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ELENCO DI DOMANDE COSTRUTTIVE, BENEFICHE, VINCENTI, RISOLUTIVE, TERAPEUTICHE



Qual è la miglior domanda che posso farmi in questo momento?



Le domande ci fanno cambiare il focus e quindi stato d’animo.

Se la domanda è: “perché sto così male?” (“perché sono così stupido, sfortunato, debole, solo?” … “Perché capitano tutte sempre esclusivamente a me?”), allora troverete un sacco di ragioni. E, nel pensare a tutte queste ragioni, starete ancora peggio! Il motore di ricerca mentale andrà a cercare tutti i motivi, episodi, dettagli che rispondono alla tua domanda o che confermano i tuoi presupposti (sono stupido, sfortunato, impotente).

La tua testa verrà impostata per trovare gli indizi della tua sfortuna, impotenza, solitudine… La tua testa, con quella impostazione mentale, CANCELLA tutte le altre informazioni positive, belle (ECCEZIONI, altre possibilità, episodi, persone, pregi) e vedrà soltanto quel lato della medaglia. In pratica, quel tipo di domande non aiuta a migliorare la qualità della vita, ma a peggiorarla.

Per correggere questa tendenza automatica della mente ordinaria, ti consiglio di considerare frequentemente alcune delle seguenti domande.

Rapide Domande costruttive:

Posso stare meglio adesso? Posso pensare a qualcosa d’altro? C’è qualcosa di meglio da fare, da vedere, ascoltare? Che cosa mi piace davvero? [Cosa mi rallegra, mi rende spensierato, contento? … Cos’altro?]

Cosa mi consente di sospendere o distrarre la mente dai soliti ragionamenti? Cosa mi consente di alleggerire il corpo dalle solite sensazioni fisiche?]



Domande per incrementare l’acuità sensoriale: Cosa (non) sto notando sensorialmente? In me o negli altri? Quale dettaglio mi sfugge? Il linguaggio del mio corpo cosa mi dice? Cosa mi sta comunicando il corpo?


Domande Strategiche:

Ciò che faccio funziona davvero? Noto dei cambiamenti, progressi?

Conviene interrompere e passare ad altro, o è il caso di continuare?

Quali sono le combinazioni eccellenti? Qual è la miglior combinazione di pensieri, parole, azioni, esercizi?

Posso combinare il mio attuale stile di vita con nuove abitudini? Nuovi approcci, nuove informazioni, nuovi atteggiamenti?

Posso adottare lo stile dei personaggi che ammiro? Qual è la loro combinazione di pensieri, parole, gesti? Come vivono? Come si muovono? Come parlano? Come scrivono? Come rispondono? Come reagiscono? Come ragionano? Quali sono le loro abitudini?


Domande fondamentali:

Cosa devo fare di più?

Cosa dovrei fare di meno?

Cosa dovrei iniziare? Cosa dovrei iniziare a pensare, dire, sentire, percepire?

Cosa posso (o devo) interrompere, sospendere, rimandare già da subito?

Qual è l’obiettivo più vicino, rapido, semplice, che posso raggiungere oggi, nelle prossime ore? Quali sono gli obiettivi che posso raggiungere ogni giorno, facilmente?

Se qualcosa mi impedisce di comportarmi come desidero, come posso ovviare all’impedimento? Cosa posso fare di diverso?


Se l’impedimento se ne andasse, come mi sentirei?

Perché non richiamare tale sensazione? Perché non immaginare in anticipo il sollievo? Perché non sfruttare la mente per riprodurre le sensazioni che posso e voglio sentire? Visto che la mente può produrre qualsiasi sensazione, anche di fronte agli impedimenti esterni, perché non sfruttare questa facoltà interiore per produrre le sensazioni più vantaggiose?

(Cancelliamo per un attimo l’idea che tu abbia degli impedimenti e non possa fare qualcosa”. “In tal caso cosa potrebbe essere possibile per te?”)


“Nonostante questi impedimenti, a cosa potrei pensare? A cosa potrei dedicarmi?”

(Potrei, ad esempio, sospendere l’idea che io non possa fare una certa cosa, che il mio futuro sarà in un determinato modo, che i miracoli non possono accadere, che io sono destinato a chissà cosa).


Cosa mi manca per poter superare gli impedimenti attuali?

[fai come se non ti mancasse niente, come se avessi quelle risorse, come se misteriosamente ti venissero fornite]


Cosa succederebbe se facessi, pensassi o confessassi quello che ho paura di fare, pensare, confessare? [Immagina di fare o confessare ciò che non vuoi fare o dire…

fingi che sia già fatto. Immagina lo scenario in cui è già avvenuto e trasporta la mente in quello scenario]


“In che altro modo posso guardare tutto quello che succede in questo mondo?”



Cos’altro?

[Chiedersi “Cos’altro?” è molto utile perché in due parole apre la mente ad un ventaglio di possibilità illimitato, un insieme di opportunità che di solito viene ignorato. Chiedere: “Cos’altro?”, aiuta a individuare le risorse di cui puoi avvalerti, fare una lista delle alternative, identificare i vantaggi, aumentare la motivazione]


In cos’altro posso riuscire? [Cos’altro posso apprendere?] Dopo quel cambiamento, cos’altro può cambiare? [Cosa può capitare di bello, incredibile?] Cos’è che non ho ancora considerato? Quali altri risultati posso ottenere? Quali alternative ci sono?

Quali alternative migliori non vengono considerate o accettate dalla mia mente?


Supponiamo che sei a 2 anni da oggi, e da tempo hai già risolto la situazione attuale, a quel punto, cosa ti piacerebbe fare?

[…a cosa ti dedicheresti se la mente fosse libera dai pensieri problematici? Cosa vorresti conoscere, imparare, capire?]


Cosa penserò tra 10 anni di quello che mi sta succedendo oggi? [Sicuramente ci riderò sopra oppure lo dimenticherò… allora perché aspettare 10 anni per riderci sopra?

Perché aspettare 10 anni per rieducare, modificare, correggere la mente?

Perché aspettare 10 anni per fare qualcosa che posso fare subito, tutti i giorni?

Perché aspettare 10 anni per addestrare il sistema percettivo?]


In quali stati d’animo ti trovi quando hai le risorse materiali desiderate? Elicita gli stessi stati d’animo (spensieratezza, tranquillità, sicurezza), anche nelle situazioni indesiderate.

La mente può richiamare qualsiasi stato d’animo, ed essendo abituata a richiamare solo quelli indesiderati, riproduce ogni giorno quel tipo di sensazioni. Occorre intervenire attivamente, con regolarità, per insegnare alla propria mente a richiamare stati interni di tranquillità, spensieratezza, sicurezza. Impara a vedere gli stati ansiogeni come un prodotto di una mente poco addestrata. Correggi questa tendenza interrompendo gli stati ansiogeni e sostituendoli tempestivamente con uno stato di agio, sollievo, umorismo o sana indifferenza.

Se potessi scegliere le tue sensazioni o emozioni, quali sceglieresti? Preferiresti la tetraggine, l’ansia, la frenesia?

O preferiresti dare la precedenza alla pazienza, all’autoironia, al non-pensiero?

E se per te la tua vita non rappresentasse più un problema, come ti comporteresti?

Come ragioneresti in assenza del tuo problema principale?

Ti darebbe ancora fastidio qualcosa che non c’è più? (Anche se appare là fuori, Ti darebbe ancora fastidio qualcosa che nella tua mente non c’è più, o non appare più come un problema?)

Come ragioneresti in assenza di problemi? Come reagiresti? Rideresti di più? Saresti più solare, indifferente, disteso, sicuro?


Se tutto fosse possibile, cosa chiederesti, cosa vorresti sapere? Quale mistero vorresti comprendere?


Cosa hai imparato da questa vita?

Cosa hai imparato dalle ultime esperienze? Se potessi tornare indietro, come vorresti sentirti? Come reagiresti di fronte alle seccature, i fastidi, gli scocciatori? Con questa nuova consapevolezza, reagiresti impulsivamente come una volta? O reagiresti con meno egoismo e con più calma, lucidità, pazienza, indifferenza, serenità? Se un domani dovesse ricapitare quella situazione come ti comporteresti?



Pensa alla prossima scocciatura del giorno o della settimana. Come potresti reagire applicando questa nuova consapevolezza?



Domande finali: Cosa vuoi davvero? Cosa è essenziale per te? Quali ostacoli posso incontrare? (vizio, disperazione, rassegnazione, perdizione, apatia) Come posso superare gli ostacoli? (esaminando le domande costruttive. Con la preparazione, disciplina, pratica, concentrazione, costanza, fiducia) Quali sono le azioni e le informazioni che mi fanno stare meglio? Cosa posso fare per sentirmi meglio, in questa situazione o in altre situazioni?

Come posso utilizzare il mio tempo, al meglio? Cos’altro posso fare? Cosa farebbe un genio, un guerriero, un Maestro, Cristo, Buddha, Dio, in questa stessa situazione? Come ragionerebbe? In cosa avrebbe fiducia?

C’è stato sicuramente un periodo in cui quel problema non esisteva.

Ritorna a quel periodo. Come parlavi, come ti comportavi, come ti sentivi? Tanto per provare, ora potresti fare come se quella cosa problematica non ci fosse più? Prova solo a immaginarlo.

Oppure prova a fare come se quel problema non ti desse più fastidio? Solo per gioco… fai come se non esistesse più.

La tua mente può farlo benissimo, la devi solo abituare a queste nuove modalità operative. A quel punto sarà operativa come la mente di un autorealizzato.



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