top of page

IL SUICIDIO E' LA SOLUZIONE... MA NON VA FATTO CON (O CONTRO) IL CORPO --- IL CORPO E' LA CONTROFIGURA DI CIO' CHE SIETE DAVVERO


-

Una volta ho definito l'illuminazione - o il Risveglio - come un suicidio dell'io assistito da Dio.

Agli occhi dell'uomo comune (coscienza addormentata) questo suicidio sembra un tentativo di distruzione del corpo ma in realtà è un drastico (e quasi sempre fallimentare) tentativo di Risveglio (autorealizzazione). Quelli che si suicidano non lo fanno necessariamente perché soffrono fisicamente ma perché soffrono interiormente (psicologicamente, emotivamente, sentimentalmente). C'è chi lo fa perché ha scoperto che gli rimangono pochi giorni di vita oppure c'è chi lo fa perché ha scoperto che il partner (il genitore, il medico, il datore di lavoro, la banca, lo stato, la chiesa, la tv) gli ha mentito spudoratamente; in entrambi i casi si sente ferito da qualcuno o da qualcosa di cui si fidava ciecamente. Chi si fida ciecamente del mondo non è molto diverso da chi si fida ciecamente di una sceneggiata teatrale. Questa fiducia malriposta provoca una profonda delusione, un forte dispiacere, che si trasforma in un dolore insopportabile, sfociando in una crisi esistenziale.

Questa sofferenza esistenziale si estrinseca sotto forma di dolori, dispiaceri, crisi nervose, attacchi di panico, afflizioni fisiche. Confondendo questi sintomi nervosi con il fattore scatenante (cieca fiducia nel corpo/mondo/apparenze esterne) tentano di accanirsi violentemente contro il proprio corpo; in alternativa si scagliano contro il corpo altrui oppure contro il mondo esterno. Tutte queste reazioni (accanimento contro qualcuno, farsi del male da soli) fanno parte del modus operandi della mente ordinaria.

L'uomo comune considera il corpo come il proprio essere.

Voi stessi, molto probabilmente, state inconsciamente considerando il corpo come il vostro essere: lo considerate come la fonte dei vostri piaceri e dispiaceri; e se il corpo sembra un elemento del mondo ne consegue che considerate il mondo come il vostro unico supporto esistenziale.

La mente di quasi tutti ragiona così: il corpo - interagendo con il mondo - mi può dare la felicità, la conoscenza, il controllo, il potere; se succede qualcosa all'esterno o se il mio corpo non è in buone condizioni mi devo preoccupare perché sono in pericolo; se il livello o la quantità di problemi, difficoltà, avversità, sembra intollerabile allora - in apparenza - non rimane altro che il suicidio.

Purtroppo per voi, o per l'uomo comune, finché ci si crede il corpo tutto sembrerà insopportabile. Non c'è una quantità minima o massima di problemi tollerabili dall'ego, cioè dalla persona che credete erroneamente di essere. Ne consegue che finché c'è la falsa identità non c'è nessuna soluzione ai vostri problemi.

In quelle condizioni nulla vi potrà davvero aiutare, neppure la spiritualità (preghiere, cristalli, apertura chakra, kundalini, iniziazioni, esorcismi, purificazioni).

Finché credete di essere il corpo e finché credete che il mondo esterno sia reale, i problemi (afflizioni, dispiaceri) non finiranno.

Questo è il messaggio di fondo che trovate in qualunque insegnamento degno di nota.

Però c'è anche un paradosso, un'apparente contraddizione: il suicidio può essere la soluzione a tutti i problemi che sembrano intollerabili e irrisolvibili.

E qui torniamo alla frase di apertura di questo testo: l'autorealizzazione è il suicidio dell'Io assistito da Dio.

Suicidio dell'io non vuol dire suicidio del corpo o distruzione del mondo.

Il suicidio dell'io qui significa annientamento della vostra importanza personale, sospensione del vostro giudizio, eliminazione della vostra autoimmagine mentale, azzeramento della vostra persona, dissoluzione della vostra personalità, neutralizzazione del vostro intento e del vostro carattere, disinganno dalla vostra storia personale, vanificazione delle vostre illusioni e delle vostre paure.

Se tentate di fare da soli, con il vostro ego, anche una sola di quelle azioni sentirete una forte resistenza e vi sentirete molto a disagio: provate a sospendere il giudizio (o a sospendere i pensieri) per un oretta, oppure provate a dimenticare la vostra storia personale per mezza giornata; quasi sicuramente verrete subissati di inutili pensieri o perseguitati dai fantasmi del passato.

Questo suicidio dell'io è un atto ultramondano che viene fatto mediante un potere impersonale che si impossessa del vostro involucro, soffoca la vostra persona (il vostro ego), e fa piazza pulita di tutte le vostre illusioni.

Ovviamente è un processo che per andare a buon fine richiede una buona quantità di maturità, lucidità, disincanto.


Ed ora veniamo al succo del discorso: il corpo è la controfigura di ciò che siete davvero.

In un certo senso il corpo è un velo che nasconde la vostra vera natura.

Questo velo carnale non è un male, un peccato, un problema, e non va distrutto ma va solo penetrato con lucidità e disincanto. Vedetelo come un abito che può essere rimosso, rimesso e poi nuovamente rimosso. E' come uno strumento che funge da interfaccia e consente l'interazione con il cosiddetto mondo esterno.

Prendete uno spillo e pungetevi, oppure datevi un bel pizzicotto sulla pelle. Mentre vi pizzicate non state toccando voi stessi ma state toccando la vostra controfigura. State toccando quello che nella mia omonima opera chiamo "Corpo di Impressioni".

Per evitare di mettere troppa carne al fuoco è meglio fermarsi qui.

In pratica ecco cosa ho scritto:

- Alcuni di quelli che vogliono suicidarsi fisicamente non tentano solo di risolvere i loro problemi ma tentano anche di autorealizzarsi o di liberarsi dal senso di prigionia del mondo delle apparenze.

- Il senso di prigionia (oppressione, afflizione, dispiacere) è una diretta conseguenza di una svista dopo l'altra; la prima svista è l'identità abituale, ciò che credete erroneamente di essere; da questo iniziale errore percettivo sorgono tutti gli altri problemi della vita quotidiana.

- La correzione di questo errore percettivo è il disincanto e il conseguente Risveglio

- Una delle prime cose che riconoscerete con il disincanto è che il corpo è una controfigura di ciò che siete davvero

- Mentre realizzate l'erronea identificazione con un ammasso di stimoli sensoriali, realizzerete che il mondo non è ciò che sembrava; dopo esservi sbarazzati della svista di partenza (falsa identità) capirete che il mondo è davvero un mondo di apparenze (simulazioni, inganni sensoriali, miracoli, miraggi).

E quanta realtà può avere un mondo di apparenze, simulazioni, inganni sensoriali, miracoli, miraggi?

(ZeRo)

Post recenti

Mostra tutti

Comentários


bottom of page