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La società umana è una setta di psicopatici


Con il coronavirus, un po’ tutti dovrebbero aver capito che questo mondo è composto per lo più da ipocondriaci o malati immaginari. Quello che invece molti non hanno ancora capito è che questo mondo è pieno zeppo di soggetti psicolabili o addirittura psicopatici. Questa società è letteralmente una setta di psicopatici. Per me questo è un dato di fatto fin dall’adolescenza. Per molte altre persone invece sembra ancora un tabù. Un argomento spinoso, da lasciare ai professionisti del settore. Peccato che i professionisti a cui affidate queste questioni siano proprio degli psicopatici.

Quindi cosa fare?

Affrontare seriamente questioni che avreste dovuto affrontare molto tempo fa. Questa non è una questione da psicologi o psichiatri. Questa è una questione dannatamente personale, una questione che vi dovrebbe toccare dal vivo, perché è una questione di vita o di morte. E invece, come vostro solito, avete affidato a chissà chi il compito di descrivervi il mondo in cui vivete.

Capisco l’uomo comune, il cui sistema cognitivo (o rincoglionitivo) è stato rincoglionito da genitori altrettanto rincoglioniti, da insegnanti rincoglioniti, da spot pubblicitari, pornografia, etc… ma il comune ricercatore della verità non dovrebbe essere altrettanto coglione. E invece ho notato che numerosi ricercatori spirituali sono più rincoglioniti del cittadino medio. Tali ricercatori della verità non hanno capito che si trovano in un sistema basato sulle falsità, di conseguenza la loro ricerca (della verità) risulterà sempre vana, infruttuosa, almeno fino a quando non si rendono conto di dove si trovano realmente. La maggioranza dei ricercatori non si rende conto di essere membro di una setta. Una setta globale che include l’intera umanità. E come il membro di qualsiasi setta religiosa, non riesce, non può o non vuole, accettare neppure l’ipotesi di far parte di una setta. La sua mente non può accettare questa ipotesi (anzi, questo fatto). Ed è normale che sia cosi. Non mi aspetto che il mio vicino di casa si renda conto della setta in cui si trova.

Utilizzo l’esempio della setta perché è l’analogia più azzeccata ed è quella che di solito utilizzo quando cerco di spingere seriamente qualcuno verso le prime tappe del disincanto. Nel tempo, mi sono reso conto di quanta ingenuità ci sia nella mente di molti ricercatori della verità. Per questo motivo, quando seguo una persona intenzionata a disincantarsi, gli faccio prima di tutto riconoscere i parallelismi tra una tipica setta religiosa e la società umana. Mentre spiego questi argomenti a qualche ricercatore, noto spesso che quest’ultimo mi guarda storto, come se fossi un terrapiattista che sta speculando su qualche teoria complottista. La sua testa è infatti infarcita di parole come complottismo, negazionista, paranoico, no vax, to tax, etc.

Nel suo sistema rincoglionitivo si attiva un meccanismo difensivo che difende appunto le coglionate del sistema sociale. Nell’esempio della setta umana, il suo intelletto difende la setta di cui fa parte: l’umanità. Se critichi la setta umana è ovvio che verrai denigrato dai suoi membri. Da tutti i membri, tranne che da quelli che si sono resi conto di trovarsi davvero in una setta. Trovarsi in una setta non in senso metaforico, filosofico, intellettuale, ma in senso letterale, concreto, fattuale.

Eppure, se quel ricercatore della verità esaminasse meglio il messaggio dei suoi idoli spirituali, dovrebbe rendersi conto di come la società ha sempre tentato di sopprimere (anche fisicamente) coloro che semplicemente criticavano la società stessa.

Non importa se il vostro punto di riferimento sia Cristo, Budda, Osho, Gurdjieff, Castaneda, Tolle, Sadguru, Padre pio, Maria Teresa di Calcutta, Batman o Topolino. In un modo o nell’altro, tutti voi dovreste aver ricevuto degli indizi in merito alla vera natura di questo mondo. Chiunque ha dovuto fare i conti con il lato oscuro dell’essere umano, dunque non ha senso lo stupore di chi viene a scoprire che questa società assomiglia (o corrisponde) a una setta.

Non occorre essere laureati in psicologia o entrare in una setta per avere almeno il sospetto di questa possibilità. Sarebbe sufficiente avere un cervello ben funzionante.

A tal proposito, come mai tanti ricercatori spirituali sono più tonti dell’uomo comune?

Perché sono stati ingannati, sedotti e rincoglioniti da pippe mentali new age come il pensiero positivo alla Louise Hay e compagnia bella.


Ora, qui, non mi va di spiegare per filo e per segno il funzionamento della setta umana. Non ne ho né tempo, né voglia. Però posso invitare alcuni di voi, i più volenterosi, a tenere seriamente in considerazione questa possibilità. La possibilità di trovarsi in una setta che include famiglia, scuola, lavoro, intrattenimenti vari e naturalmente il vostro caro mondo spirituale.

Semplifico ulteriormente:

I tuoi genitori sono – o erano – membri di una setta.

I tuoi figli sono membri di una setta.

La tua compagna o il tuo compagno sono membri di una setta.

I tuoi amici sono membri di una setta.

I colleghi di lavoro sono membri di una setta.

Tu sei membro di una setta.

E questa setta, è proprio la società in cui vivi.

Sei nato in una setta. Ma tutti te lo avevano tenuto nascosto. Te lo hanno nascosto, perché a loro volta erano ignari di trovarsi in una setta.

So che il tuo ego negherà queste informazioni. Ti farà dimenticare presto tutto questo discorso. Te lo farà sminuire. In fondo il compito della setta umana in cui ti trovi è quello di non farti capire un cazzo dell’ambiente circostante. E a quanto pare ci è riuscita alla grande.


(ZeRo)


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