Risposta ad un lettore della mia trilogia:
1) La visualizzazione creativa non è un prerequisito al tipo di percorso da me suggerito, anzi in un certo senso io spingo nella direzione opposta, verso il disincanto da qualsiasi fenomeno interiore (immaginativo) o esteriore. Tant’è che la seconda trilogia che sto scrivendo si intitola proprio ‘ Mente Vuota in Corpo Pieno’.
Questo si riaggancia al tuo discorso sulla ‘mente piena’.
2) La mente, allo stato naturale, non dovrebbe essere ricca di immagini mentali, trovate geniali, intuizioni, focus, concentrazione, prontezza mnemonica, abilità retorica. Ciò che tu consideri una mente normale (e quindi sana), viene da me considerata una mente malsana.
La mente, allo stato naturale, dovrebbe essere vuota o meglio spensierata, con pochissimi pensieri, preoccupazioni, dubbi, riflessioni, domande.
Chiamo questa mente ‘mente ordinaria’ e con ordinaria intendo dire che corrisponde all”intelletto della gran parte dell’umanità o quello che vorrebbe avere gran parte dell’umanità. Molti vogliono aumentare il loro Q.I. e sperano che così facendo potranno comprendere meglio il senso della vita. Non si accorgono che ciò che sta velando la semplice verità è proprio la loro complessa ed elevata intellettualità.
E questo si riaggancia all’altro punto, la comprensione dei miei contenuti.
3) Ciò che scrivo non è per un pubblico qualsiasi. È rivolto a coloro che vogliono uscire dalla gabbia mentale e non a quelli che vogliono arricchire il loro archivio mentale.
La via da me indicata è una via di sottrazione, non di addizione.
Non tento di potenziare l’intelletto, ma di indebolirlo.
Non cerco di dare, ma di togliere.
Non cerco di portare qualcuno all’illuminazione, cerco di arrestarlo dall’idea di doversi illuminare.
Non voglio aiutare le persone ad integrarsi nella società, voglio disintegrarle entrambe dall’interno (sia le persone che la società).
Non tento di rianimare la tua vita intellettiva, ma di togliere la spina dell’intelletto.
Non desidero rendere la vita altrui più soddisfacente, desidero enfatizzarne l’insoddisfazione fino a quando la frustrazione non diventa tale da spingere qualcuno a fare un vero passo fuori dalla zona di comfort della mente ordinaria.
Non cerco di aumentare l’autostima delle persone, ma di accentuare un’autoconsapevolezza e una lucidità spietata, priva di stima di sé.
Non ti invito ad amare, ti invito ad odiare: odiare la tua vita, odiare i tuoi pensieri, odiare i tuoi desideri, odiare il mondo, odiare il tuo io.
4) Il punto che tu sia rassegnato è una buona notizia, vuol dire che una parte di te, quella che hai sempre sedato, vuole ribaltare la situazione. Ma probabilmente, anzi sicuramente, non ribalterà la situazione nel modo in cui tu credi, speri, sogni, desideri. Se dai libero sfogo a quella parte frustrata ma autentica di te – non quella intellettuale, filantropa, etc – essa tenterà di capovolgere tutto il tuo sistema cognitivo, le tue convinzioni, le tue certezze, le tue relazioni.
Questa, a mio avviso, è la parte più interessante di te, quella che non sa rapportarsi alla società, quella che non riesce a sostenere una conversazione ordinaria, quella che ti imbarazza di fronte agli amici, quella che ti delude in continuazione, quella che rovina i tuoi piani, distrugge i tuoi sogni, deturpa le tue fantasie, quella che sfigura il tuo ridicolo personaggio sociale, quella che ti fa apparire come un ‘handicappato’ sociale (passami il termine).
Questa parte, quella che tu trovi deludente, io trovo che sia la parte migliore di te, quella che vuole davvero ridestarsi dal sogno planetario. È questo guastafeste interiore che ti ha spinto a scrivermi ed è proprio con questo guastafeste interiore che devi imparare a convivere se vuoi comprendere i miei messaggi. Questo guastafeste è un piccolo bastardo che assomiglia a Tyler Durden, il personaggio di Fight Club, con la differenza che anziché bombardare il sistema sociale, sta tentando di bombardare il tuo sistema cognitivo, il tuo sistema emotivo, il tuo sistema nervoso; sta tentando di radere al suolo la tua vita, sta tentando di ucciderti (metaforicamente) e indovina per chi faccio il tifo?
Ovviamente faccio il tifo per lui, il tuo guastafeste interiore, poiché so che in verità quel piccolo bastardo vuole soltanto uccidere il tuo io, il ridicolo personaggio con cui sei identificato. Non sopportando più le menzogne con cui hai avvelenato la tua esistenza, è disposto a far saltare tutto in aria.
Ma in fondo non è davvero bastardo come sembra. Semplicemente non sopporta le illusioni, tutto qui.
Ciò che il tuo intelletto trova allettante, lui lo trova stomachevole. Ed ha ragione; la finzione con cui ti sei circondato è davvero ripugnante. È una fogna. Lui, il guastafeste, ha soltanto sentito la puzza e cerca di farti notare che la vita ideale sognata dall’uomo ordinario è una gran fogna.
Come vedi non so se posso esserti utile. Non ho un approccio improntato all’auto-aiuto, ma un approccio improntato all’auto-distruzione.
Mi chiedi un consiglio sull’atteggiamento da tenere e – visto che ci tieni – ti posso dire che il tuo approccio è l’opposto del mio. Mi chiedi qualcosa per alleviare il problema, tecniche ed esercizi… ma l’unica cosa che posso consigliarti è di non alleviare il problema, anzi di convivere lucidamente con il disagio e di trattarlo da alleato – invece di trattarlo da nemico.
Posso consigliarti di versarti addosso litri di acido così da dissolvere i tuoi castelli in aria oppure posso consigliarti di dare fuoco a tutte le tue credenze.
Vuoi un antidoto? Uno di quelli potenti?
Rompere i tuoi dannati incantesimi. Ti assicuro che, se applicato correttamente, funziona con certezza matematica.
Per quanto invece riguarda tutto il resto, auto-aiuto, miglioramento personale, risoluzione dei problemi, non ho niente da consigliarti. Là fuori il mondo è pieno di saputelli sul miglioramento e sulla crescita personale.
Detto ciò.
Auguro la morte del tuo ridicolo personaggio.
Soprattutto spero che il guastafeste interiore distrugga quanto prima tutti i tuoi sogni nel cassetto e che bruci tutto l’armadio mentale in cui sono contenuti quei sogni.
Un abbraccio dal tuo guastafeste esteriore.
ZeRo
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