top of page

CAPIRE SE STESSI PER CAPIRE GLI ALTRI, IN 25 SEMPLICI REGOLE

coppia-si-abbraccia-2

CONDIVIDI L’ARTICOLO:




Suggerimenti tratti dal libro “Capire se stessi per capire gli altri” di Erik Blumenthal

1- SCEGLIERE CON MAGGIOR CONSAPEVOLEZZA

– Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni desiderio, ogni aspettativa e ogni espressione è il risultato di una decisione, nella maggioranza dei casi presa inconsciamente.

– Siamo noi stessi a determinare i nostri sentimenti e umori, anche se lo facciamo inconsapevolmente: Se scegliamo di avere sentimenti che pregiudicano i nostri rapporti con gli altri, significa che abbiamo un interesse personale ben preciso, anche se non ne siamo sempre coscienti….

2 – SCEGLIERE SPINTI DA MOTIVAZIONI PIU’ PURE

(Dio non guarda il vostro aspetto e i vostri averi, Egli guarda i vostri cuori e le vostre azioni – Muslim Hadith)

– Gli esseri umani perseguono scopi intenzioni e ambizioni delle quali non sono necessariamente coscienti.

– Porsi la domanda “Perché” su qualcosa che stiamo facendo, o su qualche aspetto del nostro comportamento, ci conduce soltanto verso il passato che non si può cambiare. Chiedersi invece “A che scopo?” ho fatto o pensato una data cosa, ci porta molto più vicino a noi stessi e ai nostri comportamenti e può fornirci le informazioni di cui abbiamo bisogno per cambiare consapevolmente.

– Chiedersi perché trova una giustificazione nell’ambito fisico e materiale, ma quando si tratta di questioni mentali o emotive la ricerca di una causa generalmente non porta lontano. In questioni emozionali è più utile procedere “teleologicamente”: cercare lo scopo, l’obiettivo, l’intenzione, il senso il motivo del comportamento.

Se ad esempio litighiamo spesso con qualcuno, possiamo adottare le seguenti quattro tappe:

a) Identifico lo scopo che sto perseguendo arrabbiandomi

b) In questo modo riesco a capire meglio anche l’altra persona

c) Il mio atteggiamento nei suoi confronti cambia

d) Una volta esposta all’attenzione dell’altro, nel modo più adatto, la sua vera motivazione, inevitabilmente anche il suo atteggiamento cambia.

In sintesi:

– Non fate diventare vostri i problemi degli altri

– Riconoscete il potere degli altri senza cedere il vostro

– Un po’ di umorismo generalmente aiuta a sciogliere le tensioni

3 – CREDERE CON PIU’ FORZA

Credere fa parte della natura umana: Coscienti o meno, usiamo tutti il potere di credere, la forza più grande di cui disponiamo, ogni giorno, dalla mattina alla sera. Non si tratta soltanto della fede religiosa, del credere nell’esistenza di un principio spirituale che chiamiamo generalmente Dio, ma anche della fiducia in noi stessi, che chiamiamo anche sicurezza, e della fiducia negli altri, alla quale possiamo dare l’etichetta di “interesse sociale”.

Implica credere nella natura, nella vita, nella realtà, nella creazione e nella natura umana. Non possiamo crescere dei figli senza credere in loro. Non possiamo infondere loro coraggio, se non crediamo in loro così come sono, con i loro difetti, e non come pensiamo che potrebbero essere.

Nessuno leggerebbe questo testo se non pensasse di poter imparare qualcosa di utile.

Possiamo constatare la forza colossale del credere persino nelle sue manifestazioni negative, per es. l’ansia. L’ansia è la convinzione che qualcosa non riesca, che vada male, che stia succedendo qualcosa di spiacevole.

– Una volta riconosciuto il potere della convinzione, possiamo imparare a esercitarlo. Possiamo scegliere di credere sempre di più in quello che ci sembra importante: nella nostra esistenza, in quella di altre persone e nei nostri rapporti sociali, oppure in Dio.

(Essere capaci di credere è il potere più forte – Nicholas Von Cues)

4 -AGIRE NON REAGIRE

Non lasciare che sia la paura a dettare le azioni.

Agire invece di reagire significa: “Voglio imparare”.

Agire significa dare il meglio di sé.

Significa essere spontanei piuttosto che impulsivi: quando impariamo a reagire meno e ad agire di più, diventiamo anche meno impulsivi e smettiamo di lasciarci trascinare sconsideratamente dalle emozioni in un comportamento inevitabilmente controproducente.

Non bisogna tuttavia confondere l’impulsività con la spontaneità, che è positiva e costruttiva. Agire spontaneamente significa agire secondo la propria volontà, perché abbiamo consapevolmente deciso di agire in quella data maniera.

La spontaneità scaturisce dalla libertà interiore; l’impulsività invece è sintomo di dipendenza.

Per imparare ad agire anziché reagire è utile immaginare come si reagirebbe nelle peggiori situazioni.

5 – GUARDARE AL DI LA’ DELLE APPARENZE

(E questa nostra vita, liberata dagli affanni pubblici, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli sgorganti, sermoni tra i sassi e il bene in ogni cosa. – W. Shakespeare)

– Non sopravvalutate i fatti

– Non razionalizzate troppo

– Non date importanza a chi ha cominciato a litigare

6 – LASCIARSI IL PASSATO ALLE SPALLE

– Non attribuire troppa importanza al senso di colpa. Spesso il senso di colpa perpetua un comportamento egoista e inadeguato.

– Guardate al futuro

(Cadere non è né pericoloso né vergognoso, ma rimanere per terra è tutt’e due – Konrad Adenauer)

Le persone che insistono a rimanere per terra e ad aggrapparsi al passato sono tante. Quante volte continuare a ricordare quello che è stato detto o fatto suscita cattivi pensieri e sentimenti? Le cause possono essere interessanti ma in pratica servono a molto poco per scegliere il modo per affrontare il futuro. L’unica cosa che può essere d’aiuto è decidere di non lasciarsi influenzare eccessivamente dal passato, di fare del proprio meglio nel presente e di identificare gli obiettivi per il futuro, cercando continuamente di migliorare.

– Non possiamo cambiare né il passato né la gente, ma possiamo cambiare noi stessi.

Possiamo fare lo sforzo di cambiare la nostra disposizione nei confronti della vita, degli altri e soprattutto di noi stessi.

7 – NE’ LITIGARE NE’ ARRENDERSI

– Non cercate i difetti degli altri, né insultatevi l’un l’altro…

– Un conflitto provoca un altro conflitto…

– Ci sono persone, soprattutto donne, che si arrendono “in nome della pace” per evitare scontri. Non riescono a immaginare altre possibilità di agire all’infuori del litigare o dell’arrendersi. Arrendersi, tuttavia, è negativo quanto litigare. Litigando si insulta il valore dell’altra persona; arrendendosi si insulta il proprio valore. Se si crede nell’uguaglianza sociale di tutti gli essere umani, si ha il dovere di difendere il proprio valore esattamente quanto quello degli altri.

Il rispetto reciproco, senza il quale non può esistere una relazione equilibrata e armoniosa, indica una terza via: capire ed essere disposti ad aiutare.

– Capire i fini che gli altri stanno perseguendo con il loro comportamento ostile e provocatorio e il motivo per cui scelgono di mettere in difficoltà la relazione può servire a moderare le proprie reazioni. Diventa così meno importante sapere chi è il capro espiatorio designato. Si può invece cominciare a pensare se e come poterli aiutare. Dopotutto, è la persona che si sta comportando in maniera ostile che ha bisogno di essere aiutato, non quella che osserva il comportamento.

– Tutte le liti cominciano quando una persona che vuole avere ragione incontra un’altra persona che vuole avere ragione a sua volta.

Chiunque sia interessato a dimostrare di aver ragione, si preoccupa più di se stesso che degli altri. L’unica cosa che è d’aiuto è essere pronti a fare il primo passo.

La ragione dovrebbe essere al servizio della persona, non il contrario.

– Si può rimanere gentili (AGIRE) senza lasciar che il nostro comportamento venga dettato dall’esterno (REAGIRE) o lasciarsi trascinare in conflitti e liti.

– Si può dire: “Non sono d’accordo con te, ma forse tu hai le tue ragioni. Ci devo pensare”.

– Si può capire che un tiranno sente il bisogno di comportarsi come tale, spinto dall’insicurezza e dalla paura di essere inferiore…

– Gli altri sono i nostri simili, non rivali.

– L’importante è essere gentili e decisi al tempo stesso: gentili verso gli altri e decisi con noi stessi, sia in quello che decidiamo per noi stessi sia in quello che vogliamo raggiungere.

– Essere saggi significa capire e aiutare, non cedere.

– Non combattete mai contro i mulini a vento…

8 – DISTINGUERE TRA L’AZIONE E LA PERSONA CHE AGISCE

Per quanto gli altri si possano comportare male, rimangono pur sempre i nostri simili, nostri fratelli e sorelle che hanno diritto di essere rispettati. Si può rifiutare un comportamento ma non una persona. Eppure spesso commettiamo questo sbaglio.

Amare chi ci è più vicino e più caro è facile da capire, ma amare tutti i nostri simili, fattore necessario nell’interazione sociale a ogni livello, è qualcosa che possiamo fare soltanto se consideriamo ogni persona indipendentemente dalle sue parole e azioni.

Se siamo disposti a fare qualcosa per aiutare gli altri, si presentano molte più possibilità di quando ci limitiamo a reagire o ad agire per offendere.

9 – PARLARSI

(Impariamo a dire quello che sentiamo; non quello che dovremmo dire. W. Shakespeare)

– Parlare non vuol dire parlarsi addosso, né tanto parlare tanto per parlare. Non si tratta di una serie di interruzioni reciproche, né di un’orazione né di una predica. Una vera comunicazione è la base delle trattative e delle collaborazioni per raggiungere un accordo completo; al centro di questa comunicazione non troviamo i soliti soggetti di conversazione, come la politica, il calcio, l’altro sesso, le macchine, la televisione, il lavoro, la moda o i bambini, ma “tu” e “io” allo scopo di definire un “Noi”.

Non bisognerebbe mai cercare il dialogo a caldo quando qualcuno dei due è ancora arrabbiato o agitato. La persona che si sente attaccata punterà inevitabilmente i piedi per terra e comincerà a difendersi. Il desiderio di avere ragione condurrà quasi sempre inevitabilmente a un conflitto o a uno scontro verbale…

– Mai mettere qualcuno a confronto con un suo problema, ma soltanto con il vostro.

– Accettate il punto di vista dell’altra persona se vedete che è giustificato e non avvinghiatevi testardamente al vostro a qualunque costo. Considerate il vostro punto di vista un contributo, non un fatto immutabile.

– Non abbiate paura dell’altra persona… Esprimetevi liberamente, ma con concisione e precisione. Non dite la prima cosa che passa per la testa.

– Cercate di raggiungere un accordo: mettetevi d’accordo su quando e dove parlare… ricordatevi che il dialogo non è possibile, finché gli animi non si sono calmati.

– Siate pazienti… quando sentimenti negativi si risvegliano, rimandate la conversazione a più tardi.

10 – TROVARE UN ACCORDO MALGRADO LE DIFFERENZE

(La verità si trova generalmente nella coordinazione di opinioni antagonistiche – W. Shakespeare)

– Essere aperti a opinioni diverse…

I gruppi e le organizzazioni politiche e religiose esigono spesso dai loro membri l’adozione di un certo schema di idee e opinioni, ma con questa richiesta tradiscono soltanto la loro debolezza e insicurezza profonda. Questo discorso si applica a qualsiasi associazione che pretenda dai propri membri una conformità di opinione, e può rivelarsi dannoso nei rapporti interpersonali.

La conformità di opinioni ostacola lo sviluppo e il progresso. Per questa ragione dovremmo essere contenti di avere opinioni diverse. Lo scontro tra idee divergenti può essere uno stadio vitale per raggiungere la verità su un dato argomento.

Lo “scontro”, però, non deve essere inteso negativamente come una lotta vera e propria tra nemici, bensì come una meravigliosa occasione per imparare uno dall’altro. Nessuno sa tutto e nessuno è superiore a un altro da tutti i punti di vista. Se vogliamo, possiamo imparare qualcosa da ogni incontro, indipendentemente dal fatto che l’altra persona sia un bambino o un anziano, uno studente o una persona non istruita.

Ogni opinione leggermente diversa dovrebbe essere considerata un arricchimento, a prescindere dalla provenienza.

Questo è quello che si intende per accordo: accettazione della diversità dell’altro con rispetto, umiltà, pazienza, comprensione e amore. Poter esprimere la propria opinione non è solo un diritto, è una responsabilità. Nessuno è troppo altero o troppo umile da pensare che la propria opinione non conti.

– Non stabilite quello che un’altra persona dovrebbe o non dovrebbe fare

11 – RISPETTARSI RECIPROCAMENTE

  1. Accettare le situazioni (accettare non significa “approvare”)

  2. Rispettare se stessi

  3. Non fuggire dal problema

  4. Cercare di identificare le motivazioni nascoste

  5. Non alimentare rancori nascosti

  6. Ignorare le maldicenza (parlare male di qualcuno è un’altra conseguenza della mancanza di rispetto reciproco)

  7. Riflettere su come è possibile cambiare se stessi

  8. Allentare la tensione con una battuta di spirito

  9. Concentrarsi sui lati positivi, sia di noi stessi che degli altri; invece di rispondere a una critica con un’altra critica, cerchiamo di apprezzare le qualità degli individui

  10. Chiedersi che cosa si possiamo fare “noi” per risolvere il problema

  11. Dimenticare i nostri sentimenti di impotenza

  12. Non ricorrere al conflitto o alla forza

  13. Ricordare che anche l’altra persona sta soffrendo

12 – NON PARAGONARSI AGLI ALTRI

Accettate con entusiasmo le differenze tra le persone

13 -COLLABORARE

  1. Quando si collabora, quello che conta sono il coraggio e la sicurezza in se stessi e, da parte di ogni membro del gruppo, l’interesse e la fiducia negli altri.

  2. Concentratevi su un obiettivo comune

  3. L’obiettivo dovrebbe coinvolgere tutti gli interessati e meritare i loro sforzi per raggiungerlo

  4. Suddividete chiaramente il lavoro, così che ognuno sappia esattamente quello che deve fare

  5. Anche se tutti sono d’accordo di affidare la guida a un’unica persona, la responsabilità del lavoro ricade su tutti

  6. Come in tutti gli accordi formali, deve esserci la disponibilità di aiutarsi a vicenda

  7. Ognuno deve impegnarsi al 100%

La paura è il maggior ostacolo alla collaborazione

Affermate l’importanza dell’altra persona…. affidate i vostri interessi ai membri; il coraggio e l’interesse sociale sono necessari alla collaborazione

14 – CERCARE GLI ASPETTI POSITIVI

Dobbiamo avere tutti una filosofia di vita: Più chiara è la nostra filosofia di vita, più possiamo essere certi che le nostre azioni e i nostri atteggiamenti siano giusti. Anche quando non possiamo essere certi di che cosa è giusto, una chiara filosofia di vita ci aiuta per lo meno a riconoscere che cosa non lo è. In quei momenti è di grandissimo aiuto sapere che cosa è meglio fare.

Pensare positivamente è fondamentale perché non è possibile costruire su qualcosa di negativo. A volte dobbiamo creare qualcosa di positivo per avere le basi da cui andare avanti, ma ciò è possibile solo se siamo fortemente convinti, se crediamo in noi stessi, negli altri, nella vita e nella natura. Credere in un principio autentico rende il tutto indubbiamente più facile.

La negatività si accompagna a un altro fenomeno apparentemente paradossale: sembra che la negatività si diffonda molto più rapidamente della positività, proprio come le cattive notizie arrivano più lontano e più alla svelta di quelle buone.

Perché?

Perché siamo più propensi al negativo, agli sbagli, e non siamo sufficientemente abituati a credere al potere del bene e del positivo. Quando la gente giudica i tempi in cui vive, parla di paura, guerra, materialismo, egoismo e pessimismo. Se cercasse di guardare in modo più positivo, potrebbe invece vedere le conquiste del nostro tempo: il coraggio di affrontare consapevolmente i problemi, la lotta per la pace, la ricerca di una verità spirituale, la disponibilità a prestare aiuto, l’ottimismo.

Una visione positiva è determinante per le relazioni. Purtroppo parecchie persone non vogliono ammettere neppure a se stesse che prestano particolare attenzione ai difetti di coloro che sono più vicini e più cari. Ad esempio ogni difetto che troviamo nel partner ci permette di sentirci meno imperfetti e quindi superiori sotto quel particolare aspetto. E a questa aspetto di superiorità non rinunciamo volentieri perché abbiamo troppa poca fiducia in noi stessi.

  1. Siamo noi ad attribuire un senso alle cose e non viceversa

  2. Trattate le persone da amici

  3. Ricordate l’ottimismo paga

  4. Quello che pensate, è quello che otterrete

15 – MANTENERSI NEUTRALI

Mantenersi neutrali significa liberarsi dai concetti di successo e fallimento, essere indipendenti dal giudizio e dall’approvazione altrui. Facciamo quello che possiamo. Dato che è sempre possibile migliorare, sappiamo che ciò che facciamo non rappresenta mai il massimo, ma sappiamo anche che è abbastanza. I punti principali sono:

  1. prefiggersi uno scopo

  2. lasciare che questo scopo indichi in che direzione rivolgere gli sforzi

  3. sforzarsi per dare il meglio di sé

  4. non permettere che il fatto di raggiungere o meno lo scopo influenzi la propria autostima

Il valore non dipende dal successo

  1. Accettare le incertezze: avere delle certezze è inutile. Essere umani significa non essere mai certi. Mantenersi neutrali significa accettare le incertezze della nostra esistenza, senza usarle come scusa per un insuccesso.

  2. Impariamo a dire di No: è bello quando possiamo fare un piacere ad altre persone, ma quando sappiamo che non possiamo farcela, è meglio farsi coraggio e dire di no.

  3. Essere preparati al peggio e mantenersi neutrali, domandandosi: qual’è la cosa peggiore che potrebbe realmente capitare? Come mi comporterei in quel caso? Quale sarebbe la cosa migliore da fare in quella situazione?

Ricordate che:

Nessuno è nato con la scienza infusa;

Tutti abbiamo dei problemi

Il mondo non cascherebbe e il nostro valore non diminuirebbe, se dimostrassimo di commettere degli errori o di avere qualche difficoltà…

  1. Dimentichiamoci del nostro Ego: con ego si intende quella personcina in ognuno di noi che non crede abbastanza in sé ed è quindi costantemente presa dalla paura di non essere all’altezza. Se credessimo fortemente in noi stessi e in ciò che abbiamo da offrire agli altri, saremmo molto più oggettivi e non saremmo sempre così occupati con il nostro ego. Più abbiamo fiducia in noi, meno ci prendiamo sul serio. Più dubitiamo di noi, più siamo assorbiti dal nostro ego e ci prendiamo sul serio, perché la maggior parte della nostra attenzione è sempre rivolta verso quello che ci sembra più importante. Può sembrare paradossale e chi ha poca considerazione di sé potrebbe anche indignarsi, se gli dicessi che si occupa troppo del suo ego. Penserebbe probabilmente il contrario, ovvero che rispetto ad altri il suo ego è abbastanza misero.

  2. Possiamo scordarci facilmente il nostro ego, se ci ricordiamo di tanto in tanto di dirgli di mettersi in secondo piano: “Scusami, ego, ma proprio adesso ho cose più importanti da fare che occuparmi di te. Non offenderti se ti lascio nell’angolino per un po’, finché avrò di nuovo tempo per te”.

16 – MINIMIZZARE GLI SBAGLI

– Meno le persone credono nel loro valore e più rischiano di fare lo sbaglio di voler essere perfette, vale a dire di dover fare sempre tutto giusto. Essere perfezionisti è estremamente scoraggiante perchè è impossibile evitare di commettere qualche errore. Errare è umano. Ma anche se commettiamo degli errori, non per questo valiamo di meno. L’unica cosa che potrebbe intaccarsi è la nostra autostima, e come conviviamo con la nostra autostima dipende da noi, anche se in gran parte si tratta di una decisione inconscia.

– Quando siamo arrabbiati con noi stessi, stiamo in realtà conducendo una battaglia contro di noi.

– Se vogliamo veramente imparare a sbagliare sempre meno, c’è un’unica soluzione: minimizzare gli errori commessi. In questo modo ci miglioriamo gradualmente. Considerare grande ogni piccolo successo e vedersi più vicini alla  meta può essere  un modo molto incoraggiante di vedere come si può cambiare. Più riusciamo a convincerci di adottare questo modo di pensare, meno ci preoccuperanno i nostri sbagli.

– Dobbiamo avere il coraggio di essere imperfetti

…la perfezione non può essere raggiunta

17 – NON ASPETTARSI RICONOSCIMENTI PER LE BUONE AZIONI

– Chi fa veramente del bene ne parla poco

– Ammettere i propri errori non significa mai umiliarsi

18 – FARE INVECE DI PROVARE

– Molti passano parecchio tempo a rimuginare che cosa dovrebbero fare, ma poi non hanno abbastanza fiducia in se stessi per passare all’azione. Si tratta di quel genere di persone che dicono sempre: Si, forse ci proverò…

Se affrontiamo un problema con questa disposizione d’animo, non abbiamo molte possibilità di riuscire, perchè lo facciamo senza entusiasmo. Come abbiamo visto, è meglio fare quello che c’è da fare senza preoccuparsi di un eventuale insuccesso. Dobbiamo essere preparati all’eventualità di un fallimento, ma naturalmente non dobbiamo demoralizzarci.

– Siate coerenti con le parole e i fatti.

19 – ACCETTARE LE DIFFICOLTA’

– Evitate di rendervi la vita più difficile di quello che è…

– Accettate e adeguatevi a quello che non si può cambiare

– Ogni ostacolo può essere un passo verso il traguardo

– Contribuire alla falicità di qualcun altro ci può rendere più felici

20 – PENSARE “POSSO” INVECE DI “DEVO”

– Considerate la vita un insieme di opportunità e non di obblighi

– Cambiare le proprie attitudini non è un obbligo

– Ci rendiamo la vita facile o difficile a seconda di come la vogliamo vedere

21 – CREDERE INVECE DI SPERARE

– Abituatevi a Credere in voi stessi e negli altri

22 – ESSERE COSCIENTI DELLA QUESTIONE DEI SESSI

– Uomini e donne hanno lo stesso valore

– Ricordate l’unità essenziale del sesso femminile e maschile

– Nelle vostre riflessioni state in guardia dagli stereotipi

23 – RISPETTATE TUTTI I COMPITI DELLA VITA

– Non assolvete un compito a scapito di un altro

24 – RAGGIUNGERE LA VERA LIBERTA’ VIVENDO CON MAGGIOR CONSAPEVOLEZZA

– Cercate anche la libertà interiore e non solo quella esteriore

– I diritti di ognuno vanno di pari passo con la responsabilità di ricercare il bene comune

25 – DIVENTARE PIU’ SPIRITUALI

– Valorizzate quelle dimensioni personali più profonde che vengono generalmente trascurate dalla società in cui viviamo.

– Dedicate del tempo alla conoscenza autentica di voi stessi

Post recenti

Mostra tutti

コメント


bottom of page