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VIVERE IN KRONOS, KAIROS O AION?

KRONOS = meccanicità psicologica, reazioni automatiche, rigidità mentale, scialba affettività, tempo sequenziale, cronologia ordinaria, disposizione rigida, razionale, appuntamenti fissi inderogabili, orari prestabiliti, vita regolata da precise scadenze, ritmi meccanicamente ripetuti (alzarsi, caffé, sigaretta, lavoro, pranzo, caffé…). Assenza di novità, automatismi, ci si muove come un robot, eseguendo le azioni perché fanno parte delle norme o programmi mentali socialmente condivisi.

Tutto si basa su scopi strumentali: pensare al tornaconto personale, al vantaggio immediato, all’interesse personale, produrre molto nel minor intervallo di tempo; la persona è trattata come un ingranaggio passivo in una lunga catena di montaggio.

A questo stadio, uscire dagli schemi viene visto come un atto di insubordinazione al finto ordine generale: se sgarri o ti ribelli all’autorità cronologica inventata dall’uomo per controllare i suoi simili, vieni duramente colpito dal freddo kronos che divora i minuti della tua vita. Il riappropriarsi del proprio tempo libero viene considerato un’eresia! KAIROS = il soggetto inizia a scoprire la bellezza che lo circonda, la meraviglia delle piccole cose (lo sbocciare di un fiore, il volo di una farfalla, il sorriso di un bimbo che tiene stretto il dito del genitore). A sprazzi sorgono momenti di lucidità e creatività (dejà vù, intuizioni, curiosità, fantasia, sogni lucidi, amore per l’indagine della verità). Si mettono insieme i pezzi della propria vita, si intravede il filo conduttore che unisce la propria vita, intuendo ulteriori significati a tutte quelle azioni che per anni aveva ripetuto automaticamente, comprende che quelle circostanze si sono verificate per un preciso scopo, che quelle coincidenze sono legate da sottili relazioni che intessono la trama della propria vita. La persona comincia a mettere in dubbio tutto il vecchio sistema di pensieri, si rinnova sempre più, cambia le vecchie abitudini, intraprende percorsi alternativi e ritrova una forza misteriosa, una pulsazione affascianante, un vibrante richiamo verso qualcosa che sfugge ai sensi e simultaneamente è incredibilmente intenso. Pian piano abbandona le zavorre, il pesante sacco pieno di costrutti e aspettative per abbandonarsi alla spontaneità del momento presente: l’individuo capisce di non essere un automa ai servigi delle lancette (kronos) e sente di essere qualcosa di più profondo e indiviso dal resto dell’universo. Anche se avverte l’indefinibile flusso di coscienza in cui è immerso, non ha più il logorroico bisogno di giungere a conclusioni definitive, giustificare l’indiscutibile, spiegare l’esperienza con i precendenti schemi di pensiero.

La persona valorizza scopi artistici: non pensa in termini di guadagno immediato, crea per il gusto di condividere le sue emozioni, diffondere gratuitamente nuove idee utili al benessere collettivo. Il soggetto si impegna ad ordinare e connettere tutti i nuovi fotogrammi che stanno emergendo nella sua vita. AION = ora il soggetto vive nel mondo ma non è più del mondo: la lucidità che in kairos emergeva a sprazzi, adesso trabocca continuamente, senza interruzioni. I costrutti limitanti non si interpongono più: la quiete, la serenità, la beatitudine sono sempre a portata di mano; la felicità non è più una meta da raggiungere perché la persona stessa è l’incarnazione della felicità, l’autorealizzazione che cercava altrove la ritrova immediatamente in sé; la persona è centrata, radicata in sé stessa. Scoperto l’immenso universo interiore, l’individuo vive pienamente ogni istante della sua vita, la sua visione si è allargata a tutta la pellicola esistenziale, senza incagliarsi nei precedenti scogli affettivi, acque corrosive, circoli viziosi e risacche degradanti. Privo di scopi strumentali, interessi venali, dipendenze psicosomatiche, quest’uomo o questa donna, come rinati, vivono solo ed esclusivamente in accordo alla vibrazione suprema che pulsa nel cuore cosmico, il battito che unisce tutte le creature. A questo stadio gli spiriti liberi si comprendono istantaneamente, il loro intento risuona senza necessità di alcuna parola, ovunque siano collocati mantengono il loro fermo proposito di agire in funzione dell’armonia prestabilita.

Alla fine siamo sulla stessa lunghezza d’onda. La buona notizia è che all’Aion (sinonimo di eterno presente) ci siamo già tutti, ma fatichiamo a ri-conoscerci e sentirci come la goccia che si perde nell’oceano indifferenziato, si abbandona spassionatamente a quel flusso sconfinato… ma come sappiamo bene un po’ tutti siamo troppo attaccati all’immagine residua che abbiamo costruito negli anni per poterci lasciar andare così facilmente all’eterno qui ed ora, i pensieri premono da ogni parte e ci fanno barcollare confusi come barchette tremolanti tra le onde di passato e futuro) Nello specifico, kairos è sinonimo di sincronicità, è la fase in cui siamo bombardati da nuove intuizioni, avvertiamo messaggi trasmessi da innumerevoli emittenti fuori dall’ordinaria radio-tv-cronca quotidiana; in kairos diventiamo gradualmente consapevoli dell’entanglement (simultaneità), ci accorgiamo di come tutto sia interconnesso, di come tutto avvenga contemporaneamente (passato e futuro si contraggono nel presente, coincidono in esso), questa intuizione è la soglia di aion (eternità), quella che gli orientali chiamano chiara luce della coscienza, una vacuità ripiena beatitudine; a queste vette abbiamo letteralmente trasceso ogni linguaggio e i termini di paragone scompaiono poiché non ci sono parole per spiegare questo stato gioioso dell’essere.

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