ZeRo Metodo Vol 1 - Cap 10 - Pedofilia e Redenzione
- Z o
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Francesco e Zero si ritrovarono al consueto luogo d'incontro.
Francesco gli strinse la mano e stranamente lo salutò con un tono amichevole.
Assieme a loro due c'era l'informatore di Zero.
Alla vista del terzo incomodo il tono di Francesco mutò repentinamente da cordiale a scontroso. Ai suoi occhi quello non era un amico ma un nemico.
- "Buongiorno Fra, come stai?"
- "Stavo bene, prima di vedere il tuo amico..."
- "Ah, ti riferisci a lui. Non prendertela, non è colpa sua. Lui ha solo seguito gli ordini".
- "Questo non lo giustifica".
- "Comunque è acqua passata".
- "Ehi tu, come ti chiami?", chiese Francesco, cercando di farsi piacere quella brutta compagnia.
Il terzo incomodo non rispose.
- "Perché non risponde? Che problemi ha? È muto?"
- "No, non è muto. Il problema è il pugno che gli avevi sferrato al ristorante, per cui non gli stai molto simpatico".
- "Ah già, dimenticavo quel dettaglio..."
- "Comunque si chiama Luca".
- "Anche lui è un volontario del metodo zero?"
- "Si. Più che un volontario è una cavia".
- "Una cavia?"
Visto che venne tirato in ballo, Luca si sentì in dovere di fornire la sua versione dei fatti: "Sono una cavia del suo folle trattamento terapeutico e spirituale".
- "Il mio stesso trattamento?"
- "No Fra, un trattamento diverso, più leggero. Lui non ha la tua ambizione e le tue potenzialità. Lui non punta all'azzeramento della sua testa di cazzo. Si accontenta di guarire dalle sue piccole perversioni".
- "Che tipo di perversioni?"
- "Strani impulsi sessuali..."
- "Ha ha... Non sarà mica un pedofilo?", disse Francesco con un tono scherzoso.
Gli altri due tacquero per un paio di minuti.
Silenzio assenso.
- "Cazzo, è davvero un pedofilo?", ribatté Francesco.
- "Si, ma è un caso recuperabile. L'ho voluto studiare per applicare alcune nuove tecniche di addestramento neurofisiologico. Volevo vedere come disattivare efficacemente il neuro-circuito della dipendenza dai bambini..."
- "Questo sarebbe il tuo passatempo? Studiare casi umani come se fossero topi da laboratorio?"
- "Suvvia, non dire così. In fondo anch'io ho un cuore".
- "A questo punto comincio a sospettare che si tratti di un cuore artificiale... Comunque, come vi siete incontrati? Anche lui ha letto il tuo poster per strada?"
- "No, i poster sono una trovata recente per adescare nuovi aspiranti che puntano all'autoliberazione. Lui l'ho incontrato virtualmente su internet, all'interno di una chat room per adolescenti".
- "E tu cosa facevi in quel covo di pervertiti?"
- "Fingevo di essere una bambina di 13 anni..."
- "Oddio... ma pure tu sei un pervertito?"
- "No, tranquillo. A me piacciono le mie coetanee. Come ti dicevo prima, in quel periodo mi piaceva sperimentare nuovi approcci terapeutici e quella mi sembrava una buona occasione per chattare con quell'utente, che più tardi si è rivelato essere Luca. Inizialmente, per adescarlo, ho simulato il linguaggio di un'adolescente. Lui cercava di ottenere dettagli su di me, e io cercavo di ottenere informazioni personali su di lui, informazioni che poi avrei utilizzato per forzarlo a seguire il mio percorso terapeutico. Era un tentativo per salvarlo”.
- "Che santo... E cosa volevi salvare? La sua anima?"
- "Anima? In effetti si tratta anche di un percorso di redenzione..."
- "Per me rimani comunque uno psicopatico e il tuo amico mi sembra un'anima persa..."
- "Un'anima persa che però sta cercando la retta via".
- "Che sarebbe il tuo metodo..."
- "In questo caso si. Dopo averlo convinto a comunicare virtualmente, lo convinsi anche a incontrarci fisicamente”.
- "E scommetto che il topo è caduto subito nella tua trappola..."
- "Certamente. Lui credeva di avere a che fare con una ragazzina di 13 anni. Sfortunatamente per lui non trovò una ragazzina ma un adulto che era pronto ad esporre l'accaduto alle autorità".
Zero fece una pausa per scrutare l'animo del suo interlocutore. Niente suspense. In fondo Francesco era un criminale. Le tragedie erano il suo pane quotidiano.
- "Appena il predatore di bambini mi vide rimase immobile. Sapeva di essere spacciato. Mi aveva fornito troppe informazioni personali per potersela filare come se niente fosse. Nel giro di qualche minuto si mise a piangere come un bambino, supplicandomi di non aprire bocca con nessuno. Gli risposi che avrebbe dovuto sottoporsi a un particolare trattamento, una versione alternativa del metodo zero”.
- "E il trattamento ha funzionato?"
- "Forse..."
- "In che senso?"
- "L'ho messo alla prova con una tentazione a cui un tempo non avrebbe resistito".
- "Una bambina?"
- "Una ragazzina di 15 anni".
- "Mi fai schifo...", disse Francesco con disgusto.
- "Tranquillo, era tutto calcolato. Luca veniva sistematicamente monitorato. Non avrei permesso che lui le torcesse neppure un capello. La ragazzina era sotto la mia tutela..."
- "Ora saresti anche un benefattore? Comunque è rischioso presentare una ragazzina a un predatore sessuale..."
- "Il rischio fa parte del mio trattamento".
Nel frattempo Zero invitò una persona: "Linda, vieni qui. Ti devo presentare un amico".
Si fece avanti una ragazzina. Non sembrava intimidita dalla presenza di quei tre adulti.
- "Lui chi è?", chiese Linda.
- "Lui si chiama Francesco".
Francesco sorrise e salutò la ragazzina.
- "Linda, lui è un mio cliente. Lo sto aiutando proprio come sto aiutando te..."
Francesco non credette alle sue orecchie.
- "Stai applicando il tuo metodo anche con lei?", chiese Francesco con un tono allarmato.
- "Si. I bambini sono i soggetti migliori perché hanno una mente libera dai condizionamenti degli adulti. Naturalmente l'approccio che sto utilizzando con Linda non ha nulla a che fare con il tuo addestramento. Voglio aiutare Linda a sviluppare il suo pieno potenziale e per farlo deve imparare a superare le false limitazioni imposte dal sistema sociale. Niente schifezze industriali, niente tv spazzatura, niente TikTok... Eppure è perfettamente felice".
- "Oh mio Dio!"
- "Probabilmente è più felice di quelle povere cavie che vengono lobotomizzate dal sistema scolastico, sociale, mass-mediatico, religioso".
Francesco non poteva dargli tutti i torti. Sotto quel punto di vista la pensava allo stesso modo. Comunque a lui interessava capire se Luca era davvero guarito.
- "Toglimi una curiosità. Come fai a sapere se Luca è guarito? Non potrebbe mentire?"
- "Lui sì, ma il suo pene no”.
- "Puoi essere più specifico?"
- "Ho piazzato dei sensori nel suo corpo. I sensori coinvolgono la zona dei genitali e si attivano in caso di eccitazione sessuale, erezione, etc..."
- "Non so chi sia il più pervertito dei due...", rispose Francesco.
-
Francesco non si aspettava una situazione del genere.
Il suo cervello faceva sempre più fatica a elaborare informazioni di questo tipo. Sapeva che il suo mentore era cinico, ma non credeva che fosse così insensibile. Il cervello si rifiutava di prestare attenzione a quel folle sperimentatore. Forse quel segnale era l'istinto di sopravvivenza che gli suggeriva di volare via da lì.
L'incontro terminò da lì a breve.
Nel frattempo Zero e Francesco si erano accordati per il prossimo test.
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