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PRO-VOCARE = CHIAMARE AVANTI

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Pro-vocare = chiamare avanti – Ogni tanto vi ho provocato esclusivamente per ‘chiamare avanti’ il ridicolo personaggio con cui solitamente siete identificati. Quando quel ridicolo personaggio viene ‘fuori’ lo sentite ‘dentro’ perché avvertite irritazione, nervosismo, sdegno, cruccio, rodimento… è lui, il ridicolo personaggio. Lo riconoscete facilmente perché se la prende per delle fesserie incredibili (frasi banali, parole, pensieri, concetti, significati, sviste). È lui che continuate, inconsciamente, a difendere ed è sempre lui ciò di cui dovreste sbarazzarvi. Ma ci siete talmente affezionati che non lo notate neppure; anzi vi credete ‘Uno’ con lui. E i risultati poi si vedono. Si vedono da come reagite, da cosa scrivete, da cosa pensate, da come ragionate, da chi frequentate, da ciò che fate, da quanto vi lamentate, da quanto vi stimate, da quanta dannata serietà covate dentro. Senza qualcuno che ve lo faccia notare voi rischiereste di passare tutta la vita nei panni di quel ridicolo, fastidioso, goffo, malsano personaggio. Vi facesse almeno stare bene: invece crea solo confusione, malessere, sofferenza inutile, pensieri ossessivi, desideri puerili.

Provocare – nel senso di chiamare avanti – non vuol dire essere ‘cinici, cattivi, insensibili’ (come alcuni di voi ancora credono). Per quanto sembri paradossale le provocazioni, se fatte bene, possono essere terapeutiche; per sbloccare la mente da certe credenze, per mettere in discussione qualcosa che si era dato per scontato, per fortificare il proprio carattere, per diventare più maturi, etc. Il problema non è la provocazione ma la reazione alla provocazione. In questa bacheca vi offro un’occasione per vedere come reagisce la vostra mente alle provocazioni. Come alcuni di voi avranno visto la mente ordinaria è molto reattiva alle provocazioni e crede che questa reattività sia giustificata dalla provocazione stessa, ma ovviamente non è giustificata dalla provocazione in sé ma dal ridicolo personaggio)che alberga in voi e che prende sul personale una provocazione impersonale.


Credete che sia davvero arrabbiato con dei perfetti sconosciuti che spulciano i miei post? Non sono mai stato interessato a voi, ma solo al processo che vi coinvolge, al processo che alcuni di voi non riescono a vedere. Se ci fate caso non ho mai fatto il ‘vostro nome’ nelle provocazioni, eppure – puntualmente – qualcuno di voi si sentiva chiamato in causa e commentava per ‘controbattere’ con un’altra provocazione o con una valutazione morale. Chi è che si è sentito chiamato in causa? Lui, quel ridicolo personaggio che cerco di farvi vedere ma che voi inconsciamente continuate a difendere… È sempre Lui – non voi, ma Lui! – che ha risposto alle mie provocazioni. Lui si trova in tutti voi e reagisce allo stesso modo quando si sente minacciato. Minacciato persino da innocue e banali parole.

E’ Lui a reagire, è Lui a sentirsi interpellato, è Lui che pontifica, è Lui che fa il perbenista per tutelarsi da un possibile smascheramento.

La parte pacifica e consapevole di voi non si è mai fatta coinvolgere dalle provocazioni, l’altra parte, quella frenetica e suscettibile, si è sentita subito colpita. È su questa parte frenetica e suscettibile che dovete lavorare, è questa che vi impedisce di assumere l’atteggiamento corretto per assimilare certe informazioni e per procedere come si deve; è questa parte che vi impedisce di rompere certi incantesimi. È questo ridicolo personaggio che vi acceca e vi tieni imprigionati in una rete opprimente di concetti, sensazioni, paure, fantasie. So bene quanto sia avida di informazioni quella parte frenetica. È questa seconda parte, questo vostro ridicolo personaggio, che sto ‘deliberatamente’ depotenziando. O almeno ci ho provato finora perché ho visto che molti non ce la fanno da soli. Adesso siete voi che dovete liberarvi da Lui, dal luogo oscuro in cui è stata segregata la vostra Coscienza.

Data che ho già versato abbastanza litri di acido sul vostro personaggio, posso tornare a pubblicare contenuti rilevanti, dedicati alla parte pacifica e consapevole che c’è in voi.

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(tratto da un mio post su Facebook)

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