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TAFTI LA SACERDOTESSA – 4° CAP. dell’ultimo libro di V. Zeland

La prima uscita nella realtà


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La prima uscita nella realtà

Ebbene, miei cari, se avete già camminato in un sogno a occhi aperti, dovreste aver capito che confrontare la realtà con un film non è affatto un’allegoria. Siete stati per davvero lì, come un personaggio animato, mentre il resto dei partecipanti ha continuato a muoversi come nel sonno, sottomettendosi a una qualche sceneggiatura esterna. Potrebbe sembrare che non sia proprio così. Voi ed io comprendiamo bene che le persone dormono veramente solo di notte, nel loro letto, mentre durante il giorno agiscono più o meno consapevolmente. Del resto vi siete convinti da soli che questo “più o meno” è in realtà trascurabile, dopo aver constatato come la vostra stessa attenzione tenda a sprofondare costantemente ora nello schermo esterno ora in quello interno. Senza dubbio l’avete constatato e ora sapete come accade. D’ora innanzi, ogni volta che andrete a fare una passeggiata in un sogno, vi dovrete continuamente cogliere sul fatto di essere nuovamente caduti nello schermo e di esservi addormentati. Qualcosa vi ha distratto, ha distolto la vostra attenzione, oppure avete cominciato a pensare a qualcosa e … basta! Non esistete più come individui consapevoli, non appartenete più nemmeno a voi stessi. Ma allora a chi appartenete, a chi obbedite? A guidarvi è una certa sceneggiatura esterna, intessuta in un certo film, nel quale voi, come personaggi, vi trovate nel dato momento. Che cosa significhi tutto ciò, ve lo spiegherò un poco per volta. Non posso dirvi tutto subito. Ora dovete capire una cosa semplice. Sia nella realtà del sonno che in quella delle cose che succedono intorno a voi, vi trovate all’interno di un film, e siete trascinati dal flusso della sceneggiatura. Non appartenete a voi stessi perché la vostra attenzione non vi appartiene. Ma non appena vi risvegliate e riprendete il controllo dell’attenzione, la sceneggiatura perde immediatamente il suo potere su di voi. Certo, come al solito dovrete andare a lavorare, a studiare, a svolgere i vostri doveri quotidiani. Ma lo farete in modo più flessibile, non come previsto dalla sceneggiatura. A differenza dei personaggi che stanno dormendo intorno a voi, voi vedete voi stessi, vedete la realtà e potete controllare consapevolmente la vostra volontà, cosa che non avete fatto fino ad ora. Questa è la vostra prima uscita a un nuovo livello di gestione di voi stessi e della realtà. Dal sonno normale vi siete risvegliati già molte volte, ma non avete mai cercato di elevarvi a un livello superiore, vero? In un sogno normale, se non capite che si tratta di un sogno, siete impotenti. Vi trovate all’interno del film e siete completamente in balia di quanto sta accadendo perché la vostra attenzione è immersa nello schermo. Ma voi, al contrario dei personaggi che vi circondano, siete in grado di portare la vostra attenzione ad un livello superiore, cioè di svegliarvi nel sogno stesso e addirittura di salire di due livelli: risvegliarvi nella realtà. I personaggi dei sogni non lo possono fare. In cosa differiscono dalle persone viventi? Nel fatto che essi non hanno coscienza, non sono consapevoli di sé come individui. Essi sono privi di volontà, non sono liberi nelle loro azioni ma sono soggetti ad una sceneggiatura. Essi non hanno un’anima, sono solo dei modelli, dei manichini. Quando imparerete a svegliarvi in un sogno, provate a fare questo esperimento. Provate a chiedere al manichino del sogno: “Chi sei?”. Vedrete che esso cercherà di evitare di rispondervi oppure nominerà il suo ruolo nella sceneggiatura. Ma non potrà dire “io sono io” perché esso non ha un suo Io. Allo stesso modo gli potrete chiedere: “Sai che io adesso dormo e tu mi appari in sogno?” E anche questa domanda lo metterà in crisi perché esso non si è mai addormentato e non si è mai svegliato. Il manichino del sogno vive nel suo film come un personaggio ripreso a suo tempo in una pellicola cinematografica. L’unica differenza sta nel fatto che i film ordinari vengono girati da persone viventi, mentre le pellicole cinematografiche dei sogni vengono conservate nell’archivio dell’Eternità: lì sono sempre state e lì rimarranno per sempre, fintantoché esisterà questo Universo.

Le persone viventi hanno un’anima, una volontà e un’autocoscienza. Possono dire “io sono io”, anche se questo è tutto ciò che possono dire di se stessi. Le persone viventi hanno consapevolezza di sé, ma, come avrete ormai capito, la loro autocoscienza dorme mentre la volontà viene utilizzata solo occasionalmente, quando bisogna mobilitarsi per un qualche tipo di azione. Non solo, ma la volontà viene utilizzata solo all’interno del fotogramma corrente, e questa è la cosa più sostanziale. Comunque ne parleremo un po’ più tardi. Già vi sto facendo un gran favore a spendere tutto questo mio tempo con voi, miei piccoli indegni. Su, forza, sfruttate l’occasione, veneratemi, elogiatemi, ossequiatemi, sono Tafti, la vostra sacerdotessa Suprema!

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