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L’INVITO AL RISVEGLIO

In ogni momento di ogni giorno della nostra vita siamo invitati a svegliarci.

L’invito al Risveglio ci viene ripresentato ogni nanosecondo di ogni momento, ancora e ancora, senza sosta.

Non importa se viene ripetutamente rifiutato.

Non è mai troppo presto o troppo tardi per accettare l’invito al Risveglio.

Di solito l’invito ci passa inosservato, ma quando lo riconosciamo è eclatante. Questo è il momento perfetto per aprire gli occhi e vedere cosa non è vero, cosa è onirico, cosa è inattendibile.

L’accettazione dell’invito al Risveglio è il momento ideale per scrollarci di dosso tutte le illusioni, le sciocchezze, i drammi e gli incubi della mente ordinaria.

Le persone che vengono a visitare questo blog hanno ricevuto l’invito al Risveglio dal sogno collettivo.

Ora spetta a voi accettare o rifiutare quell’invito.

L’accettazione di questo invito è un evento raro perché implicitamente richiede il disincanto, cioè la rottura di piccoli o grandi incantesimi che vi hanno stregato sotto forma di emozioni, sensazioni, sentimenti, attaccamenti, relazioni, etc.

Se la mente rimane in una condizione di incantamento, l’invito al Risveglio verrà snobbato, ignorato o al massimo posticipato. Magari verrà accettato, compreso, ma senza disincanto non avrà alcun effetto.

Il disincanto (totale) implica la rottura di ogni forma di incantesimo concepibile dalla mente umana: gli incantesimi del mondo, gli incantesimi del corpo, gli incantesimi delle sensazioni fisiche, gli incantesimi delle apparenze esterne, l’incantesimo del tempo, l’incantesimo della solidità.

Non ci deve essere la benché minima traccia di incantamento e attaccamento alle impressioni psicologiche, emotive, fisiche.

Quel disincanto definitivo è ciò che distingue il Risvegliato da una coscienza incantata e incatenata alle apparenze esterne.

La fase intermedia è ciò che chiamo una coscienza in via di Risveglio: una coscienza che ha già rotto i piccoli incantesimi (quelli scolastici, sociali, culturali, religiosi, linguistici) ed è in procinto di rompere i grandi incantesimi, come l’incantesimo della dualità, l’incantesimo della separazione, l’incantesimo dell’io, l’incantesimo degli altri, l’incantesimo del mondo.

È a questa ultima categoria che viene rivolto l’invito al Risveglio.

È naturale che non siate in molti a comprendere, riconoscere o accettare questo invito.

L’invito al Risveglio è l’ultima cosa desiderabile da una coscienza addormentata.

L’invito al Risveglio, dal punto di vista della coscienza addormentata, è paragonabile all’invito a morire.

Chi accoglierebbe serenamente un invito del genere?

A che pro?

A che pro il vostro io dovrebbe accettare l’invito all’estinzione del senso dell’io?

A che vantaggio la vostra mente dovrebbe accettare l’oblio delle apparenze esterne?

A che scopo accettare l’azzeramento delle proprie credenze?

Quale beneficio ne potrebbe trarre la vostra persona?

Quale vantaggio potrebbe esserci per l’identità apparente e distorta con cui siete identificati?

Nessuno!

È questo il punto.

Questo invito non vi offre nulla.

Solo la dissoluzione della vostra falsa identità.

Solo la spietata, cruda, pura consapevolezza delle apparenze esterne.

Solo il riconoscimento della sterminata e luminosa vacuità dell’Universo.

Non mi stancherò mai di riproporre questo invito perché questo è tutto quello che è possibile offrire dalla condizione di Risveglio.

Vorrei offrire qualcosa di spettacolare, qualcosa di sostanzioso, qualcosa di appariscente, allettante, promettente, ma non posso.

A quello ci pensa già il vostro ego.

Ci pensa già Maya, la mente oppure il mondo, a offrirvi sogni interminabili, voglie inappagabili, fantasie erotiche, desideri carnali, ambizioni fanciullesche, aspirazioni puerili.

So che quello è il genere di inviti che desidera la mente ordinaria, quella delle coscienze immature.

Ma io non sono qui per loro.

Non riesco a comunicare con loro: ho dimenticato il loro idioma, il valore delle loro allucinazioni, il significato delle loro parole, il motivo delle loro paure, la causa dei loro ragionamenti, lo scopo delle loro interazioni.

Non riesco più a relazionarmi a quei ridicoli personaggi onirici o forse sono loro a non capire più il sottoscritto. E non posso biasimarli. Come ci si può comprendere in un sogno. La comprensione è una qualità insita nel Risveglio, proprio come l’incomprensione è il sale della vita onirica e fa parte della natura del sogno collettivo.

Sono qui soltanto per quella manciata di coscienze in via di Risveglio che potrebbero miracolosamente cogliere questo invito.

Sta a voi determinare se siete pronti o meno a cogliere questo invito.

L’invito al Risveglio non ha scadenza, è atemporale, vi verrà presentato in tutte le salse, fino alla nausea, fino allo sfinimento, fino a quando non potrete più dire di no, fino a quando non verrete azzerati.

In tal senso io non centro nulla.

All’epoca di quella mia lontana decisione ero solo un povero disgraziato che ha accidentalmente accettato un indecifrabile messaggio. Oggi sono solo un umile tramite, un semplice messaggero, un insignificante postino che deposita sempre il solito, invariato, identico invito: l’invito al Risveglio. E mi raccomando. Se accettate l’invito, poi lasciate perdere il messaggero. Quando il postino vi consegna una multa non gli rompete i coglioni per il contenuto della lettera. Così non dovreste rompere i coglioni per gli inevitabili effetti avversi dovuti all’accettazione di questo invito. Prima di accettarlo distrattamente, ricordatevi che questo invito non ha niente di invitante. Vedete questo invito al Risveglio come la sollecitazione di un’agenzia di riscossione. Riscossione dei vostri sogni. Riscossione del vostro io. Riscossione della vostra attuale identità. Riscossione dei vostri meriti, dei vostri traguardi, dei vostri obiettivi immaginari. Riscossione del vostro finto controllo, della vostra presuntuosa volontà.

Prima di procedere, prima di pensare seriamente a questo invito, prima di approfondirne il contenuto, siate certi di aver già rotto qualche piccolo incantesimo umano, siate certi di trovarvi in uno stato di disincanto, altrimenti Quello che avete sbadatamente, egoisticamente, ingenuamente accettato vi farà il culo.

Senza disincanto, l’inevitabile riscossione del vostro presunto (presuntuoso) io – e la riscossione di tutte le cose/persone/relazioni a cui siete emotivamente attaccati – sarà uno scossone insopportabile, come un trauma dal quale non riuscirete a riprendervi del tutto. E ad ogni modo, se rimanete traumatizzati o sconvolti, vuol dire che il Risveglio non è avvenuto. Dunque arriverà un altro invito, ma questa volta – essendo rimasti traumatizzati – non lo accetterete ingenuamente, non lo prenderete sotto gamba. Sapete che si tratta di qualcosa di inevitabile, per cui nascondersi non ha senso. Ignorarlo è stupido e controproducente. Pertanto, se non volete farvi male come l’ultima volta, sarete costrette a disincantarvi. Allora non cercherete di svegliare nessuno perché avete pagato sulla vostra pelle il prezzo del non-disincanto. Vi limiterete a lasciare anche voi un semplice invito, con un avviso di garanzia di questo tipo:

“Attenzione.

Riscossione in atto.

Azzeramento in corso.

Urto contro la Realtà in arrivo.

Premunirsi di Pura Consapevolezza e allacciare la cintura del disincanto.

Premunirsi già da ora, perché gli effetti (in assenza di disincanto) saranno sconvolgenti.”

(ZeRo)


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