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Cottolengo spirituale, l’uomo comune vive in uno stato comatoso


L’altro giorno mia madre disse:


“Sai che le persone mi sembrano sempre più rincoglionite e sottosviluppate”.

Tra me e me ho pensato: “E te ne sei accorta adesso, a 79 anni?”.

Comunque il punto è che diamo per scontato che una persona adulta sia automaticamente una persona matura, ragionevole, evoluta. E invece spesso siamo circondati da individui la cui coscienza è rimasta sottosviluppata, ferma ad uno stadio esistenziale infantile o preistorico. Oppure si tratta di individui fisicamente sani ma psicologicamente fragili, emotivamente instabili, sentimentalmente turbati.

Quando qualcuno mi chiede dei consigli spirituali la prima cosa che chiarisco è che la guarigione è una tappa fondamentale.

Se non superate quella tappa continuerete a deviare, sbandando da una parte all’altra di un finto duello.

La tappa della guarigione va qui intesa come una correzione percettiva.

Prima di pensare di poter raggiungere un qualsiasi traguardo dovete impostare correttamente il vostro navigatore psico-emotivo. Se il sistema cognitivo è sballato, sarà sballato anche il sistema nervoso (e viceversa).


Spesso dietro la vostra ossessiva ricerca quotidiana, c’è un lieve disturbo ossessivo compulsivo. E l’unica cosa che cercate davvero con tutte le vostre ricerche è un po’ di sollievo. Vi potreste raccontare che cercate qualcosa di speciale, importante, significativo, etc…. ma nei fatti cercate solo del sollievo da una nevrosi che ha contagiato la mente del genere umano.

In tal senso l’umanità assomiglia a un gigantesco cottolengo, un istituto per ritardati mentali.


Se guardate il mondo con distacco e lucidità, gli umani vi sembreranno come dei poveri decerebrati, minorati, handicappati. Il più intellettuale, alla Jordan Peterson, oppure alla Galimberti e Mughini, vi sembrerà un mongoloide, un demente la cui sofisticata logica è priva di logica.


Vi chiederete: ma come cazzo è possibile che non mi sia mai reso conto di essere circondato da dementi?


Com’è possibile che non abbia riconosciuto questo manicomio?


Che fossi anch’io un idiota, membro di un mondo di idioti?


Che fossi anch’io un paziente del cottolengo umano?


Con un po’ di rammarico dovrai ammettere che anche tu, per un po’, ragionavi, parlavi, agivi, reagivi come un cerebroleso.


Poi tirerai un sospiro di sollievo per aver maturato questa consapevolezza, una consapevolezza che un decerebrato non può maturare.


Poi, se ti va bene, ti accorgerai di non ragionare e non parlare più come loro.


Li asseconderai solo per farti capire, oppure perché sai che l’uomo comune (familiare, conoscente, vicino di casa) è soltanto un pirla con severe disfunzioni mentali ed emotive.


Se per giunta hai bazzicato i cottolenghi spirituali, i cosiddetti Ashram, ti renderai conto che quelli che sembrano eccellere nel campo della crescita personale sono ancora più ritardati del comune essere umano. Vedrai che quei ricercatori sono dei tossicodipendenti alla ricerca di esperienze fuori dall’ordinario oppure fuori dal corpo.


Allora tu, vedendo il loro stato comatoso ed emotivamente instabile, prenderai pian piano le distanze, senza dare troppa confidenza a chi ti sta accanto.


Lascerai lentamente andare il vecchio copione che ti hanno insegnato a recitare, poi passerai un po’ di tempo improvvisando qualche altro ruolo marginale che ancora non hai recitato, infine smetterai di fingerti ciò che non sei. Ti defilerai in punta di piedi dal teatrino umano, osservando con leggero distacco e un pizzico di stupore l’intera sceneggiatura di un manicomio in cui prima eri completamente coinvolto.


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