Premessa paradossale: per stare male occorre prima stare bene.
Il bene viene prima.
Il bene, nel senso di condizione di benessere, vitalità, vigore, energia è essenziale per tutte le altre dinamiche biologiche, incluso il il dolore, la sofferenza, il malessere.
Questo vuol dire che quando c’è del malessere, prima o assieme a quel malessere c’è un benessere di fondo. Sembra assente ma non è così, è solo momentaneamente non percepito (ma percepibile).
Il punto non è tanto la percezione diretta di questo sommo bene antecedente ogni forma di malessere, ma la comprensione che quel benessere primordiale (forza vitale) è onnipresente.
Anche mettendola in termini morali, chi fa del male deve stare bene, altrimenti non potrebbe fare nulla, non potrebbe muoversi, non potrebbe agire in nessun modo.
Ora non mi va di andare troppo nei dettagli, a voi basta ricordare questo suggerimento: ricordare l’onnipresenza del sommo bene.
Rispetto a termini carichi di troppi sentimentalismi come Amore o Dio, preferisco l’espressione Sommo Bene, più impersonale e meno carico di connotazioni religiose/affettive.
Il vostro ego potrebbe ribattere:
“Ma io non mi sento bene”
“A me le cose vanno male”
Risposta: e sti cazzi?
Ovviamente quel sommo bene non è un bene per l’ego, per la persona che credete di essere: o meglio potrebbe anche esserlo ma di solito non è così.
Potrei sbagliare?
Le mie premesse potrebbe essere fallaci?
Certamente, per questo vi invito a riconsiderare da soli le riflessioni sul bene primordiale, sul benessere (vigore, potere, energia vitale) che precede e accompagna il male o il malessere.
Es. di riflessioni:
Supponiamo che la vita (vitalità, essere vivi) sia sinonimo sia di bene che di benessere.
In tal caso converrete con me che per stare male (o anche per fare del male) dovete essere vivi.
Ne consegue che la vitalità (benessere) accompagna ogni esperienza, anche quella più spiacevole; oppure il malessere viene percepito grazie alla vitalità, dunque il sommo bene vince sempre.
….
Queste riflessioni verranno prontamente rifiutate dall’ego, dall’intelletto, dalla mente ordinaria. Tenete conto che per contemplare queste idee ci sarà sempre una forte resistenza dovuta al massiccio condizionamento.
Per il gusto della conversazioni espando un po’ il discorso.
Un tizio noto come Alexander Pope scrisse: whatever is, is right (ciò che è, è giusto).
Come dire che la realtà ha sempre ragione… e se ti scontri contro la realtà tu sei nel torto.
Di solito invece ragioniamo al contrario: ognuno di noi (con il nostro gigantesco ego) deve avere sempre ragione mentre la realtà – dal nostro limitato punto di vista – sta evidentemente sbagliando tutto.
Se ora vi chiedessi:
Credete di avere ragione?
Tutti – o quasi – risponderebbero di sì.
E non importa il contesto, la situazione, il problema, quasi tutti partono con la convinzione di essere nel giusto, mentre tutto il resto – ovvero la realtà – deve essere sbagliato (almeno parzialmente).
Non crediamo che tutto sia giusto, incluso il presunto sbaglio, errore, problema, difficoltà, malessere. disagio: no, quella roba non ci piace affatto e non deve esistere.
Altra similitudine: chiedersi come mai il bene vinca sul male è come chiedersi come mai la verità non possa perdere o non può essere totalmente soppressa.
Dietro ogni menzogna, falsità, inganno, c’è una verità che consente (momentaneamente) a quella falsità di ingannare qualche coscienza addormentata, che a tempo debito si ridesterà. Il fatto che tale coscienza non veda la verità sottostante non significa che la verità non esista.
Così il fatto che qualcuno non percepisca il sommo bene sottostante ogni esperienza non significa che non ci sia un fondo di benessere (potere, vigore, forza) a sostegno di tutte le altre manifestazioni.
Perché le menzogne hanno vita breve e prima o poi vengono scoperte? Come mai tutto ciò che è artificiale e fittizio può crollare facilmente? Come mai il finto ha vita breve?
Perché il falso, la finzione, l’artificio, non può reggere il confronto con il vero, ed è destinato a durare solo fino a quando qualcuno continua a crederci.
Stando così le cose, vi conviene diventare più veri, più autentici, più sinceri, e sempre meno finti, falsi, bugiardi, egocentrici, bimbominkia.
Articolo di Zero: https://payhip.com/ZeRoVe
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