ZeRo Metodo – Vol. 1 – Anteprima Cap. 8
- Z o
- 4 ago
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Cap. 8 – DIGIUNO
Passarono un paio di giorni, ma ancora nessuna notizia da parte di Zero.
Nel frattempo Francesco aveva recuperato le ore di sonno e aveva sfruttato quel periodo di riposo per frequentare la sua ragazza, Giulia. Solitamente si vedevano almeno una volta al giorno, e quando non potevano vedersi si parlavano telefonicamente. In questo periodo però Francesco era un po’ assente, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Non poteva raccontare a Giulia dei suoi incontri segreti con un perfetto sconosciuto che prometteva la liberazione dalla sofferenza. Non poteva accennargli neppure uno di quei pensieri. Nessuno di loro, compresa la sua ragazza, avrebbe potuto comprendere quei ragionamenti. Faceva fatica a comprenderli lui che si era sottoposto a quell’addestramento, figuriamoci gli altri.
Giulia era una ragazza dalla mentalità aperta, ma forse non abbastanza aperta per quei discorsi. Per fortuna era anche una brava cuoca e per compensare quei giorni di lontananza del suo ragazzo aveva preparato alcuni dei suoi piatti preferiti.
Beato lui che poteva abbuffarsi appena in tempo. Non sapeva che il giorno successivo sarebbe iniziato un drastico digiuno.
Zero gli aveva appena mandato un messaggio, indicando il luogo, la data e l’ora del prossimo incontro.
Terminato il weekend con la ragazza, Francesco la salutò e a malincuore le disse che l’appuntamento che avevano stabilito salterà a causa di un imprevisto. Non poteva dirgli di cosa si trattava perché la riservatezza faceva parte dell’addestramento a cui si era sottoposto. Fortunatamente Giulia sapeva che si era fidanzata con un ragazzo riservato, dunque quel cambio di piani non destò alcun sospetto.
Il giorno dopo Francesco si recò al locale prestabilito.
Questa volta si trattava di un ristorante, tra l’altro molto affollato. Strano, visto che il suo istruttore sembrava tutto fuorché socievole o amante dei luoghi brulicanti di ridicoli personaggi (come li chiamava lui).
– “Ciao Fra, hai mangiato bene in questi giorni?”
– “Si, molto bene”.
– “Ben per te perché la pacchia è finita. Conosci il digiuno intermittente?”
– “Neppure il tempo di sedersi a tavola e mi parli subito di digiuno. Cominciamo bene. Comunque si, ne ho sentito parlare”.
– “Bene. Per passare al prossimo livello dovrai digiunare per tre giorni di fila”.
– “Scherzi?”
– “Quand’è l’ultima volta che hai mangiato?”
– “Stamattina a colazione”.
– “Ottimo, allora il tuo secondo compito inizia immediatamente. Qual è il tuo piatto preferito?”
Francesco ripensò ai piatti cucinati dalla sua ragazza, e poco dopo chiamò il cameriere per ordinare alcune di quelle prelibatezze.
Zero invece non ordinò nulla.
Mah, pensò Francesco, forse era lui ad essere a digiuno.
Ma lui non era a digiuno. Quei piatti non erano per Francesco ma per Zero.
Quando il cameriere arrivò chiese a chi erano destinati i piatti. Zero alzò il braccio e venne servito. Francesco rimase letteralmente a bocca asciutta.
Che bastardo, pensò Francesco. Mi aveva fatto ordinare i piatti preferiti per mangiarseli lui.
I minuti passavano. Zero aveva aperto bocca soltanto per gustarsi i piatti ordinati da Francesco. Oltre al danno la beffa.
– “Ehi, che intenzioni hai? Vuoi giocarmi un brutto scherzo?”
Zero appoggiò le posate, prese il tovagliolo, si pulì lentamente la bocca.
– “No, Fra. Non è uno scherzo. Quando ti dissi che il tuo secondo obiettivo iniziava adesso, intendevo davvero adesso. A partire da ora dovrai digiunare. Non importa la circostanza, la compagnia, la tentazione di turno. Se fallisci dovrai ripetere da capo il livello che non hai superato, in questo caso il digiuno di tre giorni”.
Dallo sguardo e dal tono di Zero non era affatto uno scherzo.
Ripensò al precedente incontro. Gli venne in mente il discorso sulla dipendenza, sulla differenza tra quel metodo e altri metodi. Ripensò al fatto che in quel percorso ci sono zero precetti, zero limitazioni, zero credenze. Gli tornò alla mente una frase che poteva spiegare quel drastico approccio: “Qui attacchiamo direttamente il tuo cervello”.
E purtroppo era proprio così. Quel bastardo aveva attaccato il lobo frontale di Francesco.
Zero aveva fatto in modo che il cervello di Francesco attivasse il neuro circuito della dipendenza. Alla vista di quei piatti le papille gustative di Francesco si facevano sentire, ma per fortuna lui era già sazio.
Più che fame provava irritazione. La vera fame si sarebbe fatta sentire nei giorni successivi.
La cosa che in quel momento dava più fastidio a Francesco non era la mancanza di cibo ma la mancanza di controllo. Odiava il limitato controllo che aveva sulla sua vita.
Intuendo i pensieri di Francesco, Zero si mise a parlare proprio del senso del controllo.
– “L’uomo comune preferisce fingere di esercitare un controllo che non ha, piuttosto di riconoscere l’assenza di tale controllo. In termini più semplici, preferisce sbagliare con le sue mani piuttosto che accantonare il proprio pseudo-controllo.
Se gli venisse offerta la soluzione, sceglierebbe il problema.
Se in una data situazione avesse la possibilità di risolvere un problema, e se tale soluzione andasse contro il suo orgoglio (contro le sue aspettative, contro la sua volontà, contro le sue convinzioni), allora rifiuterebbe quella soluzione.
La mente ordinaria non riesce a contemplare una soluzione senza l’utilizzo del suo limitato controllo personale. Non potrebbe accettare l’ipotesi che il problema è proprio quel fittizio controllo che vorrebbe esercitare su tutto e tutti. Non si rende conto che i calcoli del suo sistema cognitivo sono quasi tutti sbagliati, dal primo all’ultimo. Per questo preferisco chiamarlo sistema rincoglionitivo.
– “Il mio sistema cognitivo è un sistema rincoglionitivo?”
– “Già. Non solo il tuo, ma pure quello della maggioranza delle persone che ti circondano. Questo include i tuoi genitori, i tuoi amici, i tuoi colleghi, i tuoi idoli, e ovviamente la tua fidanzata”.
– “Tutti rincoglioniti?”
– “Dal primo all’ultimo. Ma se non mi credi puoi constatarlo da solo. La prossima volta che ti capita di avere a che fare con loro, metti alla prova il loro sistema rincoglionitivo. Guarda come affrontano una semplice questione, qualcosa che ai tuoi occhi non ha nulla di complicato. Ti renderai conto che non sanno fare i conti con la realtà. Neppure con la realtà più semplice e banale dell’alimentazione quotidiana. Noterai che mettono in atto dei rituali completamente inutili, spesso controproducenti. Noterai l’insensatezza del loro modo di pensare e di agire. Ma soprattutto vedrai che tutto gira attorno a un’illusione, l’illusione del controllo, l’illusione della volontà personale, l’illusione del possedimento”.
– “Ciò che possiedono, in realtà li possiede?”
– “Sì, per usare una frase da baci perugina possiamo dire così, anche se la questione è più profonda. Quando si esplorano le implicazioni di questo discorso ci si accorge che la verità è molto più amara di un semplice slogan stampato su un cioccolatino, e molto più brutale dei messaggi terapeutici, spirituali, religiosi, filosofici.
Noi, anzi tu, stai assaggiando questa amara verità. Quella che viene rifiutata dal sistema rincoglionitivo del gregge umano. Quella che però si rivela anche essere la soluzione a un mare di sofferenza inutile”.
–
Finita la lezione di filosofia, Zero chiamò il cameriere, prese un caffè, chiese il conto e pagò.
Poi si alzò e salutò Francesco.
Non avevano parlato di nulla, a parte l’illusione del controllo.
– “Tutto qui? Non ci siamo detti nulla di particolare. Nessuna istruzione, nessun dettaglio, nessun approfondimento…”
– “Tre giorni di digiuno. Questo è tutto quello che devi sapere. E ti conviene non sgarrare”.
–
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