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DIALOGO TRA UNA COSCIENZA ADDORMENTATA E UNA COSCIENZA IN VIA DI RISVEGLIO

dialoghi di Vito Carella con il “Sig. x”

Sig. X: Ecco…io vedo questo corpo, questo brulicare di sensazioni, vibrazioni e lo traduco con l’abituale:’’questo sono io ’’.

Vito (con tono burbero): Macché! Lei vede uscire la mattina, alla stessa ora, percorrere la stessa via, dentro lo stesso vestito…un fantasma, creato dalle sue sensazioni e interpretazioni. Nient’altro.

Sig. X: Pero’ lei, Vito, c’è…li’ dentro, no? Oppure…

Vito: E’ quello che hanno cercato di farmi credere perché me lo hanno detto tante, troppe volte. Lo stesso vale per lei. Non sono solo i matti a credere quello che non sono, sa?

[…]

Sig. X : ??? lei è convinto di… non essere separato da quello che la circonda?

Com’è possibile? Dove finisce questo corpo, c’è uno spazio e poi c’è il resto, lei e…

Vito: E’ quello che mi hanno fatto pensare fin da piccolo, per farmi funzionare a livello di sopravvivenza, d’accordo, per comprarmi da mangiare, chiedere il biglietto allo sportello della stazione, ma non stanno cosi’ le cose. Le confesso che mi sono sottomesso, ma in realtà non ci ho mai creduto.

Sig. X: Com’è possibile funzionare ‘‘normalmente’’ se si è convinti che non c’è vera separazione?

Vito: E’ qualcosa che dovrà scoprire da sé.

[…]

Il credersi e percepirsi in questo modo avviene solo se lo definisco e poi ci credo. Le dirò di più…(esita) se io non mi definisco, neanche un pochino, allora posso affermare che in realtà non sono mai nato e quindi anche la parola ‘‘morte’’ perde qualsiasi significato.

Sig. X: Ma allora quello che ci appare ora davanti, cos’è? (ridendo)Un’allucinazione?

Vito (serio): Proprio cosi!

[…]

Vito: Le percezioni creano il mio mondo come il suo, se non percepisco niente non c’è esiste alcun mondo. Io- a differenza sua – non posso piu’ allucinare… non posso più credere alle allucinazioni sensoriali.

[…]

Vito: Lei puo’ avere tutte le allucinazioni che vuole, ma non per questo ha bisogno di crederle, soprattutto alla piu’ importante che è quella di “immaginare” di esserci Scusi, ma quando dorme profondamente lei se ne frega di sapere se esiste o no, no? E allora perché non continuare a farlo quando è sveglio, o meglio …crede di esserlo. Le rivelo un altro segreto. Dopo di che lei mi lascerà in pace, perché avrà la conferma della mia totale assoluta follia: noi due adesso stiamo dormendo tranquillamente e sogniamo di parlarci. La differenza è solo questa tra noi: che io so e sono convinto di sognare, lei invece crede d’essere sveglio.

Sig. X: Non creda di liberarsi cosi’ facilmente di me, finché non avro’ trovato il senso di tutto questo… mi scusi…?

Vito: Senso, senso! Tutto questo non ha nessun senso appunto!

Sig. X: Allora per lei la durata e la località degli oggetti é ancora una finzione di una mente malata?

Vito: Guardi quanti calendari e orari hanno inventato! Il tempo è un fatto di memoria, ma se dovessi perderla non percepirei più alcuna temporalità. La continuità è solo immaginazione, come quando al cinema Arena si ferma la pellicola e si vede un fotogramma fermo li’…poi un altro e poi ricomincia a correre. Se non c’ è la manovella del pensiero e della memoria, addio tutto si ferma! Il suo film personale comunque – glielo giuro- è già finito adesso e non le resta che guardarlo.

Sig. X: (sconvolto) Quello che non capisco è che lei non ha l’aria di un pazzo, a parte una certa originalità e una propensione alla solitudine forse. Non riesco a metterla in nessuna…

Vito: …categoria. Ecco il punto. Se io tolgo il collegamento dal mondo dei sogni considerandolo come tale, il mio corpo è solo carne per i vermi. A questo punto posso ritornare nel mondo che io considero ’’virtuale’’, quello delle convenzioni imposte, e non me ne importa piu’ di tanto. Se sparisco, sono altrettanto “lei’’ quanto qualunque altra cosa, tanto “qui dentro’’ non c’è n e s s u n o!!

Lei crede di abitare dentro alla sua testa, in qualche recondito angolo del cervello o chi sa dove. Io vedo questo corpo, un pacco di sensazioni evanescenti, costantemente interpretate da abitudini, ma esso puo’ fare quello che vuole, non mi riguarda, perché non c’è piu’ nulla in cui possa identificarmi.

Se le avessero fatto un lavaggio del cervello convincendola che è un cane, lei ora sarebbe qui a guaire …(del resto è successo con un bambino anni fa) o l’avrebbero già rinchiuso… A me non disturba che mi prendano per un uomo e mi comporto per abitudine come tale, ma come le ho detto non mi trovo da nessuna parte in particolare e dire ‘‘io’’ o Vito è solo una convenzione utile, non un dato di fatto. La separazione tra me e lei è solo un fenomeno ottico, come l’orizzonte alla fine di Via Ravanas.

Sig. X: Immagino che i suoi parenti non la pensano come lei!

Vito: Parenti? Parole…parole…parole… (si avvicina ad una bancarella e compra una pesca che mangia con delizia) A cosa servono i parenti? A parlare per non dire niente, come stiamo facendo adesso del resto. Recentemente mi avevano invitato a pranzo, ma ho scritto loro che ‘‘erano successe alcune cose che non mi consentivano di accettare’’. Sarei potuto andare, certo, e dir loro quello che sto dicendo a lei, avrebbe avuto un bell’effetto! Mi avrebbero portato di peso all’ospedale!

Mi pare di aver capito che la coscienza – ma nessuno mi crederà- è solo un insieme di sensazioni che hanno l’apparenza di una cosa unica, e noi la definiamo come Essere…esistere…non essere…non esistere…ma sono solo “parole”… se le scrivo e poi cancello ogni lettera cosa rimane? Né essere né non-essere!

Sig. X: ( si asciuga il viso con un fazzoletto e sospira) Allora tutta la storia ed il valore delle religioni e della scienza lei li liquida cosi?

Vito: Certamente. Che cosa vuole che le dica? Nessuno mi puo’ comprendere, allora capisce almeno perché non ho amici, né ci tenga ad avere relazioni? Non sono altro che mie allucinazioni…uno stato di ipnosi che non mi riguarda più. Si svegli e…vedrà! …

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