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Castaneda, punto di unione/assemplaggio, oscuro mare della consapevolezza

Dato che alcuni utenti mi contattano per informazioni sull'insegnamento di Castaneda faccio qualche chiarimento riguardo il punto di unione.


Si chiama cosi perché è ciò che ci unisce all'oscuro mare di consapevolezza, all'universo, all'infinito, alla totalità, all'assoluto.

Oscuro mare di consapevolezza è un'espressione usata da Carlos per definire quel mare di energia che allo stato puro può essere percepito come filamenti luminosi.

Il punto di unione viene chiamato anche punto di assemblaggio perché consente la conversione delle emanazioni energetiche in dati sensoriali (sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri, intuizioni).

Quei campi energetici possono essere convertiti in qualsiasi cosa.

La conversione tipica dell'uomo comune è quella sotto forma di sterili ragionamenti, emozioni corrosive, rabbia, paura.

Il  logorroico dialogo interno è un esempio di pessima e insensata conversione dei campi energetici o dei filamenti luminosi dell'infinito.

A cosa servirebbe tale conversione energetica?

Cosa ci facciamo con quel dialogo?

Nulla.


Anzi quei pipponi mentali sono deleteri perché finiscono per spomparci.

Lo sciamano, uomo di sapere/potere, sfrutta al meglio quel processo di conversione energetica, trasforma ogni metallo in oro.

L'uomo comune invece usa quello stesso meccanismo di conversione per trasformare tutto in piombo.

Il saggio è al corrente del punto di unione con l'infinito, non si sente separato dalla totalità.

L'uomo comune ignora l'unione innata e non riesce a fare leva su quel punto di unione.

Un'altra differenza è la posizione di tale punto.

Il punto di assemblaggio può essere spostato in tantissime posizioni e a seconda della posizione avvengono diversi processi.

Ad esempio lo si può spostare nel luogo di autocommiserazione oppure nel luogo di non pietà.

L'uomo comune mantiene il punto nelle solite posizioni oppure rimane fisso nel riflesso di sé, in una posizione di melodrammatica autoreferenzialità.

Il Nagual riesce a sganciare il punto da quella posizione e a manipolarlo, spostandolo in posizioni migliori.

Spostamento del punto può voler dire:

- esperienze fuori dall'ordinario (espansione di coscienza, estasi mistiche)

- eventi intensi positivi (innamoramento, flow, ispirazione) o negativi (traumi, incidenti)

- passare dalla prima alla seconda attenzione (e viceversa)

- purificazione, disintossicazione, rettificare l'attitudine, la mentalità, lo stato d'animo

- padroneggiare l'arte del sognare (sognare per Castaneda non significa vagabondare nel mondo dei sogni ma viaggiare in altre realtà, reali come questa, altri campi di energia)

....

Una volta spostato il punto in una posizione ci si allinea ad altre emanazioni o flussi di energia.

In termini riduzionistici puoi allinearti alle emanazioni da incubo come l'odio, la paura, la disperazione, il terrore.

Oppure ci si può allineare a emanazioni energetiche come la compassione, la grazia, l'amore, la beatitudine.

Ad esempio coi Satsang ci si allinea all'emanazioni del Dharma.

Coi rituali alla Crowley ci si allinea a emanazioni demoniache.

Dopo lo spostamento c'è la fase di mantenimento o fissazione.

Se il punto non viene fissato nella nuova posizione, ritornerà alla posizione precedente.

Non preoccupatevi di afferrare al volo questi dettagli... avranno senso quando devono avere senso.

L'errore più comune è quello di spostare il punto di assemblaggio, esaltarsi per la nuova posizione e dimenticarsi di fissarlo in quella nuova posizione.

Es. banale, i trip psichedelici con ayahuasca o dmt danno uno scossone momentaneo al punto ma non è sufficiente per cambiare vita o semplicemente modificare la propria struttura mentale.

L'impeccabilità (dedizione, perseveranza, disciplina) servono per dare continuità alla nuova posizione (nuovo stile di vita, etc.).

Ci sarebbe altro da dire sul punto di unione ma queste info per il momento dovrebbero bastare.


Ad esempio un dettaglio su cui è utile soffermarsi è individuare la posizione del vostro punto di unione.

L’eccessiva rigidità e inerzia del punto di unione è ciò che possiamo definire ego, egocentrismo, oppure mania, fissazione, testardaggine.

E' come quando vorreste dare uno strattone forte, uno schiaffo, uno scossone a una persona che non capisce un cazzo o peggio ancora finge di non capire.

Quel che inconsciamente vorremmo fare in quel frangente è dare uno scossone al loro punto di unione, schiodarlo dalla posizione abituale.

Una parte di noi sa che nell’organismo di quell’individuo vi è un ristagno, una resistenza o un blocco energetico che si traduce sotto forma di cocciutaggine, ignoranza, torpore.

La bella notizia è che ci penserà l'Assoluto a dare uno scossone al suo sistema percettivo. Tutti, nessuno escluso, subirà gli scossoni di Quello.

C’è chi resisterà (inutilmente) e chi lascerà andare la vecchia posizione.

Essenzialmente saremmo esseri dinamici, anti-fragili, capaci di trasformarci, riadattarci, riallinearci, re-assemblare l'energia.

Invece - col condizionamento, l'installazione predatoria, etc. - siamo diventati esseri meccanici, statici, inerti, paralizzati.

Non riusciamo a far muovere il punto (o semplicemente l'energia) in modo naturale, senza inutili interferenze.

E anche per quanto riguarda la conversione degli stimoli usiamo il centro sbagliato: invece del centro naturale deputato a quella funzione, il punto di assemblaggio, usiamo un centro artificiale, l'intelletto, che oltretutto rallenta (di giorni/settimane/mesi) l'intero processo.

Avevamo già un centro nevralgico naturale e invece abbiamo fatto dell'intelletto il fulcro della nostra vita.

Il punto sarebbe già collegato al GPS (Grande Presenza Silenziosa), mentre l'intelletto è collegato solo al piccolo gps (goffo personaggio strillante) e non può recepire i segnali del GPS.

Il punto di unione ricompatta le fibre energetiche e ridona integrità.

L'intelletto è come un direttore d'orchestra ubriaco che scompiglia e ingarbuglia tutti gli impulsi, gli istinti, le emozioni.

Il punto di unione ordinario è statico, irrigidito, bloccato, intorpidito, lento, debole, ammuffito. Sarà talmente rigido da non schiodarsi neppure con una cannonata.

Sarà in grado di recepire solo gli stimoli più familiari ed escluderà impulsivamente gli stimoli estranei.

Il saggio si impegna a mantenere il punto di unione fluido, elastico, dinamico, flessibile, agile, ricettivo. E quando dovrà fissarlo per fare alcune esperienze, saprà quando farlo, come, per quanto tempo.

L'addestramento ideale consiste nel partire da una micro-scossa dopo l’altra, senza dare scossoni troppo forti, senza variazioni eccessive.

Se uno passa da una temperatura abituale di 36 gradi a una temperatura di -8 gradi sposterà si il punto ma rischierà anche di schiattare...

La priorità non è la nuova posizione ma vincere gradualmente l'inerzia della vecchia posizione.

Domande proforma che un soggetto può chiedersi:

In passato dov'era il punto di unione?

Dove veniva trattenuto dall'intelletto?

Sul luogo di autocommiserazione? Sul luogo della colpa? Sul luogo del diniego? Sul luogo dell'infatuazione?

L'intelletto farà in modo che l'attenzione rimanga in quei luoghi interiori e se l'individuo non esercita un retto sforzo contro quella pressione allora l'energia rimarrà là o verrà convertita in quel modo.

Materiale di ZeRo: https://payhip.com/ZeRoVe

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