispondere per il gusto di esprimere l’ineffabile.
1 – non so come stiano le cose dalle tue parti ma le porte percettive di questa mia macchina biologica mi sono trasmesse direttamente da filtrare, distorcere e ridipingere la cosiddetta realtà. Questa distorsione costante per me corrisponde all’attività del sognare e quindi non si tratta della realtà ultima ma di ignoranza della realtà.
Il punto però, secondo me, è che non occorre e non si può percepire o conoscere tale realtà semplicemente perché il puro soggetto non è un oggetto. Non è qualcosa di statico, definibile, misurabile, individuabile con una bio-macchina scassata …
Inoltre il corpo lo considero solo un ammasso di impressioni, una consistente apparenza esterna, un sogno nel sogno.
2 – chi vuole la via di fuga dal sogno?
il piccolo “io sognatore”?
E avrebbe senso parlare di fuga da un luogo illusorio? Non sarebbe anche la fuga un’altra illusione?
Forse uscire non occorre perché non ci si trova davvero dentro il sogno.
Facciamo finta che tu sia già la realtà che stai cercando fuori dal sogno; in tal caso il voler fuggire rafforzerebbe il senso di imprigionamento.
Poi per carità … anche le mie parole sono sole chiacchiere sparse e disperse in questo sogno. “
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Lettore: “E allora essere è nulla, perché “non siamo realmente noi se non quando, mettendoci di fronte a noi stessi, non coincidiamo con niente, nemmeno con la nostra singolarità”.
E quindi nemmeno con le ns chiacchiere sospese nel nulla, perché non esisterebbe neppure l’ipotesi di una teoria della conoscenza.
Sarà…..”
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ZeRo: “Della prima citazione apprezzo quel “coincidiamo con niente”….
risuona con quel che tenterei di veicolare qui, l’infinita leggerezza del niente.
risuona anche con la definizione dell’identità del puro soggetto: nessuna identità.
Chiaramente non coincidiamo con le chiacchiere.
Tu sei forse un solo pensiero?
Potresti pure crederlo, come crede l’uomo comune, eppure i fatti ti confermano il contrario: puoi stare senza pensieri, quindi non coincidi con alcun pensiero.
l’ultimo punto (non esisterebbe neppure l’ipotesi di una teoria della conoscenza) è un corollario delle precedenti realizzazioni.
Tutte le conoscenze accumulate nel sogno planetario non hanno alcun valore.
Tutta questa conoscenza è ignoranza, cioè conoscenza apparente, onirica.
Sono solo pensieri sterili, vaniloqui, scoregge eteriche.
Non è liberatorio sapere che non c”è nulla da sapere?
Dovrebbe esserlo…
Apparirà…”
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Lettore:
“Sarà…..
Apparirà…..
Che almeno l’uscita dal sogno ci colga addormentati……”
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