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SMETTILA DI RACCONTARE LA TUA STORIA PERSONALE

Recentemente, mi è stato chiesto ancora una volta di condividere la mia storia … e ancora una volta ho declinato l’invito.

Buone ragioni: vedi, è proprio questa costante creazione e mantenimento, narrazione e ri-narrazione, lucidatura e levigatura della storia personale che mantiene vivo il senso dell’io.

L’ego si mantiene vivo con la storia personale che ci raccontiamo o che raccontiamo agli altri.

Parlare costantemente di sé, delle proprie esperienze e delle difficoltà che hai avuto, del percorso che ha seguito, le ferite che hai subito  e così via, non fa altro che rafforzare il senso dell’io.

L’invito qui è proprio quello di smettere di raccontare la tua storia personale.

Non importa chi sei, cosa hai fatto, quanto hai sofferto, quali imprese hai compiuto, quanto sei premuroso, quanto sei altruista, quanto sei speciale, quanto sei spirituale.

Tutta quella roba è la merda dell’ego!

Tutta quella roba è il carburante della tua vanitosa storia personale. Sì, anche il capitolo ‘esperienze spirituali’ fa parte della vanitosa storia dell’ego.

Quando il senso dell’io scompare, allora questa storia intensamente emozionante e profondamente amata, questa finzione che ci rende chi pensiamo di essere, viene davvero vista come un racconto molto superficiale e mal raccontato, ed è abbandonato senza titubanza.


Quando il senso dell’io svanisce, la storia si interrompe, finisce e al contempo si realizza che non è mai cominciata.


A quel punto la storia personale comincia automaticamente a sgretolarsi nell’etere, nell’aria sottile da cui proveniva.


Questo è l’invito al Risveglio: lasciar sgretolare la tua storia personale; lasciar sfumare la tua avventura spirituale; lasciare cadere questo costante sostenimento della credenza in te stesso come un sé individuale separato.

E così facendo, lasciando sfumare la storia personale e la storia collettiva che ti interconnette agli altri ‘io’, ciò che sei veramente emergerà dall’oscurità in cui hai vissuto finora e brillerà in tutto il suo splendore.


(David Carse – Perfect, Brilliant, Stillness)


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