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Cap. 8 – COME GESTIRE LA TRECCINA
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Già ci siamo, su, forza, veloci, miei piccoli infelici, eccoci giunti alla nuova lezione. Prima, però, ripetiamo quello che abbiamo già studiato.
◊ L’intenzione ha due centri: uno interno e l’altro esterno.
◊ L’interno si trova nella fronte, l’esterno è sulla punta della treccina.
◊ L’intenzione interna risponde delle normali azioni nel fotogramma in corso.
◊ L’intenzione esterna è in grado di muovere il fotogramma futuro, di impostare la realtà.
Insomma, volete o non volete imparare ad impostare la realtà? Certo che lo volete. E allora abbiate la pazienza di ascoltare.
Supponiamo cha abbiate un sogno nel cassetto. Nel nostro repertorio folcloristico per questi casi si ha un detto: “sognare non fa male a nessuno”, frase che allude inoltre al fatto che sognare è assolutamente inutile. Quest’affermazione sta forse a significare che lo stupido proverbio è giusto, e i miei mocciosetti non abbiano nulla in cui sperare?
Dunque, perché i sogni non si avverino ve lo spiegherò nella prossima lezione, mentre ora passeremo direttamente alla tecnica. Prima fate, poi capirete. Per voi così è meglio. Allora ascoltatemi attentamente.
Primo: svegliatevi e entrate nel punto di consapevolezza.
Come al solito, dite a voi stessi: vedo me stesso e vedo la realtà.
Secondo: attivate la treccina.
La sentite… eccola.
Non appena le si presta attenzione, eccola che si alza immediatamente inclinandosi verso la schiena e che si attiva.
Terzo: senza distogliere l’attenzione dalla treccina, immaginate una scena del futuro. Con pensieri, parole, sullo schermo, come vi viene meglio. Impostate la realtà.
Potete notare che quando attivate la treccina i vostri occhi entrano in una modalità diversa. Provate a sentirli: ecco, avete alzato la treccina…. cosa succede agli occhi?
Si aprono leggermente ed è come se iniziassero a irradiare. Ecco, questa è la vostra nuova modalità di funzionamento, insolita per voi. Prima guardavate solo il film esterno e ne eravate assoggettati. Adesso invece siete in grado di girare le vostre pellicole.
Ancora una volta ripeto come bisogna fare: dovete svegliarvi, prestare attenzione alla vostra treccina, e poi, senza perdere il contatto con essa, dovete rappresentare sul vostro schermo la realizzazione di un evento desiderato. Così facendo illuminerete il fotogramma futuro ed esso finirà per incarnarsi nella realtà. In seguito imparerete a compiere ciò in un istante, in un solo movimento.
La treccina funziona alla stregua di un proiettore cinematografico. Potete far girare quanto volete sullo schermo interno i vostri desideri e i vostri sogni ma scarsa sarà l’efficacia, sarà come girare a vuoto.
Il proiettore funziona a pieno regime nel momento in cui i vostri pensieri, le vostre parole e le vostre immagini provengono dal centro esterno dell’intenzione. Pertanto, se non vi accontentate di sguazzare solo nei pensieri ma volete lavorare sulla realtà, attivate la treccina.
Non è obbligatorio mantenere l’attenzione sulla punta della
treccia. Sarà sufficiente percepirla tutta intera, come una parte
fantasma del corpo. Comunque potete attivarla come meglio vi
pare, le sensazioni sono individuali. Non è nemmeno
obbligatorio prestare attenzione agli occhi, che possono essere
chiusi o anche non vedenti, non importa. L’importante è che i
pensieri, le parole e le immagini vortichino e, nel loro
movimento, si intersechino con la treccina.
Dunque, miei cari coniglietti, miei pesciolini, siete prossimi a
diventare i Governanti dell’Universo. Sono così in estasi che non
so se svenire o se farvi una riverenza. Su, forza, sorprendetemi
con le vostre capacità! Prima però dovrete sorprendere voi stessi.
E per far questo dovrete acquisire le abilità pratiche di gestione
del movimento del fotogramma.
Cominciamo con le cose più elementari, con la realizzazione dei
desideri a breve termine. Supponiamo che sulla pellicola del
giorno si stia avvicinando un evento che può avere esiti positivi
o negativi. All’inizio prendete la cosa più semplice, quella che
può stare dentro un singolo fotogramma: far le compere in un
negozio, per esempio, oppure trovare un posto per parcheggiare
la macchina, o una qualsiasi altra azione del vostro quotidiano al
lavoro, nello studio, per strada, a casa.
In vostro potere è far muovere il fotogramma sul film positivo,
dove tutto è riuscito. Cosa fare, lo sapete già. Dovete svegliarvi,
attivare la vostra treccina, e, mantenendovi in contatto con essa,
immaginarvi la realizzazione dell’evento impostato. Poi potete
distogliere l’attenzione dalla treccina e agire come al solito.
Oppure potete ripetere l’operazione di illuminazione del
fotogramma più volte, per sicurezza.
Ciò che seguirà lo vedrete di persona. Non fatevela addosso,
tenetevi i pannolini asciutti! Si provano sentimenti molto
contrastanti quando ci si rende conto che è successo qualcosa
che non poteva essere. Vi sarà difficile credere che la realtà
esterna si sia sottomessa alla vostra volontà. Di solito accade il
contrario, voi vi assoggettate alla realtà esterna.
Una statistica di successo dei vostri esperimenti dipenderà – e
qui attenzione! – dal vostro senso della realtà di quanto sta
avvenendo. Il criterio di realtà per voi è la normalità, l’abitudine.
Reale è ciò che è successo molte volte, mentre ciò che non è mai
successo, non può essere, giusto?
In altre parole, per voi è possibile solo ciò che rientra nel
modello della vostra visione del mondo. Se voi non sapeste che
si può andare in bicicletta, non ci andreste. La stessa cosa
succede con il movimento del fotogramma: non siete in grado di
controllarlo fintantoché per voi è irreale. Ma cosa fare perché
diventi reale? Lo saprete presto-presto, miei meravigliosi amici!
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CAP. 9 – L’ILLUSIONE DELL’AZIONE SCENICA
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