Qualche giorno fa ho fatto un piccolo trasloco per aiutare un'amica. La signora in questione doveva spostare solo qualche mobile per cui mi sono messo brevemente a sua disposizione. Mentre spostavo la roba notavo l'estrema apprensione della signora. Monitorava ogni mio micro-movimento. Tutto doveva essere perfettamente in ordine. E fin qui nulla di male. Il problema è sorto quando la signora pretendeva di fare ciò per cui mi aveva contattato. Voleva fare ciò che non poteva fare, rischiando di farsi del male da sola. Ad ogni mio movimento seguiva una sua inutile reazione, un intralcio involontario dettato dai soliti ingredienti che dettano la condotta dell'uomo comune: presunzione, ansia, agitazione, preoccupazione, inquietudine. E più cercava goffamente di aiutarmi (ad aiutarla), più ostacolava l'aiuto che aveva richiesto.
Lei voleva davvero aiutarmi (ad aiutarla). Ma il suo aiuto, in questo caso, era totalmente inutile, controproducente.
Ogni due per tre le dovevo dire:
Non metterti li davanti
No, neppure lì
Spostati, per favore
Lascia stare, ci penso io.
Etc.
L'esempio della signora è un'ottima rappresentazione del concetto di ego, del senso dell'io, dell'importanza personale.
Traslando l'esempio possiamo dire che questa è la stessa dinamica tra voi e l'Universo, tra il vostro piccolo gps (goffo personaggio strillante) e il grande GPS (Grande Presenza Silenziosa o Grande Potente Spirito), tra ciò che vorreste ottenere e ciò che fate per ottenerlo.
Di solito non vi rendete conto che ciò che fate è l'ostacolo principale che si frappone tra voi e il vostro scopo.
E anche se smetteste di fare quello che fate di solito rimarrebbe comunque ancora un ostacolo, un ostacolo più sottile: il vostro modo di pensare. Ma non è finita lì. Anche se riusciste a pensare diversamente, a pensare positivo, o a smettere proprio di pensare, rimarrebbe un ulteriore ostacolo, ancora più sottile del precedente: il vostro modo di percepire, le tendenze residue che si sono accumulate negli anni.
Insomma, qualunque mossa facciate siete fottuti. Questo è il destino della coscienza addormentata. E non potrebbe essere altrimenti in quella condizione di incantamento o rincoglionimento.
Il buffo è che non lo fate apposta; siete talmente storditi dal riflesso mentale di voi stessi che non ve ne accorgete proprio.
Non vi accorgete che siete l'intralcio a ciò che vorreste perseguire.
Non vi accorgete che vi state quotidianamente auto-sabotando.
L'Universo, quando tenta di darvi un supporto, nota che intralciate il flusso cosmico, e allora vi dice:
Per favore spostati
Indietreggia un altro po'
Fermati
Lascia stare
Guarda che se rimani lì ti fai del male
Non interferire, lo dico per il tuo bene.
...
Se proprio siete recidivi, l'Universo usa un tono meno pacato:
Stai zitto e aspetta il tuo turno.
Cretino, non rompere i coglioni, non sei tu a dettare le regole.
Oh, coglionazzo, non hai ancora capito che ti devi levare dalle palle?
-
Purtroppo, a volte, quello diventa l'unico modo di comunicare con la vostra mente e farvi capire che voi siete la vostra stessa interferenza.
La signora alla fine si rese conto delle sue interferenze e si fece da parte per lasciarmi spazio.
La stessa cosa dovrebbe fare la vostra mente: dovrebbe rendersi conto che a volte - quasi sempre - si dovrebbe togliere dai piedi, mettersi da parte e lasciare spazio a qualcosa d'altro.
Dovete rendervi conto che il 90 % delle vostre azioni, delle vostre parole, dei vostri pensieri, dei vostri ragionamenti, delle vostre emozioni, dei vostri sentimenti, delle vostre iniziative, non servono a un emerito cazzo. Si tratta semplicemente di comprendere che state intralciando voi stessi. Quando vi sarà chiaro il modo in cui vi state costantemente sabotando, la smetterete spontaneamente, senza che ve lo debba dire uno psicoterapeuta, un prete, un Maestro, un guru spirituale.
Tutto ciò che dovete fare è non-fare, fare di meno, o per lo meno dovete rompere meno i coglioni a voi stessi e agli altri.
Fate un favore all'Universo... levatevi dal cazzo.
(ZeRo)
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