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UN CORSO IN MIRACOLI – testo completo GRATUITO più Manuale per gli insegnanti


Di seguito il Manuale per gli insegnanti

Sommario Indice

Manuale per gli insegnanti

Introduzione 1. Chi sono gli insegnanti di Dio? 2. Chi sono i loro allievi? 3. Quali sono i livelli di insegnamento? 4. Quali sono le caratteristiche degli insegnanti di Dio? I. Fiducia A. Sviluppo della fiducia II. Onestà III. Tolleranza IV. Dolcezza V. Gioia VI. Assenza di difese VII. Generosità VIII. Pazienza IX. Fedeltà X. Apertura mentale 5. Come si ottiene la guarigione? I. Lo scopo percepito della malattia II. Il cambiamento di percezione III. La funzione dell’insegnante di Dio 6. È certa la guarigione? 7. Dovrebbe essere ripetuta la guarigione? 8. Come può essere evitata la percezione di ordini di difficoltà? 9. Sono richiesti cambiamenti nella situazione di vita degli insegnanti di Dio? 10. Come si abbandona il giudizio? 11. Com’è possibile la pace in questo mondo? 12. Quanti insegnanti di Dio sono necessari per salvare il mondo? 13. Qual è il vero significato del sacrificio? 14. Come finirà il mondo? 15. Alla fine saranno tutti giudicati? 16. Come dovrebbe trascorrere la giornata l’insegnante di Dio? 17. Come affrontano i pensieri magici gli insegnanti di Dio? 18. Come viene fatta la correzione? 19. Cos’è la giustizia? 20. Cos’è la pace di Dio? 21. Qual è il ruolo delle parole nella guarigione? 22. Come sono correlate la guarigione e la Riconciliazione? 23. Gesù ha un posto speciale nella guarigione? 24. Esiste la reincarnazione? 25. Sono desiderabili i poteri “psichici”? 26. Dio può essere raggiunto direttamente? 27. Cos’è la morte? 28. Cos’è la Resurrezione? 29. E per quanto riguarda il resto…

CHIARIFICAZIONE DEI TERMINI

Introduzione 1. Mente – Spirito 2. L’ego – il miracolo 3. Il perdono – Il volto di Cristo 4. Vera percezione – conoscenza 5. Gesù – Cristo 6. Lo Spirito Santo

Epilogo

Manuale per insegnanti

Introduzione M-in.1. Il ruolo dell’insegnamento e dell’apprendimento, nel modo di pensare del mondo, è di fatto rovesciato. 2Il rovesciamento ne è un aspetto tipico. 3Sembra che insegnante e studente siano separati, con l’insegnante che dà qualcosa allo studente piuttosto che a se stesso. 4Inoltre, l’atto di insegnare è considerato un’attività speciale nella quale si impegna soltanto una parte relativamente piccola del proprio tempo. 5Il corso, d’altro canto, sottolinea che insegnare è imparare cosicché insegnante e studente sono la stessa cosa. 6Esso sottolinea anche che l’insegnamento è un processo costante: procede in ogni momento del giorno e continua persino nei pensieri del sonno.

M-in.2. Insegnare è dimostrare. 2Ci sono solo due sistemi di pensiero, e tu dimostri in ogni momento di credere che sia vero l’uno o l’altro. 3Gli altri imparano dalla tua dimostrazione, e anche tu. 4La questione non è se tu insegnerai, poiché in questo non c’è scelta. 5Si potrebbe dire che lo scopo del corso è di fornirti il mezzo per scegliere ciò che vuoi insegnare sulla base di ciò che vuoi imparare. 6Non puoi dare a qualcun altro, ma solo a te stesso, ed impari ciò attraverso l’insegnamento. 7L’insegnamento non è che un evocare le testimonianze che attestano ciò in cui credi. 8È un metodo di conversione. 9Non viene fatto solo con le parole. 10Qualsiasi situazione deve essere per te un’occasione per insegnare agli altri cosa sei e cosa essi sono per te. 11Niente più di questo, ma anche niente di meno.

M.in.3. Il programma di studi che stabilisci viene, quindi, determinato esclusivamente da quello che pensi di essere e da quello che credi che sia la relazione degli altri nei tuoi confronti. 2Nella situazione formale di insegnamento queste domande possono essere del tutto prive di relazione con ciò che pensi di insegnare. 3Tuttavia è impossibile non usare il contenuto di qualsiasi situazione in favore di ciò che in realtà insegni e che perciò in realtà impari. 4Per questo il contenuto verbale del tuo insegnamento è piuttosto irrilevante. 5Può coincidere con esso oppure no. 6È l’insegnamento che sta dietro a ciò che dici che ti insegna. 7L’insegnamento non fa che rinforzare ciò che credi riguardo a te stesso. 8Il suo scopo fondamentale è diminuire i dubbi su te stesso. 9Ciò non significa che il sé che stai cercando di proteggere sia reale. 10Ma significa, in effetti, che il sé che pensi sia reale è ciò che insegni.

M.in.4. Questo è inevitabile. 2Non c’è via di scampo da ciò. 3Come potrebbe essere altrimenti? 4Chiunque segua il programma di studi del mondo, e tutti qui di fatto lo seguono fino a che non cambiano la loro mente, insegna solamente per convincersi di essere ciò che non è. 5In questo consiste lo scopo del mondo. 6Quale altro potrebbe quindi essere, il suo programma di studi? 7In questa situazione di apprendimento chiusa e senza speranza, che non insegna altro che disperazione e morte, Dio manda i Suoi insegnanti. 8E, mentre insegnano le Sue lezioni di gioia e di speranza, il loro apprendimento diventa alfine completo.

M.in.5. Se non fosse per gli insegnanti di Dio, ci sarebbe pochissima speranza di salvezza, poiché il mondo del peccato sembrerebbe reale per sempre. 2Coloro che si ingannano devono ingannare, poiché insegnano l’inganno. 3E cos’altro è l’inferno? 4Questo è un manuale per gli insegnanti di Dio. 5Essi non sono perfetti, o non sarebbero qui. 6Tuttavia la loro missione è di diventare perfetti qui, e così continuano ad insegnare la perfezione in molti, molti modi, finché non l’avranno imparata. 7E poi non li si vede più, sebbene i loro pensieri rimangano una fonte di forza e di verità in eterno. 8Chi sono? 9Come vengono scelti? 10Cosa fanno? 11Come possono raggiungere la propria salvezza e la salvezza del mondo? 12Questo manuale è un tentativo per rispondere a queste domande.

1. Chi sono gli insegnanti di Dio M.1.1. Un insegnante di Dio è chiunque scelga di esserlo. 2I suoi requisiti consistono unicamente in questo: in qualche modo, da qualche parte, egli ha fatto una scelta deliberata in cui non ha visto i propri interessi separati da quelli di qualcun altro. 3Una volta che ha fatto ciò, la sua strada è stabilita e la sua direzione è certa. 4Una luce è entrata nell’oscurità. 5Può trattarsi di una luce sola, ma è sufficiente. 6Ha fatto un accordo con Dio anche se non crede ancora in Lui. 7È diventato un portatore di salvezza. 8È diventato un insegnante di Dio.

M.1.2. Essi provengono da ogni parte del mondo. 2Vengono da tutte le religioni e da nessuna. 3Sono quelli che hanno risposto. 4Il Richiamo è universale. 5Continua sempre e ovunque. 6Chiama insegnanti a parlare in Suo favore e a redimere il mondo. 7Molti Lo sentono, ma pochi risponderanno. 8Tuttavia è solo questione di tempo. 9Alla fine tutti risponderanno, ma la fine può essere molto, molto lontana. 10È per questa ragione che è stato stabilito il piano degli insegnanti. 11La loro funzione è risparmiare tempo. 12Ciascuno inizia come luce singola ma, con il Richiamo al suo centro, è una luce che non può essere limitata. 13E secondo il criterio di giudizio del mondo ciascuno risparmia mille anni. 14Per il Richiamo in Sé, il tempo non ha alcun significato.

M.1.3. C’è un corso per ogni insegnante di Dio. 2La forma del corso varia enormemente. 3Così come variano i particolari mezzi d’insegnamento che ne fanno parte. 4Ma il contenuto del corso non cambia mai. 5Il suo tema centrale è sempre: “Il Figlio di Dio è senza colpa, e nella sua innocenza sta la sua salvezza”. 6Può essere insegnato con azioni o pensieri, con le parole o in silenzio, in qualsiasi lingua o in nessuna lingua, in qualsiasi luogo, momento o modo. 7Non importa chi fosse l’insegnante prima di udire il Richiamo. 8Rispondendo è diventato un salvatore. 9Ha visto qualcun altro come se stesso. 10Ha perciò trovato la sua propria salvezza e la salvezza del mondo. 11Nella sua rinascita il mondo rinasce.

M.1.4. Questo è un manuale per uno speciale programma di studi, inteso per insegnanti di una forma speciale del corso universale. 2Vi sono molte migliaia di altre forme, tutte con lo stesso risultato. 3Esse semplicemente fanno risparmiare tempo. 4Ma è solo il tempo che gira stancamente e il mondo ora è molto stanco. 5È vecchio, consunto e senza speranza. 6Non si è mai messo in dubbio il risultato, perché cosa può cambiare la Volontà di Dio? 7Ma il tempo, con le sue illusioni di cambiamento e morte, consuma il mondo e tutte le cose che ci sono in esso. 8Tuttavia il tempo ha una fine, ed è questa che gli insegnanti di Dio sono incaricati di propiziare. 9Poiché il tempo è nelle loro mani. 10Tale è stata la loro scelta, ed è data loro.

2. Chi sono i loro allievi? M.2.1. A ciascuno degli insegnanti di Dio sono stati assegnati certi allievi ed essi cominceranno a cercarlo non appena egli avrà risposto al Richiamo. 2Essi sono stati scelti per lui perché la forma del programma di studi universale che egli insegnerà è la migliore per loro alla luce del loro livello di comprensione. 3I suoi allievi lo stavano aspettando poiché la sua venuta è certa. 4Di nuovo, è solo questione di tempo. 5Una volta che egli avrà scelto di adempiere il suo ruolo, essi saranno pronti ad adempiere al loro. 6Il tempo dipende dalla sua scelta, ma non da coloro che egli servirà. 7Quando lui sarà pronto ad imparare, gli verranno fornite le opportunità per insegnare.

M.2.2. Per comprendere il piano di insegnamento-apprendimento della salvezza, è necessario afferrare il concetto del tempo esposto dal corso. 2La Riconciliazione corregge le illusioni, non la verità. 3Perciò corregge ciò che non è mai stato. 4Inoltre, il piano di questa correzione è stato stabilito e completato contemporaneamente, poiché la Volontà di Dio non ha assolutamente niente a che fare col tempo. 5Così è tutta la realtà dal momento che viene da Lui. 6Nello stesso istante in cui l’idea della separazione è entrata nella mente del Figlio di Dio, in quello stesso istante, è stata data la Risposta di Dio. 7Nel tempo ciò è accaduto moltissimo tempo fa. 8Nella realtà non è mai accaduto.

M.2.3. Il mondo del tempo è il mondo dell’illusione. 2Ciò che è accaduto molto tempo fa sembra stia accadendo adesso. 3Scelte già fatte da molto tempo sembrano essere aperte, ancora da farsi. 4Ciò che è stato imparato, compreso e già passato molto tempo fa, viene visto come un pensiero nuovo, un’idea fresca, un approccio diverso. 5Siccome la tua volontà è libera, puoi accettare ciò che è già successo in qualsiasi momento tu lo scelga, e solo allora ti renderai conto che c’è sempre stato. 6Come sottolinea il corso, non sei libero di scegliere il programma di studi e nemmeno la forma in cui lo imparerai. 7Sei libero, tuttavia, di decidere quando vorrai impararlo. 8E quando lo accetterai, sarà già stato imparato.

M.2.4. Il tempo, allora, scorre all’indietro verso un istante così remoto che va oltre qualsiasi ricordo e perfino al di là delle possibilità di ricordare. 2Ma poiché è un istante che viene rivissuto continuamente, sembra essere ora. 3Ed è così che allievo e insegnante sembrano incontrarsi nel presente, trovandosi come se non si fossero incontrati in precedenza. 4L’allievo arriva al momento giusto e al posto giusto. 5Ciò è inevitabile, perché ha fatto la scelta giusta in quel remoto istante che rivive adesso. 6Allo stesso modo anche l’insegnante ha fatto una scelta inevitabile in un remoto passato. 7La Volontà di Dio in ogni cosa sembra solo impiegare del tempo per compiersi. 8Cosa potrebbe ritardare il potere dell’eternità?

M.2.5. Quando allievo ed insegnante si incontrano, inizia una situazione di insegnamento-apprendimento. 2Poiché l’insegnante non è in realtà colui che insegna. 3L’Insegnante di Dio parla ogni volta che due persone si uniscono allo scopo di imparare. 4La relazione è santa grazie a questo scopo, e Dio ha promesso di mandare il Suo Spirito in ogni relazione santa. 5Nella situazione di insegnamento-apprendimento, ciascuno impara che dare e ricevere sono la stessa cosa. 6Le demarcazioni che hanno tracciato tra i loro ruoli, le loro menti, i loro corpi, i loro bisogni, i loro interessi e tutte le differenze che pensavano li separassero l’uno dall’altro, si affievoliscono, diventano evanescenti e scompaiono. 7Coloro che vogliono imparare lo stesso corso condividono un solo interesse e un solo obiettivo. 8E così colui che era uno studente diventa egli stesso un insegnante di Dio, poiché ha preso quell’unica decisione che gli ha dato il suo insegnante. 9Ha visto in un’altra persona i suoi stessi interessi.

3. Quali sono i livelli di insegnamento? M-3.1. Gli insegnanti di Dio non hanno un livello di insegnamento prestabilito. 2Ogni situazione di insegnamento-apprendimento implica all’inizio una relazione diversa, sebbene l’obiettivo ultimo sia sempre lo stesso: fare della relazione una relazione santa in cui entrambi siano in grado di vedere il Figlio di Dio senza peccato. 3Non c’è nessuno da cui un insegnante di Dio non possa imparare, così come non c’è nessuno a cui non possa insegnare. 4Però, da un punto di vista pratico, non può incontrare tutti, né tutti possono trovarlo. 5Perciò il piano implica che ciascun insegnante di Dio debba avere dei contatti molto specifici. 6Non esiste il caso nella salvezza. 7Coloro che devono incontrarsi si incontreranno poiché, assieme, hanno il potenziale per una relazione santa. 8Essi sono pronti l’uno per l’altro.

M-3.2. Il livello più semplice di insegnamento sembra essere molto superficiale. 2Esso consiste in ciò che sembrano essere incontri del tutto casuali: un incontro “casuale” di due persone in apparenza estranee in ascensore, un bambino che non guarda dove va e che va a sbattere contro un adulto “per caso”, due studenti a cui “capita” di camminare verso casa insieme. 3Questi non sono incontri casuali. 4Ciascuno di essi ha il potenziale per diventare una situazione di insegnamento-apprendimento. 5Forse gli apparenti estranei nell’ascensore si sorrideranno reciprocamente, forse l’adulto non rimprovererà il bambino per averlo urtato, forse gli studenti diventeranno amici. 6Perfino al livello dell’incontro più casuale è possibile che due persone perdano di vista gli interessi separati, anche se solo per un momento. 7Quel momento sarà abbastanza. 8La salvezza è arrivata.

M-3.3. È difficile comprendere che il concetto di livelli di insegnamento del corso universale è in realtà tanto privo di significato quanto lo è il tempo. 2L’illusione dell’uno permette l’illusione dell’altro. 3Nel tempo l’insegnante di Dio sembra cominciare a cambiare idea sul mondo con una singola decisione e quindi impara sempre più rispetto alla nuova direzione man mano che la insegna. 4Abbiamo già parlato dell’illusione del tempo, ma l’illusione di livelli di insegnamento sembra essere qualcosa di diverso. 5Forse il modo migliore per dimostrare che questi livelli non possono esistere è semplicemente dire che qualsiasi livello della situazione di insegnamento-apprendimento è parte del piano di Dio per la Riconciliazione ed il Suo piano non può avere livelli, essendo un riflesso della Sua Volontà. 6La salvezza è sempre pronta e sempre presente. 7Gli insegnanti di Dio lavorano a livelli diversi, ma il risultato è sempre lo stesso.

M-3.4. Ogni singola situazione di insegnamento-apprendimento è massimale nel senso che ogni persona coinvolta imparerà dall’altra persona il massimo possibile per quel momento. 2In questo senso, e soltanto in questo senso, possiamo parlare di livelli d’insegnamento. 3Usando il termine in questo modo il secondo livello di insegnamento è una relazione più continuativa nella quale, per un certo tempo, due persone entrano in una situazione di insegnamento-apprendimento abbastanza intensa e poi sembrano separarsi. 4Come nel primo livello, questi incontri non sono casuali, né quello che sembra essere la fine della relazione è una fine vera e propria. 5Di nuovo, ciascuno ha imparato il massimo possibile al momento. 6Tuttavia tutti coloro che si incontrano, un giorno si incontreranno nuovamente, poiché il destino di tutte le relazioni è di diventare sante. 7Dio non si sbaglia riguardo a Suo Figlio.

M-3.5. Il terzo livello di insegnamento avviene in relazioni che, una volta formate, durano tutta la vita. 2Queste sono situazioni di insegnamento-apprendimento in cui a ogni persona viene dato un compagno di apprendimento prescelto, che le presenta opportunità illimitate di imparare. 3Queste relazioni generalmente sono poche, perché la loro esistenza implica che coloro che vi sono coinvolti hanno raggiunto simultaneamente uno stadio in cui l’equilibrio di insegnamento-apprendimento è, in effetti, perfetto. 4Ciò non significa che essi necessariamente lo riconoscano, di fatto, generalmente non lo fanno. 5Possono perfino essere molto ostili l’uno verso l’altro per un certo tempo e, forse, per tutta la vita. 6Ma se dovessero decidere di imparare, la lezione perfetta è davanti a loro – e può essere imparata. 7E se decidono di imparare quella lezione, diventano i salvatori degli insegnanti che esitano e che sembrano perfino fallire. 8Nessun insegnante di Dio può non trovare l’Aiuto di cui ha bisogno.

4. Quali sono le caratteristiche degli insegnanti di Dio? M-4.1. Le caratteristiche esteriori degli insegnanti di Dio non sono affatto uguali. 2Non appaiono simili agli occhi del corpo, provengono da ambienti familiari assai diversi, le loro esperienze del mondo variano in grande misura, e le loro “personalità” superficiali sono piuttosto diverse. 3E, nelle fasi iniziali del loro operare come insegnanti di Dio, non hanno ancora acquisito le caratteristiche più profonde che li renderanno quello che sono. 4Dio dà doni speciali ai Suoi insegnanti, perché essi hanno un ruolo speciale nel Suo piano per la Riconciliazione. 5La loro specialezza è, naturalmente, solo temporanea: viene stabilita nel tempo come mezzo per condurre fuori dal tempo. 6Questi doni speciali, nati nella relazione santa verso la quale è indirizzata la situazione di insegnamento-apprendimento, diventano caratteristici di tutti gli insegnanti di Dio che sono avanzati nel loro apprendimento. 7In ciò sono tutti simili.

M-4.2. Tutte le differenze tra i Figli di Dio sono temporanee. 2Ciò non di meno, nel tempo si può dire che gli insegnanti di Dio di livello avanzato hanno le seguenti caratteristiche:

I. Fiducia M.4.I.1. Questo è il fondamento su cui poggia la loro capacità di adempiere la loro funzione. 2La percezione è il risultato dell’apprendimento. 3Infatti, la percezione è apprendimento, perché causa ed effetto non sono mai separati. 4Gli insegnanti di Dio hanno fiducia nel mondo, perché hanno imparato che non è governato dalle leggi che il mondo ha inventato. 5È governato da un Potere Che è in loro ma non viene da loro. 6È questo Potere Che mantiene al sicuro tutte le cose. 7È tramite questo Potere che gli insegnanti di Dio vedono un mondo perdonato.

M.4.I.2. Quando si è avuta una volta l’esperienza di questo Potere è impossibile avere nuovamente fiducia nella propria forza insignificante. 2Chi mai tenterebbe di volare con le minuscole ali di un passero quando gli è stato dato l’enorme potere di un’aquila? 3E chi riporrebbe la propria fede nelle meschine offerte dell’ego quando gli vengono offerti i doni di Dio? 4Cosa li induce a fare il cambiamento?

A. Sviluppo della fiducia M-4.I.A.3. Dapprima essi devono attraversare quello che potrebbe essere chiamato “un periodo di disfacimento”. 2Questo non deve necessariamente essere doloroso, ma viene solitamente vissuto così. 3Sembra come se le cose venissero portate via e all’inizio viene raramente compreso che viene semplicemente riconosciuta la loro mancanza di valore. 4Come può essere percepita la mancanza di valore a meno che chi percepisce non sia nella posizione in cui non può non vedere le cose in una luce diversa? 5Egli non è ancora al punto in cui è in grado di fare il cambiamento completo dentro di sé. 6E così il piano richiederà talvolta dei cambiamenti di ciò che sembrano essere circostanze esterne. 7Questi cambiamenti sono sempre utili. 8Quando l’insegnante di Dio avrà appreso tutto ciò, passerà alla seconda fase.

M-4.I.A.4. Poi l’insegnante di Dio deve attraversare “un periodo di discernimento”. 2Questo è sempre piuttosto difficile perché, avendo imparato che i cambiamenti nella sua vita sono sempre utili, adesso deve decidere ogni cosa in base al fatto che o ne accrescano l’utilità, o la impediscano. 3Egli scoprirà che molte, se non la maggior parte delle cose a cui prima dava valore saranno semplicemente di intralcio alla sua capacità di trasferire quello che ha imparato a situazioni nuove man mano che si presentano. 4A causa del fatto che ha dato valore a ciò che in realtà non ne ha, non generalizzerà la lezione per paura della perdita e del sacrificio. 5Ci vuole grande capacità di apprendimento per capire che tutte le cose, gli eventi, gli incontri e le circostanze sono utili. 6In questo mondo di illusione dovrebbe essere accordato loro un certo grado di realtà solo nella misura in cui sono utili. 7La parola “valore” non può essere applicata a niente altro.

M-4.I.A.5. Il terzo stadio che deve attraversare l’insegnante di Dio si può chiamare “un periodo di rinuncia”. 2Se ciò viene interpretato come rinunciare a ciò che è desiderabile procurerà un conflitto enorme. 3Pochi insegnanti di Dio sfuggono del tutto a questa sofferenza. 4Ad ogni modo, non c’è alcuna utilità nel discernere ciò che ha valore da ciò che non ne ha, a meno che non venga intrapreso l’evidente passo successivo. 5Perciò il periodo di sovrapposizione tende ad essere un periodo in cui l’insegnante di Dio si sente chiamato a sacrificare i suoi più cari interessi in favore della verità. 6Non si è ancora reso conto di come sarebbe del tutto impossibile una tale richiesta. 7Può imparare ciò soltanto nel momento in cui rinuncia davvero a ciò che non ha valore. 8In questo modo impara che dove si aspettava dolore trova, invece, una felice leggerezza di cuore: dove pensava gli venisse chiesto qualcosa, trova che gli viene offerto un dono.

M-4.I.A.6. Adesso arriva un “periodo di stabilizzazione”. 2Questo è un periodo tranquillo in cui l’insegnante di Dio riposa ragionevolmente in pace per un po’. 3Ora consolida il suo apprendimento. 4Ora inizia a vedere il valore di trasferire quello che ha imparato. 5Il suo potenziale è letteralmente sconvolgente e l’insegnante di Dio ora è al punto del suo cammino in cui vede in esso la sua completa riuscita. 6“Rinuncia a ciò che non vuoi e tieni ciò che vuoi”. 7Com’è semplice ciò che è ovvio! 8E come è facile farlo! 9L’insegnante di Dio ha bisogno di questo periodo di tregua. 10Non è ancora arrivato tanto lontano quanto pensa. 11Tuttavia, quando è pronto ad andare avanti, procede con possenti compagni al suo fianco. 12Adesso si riposa per un po’ e li riunisce prima di proseguire. 13Da qui non andrà avanti da solo.

M-4.I.A.7. Lo stadio successivo è veramente “un periodo di destabilizzazione”. 2Ora l’insegnante di Dio deve comprendere che non sapeva in realtà cosa avesse valore e cosa ne fosse privo. 3Tutto ciò che ha realmente imparato fino ad ora era che non voleva ciò che non ha valore e che voleva in effetti ciò che ne ha. 4Tuttavia il suo stesso discernere non serviva ad insegnargli la differenza. 5L’idea del sacrificio, così centrale nel suo sistema di pensiero, gli aveva reso impossibile giudicare. 6Pensava di avere imparato la disponibilità, ma ora vede che non sa affatto a cosa serva la disponibilità. 7Ed ora deve raggiungere uno stato che potrà rimanere impossibile da raggiungere per molto, molto tempo. 8Deve imparare a mettere da parte ogni giudizio e chiedere soltanto ciò che realmente vuole in ogni circostanza. 9Se ogni passo in questa direzione non fosse così marcatamente rinforzato, sarebbe davvero difficile!

M-4.I.A.8. E, infine, c’è “un periodo di conseguimento”. 2È qui che viene consolidato l’apprendimento. 3Adesso, quelle cose che in precedenza venivano viste semplicemente come ombre, diventano solide acquisizioni su cui contare in ogni “emergenza”, così come nei momenti tranquilli. 4Invero, la tranquillità è il loro risultato: il prodotto di un apprendimento onesto, coerenza di pensiero e completa generalizzazione. 5Questo è lo stadio della vera pace, poiché qui è pienamente riflesso lo stato del Cielo. 6Da qui la via verso il Cielo è aperta e facile. 7Infatti è qui. 8Chi vorrebbe “andare” da qualunque altra parte se la pace della mente fosse già completa? 9E chi desidererebbe cambiare la propria tranquillità per qualcosa di più desiderabile? 10Cosa potrebbe essere più desiderabile di ciò?

II. Onestà M-4.II.1. Tutte le altre caratteristiche dell’insegnante di Dio sono basate sulla fiducia. 2Una volta che questa sia stata raggiunta, le altre non possono che venire di conseguenza. 3Soltanto coloro che hanno fiducia possono permettersi l’onestà, poiché solo loro possono vederne il valore. 4L’onestà non si applica soltanto a ciò che dici. 5Il termine in effetti, significa coerenza. 6Non c’è nulla di ciò che dici che contraddica quello che pensi o fai: nessun pensiero si oppone a nessun altro pensiero; nessun atto smentisce la tua parola, e nessuna parola è in disaccordo con un’altra. 7Tali sono coloro che sono veramente onesti. 8Essi non sono in conflitto con se stessi a nessun livello. 9Perciò è impossibile che essi siano in conflitto con qualcuno o qualcosa.

M-4.II.2. La pace mentale che provano gli insegnanti di Dio avanzati, è largamente dovuta alla loro perfetta onestà. 2È soltanto il desiderio di ingannare che genera la guerra. 3Chiunque sia uno con se stesso non può nemmeno concepire il conflitto. 4Il conflitto è il risultato inevitabile dell’autoinganno, e l’autoinganno è disonestà. 5Non c’è sfida per l’insegnante di Dio. 6Sfida implica dubbio, e la fiducia su cui l’insegnante di Dio poggia sicuro rende il dubbio impossibile. 7Perciò essi possono solo riuscire. 8In questo, come in tutte le cose, sono onesti. 9Possono soltanto riuscire, perché non fanno mai solo la loro volontà. 10Essi scelgono per tutto il genere umano: per il mondo intero e tutte le cose in esso; per ciò che non cambia ed è immutabile al di là delle apparenze; per il Figlio di Dio e per il suo Creatore. 11Come potrebbero non riuscire? 12Essi scelgono in perfetta onestà, sicuri della loro scelta come di se stessi.

III. Tolleranza 1. Gli insegnanti di Dio non giudicano. 2Giudicare è essere disonesti perché giudicare è assumere una posizione che non hai. 3Il giudizio senza autoinganno è impossibile. 4Il giudizio implica che ti sei ingannato riguardo ai tuoi fratelli. 5Come potresti, allora, non esserti ingannato riguardo a te stesso? 6Il giudizio implica mancanza di fiducia e la fiducia rimane la pietra angolare dell’intero sistema di pensiero dell’insegnante di Dio. 7Se questa viene perduta, tutto il suo apprendimento svanisce. 8Senza giudizio tutte le cose sono ugualmente accettabili, poiché chi potrebbe giudicare altrimenti? 9Senza giudizio tutti gli uomini sono fratelli, perché chi sarebbe escluso? 10Il giudizio distrugge l’onestà e frantuma la fiducia. 11Nessun insegnante di Dio può giudicare e sperare di imparare.

IV. Dolcezza M-4.IV.1. Per gli insegnanti di Dio fare del male è impossibile. 2Non possono né fare né subire del male. 3Fare del male è il risultato del giudizio. 4È l’atto disonesto che segue un pensiero disonesto. 5È un verdetto di colpa su di un fratello e perciò su se stessi. 6È la fine della pace e la negazione dell’apprendimento. 7Dimostra l’inesistenza del programma di studi di Dio e la sua sostituzione con la follia. 8Nessun insegnante di Dio deve far altro che imparare – e abbastanza agli inizi del suo addestramento – che fare del male cancella completamente la sua funzione dalla sua consapevolezza. 9Lo renderà confuso, impaurito, arrabbiato e sospettoso. 10Renderà le lezioni dello Spirito Santo impossibili da imparare. 11Né l’Insegnante di Dio potrà essere udito, se non da coloro che si renderanno conto che fare del male non può in effetti portare nulla. 12Non ne può derivare alcun guadagno.

M-4.IV.2. Perciò gli insegnanti di Dio sono assolutamente dolci. 2Hanno bisogno della forza della dolcezza poiché è grazie ad essa che la funzione della salvezza diventa facile. 3Per coloro che vogliono far del male essa è impossibile. 4Per coloro per i quali far del male non ha alcun significato, è semplicemente naturale. 5Quale scelta, se non questa, ha significato per chi è sano di mente? 6Chi mai sceglie l’inferno quando percepisce una via verso il Cielo? 7E chi sceglierebbe la debolezza che deve derivare dal far del male al posto della forza della dolcezza, infallibile, illimitata e che abbraccia ogni cosa? 8La potenza degli insegnanti di Dio sta nella loro dolcezza perché hanno compreso che i loro pensieri malvagi non provenivano né dal Figlio di Dio né dal suo Creatore. 9Così essi unirono i loro pensieri a Colui Che è la loro Fonte. 10E così la loro volontà, che è sempre stata la Sua, è libera di essere se stessa.

V. Gioia M-.V.1. La gioia è il risultato inevitabile della dolcezza. 2Dolcezza significa che ora la paura è impossibile, e cosa potrebbe interferire con la gioia? 3Le mani aperte della dolcezza sono sempre piene. 4Coloro che sono dolci non provano dolore. 5Non possono soffrire. 6Perché mai non dovrebbero essere gioiosi? 7Sono sicuri di essere amati e devono essere al sicuro. 8La gioia si accompagna alla dolcezza con la stessa certezza con cui il dolore si accompagna all’attacco. 9Gli insegnanti di Dio hanno fiducia in Lui. 10E sono sicuri che il Suo Insegnante li precede, accertandosi che non possa essere arrecato loro alcun danno. 11Essi dispongono dei Suoi doni e Lo seguono lungo la Sua strada, poiché la Voce di Dio li dirige in ogni cosa. 12La gioia è il loro canto di ringraziamento. 13E Cristo posa lo sguardo su di loro ringraziando a sua volta. 14Il bisogno che Egli ha di loro è altrettanto grande di quello che loro hanno di Lui. 15Com’è gioioso condividere lo scopo della salvezza!

VI. Assenza di difese M-4.VI.1. Gli insegnanti di Dio hanno imparato ad essere semplici. 2Non hanno sogni che devono essere difesi dalla verità. 3Non cercano di fare se stessi. 4La loro gioia viene dal fatto che comprendono Chi li ha creati. 5E ha forse bisogno di difese ciò che Dio ha creato? 6Nessuno potrà diventare un insegnante avanzato di Dio finché non comprenderà pienamente che le difese non sono che sciocchi guardiani di pazze illusioni. 7Più è grottesco il sogno, più fiere e potenti sembrano esserne le difese. 8Tuttavia, quando l’insegnante di Dio infine accetta di guardare al di là di esse, scopre che lì non c’era nulla. 9Lentamente, da principio, comincia a non lasciarsi ingannare. 10Ma impara più velocemente, man mano che la sua fiducia cresce. 11Non è il pericolo che arriva quando le difese vengono abbandonate. 12È la sicurezza. 13È la pace. 14È la gioia. 15Ed è Dio.

VII. Generosità M-4.VII.1. Il termine generosità ha un significato speciale per l’insegnante di Dio. 2Non è il solito significato della parola: infatti, è un significato che deve essere imparato, e imparato molto attentamente. 3Come tutti gli altri attributi degli insegnanti di Dio, questo si basa in definitiva sulla fiducia, poiché senza fiducia nessuno può essere generoso nel senso vero e proprio. 4Per il mondo, generosità vuol dire “dar via” nel senso di “rinunciare”. 5Per gli insegnanti di Dio significa dar via per mantenere. 6Questo è stato sottolineato in tutto il testo e nel libro di esercizi, ma è forse più estraneo al modo di pensare del mondo di molte altre idee nel nostro programma di studi. 7La sua più grande stranezza sta semplicemente nell’ovvietà del suo capovolgimento del modo di pensare del mondo. 8Nel modo più chiaro possibile e al più semplice dei livelli, la parola significa l’esatto opposto per gli insegnanti di Dio e per il mondo.

M-4.VII.2. L’insegnante di Dio è generoso nell’interesse del Sé. 2Ciò non si riferisce, però, al sé di cui parla il mondo. 3L’insegnante di Dio non vuole nulla che non possa dar via, perché si rende conto che, per definizione, non sarebbe di alcun valore per lui. 4A che scopo lo vorrebbe? 5Potrebbe soltanto perdere per causa sua. 6Non potrebbe guadagnare. 7Perciò non cerca quello che potrebbe tenere solo per sé, perché quella è garanzia di perdita. 8Non vuole soffrire. 9Perché dovrebbe assicurarsi il dolore? 10Ma vuole in effetti tenere per sé tutte le cose che sono di Dio e, perciò, per Suo Figlio. 11Queste sono le cose che gli appartengono. 12Queste può darle con generosità vera, proteggendole in eterno per se stesso.

VIII. Pazienza M-4.VIII.1. Chi è certo del risultato può permettersi di aspettare, e di aspettare senza ansia. 2La pazienza è naturale per l’insegnante di Dio. 3Tutto ciò che egli vede è un risultato certo, in un momento che forse gli è ancora sconosciuto, ma che non è in dubbio. 4Il momento sarà a tempo debito, come la risposta. 5E ciò è vero per tutto ciò che accade ora o in futuro. 6Anche il passato non ha in serbo errori: nulla che non servisse di beneficio per il mondo, così come per colui al quale è sembrato accadere. 7Forse questo non è stato capito al momento. 8Anche in questo caso, l’insegnante di Dio è disposto a riconsiderare tutte le sue decisioni passate se sono causa di dolore a chicchessia. 9La pazienza è naturale per coloro che hanno fiducia. 10Sicuri dell’interpretazione ultima di tutte le cose nel tempo, nessun risultato già visto o di là da venire può causare paura in loro.

IX. Fedeltà M-4.IX.1. Il grado di fedeltà dell’insegnante di Dio è la misura del suo progresso nel programma di studi. 2Seleziona forse ancora alcuni aspetti della sua vita a cui applicare il suo apprendimento, mentre ne tiene altri separati? 3Se è così, il suo progresso è limitato e la sua fiducia non è ancora fermamente salda. 4La fedeltà è la fiducia dell’insegnante di Dio nel fatto che la Parola di Dio metterà tutte le cose al posto giusto: non alcune, ma tutte. 5Generalmente la sua fedeltà comincia venendo riposta soltanto nella soluzione di alcuni problemi, rimanendo accuratamente limitata per un certo periodo. 6Affidare tutti i problemi a una sola Risposta è rovesciare completamente il modo di pensare del mondo. 7E soltanto questa è fedeltà. 8Solo questa merita realmente di avere questo nome. 9Tuttavia ogni grado, per quanto piccolo, vale la pena di essere raggiunto. 10Essere pronti, come indica il testo, non è aver acquisito padronanza.

M-4.IX.2. La vera fedeltà, però, non devia. 2Essendo coerente è totalmente onesta. 3Essendo ferma, è piena di fiducia. 4Essendo basata sull’assenza di paura, è dolce. 5Essendo certa, è gioiosa. 6Ed essendo fiduciosa, è tollerante. 7La fedeltà, quindi, combina in sé gli altri attributi degli insegnanti di Dio. 8Implica l’accettazione della Parola di Dio e la Sua definizione di Suo Figlio. 9È ad Esse che è sempre diretta la fedeltà nel vero senso della parola. 10Guarda ad Esse, cercando finché trova. 11L’assenza di difese l’accompagna naturalmente, e la gioia è la sua condizione. 12E avendo trovato, riposa in quieta certezza solo su Ciò a Cui è dovuta ogni fedeltà.

X. Apertura mentale M-4.X.1. La centralità dell’apertura mentale, forse l’ultimo degli attributi che l’insegnante di Dio acquisisce, viene compresa facilmente quando viene riconosciuta la sua relazione col perdono. 2L’apertura mentale viene con la mancanza di giudizio. 3Come il giudizio sbarra la mente nei confronti dell’Insegnante di Dio, così l’apertura mentale Lo invita ad entrare. 4Come la condanna giudica malvagio il Figlio di Dio, allo stesso modo l’apertura mentale gli permette di essere giudicato dalla Voce che parla per Dio in Suo favore. 5Come la proiezione della colpa su di lui lo condanna all’inferno, allo stesso modo l’apertura mentale permette che l’immagine di Cristo venga estesa a lui. 6Soltanto chi è di mente aperta può essere in pace, poiché soltanto lui ne vede il motivo.

M-4.X.2. Come perdona chi ha una mente aperta? 2Egli ha lasciato andare tutte le cose che impediscono il perdono. 3In verità ha abbandonato il mondo e permesso che gli venisse ripristinato con una innovazione e una gioia così gloriose da non aver mai potuto concepire un tale cambiamento. 4Nulla è ora com’era in precedenza. 5Non c’è nulla che prima non sembrasse opaco e senza vita e che ora non risplenda. 6E, soprattutto, ogni cosa è accogliente, poiché la minaccia è finita. 7Non rimane alcuna nube a nascondere il volto di Cristo. 8Ora l’obiettivo è raggiunto. 9Il perdono è l’obiettivo finale del programma di studi. 10Apre la strada per ciò che va molto al di là di qualsiasi apprendimento. 11Il programma di studi non fa alcuno sforzo per andare oltre il suo obiettivo legittimo. 12Il perdono è il suo unico scopo verso il quale, alla fine, converge ogni apprendimento. 13Ed è davvero sufficiente.

M-4.X.3. Avrai notato che la lista degli attributi degli insegnanti di Dio non include cose che sono patrimonio del Figlio di Dio. 2Termini quali: amore, assenza di peccato, perfezione, conoscenza e verità eterna non appaiono in questo contesto. 3Qui sarebbero del tutto inappropriati. 4Ciò che Dio ha dato è così assolutamente al di là del nostro programma di studi, che l’apprendimento non può che scomparire alla sua presenza. 5Ma finché la sua presenza è oscurata, il punto focale spetta giustamente al programma di studi. 6È la funzione degli insegnanti di Dio portare vero apprendimento al mondo. 7Parlando in maniera appropriata, ciò che essi portano è il disapprendimento, poiché ciò è il “vero apprendimento” nel mondo. 8È dato agli insegnanti di Dio portare la buona novella del perdono completo al mondo. 9Essi sono davvero benedetti, poiché sono coloro che portano la salvezza.

5. Come si ottiene la guarigione? M-5.1. La guarigione implica la comprensione dello scopo dell’illusione della malattia. 2Senza questa comprensione, la guarigione è impossibile.

I. Lo scopo percepito della malattia M.5.I.1. La guarigione si ottiene nell’istante in cui colui che soffre non vede più alcun valore nel dolore. 2Chi sceglierebbe la sofferenza se non pensasse di ricavarne qualcosa, e qualcosa che per lui ha valore? 3Deve pensare che sia un prezzo modesto da pagare per qualcosa di maggior valore. 4Poiché la malattia è una scelta, una decisione. 5È la scelta della debolezza, nell’errata convinzione che sia forza. 6Quando ciò accade la vera forza viene vista come minaccia, e la salute come pericolo. 7La malattia è un metodo, concepito nella follia, per mettere il Figlio di Dio sul trono di suo Padre. 8Dio viene visto come qualcosa di esterno, feroce e potente, bramoso di tenere tutto il potere per Sé. 9Soltanto con la Sua morte Suo Figlio può vincerLo.

M.5.I.2. E cosa significa la guarigione in questa convinzione folle? 2Simboleggia la sconfitta del Figlio di Dio e il trionfo di Suo Padre su di lui. 3Rappresenta la sfida estrema in una forma diretta che il Figlio di Dio è costretto a riconoscere. 4Rappresenta tutto ciò che egli vorrebbe nascondere a se stesso per proteggere la sua “vita”. 5Se è guarito, è responsabile dei propri pensieri. 6E se è responsabile dei propri pensieri, verrà ucciso perché gli venga dimostrato quanto sia debole e meschino. 7Ma se lui stesso sceglie la morte, la sua debolezza è la sua forza. 8Ora ha dato a se stesso ciò che Dio vorrebbe dargli, e ha così usurpato completamente il trono del suo Creatore.

II. Il cambiamento di percezione M.5.II.1. La guarigione deve accadere nell’esatta proporzione in cui viene riconosciuta la mancanza di valore della malattia. 2Non si deve dire altro che: “Io non ho alcun guadagno in tutto questo” e si è guariti. 3Ma per poterlo dire si devono dapprima riconoscere certi fatti. 4Primo, è ovvio che le decisioni sono della mente, non del corpo. 5Se la malattia non è che un approccio fallace alla soluzione di un problema, è una decisione. 6E se è una decisione, è la mente e non il corpo che la prende. 7La resistenza a riconoscere questo fatto è enorme, perché l’esistenza del mondo così come lo percepisci tu, dipende dal credere che il corpo sia colui che decide. 8Termini come “istinti”, “riflessi” e simili, rappresentano tentativi di dotare il corpo di motivatori non mentali. 9In effetti tali termini stabiliscono o descrivono semplicemente il problema. 10Non danno la risposta.

M.5.II.2. L’accettazione della malattia come decisione della mente per uno scopo per il quale usa il corpo, è la base della guarigione. 2Ed è così per ogni forma di guarigione. 3Un paziente decide che è così e si ristabilisce. 4Se decide contro il ristabilimento non sarà guarito. 5Chi è il medico? 6Solo la mente del paziente stesso. 7Il risultato sarà quello che egli decide che sia. 8Sembra che gli vengano somministrati agenti speciali, tuttavia essi non fanno altro che dare forma alla sua scelta. 9Li sceglie per portare forma tangibile ai suoi desideri. 10Ed è questo che fanno, e niente altro. 11In effetti non ce n’è affatto bisogno. 12Il paziente potrebbe semplicemente alzarsi senza il loro aiuto e dire: “Non ho bisogno di questa malattia”. 13Non c’è alcuna forma di malattia che non sarebbe immediatamente curata.

M.5.II.3. Qual è l’unico requisito per questo cambiamento di percezione? 2È semplicemente questo: il riconoscimento che la malattia è della mente e non ha nulla a che fare con il corpo. 3Qual è il “costo” di questo riconoscimento? 4Costa l’intero mondo che vedi poiché il mondo non sembrerà più governare la mente. 5Perché con questo riconoscimento si attribuisce la responsabilità a chi appartiene: non al mondo, ma a colui che guarda il mondo e lo vede come non è. 6Egli vede ciò che sceglie di vedere. 7Nè più, né meno. 8Il mondo non fa nulla nei suoi confronti. 9Egli pensava soltanto che il mondo facesse qualcosa. 10Né egli fa qualcosa al mondo perché si era sbagliato su ciò che è. 11In questo c’è la liberazione sia dalla colpa che dalla malattia, poiché sono una cosa sola. 12Tuttavia, per accettare questa liberazione, l’insignificanza del corpo deve essere un’idea accettabile.

M.5.II.4. Con questa idea il dolore finisce per sempre. 2Ma con questa idea finisce anche tutta la confusione riguardo la creazione. 3Non è questa l’inevitabile conseguenza? 4Metti causa ed effetto nella loro vera sequenza rispetto a una cosa qualsiasi, e l’apprendimento si generalizzerà e trasformerà il mondo. 5Il valore del trasferimento di un’idea vera non ha fine, né limite. 6Il risultato finale di questa lezione è il ricordo di Dio. 7Cosa significano adesso colpa e malattia, dolore, disastri ed ogni forma di sofferenza? 8Non avendo alcuno scopo, sono scomparsi. 9E con essi scompaiono anche tutti gli effetti che sembravano causare. 10Causa ed effetto non fanno che replicare la creazione. 11Visti nella loro giusta prospettiva, senza distorsioni e senza paura, essi ristabiliscono il Cielo.

III. La funzione dell’insegnante di Dio M.5.III.1. Se il paziente deve cambiare la propria mente per essere guarito, cosa fa l’insegnante di Dio? 2Può forse cambiare la mente del paziente per lui? 3Certamente no. 4Per coloro che sono già disposti a cambiare la loro mente, egli non ha altra funzione che gioire con loro, perché essi sono diventati insegnanti di Dio insieme a lui. 5Egli ha, però, una funzione più specifica per coloro che non comprendono cosa sia la guarigione. 6Questi pazienti non si rendono conto di avere scelto la malattia. 7Al contrario credono che la malattia abbia scelto loro. 8E non hanno la mente aperta a questo riguardo. 9Il corpo dice loro cosa fare ed essi obbediscono. 10Non hanno idea di quanto sia folle questo concetto. 11Se solo lo sospettassero, sarebbero guariti. 12Ma essi non sospettano nulla. 13Per loro la separazione è piuttosto reale.

M.5.III.2. Gli insegnanti di Dio vengono a loro per rappresentare un’altra scelta che avevano dimenticato. 2La semplice presenza di un insegnante di Dio li aiuta a ricordare. 3I suoi pensieri reclamano il diritto di mettere in dubbio ciò che il paziente ha accettato come vero. 4In quanto messaggeri di Dio, i Suoi insegnanti sono i simboli della salvezza. 5Essi chiedono al paziente di perdonare il Figlio di Dio nel suo stesso Nome. 6Rappresentano l’Alternativa. 7Con la Parola di Dio nella mente, vengono come una benedizione, non per guarire i malati, ma per ricordare loro il rimedio che Dio ha già dato loro. 8Non sono le loro mani che guariscono. 9Non è la loro voce che pronuncia la Parola di Dio. 10Essi danno semplicemente quello che è stato dato loro. 11Molto dolcemente invitano i loro fratelli a voltare le spalle alla morte: “Guarda, Figlio di Dio, cosa può offrirti la Vita. 12Vuoi forse scegliere la malattia al suo posto?”

M 5.III.3. Gli insegnanti di Dio avanzati, non prendono neanche in considerazione le forme della malattia in cui crede il loro fratello. 2Far ciò è dimenticare che hanno tutte lo stesso scopo e perciò non sono realmente diverse. 3Cercano la Voce di Dio in questo fratello, che vuol ingannare se stesso, fino a credere che il Figlio di Dio possa soffrire. 4E loro gli ricordano che non è stato lui a fare se stesso e non può non rimanere come Dio lo ha creato. 5Riconoscono che le illusioni non possono avere alcun effetto. 6La verità nella loro mente si protende verso la verità nella mente dei loro fratelli, cosicché le illusioni non vengono rinforzate. 7Esse vengono così portate alla verità: non è la verità ad essere portata a loro. 8Così esse sono dissolte, non per mezzo della volontà di un altro, ma con l’unione dell’Unica Volontà con Se Stessa. 9E questa è la funzione degli insegnanti di Dio: non vedere alcuna volontà separata dalla loro, né la loro separata da quella di Dio.

6. È certa la guarigione? M.6.1. La guarigione è sempre certa. 2È impossibile far sì che le illusioni vengano portate alla verità e mantenere le illusioni. 3La verità dimostra che le illusioni non hanno alcun valore. 4L’insegnante di Dio ha visto la correzione dei suoi errori nella mente del paziente riconoscendola per quel che è. 5Avendo accettato la Riconciliazione per se stesso, l’ha accettata anche per il paziente. 6Ma cosa succede se il paziente usa la malattia come modalità di vita credendo che la guarigione sia la via alla morte? 7In questo caso, un’improvvisa guarigione potrebbe farlo precipitare in una depressione intensa, un senso di perdita così profondo, che il paziente potrebbe persino tentare di distruggersi. 8Non avendo nulla per cui vivere, potrebbe richiedere la morte. 9La guarigione deve attendere, per la sua protezione.

M.6.2. La guarigione resta sempre in disparte quando potrebbe essere vista come una minaccia. 2Nell’istante in cui le si dà il benvenuto, è lì. 3La guarigione verrà ricevuta dove è stata data. 4E cos’è il tempo al cospetto dei doni di Dio? 5Nel testo abbiamo fatto riferimento molte volte ai tesori conservati in egual misura per colui che dà e colui che riceve i doni di Dio. 6Nessuno di essi viene perduto, poiché non possono far altro che accrescersi. 7Nessun insegnante di Dio dovrebbe sentirsi deluso se ha offerto guarigione ed essa non sembra essere stata ricevuta. 8Non sta a lui giudicare quando dovrebbe essere accettato il suo dono. 9Sia certo che è stato ricevuto ed abbia fiducia nel fatto che sarà accettato quando verrà riconosciuto come una benedizione e non una maledizione.

M.6.3. La funzione degli insegnanti di Dio non è valutare il risultato dei loro doni. 2La loro funzione è semplicemente darli. 3Una volta che lo hanno fatto, hanno dato anche il risultato, poiché quello è parte del dono. 4Nessuno può dare se è preoccupato del risultato del dare. 5Questo è un limite al dare stesso e né colui che dà, né colui che riceve, avrà il dono. 6La fiducia è parte essenziale del dare: di fatto è la parte che rende possibile la condivisione, la parte che garantisce che colui che dà non perderà, ma guadagnerà soltanto. 7Chi dà un dono e poi rimane con esso, per essere sicuro che verrà usato come ritiene appropriato colui che lo dà? 8Questo non è dare, ma imprigionare.

M.6.4. È l’abbandonare ogni preoccupazione riguardo al dono che fa sì che venga dato veramente. 2Ed è la fiducia che rende possibile il vero dare. 3La guarigione è il cambiamento di mente che lo Spirito Santo, presente nella mente del paziente, cerca per lui. 4Ed è lo Spirito Santo nella mente di colui che dà, Che gli dà il dono. 5Come può essere perduto? 6Come può essere inefficace? 7Come può andare sprecato? 8La stanza del tesoro di Dio non può mai essere vuota. 9E se manca un solo dono, non sarà piena. 10Tuttavia la sua pienezza è garantita da Dio. 11Quale preoccupazione, quindi, può avere un insegnante di Dio per ciò che avviene dei suoi doni? 12Dati da Dio a Dio, chi, in questo santo scambio, può ricevere meno che tutto?

7. Dovrebbe essere ripetuta la guarigione? M-7.1. Questa domanda in realtà si risponde da sola. 2La guarigione non può essere ripetuta. 3Se il paziente è guarito, cosa resta da guarire? 4E se la guarigione è certa, come abbiamo già detto, cosa c’è da ripetere? 5Per un insegnante di Dio preoccuparsi del risultato della guarigione, significa limitare la guarigione. 6Adesso è la mente dello stesso insegnante di Dio che deve essere guarita. 7Ed è questo che deve facilitare. 8Adesso egli è il paziente e deve considerarsi tale. 9Ha fatto un errore e deve essere disposto a cambiare la propria mente al riguardo. 10Gli è mancata la fiducia che ci vuole per dare veramente, e così non ha ricevuto il beneficio del suo dono.

M-7.2. Ogniqualvolta un insegnante di Dio ha cercato di essere un canale di guarigione, ci è riuscito. 2Se fosse tentato di dubitare ciò, non dovrebbe ripetere il suo sforzo precedente. 3Questo era già massimale, poiché lo Spirito Santo lo ha accettato così e così lo ha usato. 4Ora l’insegnante di Dio ha soltanto una rotta da seguire. 5Deve usare la propria ragione per dire a se stesso che ha affidato il problema a Colui Che non può fallire, e deve riconoscere che la sua incertezza non è amore ma paura, e perciò odio. 6La sua posizione è così diventata insostenibile, perché sta offrendo odio a qualcuno a cui aveva offerto amore. 7Ciò è impossibile. 8Avendo offerto amore, può essere ricevuto soltanto amore.

M-7.3. È in questo che l’insegnante di Dio deve avere fiducia. 2Questo è ciò che realmente si vuol dire con l’affermazione che la sola responsabilità di colui che opera miracoli è accettare la Riconciliazione per se stesso. 3L’insegnante di Dio è un operatore di miracoli perché dà i doni che ha ricevuto. 4Ma deve prima accettarli. 5Non deve fare niente di più, né c’è qualcosa di più che potrebbe fare. 6Accettando la guarigione, può darla. 7Se dubita di ciò, ricordi Chi gli ha fatto il dono e Chi lo ha ricevuto. 8Così il dubbio viene corretto. 9Egli pensava che i doni di Dio potessero essere ripresi. 10Questo è stato un errore, ma di certo un errore da non mantenere. 11Così l’insegnante di Dio può solo riconoscerlo per quello che è, e lasciare che venga corretto per lui.

M-7.4. Una delle tentazioni più difficili da riconoscere è che dubitare di una guarigione a causa della presenza di sintomi che persistono è un errore sotto forma di mancanza di fiducia. 2In quanto tale, è un attacco. 3Di solito sembra essere esattamente l’opposto. 4Sembra dapprima irragionevole sentirsi dire che una continua preoccupazione sia un attacco. 5Ha tutto l’aspetto dell’amore. 6Tuttavia l’amore senza fiducia è impossibile, e dubbio e fiducia non possono coesistere. 7E l’odio deve essere l’opposto dell’amore, indipendentemente dalla forma che assume. 8Non dubitare del dono e sarà impossibile dubitare del risultato. 9Questa è la certezza che dà agli insegnanti di Dio il potere di essere operatori di miracoli poiché hanno riposto la loro fiducia in Lui.

M-7.5. Alla base del dubbio sul risultato di qualsiasi problema che sia stato dato da risolvere all’Insegnante di Dio c’è sempre il dubitare di se stessi. 2E ciò implica necessariamente che è stata riposta fiducia in un sé illusorio, poiché solo di un tale sé si può dubitare. 3Questa illusione può assumere molte forme. 4Forse c’è la paura della debolezza e della vulnerabilità. 5Forse c’è la paura del fallimento e della vergogna associati ad un senso di inadeguatezza. 6Forse c’è un imbarazzo colpevole, che proviene da falsa umiltà. 7La forma dell’errore non è importante. 8Ciò che è importante è soltanto il riconoscimento di un errore come errore.

M-7.6. L’errore è sempre una qualche forma di preoccupazione del sé, con l’esclusione del paziente. 2È mancare di riconoscerlo come parte del Sé, e così rappresenta una confusione d’identità. 3Il conflitto su ciò che sei è entrato nella tua mente e ti sei ingannato riguardo a te stesso. 4E ti sei ingannato riguardo a te stesso perché hai negato la Fonte della tua creazione. 5Se offri soltanto guarigione, non puoi dubitare. 6Se realmente vuoi che il problema sia risolto, non puoi dubitare. 7Se sei certo di qual è il problema, non puoi dubitare. 8Il dubbio è il risultato di desideri conflittuali. 9Sii certo di ciò che vuoi e il dubbio diverrà impossibile.

8. Come può essere evitata la percezione di ordini di difficoltà? M-8.1. La percezione del mondo si basa sul credere in ordini di difficoltà. 2Si basa sulle differenze: su uno sfondo irregolare e un primo piano mutevole, su altezze ineguali e misure diverse, su gradi variabili di oscurità e luce e migliaia di contrasti in cui ogni cosa vista compete con ogni altra per essere riconosciuta. 3Un oggetto più grande ne mette in ombra uno più piccolo. 4Una cosa più brillante distoglie l’attenzione da un’altra con minore intensità di attrazione. 5E un’idea più minacciosa, o una concepita come più desiderabile secondo i criteri del mondo, sconvolge completamente l’equilibrio mentale. 6Ciò che gli occhi del corpo vedono è solo conflitto. 7Non contare su di essi per trovare pace e comprensione.

M-8.2. Le illusioni sono sempre illusioni di differenze. 2Come potrebbe essere altrimenti? 3Per definizione, un’illusione è un tentativo di rendere reale qualcosa che è considerato della massima importanza, ma viene riconosciuto non vero. 4La mente, perciò, cerca di renderlo vero a causa dell’intensità del desiderio di averlo per sé. 5Le illusioni sono parodie della creazione: tentativi di portare verità sulle bugie. 6Trovando la verità inaccettabile, la mente si rivolta contro la verità e si dà l’illusione della vittoria. 7Trovando la salute un peso, si ritira in sogni febbrili. 8E in questi sogni la mente è separata, differente da altre menti, con diversi interessi personali, e capace di gratificare i suoi bisogni a spese altrui.

M-8.3. Da dove provengono tutte queste differenze? 2Certamente sembrano essere nel mondo esterno. 3Ma è sicuramente la mente che giudica ciò che gli occhi vedono. 4È la mente che interpreta i messaggi degli occhi e dà loro “significato”. 5E questo significato non esiste affatto nel mondo esterno. 6Ciò che viene visto come “realtà” è semplicemente ciò che la mente preferisce. 7La sua gerarchia di valori viene proiettata all’esterno ed essa manda gli occhi del corpo a trovarla. 8Gli occhi del corpo non vedranno mai se non tramite differenze. 9Tuttavia la percezione non si basa sui messaggi portati dagli occhi. 10Solo la mente valuta i loro messaggi e così solo la mente è responsabile del vedere. 11Soltanto essa decide se quello che viene visto è reale o illusorio, desiderabile o indesiderabile, piacevole o doloroso.

M-8.4. È nelle attività di discernimento e categorizzazione della mente che entrano gli errori di percezione. 2Ed è qui che deve essere fatta la correzione. 3La mente classifica quello che le portano gli occhi del corpo secondo i suoi valori preconcetti, giudicando dove ciascun dato sensorio si adatti meglio. 4Quale base potrebbe essere più fallace di questa? 5Non riconosciuta da se stessa, ha chiesto essa stessa che le venisse dato ciò che si adatterà a queste categorie. 6E avendo fatto così, conclude che le categorie devono essere vere. 7Il giudizio di tutte le differenze si basa su ciò, poiché è da ciò che dipendono i giudizi del mondo. 8Ci si può forse fidare di questo “ragionamento” confuso e senza senso per qualsiasi cosa?

M-8.5. Non ci può essere alcun ordine di difficoltà nella guarigione semplicemente perché ogni forma di malattia è illusione. 2È forse più difficile dissipare la credenza che il folle ha in una allucinazione più grande rispetto ad una più piccola? 3Forse che lui riconoscerà più rapidamente l’irrealtà di una voce più forte rispetto a quella di una più sommessa? 4Scarterà forse più facilmente una richiesta di uccidere appena sussurrata rispetto ad una urlata a piena voce? 5E nella sua percezione, il numero dei forconi che vede impugnati dai diavoli, influenzerà la sua credibilità? 6La sua mente li ha catalogati tutti reali e così sono tutti reali per lui. 7Quando si renderà conto che sono tutte illusioni, scompariranno. 8Ed è la stessa cosa con la guarigione. 9Le proprietà delle illusioni che sembrano renderle diverse sono in realtà irrilevanti, poiché le loro proprietà sono altrettanto illusorie.

M-8.6. Gli occhi del corpo continueranno a vedere differenze. 2Ma la mente che si è lasciata guarire non le riconoscerà più. 3Ci saranno quelli che sembreranno essere “più malati” di altri, e gli occhi del corpo riporteranno, come prima, le loro apparenze cambiate. 4Ma la mente guarita le metterà tutte in una categoria: sono tutte irreali. 5Questo è il dono del suo Insegnante: la comprensione che soltanto due categorie sono significative nel vagliare i messaggi che la mente riceve da ciò che sembra essere il mondo esterno. 6E di queste due solo una è reale. 7Proprio come la realtà è completamente reale e non ha nulla a che fare con misura, forma, tempo e luogo – perché non possono esistere differenze al suo interno – così anche le illusioni sono senza distinzioni. 8La sola risposta a qualsiasi tipo di malattia è la guarigione. 9La sola risposta a tutte le illusioni è la verità.

9. Sono richiesti cambiamenti nella situazione di vita degli insegnanti di Dio? M-9.1. Sono richiesti cambiamenti nella mente degli insegnanti di Dio. 2Ciò può implicare cambiamenti nella situazione esterna oppure no. 3Ricorda che nessuno si trova dov’è per caso e che il caso non gioca alcun ruolo nel piano di Dio. 4È più probabile che nell’addestramento del nuovo insegnante di Dio, il primo passo sarà un cambiamento di atteggiamento. 5Non c’è, però, alcuna struttura fissa, poiché l’addestramento è sempre altamente individualizzato. 6C’è chi è chiamato a cambiare la propria situazione di vita quasi immediatamente, ma questi sono generalmente casi speciali. 7Alla grande maggioranza viene dato un programma di addestramento che si evolve lentamente, in cui vengono corretti quanti più errori precedenti è possibile. 8Le relazioni in particolare devono essere percepite appropriatamente e devono essere eliminate tutte le oscure pietre angolari di non perdono. 9Altrimenti il vecchio sistema di pensiero avrà ancora una base per ritornare.

M-9.2. Man mano che l’insegnante di Dio avanza nel suo addestramento impara un’unica lezione con un’accuratezza sempre crescente. 2Non prende da sé le decisioni: chiede al suo Insegnante la Sua risposta ed è questa che segue come guida per l’azione. 3Ciò diventa sempre più facile man mano che l’insegnante di Dio impara a rinunciare al proprio giudizio. 4La rinuncia al giudizio, l’ovvio prerequisito per udire la Voce di Dio è solitamente un processo piuttosto lento, non perché sia difficile, ma perché può essere percepito come un’offesa personale. 5L’addestramento del mondo è diretto verso il raggiungimento di un obiettivo in diretta opposizione a quello del nostro programma di studi. 6Il mondo addestra ad affidarsi al proprio giudizio come criterio di maturità e forza. 7Il nostro programma di studi insegna che abbandonare il giudizio è la condizione necessaria per la salvezza.

10. Come si abbandona il giudizio? M-10.1. Il giudizio, come altri meccanismi per mezzo dei quali viene mantenuto il mondo delle illusioni, è totalmente frainteso dal mondo. 2È in effetti confuso con la saggezza, e si sostituisce alla verità. 3Secondo il modo in cui il mondo usa il termine, un individuo è capace di giudizio “buono” e “cattivo”, e la sua educazione mira a rafforzare il primo e minimizzare il secondo. 4C’è, però, una considerevole confusione in merito al significato di queste categorie. 5Ciò che è un giudizio “buono” per uno, è un giudizio “cattivo” per un altro. 6Inoltre, persino la stessa persona classifica la stessa azione come una dimostrazione di giudizio “buono” in un momento e di giudizio “cattivo” in un altro momento. 7Né può essere veramente insegnato alcun criterio coerente per determinare cosa siano queste categorie. 8In qualsiasi momento lo studente può essere in disaccordo con quello che il suo supposto insegnante dice di esse e l’insegnante stesso può ben essere incoerente in ciò in cui crede. 9“Giudizio buono” in questi termini, non significa nulla. 10E nemmeno “giudizio cattivo”.

M-10.2. È necessario che l’insegnante di Dio si renda conto non del fatto che non dovrebbe giudicare, ma che non può. 2Nel rinunciare a giudicare sta semplicemente rinunciando a ciò che non ha mai avuto. 3Rinuncia a un’illusione o, meglio, ha l’illusione di rinunciare. 4È in effetti diventato semplicemente più onesto. 5Riconoscendo che gli è stato sempre impossibile giudicare, non ci prova più. 6Questo non è un sacrificio. 7Al contrario, si mette in una posizione in cui può aver luogo il giudizio attraverso di lui piuttosto che da lui. 8E questo giudizio non è né “buono” né “cattivo”. 9È il solo giudizio che c’è, ed è solo uno: “Il Figlio di Dio è senza colpa e il peccato non esiste”.

M-10.3. L’obiettivo del nostro programma di studi, diversamente dalla meta di apprendimento del mondo, è il riconoscimento che il giudizio nel senso comune del termine, è impossibile. 2Questa non è una opinione, ma un fatto. 3Per giudicare giustamente qualsiasi cosa, si dovrebbe essere pienamente consapevoli di una gamma inconcepibilmente ampia di cose: passate, presenti e a venire. 4Si dovrebbero riconoscere in anticipo tutti gli effetti dei propri giudizi su tutti e su tutto ciò che ne è coinvolto a qualsiasi livello. 5E si dovrebbe essere certi che non ci sia alcuna distorsione nella propria percezione, cosicché il giudizio possa essere completamente giusto nei confronti di chiunque verso cui è diretto ora e in futuro. 6Chi è in grado di far ciò? 7Chi, se non in grandiose fantasie, affermerebbe ciò di se stesso?

M-10.4. Ricorda quante volte hai pensato di sapere tutti i “fatti” di cui avevi bisogno per giudicare, e quanto ti sbagliavi! 2C’è qualcuno che non abbia avuto questa esperienza? 3Vuoi sapere quante volte hai semplicemente pensato di aver ragione, senza neppure renderti conto che ti sbagliavi? 4Perché vuoi scegliere una tale base arbitraria per prendere decisioni? 5La saggezza non è giudizio: è l’abbandono del giudizio. 6Esprimi quindi solo un altro giudizio. 7È questo: c’è Qualcuno con te il Cui giudizio è perfetto. 8Egli conosce tutti i fatti: passato, presente e da venire. 9Egli conosce tutti gli effetti del Suo giudizio su tutti e tutto ciò che ne è coinvolto in qualsiasi modo. 10Ed è completamente giusto verso ognuno poiché non c’è distorsione nella Sua percezione.

M-10.5. Perciò deponi il giudizio, non con rincrescimento, ma con un sospiro di gratitudine. 2Adesso sei libero da un fardello tanto grande che sotto di esso potresti solamente barcollare e cadere. 3Ed era tutta illusione. 4Niente di più. 5Ora l’insegnante di Dio può alzarsi senza fardelli e andare avanti con leggerezza. 6Ma non è soltanto questo il suo beneficio. 7La sua sensazione di preoccupazione è finita, poiché non ne ha nessuna. 8L’ha abbandonata assieme al giudizio. 9Si è dato a Colui nel Cui giudizio ha ora scelto di aver fiducia, invece del proprio. 10Ora non fa errori. 11La sua Guida è sicura. 12E dove era venuto a giudicare, viene a benedire. 13Dove adesso ride, era solito venire a piangere.

M-10.6. Non è difficile abbandonare il giudizio. 2Ma è davvero difficile cercare di mantenerlo. 3L’insegnante di Dio lo depone felicemente nell’istante in cui ne riconosce il costo. 4Tutta la bruttezza che vede attorno a sé ne è la conseguenza. 5Tutto il dolore che vede è il suo risultato. 6Tutta la solitudine e il senso di perdita, il passare del tempo e la crescente mancanza di speranza, la disperazione rivoltante e la paura della morte, tutte queste cose sono venute da esso. 7E ora sa che queste cose non sono necessarie. 8Non una è vera. 9Poiché ha rinunciato alla loro causa ed esse, che non sono mai state altro che gli effetti della sua scelta sbagliata, sono scomparse da lui. 10Insegnante di Dio, questo passo ti porterà la pace. 11Può forse essere difficile non volere altro che questo?

11. Com’è possibile la pace in questo mondo? M-11.1. Questa è una domanda che ognuno deve porsi. 2Certamente qui la pace sembra essere impossibile. 3Tuttavia la Parola di Dio promette altre cose che sembrano impossibili, proprio come questa. 4La Sua Parola ha promesso pace. 5Ha anche promesso che non c’è morte, che la resurrezione deve avvenire e che la rinascita è l’eredità dell’uomo. 6Il mondo che vedi non può essere il mondo che Dio ama, e tuttavia la Sua Parola ci assicura che Egli ama il mondo. 7La Parola di Dio ha promesso che qui la pace è possibile, e ciò che Egli promette non può essere affatto impossibile. 8Ma è vero che il mondo deve essere visto in modo diverso, se si vogliono accettare le Sue promesse. 9Ciò che il mondo è, non è che un fatto. 10Non puoi scegliere ciò che dovrebbe essere. 11Ma puoi scegliere come vuoi vederlo. 12Sei davvero tu a doverlo scegliere.

M-11.2. Torniamo nuovamente alla questione del giudizio. 2Questa volta chiediti se è più probabile che sia vero il tuo giudizio o la Parola di Dio. 3Poiché dicono cose diverse sul mondo, e cose così opposte che non ha senso cercare di riconciliarle. 4Dio offre salvezza al mondo, il tuo giudizio lo vuole condannato. 5Dio dice che non c’è morte: il tuo giudizio non vede altro che la morte come l’inevitabile fine della vita. 6La Parola di Dio ti assicura che Egli ama il mondo: il tuo giudizio dice che non è possibile amarlo. 7Chi ha ragione? 8Poiché uno di voi ha torto. 9Non può che essere così.

M-11.3. Il testo spiega che lo Spirito Santo è la Risposta a tutti i problemi che hai fatto. 2Questi problemi non sono reali, ma ciò è senza significato per coloro che ci credono. 3E ognuno crede in ciò che ha fatto, poiché è stato il suo crederci che l’ha fatto. 4In questa situazione strana e paradossale – senza significato e senza senso, ma dalla quale non sembra possibile uscire – Dio ha mandato il Suo Giudizio per rispondere al tuo. 5Dolcemente il Suo Giudizio sostituisce il tuo. 6E tramite questa sostituzione ciò che è incomprensibile viene reso comprensibile. 7Come è possibile la pace in questo mondo? 8Nel tuo giudizio non è possibile e non potrà mai essere possibile. 9Ma nel Giudizio di Dio, ciò che si riflette qui è solo pace.

M-11.4. La pace è impossibile per coloro che vedono la guerra. 2La pace è inevitabile per coloro che offrono pace. 3Come è facile, allora, sfuggire al tuo giudizio del mondo! 4Non è il mondo che sembra rendere la pace impossibile. 5È il mondo che vedi che è impossibile. 6Ma il Giudizio di Dio su questo mondo distorto lo ha redento e reso adatto ad accogliere la pace. 7E la pace discende su di esso in gioiosa risposta. 8Ora la pace vi dimora perché vi è entrato un Pensiero di Dio. 9Cos’altro se non un Pensiero di Dio trasforma l’inferno nel Cielo col semplice essere ciò che è? 10La terra si prostra al cospetto della sua Presenza piena di grazia, e si inchina in risposta, per farla risorgere di nuovo. 11Adesso la domanda è diversa. 12Non è più: “È forse possibile la pace in questo mondo?”, ma al contrario: “Non è forse impossibile che la pace sia assente qui?”

12. Quanti insegnanti di Dio sono necessari per salvare il mondo? M-12.1. La risposta a questa domanda è: uno. 2Un insegnante assolutamente perfetto, il cui apprendimento sia completo, è sufficiente. 3Questi, santificato e redento, diventa il Sé Che è il Figlio di Dio. 4Colui che è sempre stato completamente spirito, adesso non si vede più come un corpo, o nemmeno in un corpo. 5Perciò è senza limiti. 6Ed essendo illimitato i suoi pensieri sono uniti per sempre a quelli di Dio. 7La sua percezione di se stesso è basata sul Giudizio di Dio, non sul proprio. 8Così condivide la Volontà di Dio e porta i Suoi Pensieri alle menti ancora illuse. 9È per sempre uno, perché è come Dio lo ha creato. 10Ha accettato Cristo ed è salvo.

M-12.2. Così il figlio dell’uomo diventa il Figlio di Dio. 2Non è realmente un cambiamento: è un cambiamento di mente. 3Nulla di esterno cambia, ma tutto ciò che è interno adesso riflette soltanto l’Amore di Dio. 4Dio non può più essere temuto, poiché la mente non vede alcuna causa per la punizione. 5Gli insegnanti di Dio sembrano essere molti, poiché questo è quello di cui il mondo ha bisogno. 6Ma, essendo uniti in un solo scopo, uno scopo che condividono con Dio, come potrebbero essere separati l’uno dall’altro? 7Che importanza ha se appaiono in molte forme? 8Le loro menti sono una sola, la loro unione è completa. 9E adesso Dio lavora tramite loro come uno solo, poiché questo è ciò che sono.

M-12.3. Perché è necessaria l’illusione che ce ne siano molti? 2Soltanto perché la realtà non è comprensibile a chi delira. 3Solo pochissimi sono in grado di udire la Voce di Dio e persino essi non sono in grado di comunicare i Suoi messaggi direttamente tramite lo Spirito che li ha dati a loro. 4Hanno bisogno di un mezzo tramite il quale la comunicazione diventi possibile per coloro che non si rendono conto di essere spirito. 5Un corpo che essi possano vedere. 6Una voce che possano comprendere e ascoltare, senza la paura che la verità susciterebbe in loro. 7Non dimenticate che la verità può giungere soltanto dove è benvenuta senza paura. 8Così gli insegnanti di Dio hanno bisogno di un corpo, poiché la loro unità non potrebbe essere riconosciuta direttamente.

M-12.4. Tuttavia ciò che li rende insegnanti di Dio è il loro riconoscimento dello scopo appropriato del corpo. 2Man mano che avanzano nella loro professione diventano sempre più certi che la funzione del corpo non è altro che lasciare che la Voce di Dio parli attraverso di esso a orecchie umane. 3E queste orecchie porteranno alla mente di chi ascolta messaggi che non sono di questo mondo, e la mente comprenderà grazie alla loro Fonte. 4Da questa comprensione verrà il riconoscimento, in questo nuovo insegnante di Dio, di ciò che è realmente lo scopo del corpo: il solo motivo che ha in realtà per esso. 5Questa lezione è sufficiente per lasciare entrare il pensiero di unità e perché ciò che è uno venga riconosciuto come uno. 6Gli insegnanti di Dio sembrano condividere l’illusione della separazione, ma a causa di ciò per cui usano il corpo, non credono nell’illusione nonostante le apparenze.

M-12.5. La lezione centrale è sempre questa: il corpo diverrà per te ciò per cui lo usi. 2Usalo per il peccato o per l’attacco, che è la stessa cosa del peccato, e lo vedrai peccaminoso. 3In quanto peccaminoso è debole e, essendo debole, soffre e muore. 4Usalo per portare la Parola di Dio a coloro che non l’hanno, e il corpo diverrà santo. 5In quanto santo non può essere malato, né può morire. 6Quando la sua utilità finisce viene messo da parte e questo è tutto. 7La mente prende questa decisione, così come prende tutte le decisioni che sono responsabili delle condizioni del corpo. 8Ma l’insegnante di Dio non prende questa decisione da solo. 9Far ciò sarebbe dare al corpo uno scopo diverso da quello che lo mantiene santo. 10La Voce di Dio gli dirà quando avrà adempiuto al suo ruolo, proprio come Essa gli dice qual è la sua funzione. 11Non soffre né nell’andare né nel restare. 12Ora la malattia è per lui impossibile.

M-12.6. Unità e malattia non possono coesistere. 2Gli insegnanti di Dio per un po’ scelgono di vedere i sogni. 3È una scelta cosciente. 4Poiché hanno imparato che tutte le scelte vengono fatte coscientemente, con piena consapevolezza delle loro conseguenze. 5Il sogno dice un’altra cosa, ma chi porrebbe la propria fede nei sogni una volta che li abbia riconosciuti per quello che sono? 6La consapevolezza di sognare è la funzione reale degli insegnanti di Dio. 7Essi osservano i personaggi dei sogni andare e venire, spostarsi e cambiare, soffrire e morire. 8Tuttavia non vengono ingannati da ciò che vedono. 9Riconoscono che vedere un personaggio del sogno come malato e separato non è più reale del considerarlo sano e bello. 10Solo l’unità non è cosa da sogni. 11Ed è questo che gli insegnanti di Dio riconoscono dietro al sogno, al di là di ogni apparenza e tuttavia sicuramente loro.

13. Qual è il vero significato del sacrificio? M-13.1. Sebbene in verità il termine sacrificio sia assolutamente privo di significato, ha in effetti significato nel mondo. 2Come tutte le cose nel mondo il suo significato è temporaneo e alla fine svanirà nel nulla dal quale è venuto quando non avrà più alcuna utilità. 3Ora il suo vero significato è una lezione. 4Come tutte le lezioni è un’illusione, poiché in realtà non c’è nulla da imparare. 5Tuttavia questa illusione deve essere sostituita da uno strumento correttivo: un’altra illusione che sostituisca la prima, cosicché entrambe possano alla fine scomparire. 6La prima illusione che deve essere rimpiazzata prima che un altro sistema di pensiero possa prendere radici, è che sia un sacrificio rinunciare alle cose di questo mondo. 7Cosa potrebbe essere questa se non un’illusione, giacché il mondo stesso non è niente di più di questo?

M-13.2. Ci vuole una grande capacità di apprendimento sia per rendersene conto, che per accettare il fatto che il mondo non ha nulla da dare. 2Cosa può significare il sacrificio di nulla? 3Non può voler dire che hai meno a causa di ciò. 4Non c’è sacrificio nei termini del mondo che non implichi il corpo. 5Pensa un po’ a ciò che il mondo chiama sacrificio. 6Potere, fama, denaro, piacere fisico: chi è l’“eroe” a cui appartengono tutte queste cose? 7Potrebbero significare qualcosa se non per un corpo? 8Ma un corpo non può valutare. 9Ricercando tali cose la mente si associa a un corpo, oscurando la propria Identità e perdendo di vista cos’è realmente.

M-13.3. Una volta che è avvenuta questa confusione, diventa impossibile per la mente comprendere che tutti i “piaceri” del mondo non sono nulla. 2Ma che sacrificio –ed è davvero un sacrificio! – implica tutto ciò. 3Adesso la mente si è condannata a cercare senza trovare, ad essere per sempre insoddisfatta e scontenta, a non sapere quello che vuole realmente trovare. 4Chi può sfuggire a questa auto-condanna? 5Questo può essere possibile soltanto per mezzo della Parola di Dio. 6Perché l’auto-condanna è una decisione in merito alla propria identità e nessuno dubita di ciò che crede di essere. 7Si può dubitare di tutto, ma mai di questo.

M-13.4. Gli insegnanti di Dio non possono avere rimpianti nel rinunciare ai piaceri del mondo. 2È forse un sacrificio rinunciare al dolore? 3Forse che un adulto si risente nel rinunciare ai giocattoli di un bambino? 4Colui la cui visione ha già intravisto il volto di Cristo guarda forse con desiderio un mattatoio? 5Nessuno che sia sfuggito al mondo e a tutti i suoi mali lo guarda con condanna. 6Ma deve gioire del fatto che è libero da ogni sacrificio che i valori del mondo vorrebbero imporgli. 7Ad essi sacrifica tutta la sua pace. 8Ad essi sacrifica tutta la sua libertà. 9E per possederli deve sacrificare la sua speranza nel Cielo e il ricordo dell’Amore di suo Padre. 10Chi, sano di mente, sceglie il nulla come sostituto del tutto?

M-13.5. Qual è il vero significato di sacrificio? 2È il costo del credere nelle illusioni. 3È il prezzo che deve essere pagato per la negazione della verità. 4Non c’è piacere al mondo che non lo imponga, poiché altrimenti il piacere verrebbe visto come dolore e nessuno vuole il dolore se lo riconosce. 5È l’idea del sacrificio che lo rende cieco. 6Non vede ciò che sta chiedendo. 7E così lo cerca in mille modi e in mille luoghi, credendo ogni volta che sia lì, restando ogni volta disilluso alla fine. 8“Cerca ma non trovare” rimane il duro decreto di questo mondo e nessuno che persegua gli obiettivi del mondo può fare altrimenti.

M-13.6. Tu puoi credere che questo corso richieda il sacrificio di tutto ciò che ti sta realmente a cuore. 2In un certo senso questo è vero, poiché tu prediligi le cose che crocifiggono il Figlio di Dio, e scopo del corso è liberarlo. 3Ma non sbagliarti a proposito di ciò che significa sacrificio. 4Esso significa sempre il rinunciare a ciò che vuoi. 5E cosa, insegnante di Dio, è ciò che vuoi? 6Sei stato chiamato da Dio e hai risposto. 7Vuoi forse adesso sacrificare quel Richiamo? 8Finora pochi l’hanno udito ed essi non possono che rivolgersi a te. 9Non c’è altra speranza al mondo di cui possono avere fiducia. 10Non c’è nessun’altra voce in tutto il mondo che faccia eco a quella di Dio. 11Se vuoi sacrificare la verità essi restano nell’inferno. 12E se essi ci restano, tu ci rimarrai con loro.

M-13.7. Non dimenticare che il sacrificio è totale. 2Non ci sono mezzi sacrifici. 3Non puoi rinunciare al Cielo parzialmente. 4Non puoi essere all’inferno solo un po’. 5La Parola di Dio non ha eccezioni. 6È questo che la rende santa e al di là del mondo. 7È la sua santità che punta a Dio. 8È la sua santità che ti fa essere al sicuro. 9È negata se attacchi qualsiasi fratello per qualunque cosa. 10Poiché è qui che avviene la separazione da Dio. 11Una separazione che è impossibile. 12Una separazione che non può accadere. 13Tuttavia una separazione nella quale sicuramente crederai, perché hai inscenato una situazione che è impossibile. 14E in questa situazione può sembrare che accada l’impossibile. 15Sembra accadere col “sacrificio” della verità.

M-13.8. Insegnante di Dio, non dimenticare il significato di sacrificio e ricorda cosa deve significare, in termini di costo, ogni decisione che prendi. 2Decidi a favore di Dio e tutto ti verrà dato senza alcun costo. 3Decidi contro di Lui e sceglierai il nulla, a spese della consapevolezza di tutto. 4Cosa vuoi insegnare? 5Ricorda solo cosa vuoi imparare. 6Poiché questo è ciò di cui ti devi preoccupare. 7La Riconciliazione è per te. 8Il tuo apprendimento la reclama e il tuo apprendimento la dà. 9Il mondo non ce l’ha. 10Ma impara questo corso e sarà tua. 11Dio ti offre la Sua Parola, poiché Egli ha bisogno di insegnanti. 12Che altro modo c’è per salvare Suo Figlio?

14. Come finirà il mondo? M-14.1. Può veramente finire ciò che non ha inizio? 2Il mondo finirà in un’illusione così come è iniziato. 3Tuttavia la sua fine sarà un’illusione di misericordia. 4L’illusione del perdono, completo, che non esclude nessuno, illimitato nella sua dolcezza, lo coprirà, nascondendo tutto il male, occultando tutto il peccato e ponendo fine per sempre alla colpa. 5Così finirà il mondo che la colpa aveva fatto, poiché a quel punto non avrà alcuno scopo e scomparirà. 6Il padre delle illusioni è il credere che esse abbiano uno scopo: che soddisfino una necessità o gratifichino un desiderio. 7Percepite senza scopo, non vengono più viste. 8Viene riconosciuta la loro inutilità e scompaiono. 9Come vengono dissolte tutte le illusioni, se non in questo modo? 10Sono state portate alla verità e la verità non le ha viste. 11Essa semplicemente ha guardato oltre ciò che è senza significato.

M-14.2. Finché il perdono non è completo, il mondo ha in effetti uno scopo. 2Diventa la dimora in cui nasce il perdono e dove cresce, diventa più forte e abbraccia ogni cosa. 3Qui viene nutrito, poiché qui è necessario. 4Un dolce Salvatore, nato dove è stato inventato il peccato e la colpa è sembrata reale. 5Qui si trova la Sua dimora, perché qui c’è proprio bisogno di Lui. 6Egli porta con Sé la fine del mondo. 7È al Suo Richiamo che risponde l’insegnante di Dio, rivolgendosi a Lui in silenzio per ricevere la Sua Parola. 8Il mondo finirà quando ogni cosa in esso sarà stata giudicata correttamente dal Suo giudizio. 9Il mondo finirà con la benedizione della santità su di esso. 10Quando non rimarrà neanche un pensiero di peccato, il mondo sarà finito. 11Non verrà distrutto, né attaccato e neppure minimamente sfiorato. 12Semplicemente cesserà di sembrare che esista.

M-14.3. Certamente ciò sembra essere molto, ma molto lontano nel futuro. 2“Quando neanche un pensiero di peccato rimarrà” sembra essere davvero un obiettivo lontanissimo. 3Ma il tempo si ferma e serve l’obiettivo degli insegnanti di Dio. 4Non un solo pensiero di peccato rimarrà nell’istante in cui uno qualsiasi di loro accetterà la Riconciliazione per se stesso. 5Non è più facile perdonare un peccato che perdonarli tutti. 6L’illusione di ordini di difficoltà è un ostacolo che l’insegnante di Dio deve imparare a superare e lasciarsi alle spalle. 7Un solo peccato perfettamente perdonato, da un solo insegnante di Dio, può rendere completa la salvezza. 8Sei in grado di comprendere ciò? 9No, è senza significato per chiunque qui. 10Tuttavia è la lezione finale in cui viene ripristinata l’unità. 11Va contro tutto il modo di pensare del mondo, ma anche il Cielo va contro di esso.

M-14.4. Il mondo finirà quando il suo sistema di pensiero sarà stato completamente rovesciato. 2Fino ad allora, frammenti piccoli e grandi del suo modo di pensare, sembreranno ancora ragionevoli. 3La lezione finale, che porta la fine del mondo, non può essere afferrata da coloro i quali non sono ancora preparati a lasciare il mondo e andare oltre il suo minuscolo campo d’azione. 4Qual è, allora, la funzione dell’insegnante di Dio in questa lezione conclusiva? 5Deve semplicemente imparare come avvicinarsi ad essa: essere disposto ad andare nella sua direzione. 6Deve semplicemente aver fiducia che, se la Voce di Dio gli dice che è una lezione che può imparare, può impararla. 7Non la giudica né facile, né difficile. 8Il Suo Insegnante la indica ed egli ha fiducia nel fatto che Egli gli mostrerà come impararla.

M-14.5. Il mondo finirà in gioia, perché è un luogo di tristezza. 2Quando la gioia sarà giunta, lo scopo del mondo sarà finito. 3Il mondo finirà in pace, poiché è un luogo di guerra. 4Quando sarà giunta la pace, quale sarà lo scopo del mondo? 5Il mondo finirà nel riso, perché è un luogo di lacrime. 6Dove c’è il riso, chi potrà più piangere? 7E soltanto il perdono completo porterà tutto ciò a benedire il mondo. 8Se ne andrà nella benedizione, poiché non finirà come è iniziato. 9Trasformare l’inferno in Cielo è la funzione degli insegnanti di Dio, poiché quello che insegnano sono lezioni in cui viene riflesso il Cielo. 10E ora siediti in vera umiltà e comprendi che tutto ciò che Dio vuole che tu faccia, puoi farlo. 11Non essere arrogante e non dire che non puoi imparare il Suo programma di studi. 12La Sua Parola dice altrimenti. 13Sia fatta la Sua Volontà. 14Non può essere altrimenti. 15E sii grato che è così.

15. Alla fine saranno tutti giudicati? M-15.1. Decisamente sì! 2Nessuno può sfuggire al Giudizio Universale di Dio. 3Chi potrebbe fuggire per sempre dalla verità? 4Ma il Giudizio Universale non verrà fino a quando non sarà più associato alla paura. 5Un giorno ognuno gli darà il benvenuto e nello stesso giorno gli verrà dato. 6Udrà la sua assenza di peccato proclamata ovunque nel mondo, rendendolo libero nel momento in cui riceverà il Giudizio Universale di Dio. 7Questo è il Giudizio in cui risiede la salvezza. 8Questo è il Giudizio che lo renderà libero. 9Questo è il Giudizio in cui tutte le cose vengono liberate con lui. 10Il tempo si arresta mentre l’eternità si avvicina e il silenzio si estende sul mondo così che ognuno possa udire questo Giudizio sul Figlio di Dio:

11Santo sei tu, eterno, libero e intero, per sempre in pace nel Cuore di Dio. 12Dov’è il mondo, e dov’è il dolore adesso?

M-15.2. Insegnante di Dio, è questo il giudizio che hai su di te? 2Credi che questo sia completamente vero? 3No, non ancora, non ancora. 4Ma questo continua ad essere il tuo obiettivo: il motivo per cui sei qui. 5E la tua funzione è prepararti ad udire questo Giudizio e riconoscere che è vero. 6Se crederai completamente in ciò un solo istante, andrai oltre la credenza, alla Certezza. 7Un solo istante fuori dal tempo può portare la fine del tempo. 8Non giudicare perché non giudichi che te stesso, e così ritardi questo Giudizio Universale. 9Qual è il tuo giudizio del mondo, insegnante di Dio? 10Hai già imparato a metterti da parte per udire la Voce del Giudizio dentro di te? 11O tenti ancora di portarGli via il Suo ruolo? 12Impara ad essere quieto poiché la Sua Voce si ode nella quiete. 13E il Suo Giudizio giunge a tutti coloro che si mettono da parte in quieto ascolto e Lo attendono.

M-15.3. Tu, che talvolta sei triste e talvolta arrabbiato, che talvolta senti che ciò che ti è dovuto non ti viene dato e i tuoi strenui sforzi incontrano mancanza di apprezzamento e persino disprezzo, rinuncia a questi sciocchi pensieri! 2Sono troppo piccoli e insignificanti per occupare la tua mente santa, anche solo un altro istante. 3Il Giudizio di Dio ti aspetta per liberarti. 4Cosa può offrirti il mondo, indipendentemente dai tuoi giudizi sui suoi doni, che preferiresti avere? 5Verrai giudicato e giudicato con giustizia e onestà. 6Non c’è inganno in Dio. 7Le Sue promesse sono sicure. 8Ricorda solo questo. 9Le Sue promesse hanno garantito che il Suo Giudizio, e soltanto il Suo, alla fine sarà accettato. 10È la tua funzione far sì che quella fine avvenga presto. 11È la tua funzione tenertelo nel cuore e offrirlo a tutto il mondo per tenerlo al sicuro.

16. Come dovrebbe trascorrere la giornata l’insegnante di Dio? M-16.1. Per l’insegnante di Dio progredito questa domanda è senza significato. 2Non c’è alcun programma perché le lezioni cambiano ogni giorno. 3Tuttavia l’insegnante di Dio è sicuro solo di una cosa: esse non cambiano a caso. 4Vedendo ciò e comprendendo che è vero, è contento. 5Gli verrà detto tutto ciò che deve essere il suo ruolo, in questo giorno e ogni giorno. 6E coloro che condividono quel ruolo con lui lo troveranno, cosicché potranno imparare assieme le lezioni del giorno. 7Non mancherà nessuno di cui ha bisogno: nessuno verrà mandato senza un obiettivo d’apprendimento già stabilito, obiettivo che può essere appreso proprio quel giorno. 8Per l’insegnante di Dio progredito, quindi, questa domanda è superflua. 9È stata posta e ha avuto risposta, ed egli si tiene in contatto costante con la Risposta. 10È pronto, e vede la strada su cui cammina scorrere innanzi a lui in modo sicuro e agevole.

M-16.2. Ma che dire di coloro che non hanno raggiunto la sua certezza? 2Essi non sono ancora pronti, da parte loro, per una tale mancanza di strutturazione. 3Cosa devono fare per imparare a dare la giornata a Dio? 4Ci sono alcune regole generali da applicare, sebbene ognuno debba usarle a modo proprio e nel miglior modo possibile. 5Le abitudini, in quanto tali, sono pericolose poiché diventano facilmente veri e propri dèi, minacciando gli scopi stessi per cui erano state stabilite. 6Parlando in generale, allora, si può dire che è bene iniziare la giornata nel modo giusto. 7È sempre possibile ricominciare se la giornata dovesse iniziare in modo sbagliato. 8Ma ci sono ovvi vantaggi in termini di risparmio di tempo.

M-16.3. All’inizio è saggio pensare in termini di tempo. 2Questo è ben lungi dall’essere un criterio definitivo, ma all’inizio è probabilmente il più semplice da osservare. 3Risparmiare tempo è un’enfasi iniziale essenziale che, sebbene rimanga importante per tutto il processo di apprendimento, verrà sottolineata sempre meno. 4All’inizio possiamo dire con sicurezza che il tempo dedicato ad iniziare correttamente la giornata fa davvero risparmiare tempo. 5Quanto tempo si dovrebbe trascorrere così? 6Ciò non può che dipendere dallo stesso insegnante di Dio. 7Non potrà reclamare quel titolo finché non abbia completato il libro di esercizi, poiché stiamo imparando all’interno della struttura del nostro corso. 8Dopo aver completato i periodi di pratica più strutturati, contenuti nel libro di esercizi, il bisogno individuale diventerà il fattore più importante.

M-16.4. Questo corso è sempre pratico. 2Può darsi che l’insegnante di Dio quando si sveglia non si trovi in una situazione che incoraggi pensieri calmi. 3Se è così, ricordi almeno di scegliere di trascorrere del tempo con Dio non appena possibile, e lo faccia. 4La durata non è la cosa più importante. 5Si può facilmente stare seduti in silenzio per un’ora con gli occhi chiusi senza concludere nulla. 6E altrettanto facilmente si può dare a Dio solo un istante e in quell’istante unirsi a Lui completamente. 7Forse la sola generalizzazione che può essere fatta è questa: non appena possibile, dopo il risveglio, prenditi il tuo momento di quiete, continuando per un minuto o due dopo che inizierai a trovarlo difficile. 8Potrai scoprire che la difficoltà diminuirà fino a svanire. 9Se non succede, è il momento di fermarsi.

M-16.5. La stessa procedura andrebbe seguita la sera. 2Forse il tuo momento di quiete potrebbe essere abbastanza presto la sera, se non è fattibile per te che sia proprio prima di andare a dormire. 3Non è saggio farlo stando sdraiati. 4È meglio star seduti, nella posizione che preferisci. 5Avendo completato il libro di esercizi, devi essere pervenuto a delle conclusioni a questo riguardo. 6Se possibile, comunque, il momento preferibile da dedicare a Dio è quello appena prima di andare a dormire. 7Pone la tua mente in una condizione di riposo e ti distoglie dalla paura. 8Se ti è conveniente trascorrere questo momento prima, almeno accertati di non dimenticare un breve periodo – basterà solo un momento – in cui chiudi gli occhi e pensi a Dio.

M-16.6. C’è un pensiero in particolare che dovrebbe essere ricordato per tutto il giorno. 2È un pensiero di gioia pura, un pensiero di pace, un pensiero di liberazione illimitata, illimitata perché in esso tutte le cose sono liberate. 3Pensi di aver fatto un luogo di salvezza per te stesso. 4Pensi di aver fatto un potere che può salvarti da tutte le cose spaventose che vedi nei sogni. 5Non è così. 6La tua sicurezza non sta lì. 7Ciò a cui rinunci è semplicemente l’illusione di proteggere illusioni. 8Ed è questo che temi, e soltanto questo. 9Com’è sciocco aver così paura di nulla! 10Assolutamente nulla! 11Le tue difese non funzioneranno, ma tu non sei in pericolo. 12Non ne hai bisogno. 13Riconoscilo ed esse svaniranno. 14E solo allora accetterai la tua reale protezione.

M-16.7. Come scivola via semplicemente e facilmente il tempo per l’insegnante di Dio che ha accettato la Sua protezione! 2Tutto ciò che ha fatto in precedenza nel nome della sicurezza non lo interessa più. 3Poiché è al sicuro e sa che è così. 4Ha una Guida Che non fallirà. 5Non deve fare distinzioni tra i problemi che percepisce, perché Colui al Quale si rivolge per ciascuno di essi riconosce che non c’è alcun ordine di difficoltà nel risolverli. 6È altrettanto al sicuro nel presente quanto lo era prima che le illusioni venissero accettate nella sua mente, e quanto lo sarà quando le avrà lasciate andare. 7Non c’è differenza nel suo stato in momenti diversi e in luoghi diversi, perché per Dio sono tutti la stessa cosa. 8Questa è la sua sicurezza. 9Non ha bisogno di niente altro.

M-16.8. Tuttavia ci saranno delle tentazioni lungo la strada che l’insegnante di Dio deve ancora percorrere, ed egli ha bisogno di ricordarsi durante il giorno della sua protezione. 2Come può far ciò, in particolare nei momenti in cui la sua mente è occupata da cose esterne? 3Non può che tentare, ed il suo successo dipenderà dalla sua convinzione di riuscire. 4Deve essere sicuro che il successo non viene da lui, ma gli verrà dato in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo e circostanza in cui egli lo richiederà. 5Ci saranno momenti in cui la sua certezza vacillerà, e nel momento in cui ciò accadrà, egli tornerà ai precedenti tentativi di fare affidamento solo su se stesso. 6Non dimenticare che questa è magia, e la magia è una povera sostituta del vero aiuto. 7Non è abbastanza buona per l’insegnante di Dio, poiché non è abbastanza per il Figlio di Dio.

M-16.9. Evitare la magia vuol dire evitare la tentazione. 2Poiché ogni tentazione non è altro che tentare di sostituire la Volontà di Dio con un’altra. 3Questi tentativi possono sembrare sul serio terrificanti, ma sono semplicemente patetici. 4Non possono avere alcun effetto, né buono né cattivo, né gratificante né che richieda sacrificio, né guaritore né distruttivo, né tranquillizzante né pauroso. 5Quando tutta la magia verrà riconosciuta come semplicemente nulla, l’insegnante di Dio avrà raggiunto lo stato più avanzato. 6Tutte le lezioni intermedie non condurranno che a ciò e porteranno questo obiettivo più prossimo ad essere riconosciuto. 7Perché qualsiasi tipo di magia, in tutte le sue forme, non fa assolutamente nulla. 8La sua impotenza è la ragione per cui si può sfuggire ad essa così facilmente. 9Ciò che non ha effetti non può affatto terrorizzare.

M-16.10. Non c’è alcun sostituto per la Volontà di Dio. 2Detto semplicemente, è a questo fatto che l’insegnante di Dio dedica la sua giornata. 3Ogni sostituto che egli possa accettare come reale non può che ingannarlo. 4Ma egli è al sicuro da ogni inganno se lo decide. 5Forse deve ricordare: “Dio è con me. 6Non posso essere ingannato”. 7Forse preferisce altre parole, o soltanto una, o nessuna. 8Tuttavia ogni tentazione di accettare la magia come vera deve essere abbandonata tramite il riconoscere non che fa paura, non che è peccato, non che è pericolosa, ma che è semplicemente senza significato. 9Radicato nel sacrificio e nella separazione, che sono due aspetti di un solo errore e nulla più, egli semplicemente sceglie di rinunciare a tutto ciò che non ha mai avuto. 10E per questo “sacrificio” alla sua consapevolezza viene ripristinato il Cielo.

M-16.11. Non è questo lo scambio che vuoi? 2Il mondo lo farebbe lietamente, se sapesse di poterlo fare. 3Sono gli insegnanti di Dio che devono insegnargli che può farlo. 4E così la loro funzione è di accertarsi di averlo imparato. 5Nessun rischio è possibile lungo tutto l’arco della giornata se non il porre la tua fiducia nella magia, perché è solo questo che porta al dolore. 6“Non c’è altra volontà che quella di Dio”. 7I Suoi insegnanti sanno che è così e hanno imparato che tutto è magia tranne questo. 8Ogni credenza nella magia viene sostenuta da un’ingenua illusione: che essa funzioni. 9Per tutto il loro addestramento, ogni giorno e ogni ora e persino ogni minuto e ogni secondo, gli insegnanti di Dio devono imparare a riconoscere le forme di magia e percepire la loro mancanza di significato. 10Quando si smette di aver paura di esse, svaniscono. 11E così il cancello del Cielo viene riaperto e la sua luce può risplendere nuovamente su una mente che non è turbata.

17. Come affrontano i pensieri magici gli insegnanti di Dio? M-17.1. Questa è una domanda cruciale sia per l’insegnante che per l’allievo. 2Se questa tematica verrà trattata in modo errato, l’insegnante di Dio avrà fatto del male a se stesso ed avrà anche attaccato il suo allievo. 3Ciò rafforzerà la paura e farà sì che la magia sembri piuttosto reale per entrambi. 4Come affrontare la magia diventa così una lezione della massima importanza, che l’insegnante di Dio deve padroneggiare. 5La sua prima responsabilità in ciò è di non attaccarla. 6Se un pensiero magico suscita una forma qualsiasi di rabbia, l’insegnante di Dio può star certo che sta rafforzando la sua stessa credenza nel peccato e che ha condannato se stesso. 7Può allo stesso modo essere sicuro di aver chiesto che vengano a lui depressione, dolore, paura e disastro. 8Che ricordi, quindi, che non è questo che vuole insegnare, perché non è questo che vuole imparare.

M-17.2. C’è comunque la tentazione di rispondere alla magia in un modo che la rinforza. 2E questo non è sempre ovvio. 3Può, infatti, essere facilmente nascosto sotto il desiderio di essere d’aiuto. 4È questo doppio desiderio che rende di poco valore l’aiuto e non può non condurre a risultati indesiderati. 5Né va dimenticato che il risultato che ne deriva arriverà allo stesso modo all’insegnante e all’allievo. 6Quante volte è stato messo in evidenza che non dai che a te stesso? 7E questo, dove potrebbe essere meglio dimostrato se non nel genere di aiuto che l’insegnante di Dio dà a coloro che ne hanno bisogno? 8Qui il suo dono gli viene dato nella maniera più chiara. 9Perché egli darà soltanto quello che avrà scelto per se stesso. 10E in questo dono c’è il suo giudizio sul santo Figlio di Dio.

M-17.3. È sicuramente più facile far sì che l’errore venga corretto dove è più evidente, e gli errori possono essere riconosciuti dai loro risultati. 2Una lezione insegnata veramente, non può condurre a nient’altro che alla liberazione per l’insegnante e per l’allievo, che hanno condiviso un unico intento. 3L’attacco può avvenire soltanto se si saranno percepiti obbiettivi separati. 4E questo sarà stato sicuramente il caso se il risultato sarà qualsiasi altra cosa che non sia gioia. 5L’unico obiettivo dell’insegnante è di riportare ad un’unica direzione la meta divisa dell’allievo, e la richiesta di aiuto diventa la sola cosa che lo interessi. 6A questa, quindi, viene facilmente data una sola risposta, e questa risposta entrerà infallibilmente nella mente dell’insegnante. 7Da lì risplenderà nella mente del suo allievo, rendendola una con la sua.

M-17.4. Forse sarà utile ricordare che nessuno può arrabbiarsi nei confronti di un fatto. 2È sempre un’interpretazione che suscita emozioni negative, indipendentemente dalla loro apparente giustificazione da parte di ciò che si presenta come un fatto. 3Indipendentemente, anche, dall’intensità della rabbia che viene suscitata. 4Potrebbe essere semplicemente una lieve irritazione, forse troppo lieve da poter essere persino chiaramente riconosciuta. 5Oppure potrebbe anche assumere la forma di rabbia intensa, accompagnata da pensieri di violenza, vissuti con la fantasia o apertamente agiti. 6Non ha importanza. 7Tutte queste reazioni sono la stessa cosa. 8Oscurano la verità e questo non può mai essere questione di gradi. 9O la verità è evidente, o non lo è. 10Non può essere riconosciuta parzialmente. 11Chi è inconsapevole della verità non può che vedere illusioni.

M-17.5. La rabbia, in risposta alla percezione di pensieri magici, è la causa di base della paura. 2Considera cosa significa questa reazione e la sua centralità nel sistema di pensiero del mondo diventerà evidente. 3Un pensiero magico, con la sua sola presenza, riconosce la separazione da Dio. 4Afferma, nella più chiara forma possibile, che la mente che crede di avere una volontà separata che può opporsi alla Volontà di Dio, crede anche di poterci riuscire. 5Che ciò non possa in alcun modo essere un fatto è ovvio. 6Tuttavia è ugualmente ovvio che si possa credere che sia un fatto. 7E qui si trova l’origine della colpa. 8Chi usurpa il posto di Dio e lo prende per sé ora ha un “nemico” mortale. 9E deve stare da solo per proteggersi e farsi uno scudo per mantenersi al sicuro da una furia implacabile e da una vendetta insaziabile.

M-17.6. Come può risolversi questa ingiusta battaglia? 2La sua fine è inevitabile, poiché il suo risultato deve essere la morte. 3Come si può, allora, credere nelle proprie difese? 4Bisogna di nuovo ricorrere alla magia. 5Dimentica la battaglia. 6Accettala come un fatto e poi dimenticala. 7Non ricordare l’enorme disuguaglianza a tuo sfavore. 8Non ricordare l’immensità del “nemico” e non pensare alla tua fragilità al confronto. 9Accetta la tua separazione, ma non ricordare come è avvenuta. 10Credi di averla vinta, ma non conservare il più piccolo ricordo di Chi è in realtà il tuo grande “avversario”. 11Proiettando la tua “dimenticanza” su di Lui ti sembrerà che anche Lui abbia dimenticato.

M-17.7. Ma quale sarà adesso la tua reazione a tutti i pensieri magici? 2Non possono che risvegliare la tua colpa assopita, che hai nascosto ma non hai lasciato andare. 3Ciascuno di essi dice chiaramente alla tua mente terrorizzata: “Hai usurpato il posto di Dio. 4Non pensare che Lui abbia dimenticato”. 5Qui la paura di Dio è rappresentata nella maniera più forte. 6Perché in quel pensiero la colpa ha già innalzato la pazzia al trono di Dio Stesso. 7E adesso non c’è più speranza. 8Eccetto che nell’uccidere. 9Ora la salvezza è qui. 10Un padre arrabbiato perseguita il suo figlio colpevole. 11Uccidi o fatti uccidere, poiché solo questa è la scelta. 12Oltre questa non c’è né un’altra, poiché ciò che è stato fatto non può essere disfatto. 13La macchia di sangue non potrà mai essere lavata, e chiunque porti questa macchia dovrà incontrare la morte.

M-17.8. In questa situazione senza speranza, Dio manda i Suoi insegnanti. 2Essi portano la luce della speranza da Dio Stesso. 3C’è un modo in cui è possibile sfuggire. 4Può essere imparato ed insegnato, ma richiede pazienza e molta disponibilità. 5Detto questo, l’evidente semplicità della lezione si staglia come una intensa luce bianca contro un orizzonte nero, poiché tale è. 6Se la rabbia proviene da una interpretazione e non da un fatto, non è mai giustificata. 7Una volta che questo viene colto, anche se vagamente, la strada è aperta. 8Ora è possibile intraprendere il passo successivo. 9Finalmente l’interpretazione può essere cambiata. 10I pensieri magici non devono condurre alla condanna, perché essi non hanno in realtà il potere di dare origine alla colpa. 11E così si può guardare al di là di essi e dimenticarli nel senso più vero della parola.

M-17.9. La pazzia sembra tremenda. 2In verità non ha il potere di fare nulla. 3Proprio come la magia che diventa la sua schiava, non attacca né protegge. 4Vederla e riconoscerne il sistema di pensiero significa vedere il nulla. 5Può il nulla generare rabbia? 6Niente affatto. 7Ricorda, allora, insegnante di Dio, che la rabbia riconosce una realtà che non esiste, tuttavia essa testimonia con certezza che tu credi in questa realtà e la consideri come un fatto. 8Adesso è impossibile sfuggire, fintantoché non vedrai di avere risposto a una tua interpretazione, che hai proiettato su di un mondo esterno. 9Lascia ora che questa spada sinistra ti venga tolta. 10La morte non esiste. 11Questa spada non esiste. 12La paura di Dio è senza causa. 13Ma il Suo Amore è la Causa di tutto, al di là di ogni forma di paura e, quindi, eternamente reale e per sempre vero.

18. Come viene fatta la correzione? M-18.1. Una correzione di natura durevole – e soltanto questa è una correzione vera – non può essere fatta fino a che l’insegnante di Dio non avrà cessato di confondere l’interpretazione con il fatto, o l’illusione con la verità. 2Se discute con il suo allievo a proposito di un pensiero magico, lo attacca, tenta di stabilirne l’errore o di dimostrarne la falsità, non sta facendo altro che testimoniarne la realtà. 3La depressione è quindi inevitabile, poiché avrà “dimostrato” sia al suo allievo che a se stesso, che è compito loro sfuggire da ciò che è reale. 4E ciò non può che essere impossibile. 5La realtà è immutabile. 6I pensieri magici non sono che illusioni. 7Altrimenti la salvezza non sarebbe altro che lo stesso vecchissimo sogno impossibile in un’altra forma. 8Tuttavia il sogno della salvezza ha un contenuto nuovo. 9Non è solo nella forma che si trova la differenza.

M-18.2. La lezione più importante degli insegnanti di Dio è imparare come reagire ai pensieri magici senza rabbia alcuna. 2Solo così potranno proclamare la verità riguardo a se stessi. 3Attraverso di loro lo Spirito Santo potrà ora parlare della realtà del Figlio di Dio. 4Adesso potrà ricordare al mondo l’assenza di peccato, l’unica condizione immutata e immutabile, di tutto ciò che Dio ha creato. 5Ora Egli potrà proclamare la Parola di Dio a orecchie che ascoltano, e portare la visione di Cristo a occhi che vedono. 6Ora sarà libero di insegnare a tutte le menti la verità di ciò che sono, cosicché esse verranno lietamente restituite a Lui. 7E ora la colpa è perdonata, avendo guardato completamente al di là di essa con la Sua vista e la Parola di Dio.

M-18.3. La rabbia non fa altro che strillare: “La colpa è reale!” 2La realtà è oscurata mentre questa folle credenza viene accettata come sostituto della Parola di Dio. 3Gli occhi del corpo adesso “vedono” e solo le sue orecchie possono “udire”. 4Il suo piccolo spazio e il suo minuscolo respiro diventano la misura della realtà. 5E la verità diventa minuscola e senza significato. 6La correzione ha una sola risposta a tutto questo e per il mondo che si basa su questo:

7Tu non fai altro che confondere l’interpretazione con la verità. 8E ti sbagli. 9Ma un errore non è peccato e la realtà non è stata spodestata dal suo trono a causa dei tuoi errori. 10Dio regna in eterno e soltanto le Sue leggi prevalgono su di te e sul mondo. 11Il Suo Amore rimane la sola cosa che esiste. 12La paura è un’illusione, poiché tu sei come Lui.

M-18.4. Per poter guarire, diventa quindi essenziale che l’insegnante di Dio lasci che tutti i suoi errori vengano corretti. 2Se avverte il sia pur minimo accenno di irritazione in sé mentre risponde a chicchessia, che riconosca istantaneamente di aver fatto un’interpretazione che non risponde a verità. 3Che si rivolga, allora, dentro di sé alla sua Guida eterna e lasci che sia Lui a giudicare quale debba essere la risposta. 4In questo modo viene guarito, e nella sua guarigione il suo allievo è guarito con lui. 5La sola responsabilità dell’insegnante di Dio è accettare la Riconciliazione per se stesso. Riconciliazione significa correzione, ovvero disfacimento degli errori. 7Quando ciò sarà stato compiuto, l’insegnante di Dio diventerà un operatore di miracoli per definizione. 8I suoi peccati gli sono stati perdonati ed egli non si condanna più. 9Come può allora condannare chicchessia? 10E chi c’è che il suo perdono non possa guarire?

19. Cos’è la giustizia? M-19.1. La giustizia è la correzione divina dell’ingiustizia. 2L’ingiustizia è la base di tutti i giudizi del mondo. 3La giustizia corregge le interpretazioni a cui l’ingiustizia ha dato vita, e le cancella. 4In Cielo non esiste né giustizia né ingiustizia, poiché l’errore è impossibile e la correzione non ha significato. 5In questo mondo, però, il perdono dipende dalla giustizia, poiché ogni attacco non può che essere ingiusto. 6La giustizia è il verdetto dello Spirito Santo sul mondo. 7Eccetto che nel Suo giudizio la giustizia è impossibile, perché nessuno al mondo è in grado di fare solo interpretazioni giuste e mettere da parte tutte le ingiustizie. 8Se il Figlio di Dio venisse giudicato equamente non ci sarebbe bisogno della salvezza. 9Il pensiero della separazione sarebbe stato per sempre inconcepibile.

M-19.2. La giustizia, come il suo opposto, è un’interpretazione. 2È, però, la sola interpretazione che conduce alla verità. 3Ciò diventa possibile poiché, se pur non vera di per sé, la giustizia non include nulla che si opponga alla verità. 4Non c’è conflitto intrinseco tra giustizia e verità: una non è che il primo piccolo passo in direzione dell’altra. 5Il sentiero diventa alquanto diverso man mano che si prosegue. 6E tutta la magnificenza, la maestosità della scena e gli immensi panorami che si dischiudono per venirti incontro man mano che il viaggio prosegue, non potrebbero essere pronosticati all’inizio. 7Tuttavia persino questi, il cui splendore raggiunge vette indescrivibili man mano che si procede, non sono davvero nulla al confronto di tutto ciò che attende quando il sentiero terminerà e il tempo finirà con esso. 8Ma da qualche parte si deve pur cominciare. 9La giustizia è l’inizio.

M-19.3. Tutti i concetti sui tuoi fratelli e su te stesso, tutte le paure di stati futuri e tutte le preoccupazioni riguardo al passato, hanno origine nell’ingiustizia. 2Ecco la lente che, tenuta davanti agli occhi del corpo, distorce la percezione, e rende testimonianza di un mondo distorto alla mente che ha fatto la lente e se la tiene stretta. 3In modo selettivo ed arbitrario ogni concetto del mondo viene costruito proprio in questo modo. 4I “peccati” sono percepiti e giustificati con una attenta selezione in cui tutti i pensieri di interezza devono essere perduti. 5Il perdono non trova posto in tale schema poiché non c’è un solo “peccato” che non sembri eternamente vero.

M-19.4. La salvezza è la giustizia di Dio. 2Essa ripristina nella tua consapevolezza l’interezza dei frammenti che tu percepisci spezzettati e separati. 3Ed è questa che vince la paura della morte. 4Poiché i frammenti separati devono avvizzire e morire, ma l’interezza è immortale. 5Essa rimane per sempre come il suo Creatore, essendo una cosa sola con Lui. 6Il giudizio di Dio è la Sua giustizia. 7Su questo – un Giudizio completamente senza condanna; una valutazione basata interamente sull’amore – hai proiettato la tua ingiustizia, dando a Dio la lente della percezione distorta attraverso la quale vedi. 8Adesso appartiene a Lui e non a te. 9Tu Lo temi e non vedi che odi e temi il tuo Sé come un nemico.

M-19.5. Prega per la giustizia di Dio e non confondere la Sua misericordia con la tua follia. 2La percezione può fare qualsiasi immagine la mente desideri vedere. 3Ricordatelo. 4In ciò si trova il Cielo o l’inferno, a seconda della tua scelta. 5La giustizia di Dio conduce al Cielo proprio perché è assolutamente imparziale. 6Essa accetta tutte le prove che le vengono portate, non omettendo nulla e non stabilendo nulla come separato e a parte da tutto il resto. 7Giudica solo da questo punto di vista, e da questo soltanto. 8Qui ogni attacco e ogni condanna diventano senza significato e insostenibili. 9La percezione riposa, la mente è quieta e la luce ritorna nuovamente. 10Ora la visione è ripristinata. 11Quello che era stato perduto è stato ora ritrovato. 12La pace di Dio discende su tutto il mondo e possiamo vedere 13E possiamo vedere!

20. Cos’è la pace di Dio? M-20.1. È stato detto che c’è un tipo di pace che non è di questo mondo. 2Come viene riconosciuta? 3Come viene trovata? 4E, dopo essere stata trovata, come può essere conservata? 5Consideriamo ciascuna di queste domande separatamente, perché ciascuna riflette un passo diverso lungo il cammino.

M-20.2. Primo, come può essere riconosciuta la pace di Dio? 2La pace di Dio viene riconosciuta dapprima da una cosa sola: è totalmente dissimile da tutte le esperienze precedenti sotto ogni punto di vista. 3Non richiama alla mente nulla di ciò che è accaduto in precedenza. 4Non reca con sé alcuna associazione col passato. 5È una cosa del tutto nuova. 6C’è sì un contrasto tra questa cosa e tutto il passato. 7Ma, stranamente, non è un contrasto tra differenze vere e proprie. 8Il passato semplicemente scivola via, e al suo posto rimane la quiete eterna. 9Solo questo. 10Il contrasto percepito inizialmente si è semplicemente dissolto. 11È giunta la quiete a ricoprire tutto.

M-20.3. Come viene trovata questa quiete? 2Nessuno può non riuscire a trovarla, purché ne cerchi le condizioni. 3La pace di Dio non potrà mai venire dove c’è la rabbia, poiché la rabbia deve negare che esista la pace. 4Chi vede che la rabbia è giustificata in un modo qualsiasi, o in una qualsiasi circostanza, proclama che la pace è senza significato, e deve credere che non può esistere. 5In questa condizione, la pace non può essere trovata. 6Perciò il perdono è la condizione necessaria per trovare la pace di Dio. 7Ancora di più, dato il perdono ci deve essere la pace. 8Poiché cos’altro conduce alla guerra se non l’attacco? 9E cos’è la pace se non l’opposto della guerra? 10Qui il contrasto iniziale si staglia chiaro ed evidente. 11Tuttavia, quando si trova la pace, la guerra è senza significato. 12Ed ora è il conflitto ad essere percepito come inesistente e irreale.

M-20.4. Come viene conservata la pace di Dio una volta che viene trovata? 2La rabbia che riemerge, qualunque ne sia la forma, farà cadere nuovamente il pesante sipario e tornerà certamente la credenza che la pace non può esistere. 3La guerra è nuovamente accettata come la sola realtà. 4Ora devi nuovamente riporre la spada, sebbene tu non riconosca di averla presa nuovamente. 5Ma quando ricorderai, per quanto vagamente ora, come eri felice senza di essa, imparerai che devi averla ripresa per difenderti. 6Fermati un attimo adesso e pensa: è il conflitto ciò che vuoi o la scelta migliore è la pace di Dio? 7Quale ti dà di più? 8Una mente tranquilla non è un dono trascurabile. 9Non preferisci vivere piuttosto che scegliere di morire?

M-20.5. Vivere è gioia, ma la morte è solo pianto. 2Tu vedi nella morte la fuga da ciò che hai fatto. 3Ma ciò che non vedi è che sei tu che hai fatto la morte ed essa non è altro che l’illusione di una fine. 4La morte non può essere una fuga, perché non è nella vita che si trova il problema. 5La vita non ha opposti, poiché è Dio. 6La vita e la morte sembrano opposti perché hai deciso che la morte pone termine alla vita. 7Perdona il mondo e comprenderai che tutto ciò che Dio ha creato non può avere fine, e nulla di ciò che Egli non ha creato è reale. 8In questa sola frase viene spiegato il nostro corso. 9In questa sola frase viene data alla nostra pratica la sua unica direzione. 10E in questa sola frase viene precisato esattamente com’è l’intero programma di studi dello Spirito Santo.

M-20.6. Cos’è la pace di Dio? 2Nient’altro che questo: la comprensione pura e semplice che la Sua Volontà è del tutto senza opposti. 3Non c’è alcun pensiero che contraddica la Sua Volontà, che possa essere vero. 4Il contrasto tra la Sua Volontà e la tua, è solo sembrato reale. 5In verità non c’è stato alcun conflitto, poiché la Sua Volontà è la tua. 6Adesso la potente Volontà di Dio Stesso è il Suo Dono per te. 7Egli non cerca di tenerla per Sé. 8Perché vuoi cercare di tenere le minuscole e fragili cose che ti immagini separate da Lui? 9La Volontà di Dio è Una, ed è tutto ciò che c’è. 10Questa è la tua eredità. 11L’universo oltre il sole e le stelle e tutti i pensieri che tu possa concepire ti appartengono. 12La pace di Dio è la condizione per fare la Sua Volontà. 13Raggiungi la Sua pace e Lo ricorderai.

21. Qual è il ruolo delle parole nella guarigione? M-21.1. In senso stretto le parole non giocano alcun ruolo nella guarigione. 2Il fattore motivante è la preghiera, ovvero il chiedere. 3Ricevi ciò che chiedi. 4Ma questo si riferisce alla preghiera del cuore, non alle parole che usi nella preghiera. 5Talvolta le parole e la preghiera si contraddicono, talvolta concordano. 6Non importa. 7Dio non comprende le parole, poiché esse sono state fatte da menti separate per mantenerle nell’illusione della separazione. 8Le parole possono essere utili, particolarmente per il principiante, nell’aiutare la concentrazione e facilitare l’esclusione, o almeno il controllo, dei pensieri estranei. 9Non dimentichiamo, però, che le parole non sono altro che simboli di simboli. 10E quindi sono doppiamente lontane dalla realtà.

M-21.2. In quanto simboli, le parole hanno dei riferimenti piuttosto specifici. 2Anche quando sembrano assolutamente astratte, l’immagine che viene in mente tende ad essere molto concreta. 3A meno che non venga in mente un riferimento specifico in associazione con la parola, la parola stessa ha poco o nessun significato pratico e così non può aiutare il processo di guarigione. 4La preghiera del cuore in realtà non chiede cose concrete. 5Essa richiede sempre una qualche sorta di esperienza, e le cose specifiche richieste sono le portatrici dell’esperienza desiderata, nell’opinione del richiedente. 6Le parole, quindi, sono i simboli delle cose richieste, ma le cose stesse non rappresentano che le esperienze che si spera di avere.

M-21.3. La preghiera per cose di questo mondo porterà esperienze di questo mondo. 2Se la preghiera del cuore chiede ciò, ciò sarà dato perché ciò sarà ricevuto. 3È impossibile che la preghiera del cuore rimanga senza risposta nella percezione di chi chiede. 4Se chiede l’impossibile, se vuole ciò che non esiste o cerca illusioni in cuor suo, tutto questo diventa suo. 5Il potere della sua decisone glielo offre come da sua richiesta. 6Qui si trovano l’inferno e il Cielo. 7Al Figlio di Dio che dorme non è rimasto che questo potere. 8È sufficiente. 9Le sue parole non hanno importanza. 10Soltanto la Parola di Dio ha significato, poiché simboleggia ciò che non ha alcun simbolo umano. 11Solo lo Spirito Santo comprende cosa rappresenti questa Parola. 12E anche questo è sufficiente.

M-21.4. L’insegnante di Dio deve quindi evitare l’uso di parole nel suo insegnamento? 2No davvero! 3Ci sono molte persone che devono essere raggiunte tramite le parole, essendo ancora incapaci di udire in silenzio. 4L’insegnante di Dio deve tuttavia imparare a usare le parole in modo nuovo. 5Gradualmente imparerà a lasciare che le sue parole vengano scelte per lui, smettendo di decidere da solo cosa dire. 6Questo processo è semplicemente un caso speciale della lezione del libro di esercizi che dice: “Mi farò da parte e lascerò che Lui guidi il cammino”. 7L’insegnante di Dio accetta le parole che gli vengono offerte e le dà così come le riceve. 8Non controlla la direzione di quello che dice. 9Ascolta, sente e parla.

M-21.5. Un ostacolo importante in questo aspetto del suo apprendimento è la paura dell’insegnante di Dio in merito alla validità di ciò che sente. 2E ciò che sente può in effetti essere piuttosto sensazionale. 3Può anche sembrare piuttosto irrilevante rispetto al modo in cui percepisce il problema che viene presentato e può, difatti, mettere l’insegnante di fronte a una situazione che gli sembra molto imbarazzante. 4Tutti questi sono giudizi che non hanno alcun valore. 5Sono i suoi e provengono da una meschina percezione di sé che si lascerà alle spalle. 6Non giudicare le parole che ti perverranno, ma offrile con fiducia. 7Sono di gran lunga più sagge delle tue. 8Gli insegnanti di Dio hanno la Parola di Dio dietro i simboli che usano. 9Ed Egli Stesso darà alle parole che usano il potere del Suo Spirito, innalzandole da simboli senza significato al Richiamo del Cielo stesso.

22. Come sono correlate la guarigione e la Riconciliazione? M-22.1. La guarigione e la Riconciliazione non sono correlate: sono identiche. 2Non c’è ordine di difficoltà nei miracoli perché non ci sono gradi di Riconciliazione. 3È l’unico concetto completo che è possibile in questo mondo, poiché è la fonte di una percezione interamente unificata. 4Una Riconciliazione parziale è un’idea senza significato, proprio come aree speciali di inferno in Cielo sono inconcepibili. 5Accetta la Riconciliazione e sarai guarito. 6La Riconciliazione è la Parola di Dio. 7Accetta la Sua Parola e cosa rimarrà a rendere possibile la malattia? 8Accetta la Sua Parola ed ogni miracolo sarà stato compiuto. 9Perdonare è guarire. 10L’insegnante di Dio ha compreso che accettare la Riconciliazione per se stesso è la sua sola funzione. 11Cos’è, allora, che non può guarire? 12Quale miracolo può essergli negato?

M-22.2. Il progresso dell’insegnante di Dio può essere lento o rapido, a seconda che riconosca o meno che la Riconciliazione include ogni cosa, o che per qualche tempo, escluda da essa alcune aree problematiche. 2In alcuni casi c’è una immediata e completa consapevolezza della perfetta applicabilità della lezione della Riconciliazione a tutte le situazioni, ma questo è relativamente raro. 3L’insegnante di Dio può aver accettato la funzione che Dio gli ha dato molto prima di aver imparato tutto ciò che la sua accettazione gli offre. 4Soltanto la fine è certa. 5Ovunque, lungo il cammino, potrà raggiungerlo la necessaria comprensione della globalità. 6Se il cammino sembra lungo, che sia contento. 7Egli ha deciso la direzione che vuol prendere. 8Cos’altro gli è stato chiesto? 9E, avendo fatto ciò che era richiesto, Dio gli negherà forse il resto?

M-22.3. Perché l’insegnante di Dio faccia progressi, deve capire che il perdono è guarigione. 2L’idea che un corpo possa essere malato è un concetto centrale nel sistema di pensiero dell’ego. 3Questo pensiero dà autonomia al corpo, lo separa dalla mente e mantiene intatta l’idea dell’attacco. 4Se il corpo potesse essere malato la Riconciliazione sarebbe impossibile. 5Un corpo che possa ordinare a una mente di fare ciò che esso ritiene opportuno potrebbe semplicemente prendere il posto di Dio e dimostrare che la salvezza è impossibile. 6Cosa, allora, rimane da guarire? 7Il corpo è diventato il signore della mente. 8Come potrebbe la mente ritornare allo Spirito Santo, a meno che il corpo non venisse ucciso? 9E chi vorrebbe la salvezza a tale prezzo?

M-22.4. Certamente la malattia non sembra essere una decisione. 2E nessuno crederebbe in effetti di volere essere malato. 3Forse potrà accettare l’idea in teoria, ma è raramente, se non mai, applicata con coerenza a tutte le forme specifiche di malattia, sia nella percezione che l’individuo ha di sé che nella percezione che ha degli altri. 4E non è a questo livello che l’insegnante di Dio invoca il miracolo della guarigione. 5Egli guarda oltre la mente e il corpo, poiché vede soltanto il volto di Cristo risplendere davanti a sé, correggendo ogni errore e guarendo ogni percezione. 6La guarigione è il risultato del riconoscimento, per mezzo dell’insegnante di Dio, di chi è che ha bisogno di guarigione. 7Questo riconoscimento non ha un riferimento speciale. 8È vero per tutte le cose che Dio ha creato. 9In esso tutte le illusioni sono guarite.

M-22.5. Quando un insegnante di Dio non riesce a guarire è perché ha dimenticato Chi è. 2Così fa propria la malattia di un altro. 3Permettendo a ciò di accadere, si è identificato con l’ego altrui e l’ha così confuso con un corpo. 4Così facendo, ha rifiutato di accettare la Riconciliazione per se stesso e non la può affatto offrire a suo fratello in Nome di Cristo. 5Sarà, di fatto, completamente incapace di riconoscere suo fratello, poiché suo Padre non ha creato corpi, e così vede in suo fratello solo ciò che non è reale. 6Gli errori non correggono gli errori e la percezione distorta non guarisce. 7Fatti da parte ora, insegnante di Dio. 8Ti sei sbagliato. 9Non guidare il cammino, poiché l’hai perso. 10Rivolgiti prontamente al tuo Insegnante e lasciati guarire.

M-22.6. L’offerta della Riconciliazione è universale. 2È ugualmente applicabile a tutti gli individui in tutte le circostanze. 3E in essa si trova il potere di guarire tutti gli individui da tutte le forme di malattia. 4Non credere a questo vuol dire essere ingiusti verso Dio e quindi infedeli verso di Lui. 5Una persona malata si percepisce separata da Dio. 6Vorresti forse vederla separata da te? 7È compito tuo guarire il senso di separazione che l’ha resa malata. 8È tua funzione riconoscere per lei che ciò che crede di se stessa non è la verità. 9È il tuo perdono che glielo deve mostrare. 10La guarigione è molto semplice. 11La Riconciliazione viene ricevuta e offerta. 12Essendo stata ricevuta, deve essere accettata. 13È nel ricevere, quindi, che si trova la guarigione. 14Tutto il resto deve scaturire da questo singolo scopo.

M-22.7. Chi può limitare il potere di Dio Stesso? 2Chi, allora, può dire chi può essere guarito da cosa, e cosa deve rimanere al di là del potere di Dio di perdonare? 3Questa è davvero follia. 4Non sta agli insegnanti di Dio porGli dei limiti, perché non sta a loro giudicare Suo Figlio. 5E giudicare Suo Figlio è limitare suo Padre. 6Entrambe le cose sono ugualmente senza significato. 7Tuttavia ciò non verrà compreso finché l’insegnante di Dio non riconoscerà che sono lo stesso errore. 8Allora riceverà la Riconciliazione, poiché ritrarrà il suo giudizio dal Figlio di Dio, accettandolo così come Dio lo ha creato. 9Non sta più separato da Dio, a determinare dove dovrebbe essere data la guarigione e dove dovrebbe essere negata. 10Ora egli può dire con Dio: “Questo è il mio Figlio beneamato, creato perfetto e per sempre tale”.

23. Gesù ha un posto speciale nella guarigione? M-23.1. I doni di Dio possono raramente essere ricevuti direttamente. 2Persino gli insegnanti di Dio più avanzati cederanno alla tentazione in questo mondo. 3Sarebbe giusto che la guarigione venisse negata ai loro allievi per questo motivo? 4La Bibbia dice: “Chiedi nel nome di Gesù Cristo”. 5È forse questa una semplice invocazione alla magia? 6Un nome non guarisce, né un’invocazione produce alcun potere speciale. 7Cosa significa invocare Gesù Cristo? 8Cosa conferisce invocare il suo Nome? 9Perché invocarlo è parte del processo di guarigione?

M-23.2. Abbiamo detto ripetutamente che colui che ha accettato in maniera perfetta la Riconciliazione per se stesso, può guarire il mondo. 2In verità lo ha già fatto. 3La tentazione potrà ripresentarsi agli altri, ma mai a Lui. 4È diventato il Figlio di Dio risorto. 5Ha vinto la morte perché ha accettato la vita. 6Ha riconosciuto se stesso come Dio lo ha creato e così facendo ha riconosciuto tutte le cose viventi come parte di lui. 7Non c’è limite al suo potere poiché è il potere di Dio. 8Così il suo nome è diventato il Nome di Dio, perché non si vede più separato da Lui.

M-23.3. Cosa significa questo per te? 2Significa che ricordando Gesù ricordi Dio. 3In lui si trova l’intera relazione del Figlio con il Padre. 4La sua parte nella Figliolanza è anche la tua, ed il fatto che lui abbia completato il suo apprendimento, garantisce il tuo stesso successo. 5È ancora disponibile ad aiutare? 6Cosa disse a questo proposito? 7Ricorda le sue promesse e chiediti onestamente se sia possibile che possa non mantenerle. 8Può forse Dio venir meno a Suo Figlio? 9Ed è forse possibile per colui che è una sola cosa con Dio essere diverso da Lui? 10Chi trascende il corpo ha trasceso ogni limitazione. 11È possibile che il più grande insegnante non sia disponibile per coloro che lo seguono?

M-23.4. Il nome di Gesù Cristo, in quanto tale, non è che un simbolo. 2Ma rappresenta un amore che non è di questo mondo. 3È un simbolo che viene usato in maniera sicura come sostituto dei molti nomi di tutti gli dèi che preghi. 4Diventa il simbolo splendente della Parola di Dio, così vicino a ciò che simboleggia, che il piccolo spazio tra i due svanisce nel momento in cui il nome viene richiamato alla mente. 5Ricordare il nome di Gesù Cristo è rendere grazie per tutti i doni che Dio ti ha dato. 6E la gratitudine a Dio diventa il modo in cui Egli viene ricordato, perché l’amore non può essere molto lontano da un cuore grato e da una mente riconoscente. 7Dio vi entra con facilità, poiché queste sono le vere condizioni del tuo ritorno a casa.

M-23.5. Gesù ha guidato il cammino. 2Perché non dovresti essergli grato? 3Ha chiesto amore, ma soltanto per potertelo dare. 4Tu non ami te stesso. 5Ma ai suoi occhi la tua bellezza è così completa e perfetta che vede in essa un’immagine di suo Padre. 6Tu diventi il simbolo di suo Padre qui sulla terra. 7Guarda a te con speranza, perché in te non vede alcun limite e nessuna macchia che guasti la tua bellissima perfezione. 8Nei suoi occhi la visione di Cristo risplende con costanza perfetta. 9Egli è rimasto con te. 10Non vuoi imparare la lezione della salvezza per mezzo del suo apprendimento? 11Perché vorresti scegliere di cominciare daccapo, quando egli ha già compiuto il viaggio per te?

M-23.6. Nessuno sulla terra può comprendere cosa sia il Cielo, o cosa significhi in realtà il suo unico Creatore. 2Tuttavia abbiamo dei testimoni. 3È ad essi che dovrebbe rivolgersi la saggezza. 4Ci sono stati certuni il cui apprendimento va molto al di là di ciò che noi possiamo imparare. 5Né vorremmo insegnare i limiti che ci siamo imposti. 6Nessuno che sia diventato un vero e devoto insegnante di Dio dimentica i suoi fratelli. 7Tuttavia ciò che può offrire loro è limitato da ciò che egli stesso impara. 8Quindi rivolgiti a colui che ha messo da parte tutti i limiti ed è andato oltre il limite estremo dell’apprendimento. 9Egli ti porterà con sé, poiché non è andato da solo. 10E tu eri con lui allora, così come lo sei adesso.

M-23.7. Questo corso è venuto da lui perché le sue parole ti hanno raggiunto in una lingua che puoi amare e comprendere. 2È possibile che ci siano altri insegnanti per mostrare il cammino a coloro che parlano lingue diverse e si richiamano a simboli diversi? 3Certamente, ce ne sono. 4Credi forse che Dio possa lasciare qualcuno senza un aiuto molto presente nei momenti di angoscia, un salvatore che possa simboleggiare Lui Stesso? 5In effetti, abbiamo bisogno di un programma di studi con molte sfaccettature, non a causa di differenze di contenuto, ma perché i simboli devono mutare e cambiare per adattarsi al bisogno. 6Gesù è venuto per rispondere al tuo. 7In lui trovi la Risposta di Dio. 8Insegna, quindi, con lui, perché egli è con te: è qui, sempre.

24. Esiste la reincarnazione? M-24.1. In senso stretto, la reincarnazione è impossibile. 2Non c’è passato né futuro e l’idea della nascita in un corpo, sia una volta che molte volte, non ha alcun significato. 3La reincarnazione non può, quindi, essere vera in nessun senso reale. 4La nostra sola domanda dovrebbe essere: “È utile il concetto?” 5E questo dipende, naturalmente, da qual è lo scopo per cui viene usato. 6Se viene usato per rafforzare il riconoscimento della natura eterna della vita, è davvero utile. 7Qualsiasi altra domanda a questo riguardo è davvero utile ad illuminare la via? 8Come molte altre credenze, se ne può abusare amaramente. 9Nel migliore dei casi, tale abuso provoca preoccupazione e forse anche orgoglio nei confronti del passato. 10Nel peggiore, induce inerzia nei confronti del presente. 11Tra i due estremi, sono possibili molti tipi di sciocchezze.

M-24.2. La reincarnazione non è, in nessun caso, il problema da trattare ora. 2Se essa fosse responsabile di alcune delle difficoltà che l’individuo fronteggia adesso, il suo compito sarebbe ancora e soltanto quello di sfuggire loro adesso. 3Se sta mettendo le basi per una vita futura, anche in questo caso può salvarsi soltanto ora. 4Alcuni potranno trovare consolazione in questo concetto e, se ciò dà loro coraggio, allora il suo valore è evidente. 5È comunque certo che la via della salvezza può essere trovata da coloro che credono nella reincarnazione e da coloro che non ci credono. 6L’idea, perciò, non può essere considerata essenziale nel programma di studi. 7C’è sempre un certo rischio nel vedere il presente in riferimento al passato. 8C’è sempre qualcosa di buono in qualsiasi pensiero che rafforzi l’idea che la vita e il corpo non sono la stessa cosa.

M-24.3. Per i nostri scopi, non sarebbe di nessun aiuto prendere una posizione precisa sulla reincarnazione. 2Un insegnante di Dio dovrebbe essere altrettanto di aiuto nei confronti sia di coloro che ci credono che di quelli che non ci credono. 3Se gli fosse chiesta una precisa presa di posizione, questo ne limiterebbe semplicemente l’utilità così come ne limiterebbe la capacità di prendere decisioni. 4Il nostro corso non concerne alcun concetto che non sia accettabile per chiunque, senza badare alle sue credenze formali. 5Il suo ego lo tiene abbastanza impegnato, e non è compito della saggezza appesantire con controversie settarie il suo fardello. 6E non ci sarebbe alcun vantaggio nella sua accettazione prematura del corso semplicemente perché esso sostiene una credenza che egli nutre da molto tempo.

M-24.4. Non potrà mai essere messo abbastanza in evidenza che questo corso ha come il completo capovolgimento del pensiero. 2Quando ciò verrà infine raggiunto, questioni come la validità della reincarnazione diventeranno insignificanti. 3Fino ad allora è probabile che rimarranno semplicemente controverse. 4L’insegnante di Dio sarà, perciò, così saggio da distanziarsi da tutte le domande del genere, perché ha molto da insegnare e da imparare indipendentemente da esse. 5Dovrebbe sia imparare che insegnare che le domande teoriche gli fanno solo sprecare tempo, portandoglielo via dal suo scopo prestabilito. 6Se ci saranno degli aspetti di qualsiasi concetto o credenza che saranno utili, gli verrà detto. 7Gli verrà detto, inoltre, come usarli. 8Cos’altro gli serve sapere?

M-24.5. Tutto ciò vuol forse dire che l’insegnante di Dio non dovrebbe credere egli stesso alla reincarnazione o discuterne con altri che ci credono? 2La risposta è: certamente no! 3Se egli crede nella reincarnazione sarebbe un errore per lui rinunciare a questa credenza, a meno che il suo Insegnante interiore non glielo consigliasse. 4E questo è molto improbabile. 5Potrebbe essere informato del fatto che sta abusando della credenza in qualche modo che è dannoso al progresso del suo allievo o del proprio. 6In tal caso verrà raccomandata una reinterpretazione, perché è necessaria. 7Tutto ciò che deve essere riconosciuto, tuttavia, è che la nascita non è stata l’inizio e la morte non sarà la fine. 8Ma nemmeno questo è richiesto al principiante. 9Egli deve semplicemente accettare l’idea che ciò che sa non è necessariamente tutto ciò che c’è da imparare. 10Il suo viaggio è incominciato.

M-24.6. L’enfasi di questo corso rimane sempre la stessa: è in questo momento che ti viene offerta la salvezza completa, ed è in questo momento che puoi accettarla. 2Questa è ancora la tua sola responsabilità. 3La Riconciliazione potrebbe essere uguagliata allo sfuggire totalmente dal passato e alla mancanza totale di interesse nel futuro. 4Il Cielo è qui. 5Non esiste un altro luogo. 6Il Cielo è adesso. 7Non esiste un altro momento. 8Agli insegnanti di Dio non compete altro insegnamento che non conduca a ciò. 9Tutte le credenze punteranno a questo, se interpretate in maniera appropriata. 10In questo senso si può dire che la loro verità sta nella loro utilità. 11Tutte le credenze che conducono ad un progresso dovrebbero essere onorate. 12Questo è il solo criterio che questo corso richiede. 13Non è necessario niente più di questo.

25. Sono desiderabili i poteri “psichici”? M-25.1. La risposta a questa domanda è molto simile alla precedente. 2Evidentemente non ci sono poteri “innaturali” ed è, ovviamente, un puro e semplice rivolgersi alla magia inventare un potere che non esiste. 3È, però, ugualmente ovvio che ogni individuo ha molte capacità di cui è inconsapevole. 4Man mano che cresce la sua consapevolezza, potrà ben sviluppare delle capacità che gli sembreranno piuttosto stupefacenti. 5Tuttavia nulla di ciò che sarà in grado di fare si può paragonare, neppure lontanamente, alla stupenda sorpresa di ricordare Chi è. 6Che il suo apprendimento e tutti i suoi sforzi vengano diretti verso questa grande sorpresa finale, e non sarà contento di subire dei ritardi a causa delle piccole sorprese che gli si potranno presentare durante il cammino.

M-25.2. Certamente ci sono molti poteri “psichici” che sono chiaramente in linea con questo corso. 2La comunicazione non è limitata alla piccola gamma di canali che il mondo riconosce. 3Se fosse così, ci sarebbe poca utilità nel cercare di insegnare la salvezza. 4Sarebbe impossibile farlo. 5I limiti posti dal mondo alla comunicazione sono le barriere principali all’esperienza diretta dello Spirito Santo, la Cui Presenza è sempre qui e la Cui Voce è disponibile solo per chi vuole ascoltare. 6Questi limiti vengono stabiliti per paura, poiché senza di essi i muri che circondano tutti i luoghi separati del mondo cadrebbero al suono santo della Sua Voce. 7Chi trascende questi limiti in qualsiasi modo sta semplicemente diventando più naturale. 8Non sta facendo nulla di speciale, e non c’è alcuna magia in ciò che realizza.

M-25.3. Quelle che sembrano capacità nuove che possono essere accumulate lungo il cammino possono essere molto utili. 2Date allo Spirito Santo, e usate sotto la Sua direzione, sono preziosi sussidi didattici. 3Usate a questo scopo, la questione di come sorgono è irrilevante. 4La sola considerazione importante è come vengono usate. 5Prendendole come fini a se stesse, indipendentemente da come ciò venga fatto, ritarderanno il progresso. 6Né il loro valore consiste nel dimostrare alcunché: conseguimenti del passato, l’insolita capacità di mettersi in sintonia con l’”invisibile”, o favori “speciali” da parte di Dio. 7Dio non fa favori speciali e nessuno ha alcun potere che non sia disponibile a tutti. 8I poteri speciali vengono “dimostrati” soltanto per mezzo di trucchi magici.

M-25.4. Nulla che sia genuino viene usato per ingannare. 2Lo Spirito Santo è incapace di inganno, e può usare solo capacità genuine. 3Ciò che viene usato per la magia è inutile per Lui. 4Ma quello che Egli usa non può essere usato per la magia. 5C’è, tuttavia, un richiamo particolare nei confronti di capacità insolite che può essere curiosamente seducente. 6Qui si trovano forze che lo Spirito Santo vuole e di cui ha bisogno. 7Ma l’ego vede in queste stesse forze un’opportunità per glorificare se stesso. 8Forze trasformate in debolezza sono davvero una tragedia. 9Tuttavia ciò che non è dato allo Spirito Santo deve essere dato alla debolezza, poiché ciò che è negato all’amore è dato alla paura e, di conseguenza, farà paura.

M-25.5. Perfino coloro che non danno più valore alle cose materiali del mondo potranno ancora essere ingannati dai poteri “psichici”. 2Poiché è stato sottratto l’investimento dai doni materiali del mondo, l’ego è stato minacciato seriamente. 3Può essere ancora abbastanza forte da recuperare, spinto da questa nuova tentazione di riprendere forza con l’astuzia. 4A questo punto, molti non hanno visto attraverso le difese dell’ego, sebbene esse non siano particolarmente sottili. 5Ma dato che è rimasto un desiderio di essere ingannati, ingannarsi diventa facile. 6Ora il “potere” non è più una capacità genuina e non può essere usato in modo affidabile. 7È quasi inevitabile che, a meno che l’individuo non cambi la sua mente riguardo il suo scopo, sosterrà le incertezze del suo “potere” con inganno crescente.

M-25.6. Qualsiasi capacità che ciascuno sviluppa ha la potenzialità di fare del bene. 2A questo non c’è eccezione. 3E più il potere è insolito e inaspettato, più grande è la sua potenziale utilità. 4La salvezza ha bisogno di tutte le capacità, perché quello che il mondo vuole distruggere, lo Spirito Santo lo vuole ripristinare. 5Le capacità “psichiche” sono state usate per evocare il diavolo, il che vuole semplicemente dire rafforzare l’ego. 6Ma qui si trova pure un grande canale di speranza e guarigione a servizio dello Spirito Santo. 7Coloro che hanno sviluppato poteri “psichici” hanno semplicemente lasciato che alcuni dei limiti che avevano posto sulla loro mente venissero tolti. 8Non possono essere altro che ulteriori limiti che essi impongono su se stessi se utilizzano la loro accresciuta libertà per una maggiore prigionia. 9Lo Spirito Santo ha bisogno di questi doni e coloro che li offrono a Lui, e a Lui soltanto, camminano con la gratitudine di Cristo nel cuore e con la Sua visione santa poco distante.

26. Dio può essere raggiunto direttamente? M,-26.1. Dio può certamente essere raggiunto direttamente, perché non esiste alcuna distanza tra Lui e Suo Figlio. 2La Sua consapevolezza è nella memoria di ognuno e la Sua Parola è scritta sul cuore di ognuno. 3Tuttavia questa consapevolezza e questa memoria potranno sorgere al di là della soglia del riconoscimento, solo quando saranno state eliminate tutte le barriere alla verità. 4Ma quanti si trovano in questa condizione? 5Qui sta il ruolo degli insegnanti di Dio. 6Anche loro non hanno ancora raggiunto la necessaria comprensione, ma si sono uniti con gli altri. 7Questo è ciò che li distingue dal resto del mondo. 8Ed è questo che mette gli altri in grado di lasciare il mondo con loro. 9Da soli non sono nulla. 10Ma nel loro unirsi è il potere di Dio.

M-26.2. Ci sono coloro che hanno raggiunto Dio direttamente, senza conservare alcuna traccia dei limiti del mondo e ricordando perfettamente la loro Identità. 2Questi si potrebbero chiamare Insegnanti degli insegnanti perché, sebbene non siano più visibili, si può ancora invocare la loro immagine. 3Ed essi appariranno quando e dove è utile che lo facciano. 4A coloro per i quali tali apparizioni sarebbero terrorizzanti, danno le loro idee. 5Nessuno può chiamarli invano. 6E non c’è nessuno di cui non siano consapevoli. 7Tutte le necessità sono loro conosciute e riconoscono e guardano oltre ogni errore. 8Verrà il momento in cui tutto ciò sarà compreso. 9E, nel frattempo, essi danno tutti i loro doni agli insegnanti di Dio che si rivolgono a loro per essere aiutati, chiedendo ogni cosa nel loro nome e in quello di nessun altro.

M-26.3. Talvolta un insegnante di Dio potrà avere una breve esperienza di unione diretta con Dio. 2In questo mondo è quasi impossibile che questo perduri. 3Potrà, forse, essere raggiunta dopo molta devozione e dedizione e, poi, essere mantenuta per la maggior parte del tempo sulla terra. 4Ma questa cosa è così rara da non poter essere considerata un obiettivo realistico. 5Se accade, così sia. 6Se non accade, così sia anche in questo caso. 7Tutti gli stati del mondo devono essere illusori. 8Se Dio venisse raggiunto direttamente con una consapevolezza costante, non si potrebbe più mantenere il corpo. 9Coloro che hanno messo da parte il corpo, semplicemente per estendere la loro utilità agli altri rimasti indietro sono davvero pochi. 10Ed essi hanno bisogno di aiutanti che sono ancora in schiavitù e ancora addormentati, cosi che grazie al loro risveglio si possa udire la Voce di Dio.

M-26.4. Non disperare, quindi, a causa delle limitazioni. 2È tua funzione sfuggire loro, ma non di esserne senza. 3Se vuoi essere udito da coloro che soffrono, devi parlare la loro lingua. 4Se vuoi essere un salvatore, devi comprendere a cosa si deve sfuggire. 5La salvezza non è un fatto teorico. 6Guarda il problema, chiedi la risposta e poi accettala quando arriva. 7E la sua venuta non tarderà a venire. 8Ti verrà fornito tutto l’aiuto che potrai accettare, e non ci sarà una sola necessità che non sarà soddisfatta. 9Non preoccupiamoci troppo, quindi, di mete per le quali non sei pronto. 10Dio ti accetta lì dove sei e ti dà il benvenuto. 11Cos’altro potresti desiderare quando questo è tutto ciò di cui hai bisogno?

27. Cos’è la morte? M-27.1. La morte è il sogno principale da cui scaturiscono tutte le illusioni. 2Non è forse pazzia pensare alla vita in termini di nascita, invecchiamento, perdita di vitalità e infine morte? 3Abbiamo posto in precedenza questa domanda, ma adesso dobbiamo considerarla con maggiore attenzione. 4È una credenza fissa ed immutabile del mondo che tutte le cose nel mondo nascono soltanto per morire. 5Viene considerata come “la legge della natura”, da non mettere in dubbio, ma da accettare come la legge “naturale” della vita. 6Ciò che è ciclico, cambia ed è incerto: ciò che è inattendibile e instabile, che cresce e cala in un certo modo lungo un certo cammino – tutto questo viene considerato come Volontà di Dio. 7E nessuno si chiede se un Creatore benevolo potrebbe mai volere ciò.

M-27.2. Con questa percezione dell’universo come se fosse stato creato da Dio, sarebbe impossibile pensare che Lui sia amorevole. 2Poiché chi ha decretato che tutte le cose muoiano, finendo in polvere, delusione e disperazione, non può che essere temuto. 3Egli tiene la tua minuscola vita appesa a un filo, pronto a spezzarlo senza rincrescimento o dispiacere, forse oggi stesso. 4O, anche se aspetta, la fine tuttavia è certa. 5Chi ama un tale dio non conosce l’amore, perché ha negato che la vita è reale. 6La morte è diventata il simbolo della vita. 7Il suo mondo è adesso un campo di battaglia, ove regna la contraddizione e gli opposti si fanno una guerra infinita. 8Dove c’è la morte la pace è impossibile.

M-27.3. La morte è il simbolo della paura di Dio. 2Il Suo Amore viene nascosto in questa idea, che lo separa dalla consapevolezza allo stesso modo di uno scudo che viene tenuto alto per oscurare il sole. 3La ferocia del simbolo è sufficiente a mostrare di non poter coesistere con Dio. 4Mostra un’immagine del Figlio di Dio nella quale egli viene “messo a riposare” tra le braccia della devastazione, dove i vermi lo aspettano per dargli il benvenuto e per durare un po’ grazie alla sua distruzione. 5Tuttavia anche i vermi sono destinati ad essere distrutti con altrettanta certezza. 6E così tutte le cose vivono grazie alla morte. 7Divorare è la “legge della vita” della natura. 8Dio è folle, e solo la paura è reale.

M-27.4. La curiosa credenza che ci sia una parte delle cose che muoiono che potrebbe continuare la sua esistenza separata da ciò che morirà, non proclama un Dio amorevole, né ristabilisce alcuna ragione per avere fiducia. 2Se la morte è reale per una cosa qualsiasi, non c’è vita. 3La morte nega la vita. 4Ma se la vita è reale, la morte è negata. 5Non è possibile alcun compromesso a questo riguardo. 6O c’è un dio di paura, o Uno d’Amore. 7Il mondo tenta mille compromessi e ne tenterà altri mille. 8Nemmeno uno può essere accettabile per gli insegnanti di Dio, perché nemmeno uno potrebbe essere accettabile per Dio. 9Egli non ha fatto la morte, perché non ha fatto la paura. 10Per Lui entrambe sono ugualmente senza significato.

M-27.5. La “realtà” della morte è radicata fermamente nel credere che il Figlio di Dio sia un corpo. 2E se Dio avesse creato corpi, la morte sarebbe reale davvero. 3Ma Dio non sarebbe amorevole. 4Non c’è un altro punto in cui diventa più nettamente evidente il contrasto tra la percezione del mondo reale e quella del mondo delle illusioni. 5Se Dio è Amore, la morte è effettivamente la morte di Dio. 6Ed ora, la Sua Stessa Creazione deve avere paura di Lui. 7Egli non è Padre, ma distruttore. 8Non è Creatore, ma vendicatore. 9I Suoi Pensieri sono terribili, la Sua immagine spaventosa. 10Vedere le Sue creazioni vuol dire morire.

M-27.6. “L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte”. 2Certamente! 3Senza l’idea della morte il mondo non esiste. 4Tutti i sogni finiranno con questo. 5Questo è l’obiettivo finale della salvezza: la fine di tutte le illusioni. 6E tutte le illusioni sono nate nella morte. 7Cosa può nascere dalla morte e tuttavia avere vita? 8Ma cosa nasce da Dio e tuttavia può morire? 9Le incongruenze, i compromessi e i rituali che il mondo incoraggia nei suoi vani tentativi di aggrapparsi alla morte e nonostante ciò pensare che l’amore sia reale, non sono altro che magia irragionevole, inefficace e senza significato. 10Dio è, e in Lui tutte le cose create devono essere eterne. 11Non vedi che altrimenti Egli avrebbe un opposto e che la paura sarebbe tanto reale quanto l’amore?

M-27.7. Insegnante di Dio, il tuo unico e solo compito potrebbe essere definito così: non accettare alcun compromesso in cui la morte abbia un ruolo. 2Non credere nella crudeltà e non lasciare che l’attacco ti nasconda la verità. 3Ciò che sembra morire è stato semplicemente mal percepito e ha portato all’illusione. 4Adesso diventa compito tuo far sì che le illusioni vengano portate alla verità. 5Sii risoluto solo in questo: non lasciarti ingannare dalla “realtà” di nessuna forma cangiante. 6La verità non si muove, né ondeggia, né affonda nella morte e nella dissoluzione. 7E cos’è la fine della morte? 8Niente altro che questo: il rendersi conto che il Figlio di Dio è senza colpa, ora e per sempre. 9Niente altro che questo. 10Ma non dimenticare che non è neppure niente di meno di questo.

28. Cos’è la Resurrezione? M-28.1. Molto semplicemente, la resurrezione è superare o sormontare la morte. 2È un risveglio o una rinascita: il cambiamento di mente in merito al significato del mondo. 3È l’accettazione dell’interpretazione dello Spirito Santo dello scopo del mondo: l’accettazione della Riconciliazione per se stessi. 4È la fine dei sogni di sventura e la lieta consapevolezza del sogno finale dello Spirito Santo. 5È il riconoscimento dei doni di Dio. 6È il sogno in cui il corpo funziona perfettamente, non avendo altra funzione che la comunicazione. 7È la lezione in cui termina l’apprendimento poiché è completato e superato con questa lezione. 8È l’invito a Dio perché intraprenda il Suo passo finale. 9È l’abbandono di tutti gli altri scopi, tutti gli altri interessi, tutti gli altri desideri e tutte le altre preoccupazioni. 10È il solo desiderio del Figlio per il Padre.

M-28.2. La resurrezione è la negazione della morte, essendo l’affermazione della vita. 2Pertanto, tutto il modo di pensare del mondo è completamente rovesciato. 3La vita viene ora riconosciuta come salvezza, e ogni tipo di dolore e di desolazione vengono percepiti come l’inferno. 4L’amore non fa più paura, ma viene accolto lietamente. 5Gli idoli sono scomparsi e il ricordo di Dio splende ovunque nel mondo, senza impedimenti. 6Il volto di Cristo appare in ogni cosa vivente, e nulla viene tenuto nell’oscurità, separato dalla luce del perdono. 7Non c’è più tristezza sulla terra. 8La gioia del Cielo è giunta su di essa.

M-28.3. Qui termina il programma di studi. 2Da qui in poi non c’è bisogno di alcuna istruzione. 3La visione è completamente corretta e tutti gli errori sono disfatti. 4L’attacco non ha significato e la pace è giunta. 5È stato raggiunto l’obiettivo del programma di studi. 6I pensieri sono rivolti al Cielo distogliendosi dall’inferno. 7Tutte le aspirazioni sono soddisfatte, perché cosa rimane senza risposta o incompleto? 8L’ultima illusione si diffonde in tutto il mondo, perdonando ogni cosa e sostituendo ogni attacco. 9Viene così compiuta la totale inversione. 10Non rimane nulla a contraddire la Parola di Dio. 11Non c’è nulla che si opponga alla verità. 12E ora finalmente la verità può arrivare. 13Come arriverà velocemente quando le si chiederà di entrare e avviluppare un tale mondo!

M-28.4. Ogni cuore vivente è tranquillo e pieno di aspettativa, poiché il tempo delle cose eterne è ora a portata di mano. 2La morte non esiste. 3Il Figlio di Dio è libero. 4E nella sua libertà c’è la fine della paura. 5Ora non rimane alcun luogo nascosto sulla terra per dare rifugio a illusioni malate, sogni di paura e false percezioni dell’universo. 6Tutte le cose sono viste nella luce, e nella luce, il loro scopo viene compreso e trasformato. 7E noi, bambini di Dio, ci solleviamo dalla polvere e vediamo la nostra perfetta assenza di peccato. 8Il canto del Cielo risuona in tutto il mondo, mentre viene innalzato e portato alla verità.

M-28.5. Ora non ci sono più distinzioni. 2Le differenze sono scomparse e l’Amore guarda Se Stesso. 3Di quale altra immagine abbiamo bisogno? 4Cosa rimane che la visione possa compiere? 5Abbiamo visto il volto di Cristo, la Sua assenza di peccato, il Suo Amore dietro tutte le forme, al di là di ogni scopo. 6Siamo santi, perché la Sua Santità ci ha davvero liberati! 7Ed accettiamo la Sua Santità come nostra, così com’è. 8Saremo per sempre come Dio ci ha creati, e non desideriamo altro che la Sua Volontà sia la nostra. 9Le illusioni di un’altra volontà si perdono, perché è stata trovata l’unità d’intenti.

M-28.6. Queste cose aspettano tutti noi, ma non siamo ancora preparati ad accoglierle con gioia. 2Fintanto che una qualsiasi mente rimane posseduta da sogni malvagi, il pensiero dell’inferno è reale. 3Gli insegnanti di Dio hanno come obiettivo il risveglio delle menti di coloro che dormono e di vedere là la visione del volto di Cristo sostituire ciò che sognano. 4Il pensiero dell’assassinio viene sostituito dalla benedizione. 5Il giudizio viene messo da parte e dato a Colui la Cui funzione è il giudizio. 6E nel Suo Giudizio Universale la verità sul santo Figlio di Dio viene ripristinata. 7Egli è redento, poiché ha udito la Parola di Dio e ne ha compreso il significato. 8È libero, perché ha lasciato che la Voce di Dio proclamasse la verità. 9E tutti coloro che prima aveva cercato di crocifiggere risorgono con lui, al suo fianco, mentre egli si prepara con loro ad incontrare il suo Dio.

29. E per quanto riguarda il resto… M-29.1. Questo manuale non ha l’intenzione di rispondere a tutte le domande che potrebbero essere poste sia dall’insegnante che dell’allievo. 2Di fatto ne soddisfa soltanto alcune tra le più ovvie, in termini di breve riassunto di alcuni dei concetti principali, sia del testo che del libro di esercizi. 3Non è un sostituto per nessuno dei due, ma semplicemente un supplemento. 4Se pur viene chiamato manuale per gli insegnanti, bisogna ricordare che solo il tempo divide l’insegnante e l’allievo, cosicché la differenza è per definizione temporanea. 5In alcuni casi può essere utile che l’allievo legga prima il manuale. 6Altri potrebbero far meglio a cominciare con il libro di esercizi. 7Altri ancora potrebbero aver bisogno di cominciare al livello più astratto del testo.

M-29.2. Cosa va bene e per chi? 2Chi potrebbe beneficiare maggiormente dalle sole preghiere? 3Chi ha bisogno solo di un sorriso non essendo ancora pronto per qualcosa di più? 4Nessuno dovrebbe cercare di rispondere a queste domande da solo. 5Di sicuro nessun insegnante di Dio è arrivato fino a questo punto senza rendersi conto di ciò. 6Il programma di studi è altamente individualizzato e tutti i suoi aspetti sono sotto la particolare cura e guida dello Spirito Santo. 7Chiedi ed Egli risponderà. 8La responsabilità è Sua e soltanto Lui è adatto ad assumersela. 9Far ciò è la Sua funzione. 10Rivolgere a Lui le domande è la tua. 11Vorresti essere responsabile per decisioni sulle quali comprendi così poco? 12Sii lieto di avere un Insegnante Che non può fare errori. 13Le Sue risposte sono sempre giuste. 14Potresti dire altrettanto delle tue?

M-29.3. C’è un altro vantaggio – ed è un vantaggio importantissimo – nel demandare le decisioni allo Spirito Santo con sempre maggior frequenza. 2Forse non hai pensato a questo aspetto, ma la sua grande importanza è ovvia. 3Seguire la guida dello Spirito Santo è far si che tu venga assolto dalla colpa. 4È l’essenza della Riconciliazione. 5È il nucleo del programma di studi. 6L’usurpazione immaginaria di funzioni non tue è alla base della paura. 7L’intero mondo che vedi riflette l’illusione che tu lo abbia fatto, rendendo inevitabile la paura. 8Restituire la funzione a Colui al Quale appartiene è, così, sfuggire alla paura. 9Ed è questo che permette che ti torni il ricordo dell’amore. 10Non pensare, quindi, che seguire la guida dello Spirito Santo sia necessario semplicemente a causa della tua inadeguatezza. 11È la tua via d’uscita dall’inferno.

M-29.4. Qui si trova nuovamente il paradosso a cui si fa spesso riferimento nel corso. 2Dire: “Da solo non posso far nulla”, è ottenere tutto il potere. 3E tuttavia non è che un paradosso apparente. 4Così come Dio ti ha creato, tu hai tutto il potere. 5L’immagine che tu hai fatto di te stesso non ne ha. 6Lo Spirito Santo conosce la verità al tuo riguardo. 7L’immagine che hai fatto tu, no. 8Tuttavia, nonostante la sua ignoranza ovvia e completa, questa immagine presume di sapere tutte le cose, poiché tu le hai dato quella credenza. 9Tale è il tuo insegnamento e l’insegnamento del mondo che venne costruito per sostenerla. 10Ma l’Insegnante Che conosce la verità non l’ha dimenticato. 11Le Sue decisioni portano beneficio a tutti, essendo assolutamente prive di attacco. 12E sono perciò incapaci di suscitare colpa.

M-29.5. Chi presume di avere un potere che non possiede inganna se stesso. 2Tuttavia accettare il potere datogli da Dio non è altro che riconoscere il suo Creatore ed accettare i Suoi doni. 3E i Suoi doni non hanno limiti. 4Chiedere allo Spirito Santo di decidere per te è semplicemente accettare la tua vera eredità. 5Questo vuol forse dire che non puoi dire nulla senza consultarLo? 6No davvero! 7Ciò non sarebbe affatto pratico ed è la praticità la cosa che sta più a cuore a questo corso. 8Se chiedere aiuto dove e quando puoi è diventata un’abitudine, puoi star sicuro che la saggezza ti verrà data quando ne avrai bisogno. 9Preparati a ciò ogni mattina, ricorda Dio quando puoi durante il giorno, chiedi aiuto allo Spirito Santo quando ci sono le condizioni per farlo e la notte ringraziaLo per la Sua guida. 10E la tua fiducia sarà davvero ben riposta.

M-29.6. Non dimenticare mai che lo Spirito Santo non dipende dalle tue parole. 2Egli comprende le richieste del tuo cuore e vi risponde. 3Questo vuole forse dire che, finché l’attacco ha ancora delle attrattive per te, Egli risponderà con la malvagità? 4Niente affatto! 5Poiché Dio Gli ha dato il potere di tradurre le preghiere del tuo cuore nella Sua lingua. 6Egli comprende che un attacco è una richiesta di aiuto. 7Ed Egli di conseguenza risponderà offrendo aiuto. 8Dio sarebbe crudele se permettesse che le tue parole sostituiscano le Sue. 9Un padre amorevole non permette che il suo bambino si faccia del male, o scelga la propria distruzione. 10Il figlio potrà chiedere di farsi male, ma suo padre continuerà a proteggerlo. 11E quanto più di così tuo Padre ama Suo Figlio?

M-29.7. Ricorda che tu sei il Suo completamento e il Suo Amore. 2Ricorda che la tua debolezza è la Sua forza. 3Ma non leggere questo in maniera affrettata o errata. 4Se la Sua forza è in te ciò che percepisci come tua debolezza non è che illusione. 5Ed Egli ti ha dato i mezzi per dimostrarlo. 6Chiedi ogni cosa al Suo Insegnante ed ogni cosa ti verrà data. 7Non nel futuro, ma immediatamente, ora. 8Dio non aspetta, poiché aspettare implica l’esistenza del tempo ed Egli è senza tempo. 9Dimentica le tue immagini sciocche, il tuo senso di fragilità e la paura di farti del male, i tuoi sogni di pericolo e di “sbagli” specifici. 10Dio non conosce che Suo Figlio, ed egli è così come è stato creato. 11Con fiducia ti metto nelle Sue Mani e rendo grazie per te che così sia.

M-29.8. Ed ora sii benedetto in tutto ciò che fai.

Dio si rivolge a te perché tu Lo aiuti a salvare il mondo.

Insegnante di Dio, Egli ti offre i Suoi ringraziamenti,

e tutto il mondo resta in silenzio nella grazia che

Tu porti da Lui. 4Tu sei il Figlio che Egli ama,

Ed è dato a te di essere il mezzo

Attraverso il quale la Sua Voce viene udita in tutto il mondo,

Per chiudere tutte le cose temporali, per smettere di

Vedere tutte le cose visibili, e per disfare

Tutte le cose che cambiano. 5Attraverso di te fa ingresso

Un mondo non visto, non udito, ma che c’è veramente.

Tu sei santo, e nella tua luce il mondo

Riflette la tua santità, poiché non sei

Solo e senza amici. Rendo grazie per te,

E mi unisco ai tuoi sforzi in favore di Dio,

Sapendo che sono anche in mio favore

E a favore di tutti coloro che vanno verso Dio con me.

A M E N

Chiarificazione dei termini

Introduzione C-in.1. Questo non è un corso in speculazioni filosofiche, né si preoccupa di una terminologia precisa. 2Il suo interesse è solamente la Riconciliazione, o correzione della percezione. 3Il perdono è il mezzo della Riconciliazione. 4La struttura della “coscienza individuale” è essenzialmente irrilevante perché è un concetto che rappresenta l’”errore originale” o “peccato originale”. 5Studiare l’errore stesso non conduce alla correzione, se vuoi aver successo nel guardare oltre l’errore. 6Ed è esattamente questo processo di guardare oltre l’errore che il corso vuole insegnare.

C-in.2. Tutti i termini sono potenzialmente controversi, e coloro che cercano la controversia la troveranno. 2Ma anche coloro che cercano chiarificazione la troveranno. 3Essi devono, tuttavia, essere disposti a guardare oltre la controversia, riconoscendo che è una difesa contro la verità che si manifesta in forma di manovra che fa ritardare. 4Considerazioni teologiche come tali sono necessariamente controverse, poiché dipendono dalla credenza e possono, pertanto, essere accettate o rifiutate. 5Una teologia universale è impossibile, ma un’esperienza universale non è solamente possibile, ma necessaria. 6Ed il corso è diretto verso questa esperienza. 7Solo qui la coerenza diventa possibile, perché solo qui finisce l’incertezza.

C-in.3. Questo corso rimane all’interno della struttura dell’ego, dove è necessario. 2Non si preoccupa di ciò che è al di là dell’errore, perché è pianificato solamente per stabilire la direzione verso ciò che si trova al di là dell’errore. 3Pertanto usa le parole, che sono simboliche e che non possono esprimere ciò che si trova al di là dei simboli. 4Solo l’ego fa domande, perché è solo l’ego che dubita. 5Il corso semplicemente dà un’altra risposta, un volta che una domanda è stata posta. 6Tuttavia, questa risposta non cerca di ricorrere all’inventiva o all’ingegnosità. 7Questi sono attributi dell’ego. 8Il corso è semplice. 9Ha una sola funzione e un solo obiettivo. 10Solo in questo rimane interamente coerente, poiché solo questo può essere coerente.

C-in.4. L’ego esigerà molte risposte che questo corso non fornisce. 2Il corso non riconosce come domande quelle che hanno solo la forma di domanda a cui è impossibile rispondere. 3L’ego potrebbe chiedere: “Come è accaduto l’impossibile?”, “A cosa è accaduto l’impossibile?”, e potrebbe chiederlo in molte forme. 4Ma non c’è risposta a questo: solo un’esperienza. 5Cerca solo questa e non permettere alla teologia di farti ritardare.

C-in.5. Noterai che l’enfasi che il corso pone sulle questioni strutturali è breve e all’inizio. 2Spariscono subito dopo per far posto all’insegnamento centrale. 3Tuttavia, poiché hai chiesto delle chiarificazioni, questi sono alcuni dei termini che vengono usati.

1. Mente – Spirito C-1.1. Il termine mente viene usato per rappresentare il principio attivante dello spirito, di cui fornisce l’energia creativa. 2Quando il termine ha la lettera maiuscola, si riferisce a Dio o a Cristo (per esempio: la Mente di Dio o la Mente di Cristo). 3Lo spirito è il Pensiero di Dio che Egli ha creato simile a Se Stesso. 4Lo spirito unificato è l’unico Figlio di Dio, o Cristo.

2. In questo mondo, poiché la mente è divisa, i Figli di Dio sembrano essere separati. 2Né la loro mente sembra essere unita. 3In questo stato illusorio, sembra aver significato il concetto di “mente individuale”. 4Nel corso, pertanto, viene descritta come se consistesse di due parti: lo spirito e l’ego. 3. Lo spirito è la parte della mente che è tuttora in contatto con Dio attraverso lo Spirito Santo, Che dimora in questa parte ma vede anche l’altra parte. 2Il termine “anima”non viene mai usato, eccetto che in dirette citazioni bibliche, a causa della sua natura altamente controversa. 3Sarebbe tuttavia l’equivalente di “spirito”, con l’intendimento che, essendo di Dio, è eterna e non è mai nata. 4. L’altra parte della mente è completamente illusoria e fa solo illusioni. 2Lo spirito mantiene il suo potenziale creativo, ma la sua Volontà, che è quella di Dio, sembra essere imprigionata finché la mente non è unificata. 3La creazione continua senza posa perché questa è la Volontà di Dio. 4Questa Volontà è sempre unificata e pertanto non ha alcun significato in questo mondo. 5Non ha opposti né gradi. 5. La mente può essere corretta o sbagliata, a seconda della voce che ascolta. 2La mente corretta ascolta lo Spirito Santo, perdona il mondo e attraverso la visione di Cristo vede al suo posto il mondo reale. 3Questa è la visione finale, l’ultima percezione, la condizione in cui Dio Stesso fa l’ultimo passo. 4Qui il tempo e le illusioni finiscono assieme. 6. La mente sbagliata ascolta l’ego e fa le illusioni: percepisce il peccato, giustifica la collera e vede che la colpa, la malattia e la morte sono reali. 2Tanto questo mondo come il mondo reale sono illusioni, perché la mente corretta semplicemente guarda oltre, o perdona, ciò che non è mai accaduto. 3Pertanto non è la Mente Una della Mente di Cristo, la Cui Volontà è Una con quella di Dio. 7. In questo mondo l’unica libertà che rimane è la libertà di scelta: e la scelta è sempre tra due alternative o due voci. 2La Volontà non è mai coinvolta nella percezione a nessun livello e non ha nulla a che fare con la scelta. 3La coscienza è il meccanismo ricettivo, che riceve i messaggi sia dal piano superiore che da quello inferiore: dallo Spirito Santo o dall’ego. 4La coscienza ha livelli e la consapevolezza può cambiare piuttosto drasticamente dall’uno all’altro, ma non può trascendere il regno della percezione. 5Al suo più alto livello, diventa consapevole del mondo reale, e può essere addestrata a fare ciò sempre più frequentemente. 6Tuttavia, il fatto stesso che abbia livelli e che può essere addestrata, dimostra che non può raggiungere la conoscenza.

2 L’ego – il miracolo C-2.1. Le illusioni non dureranno. 2La loro morte è certa e solo questo è certo nel loro mondo. 3È per questo che è il mondo dell’ego. 4Cos’è l’ego? 5Non è che un sogno di ciò che in realtà sei. 6Il pensiero che sei separato dal tuo Creatore e il desiderio di essere ciò che Egli non ha creato. 7È un prodotto della pazzia, non della realtà. 8Un nome per ciò che non ha nome è tutto ciò che è. 9Un simbolo dell’impossibile: una scelta di opzioni che non esistono. 10Gli diamo un nome solo per aiutarci a comprendere che non è altro che un pensiero antico che ciò che è stato fatto sia immortale. 11Ma cosa potrebbe provenire da questo se non un sogno che, come tutti i sogni, può solo finire nella morte?

C-2.2. Cos’è l’ego? 2Niente, ma in una forma tale da sembrare qualcosa. 3In un mondo di forme non può essere negato, poiché solo esso sembra reale. 4Eppure potrebbe il Figlio di Dio come Lui lo ha creato dimorare in una forma o in un mondo di forme? 5Chi ti chiede di definire l’ego e di spiegare come è sorto, può essere solo chi crede che l’ego sia reale e cerca, per definizione, di assicurarsi che la sua natura illusoria sia nascosta dietro le parole che sembrano renderlo tale.

C-2.3. Non esiste alcuna definizione per una menzogna che serva a farla diventare vera. 2Né può esserci una verità che le menzogne possano nascondere efficacemente. 3L’irrealtà dell’ego non viene negata con le parole né il suo significato è chiaro, perché la sua natura sembra avere una forma. 4Chi può definire ciò che è indefinibile? 5Tuttavia, persino qui c’è una risposta.

C-2.4. Non possiamo realmente formulare una definizione di cos’è l’ego, ma possiamo dire ciò che non è. 2E questo ci viene mostrato con assoluta chiarezza. 3Ed è da questo che possiamo dedurre tutto ciò che è. 4Guarda il suo opposto e potrai vedere la sola risposta che abbia significato.

C-2.5. L’opposto dell’ego sotto ogni aspetto – nella sua origine, effetti e conseguenze – lo chiamiamo miracolo. 2In esso troviamo tutto ciò che non è l’ego in questo mondo. 3Il miracolo è l’opposto dell’ego e soltanto qui possiamo vedere ciò che l’ego era, poiché qui vediamo tutto ciò che sembrava fare, e la causa e i suoi effetti devono ancora essere una cosa sola.

C-2.6. Dove prima c’era l’oscurità, ora vediamo la luce. 2Cos’è l’ego? 3Ciò che era l’oscurità. 4Dov’è l’ego? 5Dove prima c’era l’oscurità. 6Dov’è ora e dove può essere trovato? 7Non è nulla e non si trova da nessuna parte. 8Ora la luce è venuta: il Suo opposto è sparito senza lasciare traccia. 9Dove c’era malvagità ora c’è santità. 10Cos’è l’ego? 11Ciò che era malvagità. 12Dov’è l’ego? 13In un sogno malvagio che sembrava solo essere reale mentre tu lo stavi sognando. 14Dove prima c’era la crocifissione, ora c’è il Figlio di Dio. 15Cos’è l’ego? 16Chi ha bisogno di chiederlo? 17Dov’è l’ego? 18Chi ha bisogno di cercare un’illusione ora che i sogni sono finiti?

C-2.7. Cos’è un miracolo? 2Anch’esso un sogno. 3Ma osserva tutti gli aspetti di questo sogno e non avrai mai più alcun dubbio. 4Guarda il mondo benevolo che vedi estendersi davanti a te mentre cammini con dolcezza. 5Guarda gli aiutanti lungo il cammino che stai percorrendo, felici nella certezza del Cielo e nella garanzia di pace. 6E guarda anche, per un istante, ciò che infine hai lasciato dietro di te e che finalmente hai superato.

C-2.8. Questo era l’ego: tutto l’odio crudele, il bisogno di vendetta e le grida di dolore, la paura di morire e la spinta ad uccidere, l’illusione di non essere fratelli e il sé che sembrava essere solo in tutto l’universo. 2Il miracolo corregge questo terribile errore riguardo te stesso con la stessa dolcezza con la quale una madre amorevole canta la ninna nanna al suo bambino. 3Non è un canto come questo quello che vorresti sentire? 4Non risponderebbe a tutto ciò che pensavi di chiedere, e non renderebbe perfino insignificante la tua domanda?

C-2.9. Le tue domande non hanno risposta, poiché sono stata fatte per zittire la Voce di Dio, Che fa a tutti una sola domanda: “Sei pronto ora ad aiutarMi a salvare il mondo?” 2Chiedi questo invece di ciò che è l’ego, e vedrai improvvisamente uno splendore coprire il mondo che l’ego ha fatto. 3Ora non viene negato a nessuno alcun miracolo. 4Il mondo è salvato da ciò che tu pensavi che fosse. 5E ciò che è, è interamente senza condanna e interamente puro.

C-2.10. Il miracolo perdona; l’ego condanna. 2Per entrambi non c’è altra definizione che questa. 3Ma potrebbe esserci una definizione più certa o più in linea con ciò che è la salvezza? 4Il problema e la risposta si trovano assieme qui, ed essendosi finalmente incontrati, la scelta è chiara. 5Chi sceglierebbe l’inferno quando lo riconosce? 6E chi non continuerebbe ad andare avanti per un po’ quando gli è stato dato di comprendere che la via è breve ed il Cielo è la sua meta?

3. Il perdono – Il volto di Cristo C-3.1. Il perdono serve per tornare a Dio e ci conduce verso Dio, ma non viene da Lui. 2È impossibile pensare che qualsiasi cosa che Egli ha creato possa aver bisogno di perdono. 3Il perdono, quindi, è un’illusione, ma grazie al suo scopo, che è quello dello Spirito Santo, è diverso. 4A differenza delle altre illusioni, ci allontana dall’errore anziché condurci verso di esso.

C-3.2. Il perdono può essere definito una sorta di finzione felice: un modo in cui coloro che non conoscono possono colmare il vuoto che c’è tra la loro percezione e la verità. 2Non possono passare direttamente dalla percezione alla conoscenza, perché non pensano che farlo sia la loro volontà. 3Questo fa sembrare che Dio sia un nemico invece di ciò che è realmente. 4Ed è proprio questa folle percezione che fa sì che non siano disposti semplicemente ad alzarsi e ritornare a Lui in pace.

C-3.3. E così essi hanno bisogno di una illusione di aiuto perché si sentono indifesi: un Pensiero di pace perché sono in conflitto. 2Dio sa di cosa ha bisogno Suo Figlio prima che questi lo chieda. 3Dio non si preoccupa affatto della forma, ma avendo dato il contenuto, è Sua Volontà che esso venga compreso. 4E questo è sufficiente. 5La forma si adatta alla necessità, il contenuto è immutabile, eterno come il suo Creatore.

C-3.4. Prima che il ricordo di Dio possa ritornare deve essere visto il volto di Cristo. 2La ragione è ovvia. 3Vedere il volto di Cristo implica la percezione. 4Nessuno può vedere basandosi sulla conoscenza. 5Ma il volto di Cristo è il grande simbolo del perdono. 6È la salvezza. 7È il simbolo del mondo reale. 8Chiunque veda questo, non vedrà più il mondo. 9È tanto vicino al Cielo quanto è possibile fuori dal cancello. 10Tuttavia non ci vuole che un solo passo per entrarci. 11È il passo finale. 12E questo lo lasciamo a Dio.

C-3.5. Anche il perdono è un simbolo, ma essendo il solo simbolo della Sua Volontà non può essere diviso. 2E così l’unità che riflette diventa la Sua Volontà. 3È l’unica cosa che è ancora in parte nel mondo, e tuttavia è il ponte verso il Cielo.

C-3.6. La Volontà di Dio è la sola cosa che esiste. 2Possiamo solo andare dal nulla al tutto: dall’inferno al Cielo. 3Forse che questo è un viaggio? 4No, in verità non lo è, poiché la verità non va da nessuna parte. 5Ma le illusioni cambiano di luogo in luogo e di tempo in tempo. 6Anche il passo finale non è che un cambiamento. 7Essendo una percezione, è in parte irreale. 8E tuttavia, questa parte svanirà. 9Ciò che rimarrà sarà la pace eterna e la Volontà di Dio.

C-3.7. Ora non ci sono più desideri, poiché i desideri cambiano. 2Perfino ciò che una volta si desiderava può diventare sgradito. 3Deve essere così perché l’ego non può mai essere in pace. 4Ma la Volontà è costante, essendo il dono di Dio. 5E ciò che Egli dà è sempre come Se Stesso. 6Questo è lo scopo del volto di Cristo. 7È il dono di Dio per la salvezza di Suo Figlio. 8Vedi solo questo e sarai stato perdonato.

C-3.8. Come diventa bello il mondo proprio in quel singolo istante in cui vedi la verità di te stesso riflessa in esso. 2Ora sei senza peccato e vedi la tua assenza di peccato. 3Ora sei santo e percepisci che è così. 4Ed ora la mente ritorna al suo Creatore: l’unirsi del Padre e Figlio, l’Unità delle unità che si trova dietro tutte le unioni ma al di là di ciascuna di esse. 5Dio non è visto, ma solo compreso. 6Suo Figlio non viene attaccato, ma riconosciuto.

4. Vera percezione – conoscenza C-4.1. Il mondo che vedi non è che l’illusione di un mondo. 2Dio non lo ha creato, poiché ciò che Egli crea deve essere eterno come Lui Stesso. 3Ma nel mondo che vedi non c’è nulla che durerà per sempre. 4Alcune cose dureranno nel tempo un po’ più a lungo di altre. 5Ma verrà il momento in cui tutte le cose visibili avranno una fine.

C-4.2. Gli occhi del corpo non sono, pertanto, il mezzo attraverso il quale si possa vedere il mondo reale, poiché le illusioni che vedono devono condurre a ulteriori illusioni della realtà. 2E questo è ciò che fanno. 3Perché ogni cosa che vedono non solo non durerà, ma si presta a pensieri di peccato e di colpa. 4Mentre tutto ciò che Dio ha creato è per sempre senza peccato e quindi è per sempre senza colpa.

C-4.3. La conoscenza non è il rimedio della falsa percezione, poiché essendo a un altro livello, esse non potranno mai incontrarsi. 2La sola correzione possibile per la falsa percezione, deve essere la vera percezione. 3Essa non durerà. 4Ma per il tempo della sua durata, il suo scopo è guarire. 5Perché la vera percezione è un rimedio che ha molti nomi. 6Il perdono, la salvezza, la Riconciliazione, la percezione vera, sono tutti la stessa cosa. 7Sono l’unico inizio di un processo il cui fine è di condurre a una Unità che è molto al di là di essi. 8La vera percezione è il mezzo attraverso il quale il mondo viene salvato dal peccato, poiché il peccato non esiste. 9E questo è ciò che la vera percezione vede.

C-4.4. Il mondo si erge come un macigno davanti al volto di Cristo. 2Ma la vera percezione lo guarda come nulla più di un fragile velo che si disperde così facilmente da non poter durare più di un istante. 3Finalmente lo si vede solo per quello che è. 4Ed ora non può non sparire, poiché ora c’è uno spazio vuoto, che è stato pulito e preparato. 5Dove si percepiva la distruzione apparirà il volto di Cristo e in quell’istante il mondo verrà dimenticato, il tempo finirà per sempre mentre il mondo si volgerà verso il nulla da dove è venuto.

C-4.5. Un mondo perdonato non può durare. 2Era la dimora dei corpi. 3Ma il perdono guarda al di là dei corpi. 4Questa è la sua santità, questo il modo in cui guarisce. 5Il mondo dei corpi è il mondo del peccato, perché solo se il corpo esistesse sarebbe possibile il peccato. 6È altrettanto certo che la colpa viene dal peccato così come è certo che il perdono la porta via. 7E una volta che ogni colpa è scomparsa, cosa resta a mantenere al suo posto un mondo separato? 8Poiché anche il posto sarà sparito assieme al tempo. 9Solo il corpo fa sembrare reale il mondo perché essendo separato non può rimanere dove la separazione è impossibile. 10Il perdono dimostra che è impossibile perché non lo vede. 11E ciò che allora non vedrai, non sarà più comprensibile per te, così come una volta la sua presenza era stata la tua certezza.

C-4.6. La vera percezione porta questo cambiamento: ciò che era proiettato fuori ora viene visto dentro, e lì il perdono lo fa sparire. 2Perché lì viene posto l’altare al Figlio, e lì viene ricordato suo Padre. 3Qui tutte le illusioni sono portate alla verità e deposte sull’altare. 4Ciò che si vede fuori deve trovarsi al di là del perdono, poiché sembra essere per sempre peccaminoso. 5Dov’è la speranza mentre si vede il peccato come una cosa esterna? 6Quale rimedio può esserci per la colpa? 7Ma visti all’interno della tua mente la colpa ed il perdono per un istante stanno insieme, uno accanto all’altro, su un solo altare. 8Là, finalmente, la malattia e il suo unico rimedio sono uniti in una luminosità che guarisce. 9Dio è venuto a reclamare ciò che è Suo. 10Il perdono è completo.

C-4.7. Ed ora la conoscenza di Dio, immutabile, certa, pura e completamente comprensibile, entra nel suo regno. 2La percezione è svanita, quella falsa come quella vera. 3Il perdono è svanito, poiché il suo compito è finito. 4E i corpi sono spariti nella luce splendente che si trova sull’altare del Figlio di Dio. 5Dio sa che questo altare è il Suo, come di Suo Figlio. 6E qui Essi si uniscono, perché qui lo splendore del volto di Cristo ha fatto sparire l’ultimo istante del tempo ed ora l’ultima percezione del mondo è senza scopo e senza causa. 7Perché dove il ricordo di Dio è finalmente giunto, non c’è viaggio, né credenza nel peccato, né pareti, né corpi e la torva attrazione della colpa e della morte è per sempre estinta.

C-4.8. Oh, fratelli miei, se solo sapeste che pace vi avvolgerà e vi manterrà al sicuro, puri e amorevoli nella Mente di Dio, non potreste far altro che affrettarvi a incontrarvi con Lui al Suo altare! 2Siano santificati il vostro Nome ed il Suo, poiché qui si uniscono in questo santo luogo. 3Qui Egli si china per innalzarvi a Lui, fuori dalle illusioni alla santità, fuori dal mondo all’eternità, fuori dalla paura e restituiti all’amore.

5. Gesù – Cristo C-5.1. Non c’è alcun bisogno di aiuto per entrare in Cielo, poiché non lo hai mai lasciato. 2Ma c’è bisogno di aiuto al di là di te stesso, poiché sei circoscritto da false credenze sulla tua Identità, che in realtà soltanto Dio ha stabilito. 3Ti sono dati degli Aiutanti in forme varie, sebbene dinanzi all’altare siano uno solo. 4Al di là di ciascuno di essi c’è un Pensiero di Dio, e questo non cambierà mai. 5Ma essi hanno temporaneamente nomi diversi, poiché il tempo ha bisogno di simboli, essendo esso stesso irreale. 6I loro nomi sono legioni, ma noi non andremo oltre i nomi che il corso stesso impiega. 7Dio non aiuta perché non conosce alcuna necessità. 8Tuttavia, Egli crea tutti gli Aiutanti di Suo Figlio finché egli crederà che le sue fantasie siano vere. 9Ringrazia Dio per loro, poiché essi ti condurranno a casa.

C-5.2. Il nome di Gesù è il nome di colui che era un uomo ma che vide il volto di Cristo in tutti i suoi fratelli e ricordò Dio. 2Così egli divenne identificato con Cristo, non più un uomo, ma uno con Dio. 3L’uomo era un’illusione, poiché sembrava che fosse un essere separato che camminava da solo, dentro un corpo che sembrava mantenere separato il suo sé dal Sé, come fanno tutte le illusioni. 4Tuttavia, chi può salvare a meno che non veda le illusioni e quindi le identifichi per quello che sono? 5Gesù continua ad essere un Salvatore perché vide il falso senza accettarlo come verità. 6E Cristo ebbe bisogno della sua forma per poter apparire agli uomini per salvarli dalle loro illusioni.

C-5.3. Nella sua completa identificazione con il Cristo – il perfetto Figlio di Dio, la Sua unica creazione e la Sua felicità, per sempre come Lui Stesso e Uno con Lui –Gesù divenne ciò che tutti voi dovete essere. 2Mostrò il cammino perché tu lo segua. 3Ti riconduce a Dio perché vide il cammino davanti a sé e lo seguì. 4Fece una chiara distinzione, tuttora oscura a te, tra il falso e il vero. 5Ti offrì una dimostrazione finale che è impossibile uccidere il Figlio di Dio, e che la sua vita non può essere cambiata in alcun modo dal peccato, dalla malvagità, dalla malizia, dalla morte o dalla paura.

C-5.4. Pertanto, tutti i tuoi peccati ti sono stati perdonati perché non ebbero alcuna conseguenza. 2E così non erano altro che dei sogni. 3Risorgi con lui che ti mostrò questo perché glielo devi per aver condiviso i tuoi sogni cosicché possano essere dissipati. 4E tuttora li condivide per rimanere uno con te.

C-5.5. È lui il Cristo? 2Certamente sì, insieme a te. 3La sua piccola vita sulla terra non fu abbastanza per insegnare l’imponente lezione che lui imparò per tutti voi. 4Egli rimarrà con te per condurti fuori dall’inferno che hai fatto, verso Dio. 5E quando unirai la tua volontà alla sua, ciò che vedrai sarà la sua visione, poiché condividerai gli occhi di Cristo. 6Camminare con lui è tanto naturale come camminare con un fratello che conosci da quando sei nato, poiché tale infatti è ciò che egli è. 7Sono stati fatti idoli crudeli di colui che vuole essere soltanto un fratello per il mondo. 8Perdona a lui le tue illusioni e vedi che caro fratello egli vuole essere per te. 9Perché egli offrirà finalmente riposo alla tua mente e la riporterà assieme a te al tuo Dio.

C-5 6. È lui il solo Aiutante di Dio? 2Certamente no. 3Poiché Cristo assumerà molte forme, con nomi diversi, fintantoché la loro unità potrà essere riconosciuta. 4Ma Gesù è per te il portatore dell’unico messaggio di Cristo dell’Amore di Dio. 5Non hai bisogno di altro. 6È possibile leggere le sue parole e trarne beneficio senza accettarlo nella tua vita. 7Ma egli ti aiuterebbe ancora un po’ di più, se tu condividessi i tuoi dolori e le tue gioie con lui e rinunciassi ad entrambi per trovare la pace di Dio. 8Ma tuttora è la sua lezione che egli vorrebbe che tu imparassi più di tutto, ed è questa:

La morte non esiste perché il Figlio di Dio è come suo Padre. Non puoi fare nulla che possa cambiare l’Amore Eterno. Dimentica i tuoi sogni di peccato e di colpa e vieni invece con me a condividere la resurrezione del Figlio di Dio. E porta con te tutti coloro che Lui ti ha mandato per prenderti cura di loro come io mi prendo cura di te.

6. Lo Spirito Santo C-6.1. Gesù è la manifestazione dello Spirito Santo, Che egli fece discendere sulla terra dopo la sua ascensione al Cielo, ovvero dopo che diventò completamente identificato con il Cristo, il Figlio di Dio così come Egli Lo creò. 2Lo Spirito Santo, essendo una creazione dell’unico Creatore, che crea con Lui e a Sua somiglianza ovvero come spirito, è eterno e non è mai cambiato. 3Egli fu “fatto discendere sulla terra” nel senso che era ora possibile accettarLo e udire la Sua Voce. 4La Sua è la Voce che parla per Dio ed ha pertanto preso forma. 5Questa forma non è la Sua realtà, che solo Dio conosce assieme con Cristo, il Suo vero Figlio, Che è parte di Lui.

C-6.2. Lo Spirito Santo è descritto in tutto il corso come Colui che ci dà la risposta alla separazione e che ci porta il piano della Riconciliazione, assegnandoci la nostra parte particolare in essa e mostrandoci esattamente in cosa consiste. 2Egli ha designato Gesù quale guida per portare a termine il Suo piano poiché Gesù fu il primo a completare perfettamente la sua parte. 3A Lui è stato pertanto dato pieno potere in Cielo e in terra, ed egli lo condividerà con te quando tu avrai completato la tua parte. 4Il principio della Riconciliazione venne dato allo Spirito Santo molto prima che Gesù lo mettesse in movimento.

C-6.3. Lo Spirito Santo viene descritto come l’ultimo Anello di Comunicazione tra Dio e i Suoi Figli separati. 2Allo scopo di poter portare a termine questa funzione speciale, lo Spirito Santo ha assunto una funzione duale. 3Conosce perché è parte di Dio; percepisce perché fu mandato a salvare l’umanità. 4Egli è il grande principio di correzione: il portatore della vera percezione, il potere intrinseco della visione di Cristo. 5È la luce nella quale si percepisce il mondo perdonato, nella quale si può vedere solo il volto di Cristo. 6Egli non dimentica mai il Creatore o la Sua creazione. 7Non dimentica mai il Figlio di Dio. 8Non si dimentica mai di te. 9E ti porta l’Amore di tuo Padre in un eterno splendore che non verrà mai cancellato perché Dio Stesso lo ha messo lì.

C-6.4. Lo Spirito Santo dimora nella parte della tua mente che è parte della Mente di Cristo. 2Egli rappresenta il tuo Sé e il tuo Creatore, Che sono Uno. 3Parla per Dio e anche per te, essendo unito a Entrambi. 4Ed è pertanto Lui Che dimostra che sono Uno. 5Sembra essere una Voce, poiché in quella forma ti porta la Parola di Dio. 6Sembra essere una Guida in un paese lontano, poiché tu hai bisogno di questa forma d’aiuto. 7Sembra essere qualunque cosa soddisfi il bisogno che credi di avere. 8Ma non è ingannato quando percepisci il tuo sé imprigionato da necessità che non hai. 9È da queste che Egli ti vuole liberare. 10È da queste che vuole metterti al sicuro.

C-6.5. Tu sei la Sua manifestazione in questo mondo. 2Tuo fratello ti invoca perché tu sia la Sua Voce assieme a lui. 3Da solo non può essere l’Aiutante del Figlio di Dio, poiché da solo non ha alcuna funzione. 4Ma unito a te egli è lo splendido Salvatore del mondo, la Cui parte nella sua redenzione hai reso completa. 5Egli rende grazie a te e a tuo fratello, poiché sei sorto con lui quando incominciò a salvare il mondo. 6E sarai con lui quando il tempo sarà finito e non rimarrà alcuna traccia di sogni di rancore nei quali danzi all’esangue melodia della morte. 7Perché al suo posto si udrà, per alcuni momenti, l’inno a Dio. 8E poi la Voce svanirà, non per prendere altra forma, ma per ritornare all’eterna assenza di forma di Dio.

Epilogo C-ep.1. Non dimenticare che una volta cominciato questo viaggio, la fine è certa. 2I dubbi lungo il cammino verranno e andranno, e andranno per tornare nuovamente. 3Tuttavia la fine è sicura. 4Nessuno può non riuscire a fare ciò che Dio gli ha assegnato. 5Quando ti dimentichi, ricordati che cammini con Lui e con la Sua Parola nel tuo cuore. 6Chi può disperarsi quando ha una Speranza come questa? 7Illusioni di disperazione sembreranno assalirti, ma impara a non lasciarti ingannare da esse. 8Dietro ognuna di esse c’è la realtà e c’è Dio. 9Perché vorresti aspettare per questo e sostituirlo con le illusioni, quando il Suo Amore non è che appena un istante più in là lungo la strada dove tutte le illusioni finiscono? 10La fine è certa e garantita da Dio. 11Chi si fermerebbe davanti a un’immagine senza vita, quando a un passo di distanza il Santo dei Santi apre un’antica porta che conduce oltre il mondo?

C-ep.2. Tu sei uno straniero qui. 2Ma appartieni a Colui Che ti ama come Se Stesso. 3Chiedi solo il mio aiuto per far rotolare via la pietra e sarà fatto secondo la Sua Volontà. 4Il nostro viaggio è cominciato. 5La fine è stata scritta nelle stelle molto tempo fa e fissata nei Cieli con un Raggio splendente che la mantenne al sicuro nell’eternità e per tutta la durata del tempo. 6E la mantiene tuttora: immutata, che non cambia e non può cambiare.

C-ep.3. Non aver paura. 2Noi stiamo soltanto riprendendo un viaggio antico che abbiamo iniziato tanto tempo fa, ma che sembra nuovo. 3Abbiamo ripreso il viaggio sulla stessa strada che abbiamo percorso in precedenza e che per un po’ avevamo smarrito. 4Ed ora tentiamo di nuovo. 5Il nostro nuovo inizio ha la certezza che al viaggio fino ad ora mancava. 6Alza lo sguardo e vedi la Sua Parola tra le stelle, dove ha scritto il tuo Nome assieme al Suo. 7Alza lo sguardo e trova il tuo destino sicuro che il mondo vuole nascondere, ma che Dio vuole che tu veda.

C-ep.4. Aspettiamo qui in silenzio e inginocchiamoci un istante in gratitudine verso Colui Che ci ha chiamati e ci ha aiutati ad udire il Suo Richiamo. 2E poi alziamoci e andiamo in fede lungo il cammino che ci conduce a Lui. 3Ora siamo certi di non camminare da soli. 4Poiché Dio è qui e con Lui tutti i nostri fratelli. 5Ora sappiamo che non perderemo mai più la strada. 6Il canto, che si era interrotto solo per un istante, sebbene sembri che non sia mai stato cantato, comincia nuovamente. 7Ciò che qui è cominciato crescerà in vita, forza e speranza fino a quando il mondo si acquieterà per un istante e dimenticherà tutto ciò che il sogno di peccato aveva fatto di esso.

C-ep.5. Usciamo ad incontrare il mondo appena nato, sapendo che Cristo è rinato in esso e che la santità di questa rinascita durerà per sempre. 2Avevamo perso la strada, ma Egli l’ha ritrovata per noi. 3Andiamo a dare il benvenuto a Colui Che ritorna a noi per celebrare la salvezza e la fine di tutto ciò che pensavamo di aver fatto. 4La stella del mattino di questo nuovo giorno, vede un mondo diverso dove Dio è benvenuto e Suo Figlio con Lui. 5Noi che Lo completiamo Gli rendiamo grazie mentre Lui rende grazie a noi. 6Il Figlio è tranquillo, e nella quiete che Dio gli ha dato entra nella sua dimora ed è finalmente in pace.

Summary Index

Manual for the teachers

Introduction 1. Who are God teachers? 2. Who are their pupils 3. What are the levels of teaching? 4. What are the characteristic of God’s teachers?

I. Trust A. Development of Trust II. Honesty III. Tolerance IV. Gentleness V. Joy VI. Defenselessness VII. Generosity VIII. Patience IX. Faithfulness X. Open-Mindedness

5. How is healing accomplished? I. The Perceived Purpose of Sickness II. The Shift in Perception III. The Function of the Teacher of God 6. Is healing certain? 7. Should healing be repeated? 8. How can perception of order of difficulties be avoided? 9. Are changes required in the life situation of God’s teachers? 10. How is judgment relinquished? 11. How is peace possible in this world? 12. How many teachers of God are needed to save the world? 13. What is the real meaning of sacrifice? 14. How will the world end? 15. Is each one to be judged to the end? 16. How should the teacher of God spend his day? 17. How do God’s teachers deal with magic thoughts? 18. How is correction made? 19. What is Justice? 20. What is the peace of God? 21. What is the role of words in healing? 22. How are healing and Atonement related? 23. Does Jesus have a special place in healing? 24. Is Incarnation so? 25. Are “psychic” powers desirable? 26. Can God be reached directly? 27. What is death? 28. What is the Resurrection? 29. As for the rest…

CHIARIFICAZIONE DEI TERMINI

Introduction 1. Mind – Spirit 2. The ego – the miracle 3. The forgiveness – The face of Christ 4. True perception – knowledge 5. Jesus – Christ 6. The Holy Spirit

Epilogue

Manual for teachers

Introduction M-in.1. The role of teaching and learning is actually reversed in the thinking of the world. The reversal is characteristic. It seems as if the teacher and the learner are separated, the teacher giving something to the learner rather than to himself. Further, the act of teaching is regarded as a special activity, in which one engages only a relatively small proportion of one’s time. The course, on the other hand, emphasizes that to teach is to learn, so that teacher and learner are the same. It also emphasizes that teaching is a constant process; it goes on every moment of the day, and continues into sleeping thoughts as well.

M-in.2. To teach is to demonstrate. There are only two thought systems, and you demonstrate that you believe one or the other is true all the time. From your demonstration others learn, and so do you. The question is not whether you will teach, for in that there is no choice. The purpose of the course might be said to provide you with a means of choosing what you want to teach on the basis of what you want to learn. You cannot give to someone else, but only to yourself, and this you learn through teaching. Teaching is but a call to witnesses to attest to what you believe. It is a method of conversion. This is not done by words alone. Any situation must be to you a chance to teach others what you are, and what they are to you. No more than that, but also never less.

M-in.3. The curriculum you set up is therefore determined exclusively by what you think you are, and what you believe the relationship of others is to you. In the formal teaching situation, these questions may be totally unrelated to what you think you are teaching. Yet it is impossible not to use the content of any situation on behalf of what you really teach, and therefore really learn. To this the verbal content of your teaching is quite irrelevant. It may coincide with it, or it may not. It is the teaching underlying what you say that teaches you. Teaching but reinforces what you believe about yourself. Its fundamental purpose is to diminish self-doubt. This does not mean that the self you are trying to protect is real. But it does mean that the self you think is real is what you teach.

M-in.4. This is inevitable. There is no escape from it. How could it be otherwise? Everyone who follows the world’s curriculum, and everyone here does follow it until he changes his mind, teaches solely to convince himself that he is what he is not. Herein is the purpose of the world. What else, then, would its curriculum be? Into this hopeless and closed learning situation, which teaches nothing but despair and death, God sends His teachers. And as they teach His lessons of joy and hope, their learning finally becomes complete.

M-in.5. Except for God’s teachers there would be little hope of salvation, for the world of sin would seem forever real. The self-deceiving must deceive, for they must teach deception. And what else is hell? This is a manual for the teachers of God. They are not perfect, or they would not be here. Yet it is their mission to become perfect here, and so they teach perfection over and over, in many, many ways, until they have learned it. And then they are seen no more, although their thoughts remain a source of strength and truth forever. Who are they? How are they chosen? What do they do? How can they work out their own salvation and the salvation of the world? This manual attempts to answer these questions.

1. Who are God teachers? M-1.1. A teacher of God is anyone who chooses to be one. His qualifications consist solely in this; somehow, somewhere he has made a deliberate choice in which he did not see his interests as apart from someone else’s. Once he has done that, his road is established and his direction is sure. A light has entered the darkness. It may be a single light, but that is enough. He has entered an agreement with God even if he does not yet believe in Him. He has become a bringer of salvation. He has become a teacher of God.

M-1.2. They come from all over the world. They come from all religions and from no religion. They are the ones who have answered. The Call is universal. It goes on all the time everywhere. It calls for teachers to speak for It and redeem the world. Many hear It, but few will answer. Yet it is all a matter of time. Everyone will answer in the end, but the end can be a long, long way off. It is because of this that the plan of the teachers was established. Their function is to save time. Each one begins as a single light, but with the Call at its center it is a light that cannot be limited. And each one saves a thousand years of time as the world judges it. To the Call Itself time has no meaning.

M-1.3. There is a course for every teacher of God. The form of the course varies greatly. So do the particular teaching aids involved. But the content of the course never changes. Its central theme is always, “God’s Son is guiltless, and in his innocence is his salvation.” It can be taught by actions or thoughts; in words or soundlessly; in any language or in no language; in any place or time or manner. It does not matter who the teacher was before he heard the Call. He has become a savior by his answering. He has seen someone else as himself. He has therefore found his own salvation and the salvation of the world. In his rebirth is the world reborn.

M-1.4. This is a manual for a special curriculum, intended for teachers of a special form of the universal course. There are many thousands of other forms, all with the same outcome. They merely save time. Yet it is time alone that winds on wearily, and the world is very tired now. It is old and worn and without hope. There was never a question of outcome, for what can change the Will of God? But time, with its illusions of change and death, wears out the world and all things in it. Yet time has an ending, and it is this that the teachers of God are appointed to bring about. For time is in their hands. Such was their choice, and it is given them.

2. Who are their pupils M-2.1. Certain pupils have been assigned to each of God’s teachers, and they will begin to look for him as soon as he has answered the Call. They were chosen for him because the form of the universal curriculum that he will teach is best for them in view of their level of understanding. His pupils have been waiting for him, for his coming is certain. Again, it is only a matter of time. Once he has chosen to fulfill his role, they are ready to fulfill theirs. Time waits on his choice, but not on whom he will serve. When he is ready to learn, the opportunities to teach will be provided for him.

M-2.2. In order to understand the teaching-learning plan of salvation, it is necessary to grasp the concept of time that the course sets forth. Atonement corrects illusions, not truth. Therefore, it corrects what never was. Further, the plan for this correction was established and completed simultaneously, for the Will of God is entirely apart from time. So is all reality, being of Him. The instant the idea of separation entered the mind of God’s Son, in that same instant was God’s Answer given. In time this happened very long ago. In reality it never happened at all.

M-2.3. The world of time is the world of illusion. What happened long ago seems to be happening now. Choices made long since appear to be open; yet to be made. What has been learned and understood and long ago passed by is looked upon as a new thought, a fresh idea, a different approach. Because your will is free you can accept what has already happened at any time you choose, and only then will you realize that it was always there. As the course emphasizes, you are not free to choose the curriculum, or even the form in which you will learn it. You are free, however, to decide when you want to learn it. And as you accept it, it is already learned.

M-2.4. Time really, then, goes backward to an instant so ancient that it is beyond all memory, and past even the possibility of remembering. Yet because it is an instant that is relived again and again and still again, it seems to be now. And thus it is that pupil and teacher seem to come together in the present, finding each other as if they had not met before. The pupil comes at the right time to the right place. This is inevitable, because he made the right choice in that ancient instant which he now relives. So has the teacher, too, made an inevitable choice out of an ancient past. God’s Will in everything but seems to take time in the working-out. What could delay the power of eternity?

M-2.5. When pupil and teacher come together, a teaching-learning situation begins. For the teacher is not really the one who does the teaching. God’s Teacher speaks to any two who join together for learning purposes. The relationship is holy because of that purpose, and God has promised to send His Spirit into any holy relationship. In the teaching-learning situation, each one learns that giving and receiving are the same. The demarcations they have drawn between their roles, their minds, their bodies, their needs, their interests, and all the differences they thought separated them from one another, fade and grow dim and disappear. Those who would learn the same course share one interest and one goal. And thus he who was the learner becomes a teacher of God himself, for he has made the one decision that gave his teacher to him. He has seen in another person the same interests as his own.

3. What are the levels of teaching? M-3.1. The teachers of God have no set teaching level. Each teaching-learning situation involves a different relationship at the beginning, although the ultimate goal is always the same; to make of the relationship a holy relationship, in which both can look upon the Son of God as sinless. There is no one from whom a teacher of God cannot learn, so there is no one whom he cannot teach. However, from a practical point of view he cannot meet everyone, nor can everyone find him. Therefore, the plan includes very specific contacts to be made for each teacher of God. There are no accidents in salvation. Those who are to meet will meet, because together they have the potential for a holy relationship. They are ready for each other.

M-3.2. The simplest level of teaching appears to be quite superficial. It consists of what seem to be very casual encounters; a “chance” meeting of two apparent strangers in an elevator, a child who is not looking where he is going running into an adult “by chance,” two students “happening” to walk home together. These are not chance encounters. Each of them has the potential for becoming a teaching-learning situation. Perhaps the seeming strangers in the elevator will smile to one another; perhaps the adult will not scold the child for bumping into him; perhaps the students will become friends. Even at the level of the most casual encounter, it is possible for two people to lose sight of separate interests, if only for a moment. That moment will be enough. Salvation has come.

M-3.3. It is difficult to understand that levels of teaching the universal course is a concept as meaningless in reality as is time. The illusion of one permits the illusion of the other. In time, the teacher of God seems to begin to change his mind about the world with a single decision, and then learns more and more about the new direction as he teaches it. We have covered the illusion of time already, but the illusion of levels of teaching seems to be something different. Perhaps the best way to demonstrate that these levels cannot exist is simply to say that any level of the teaching-learning situation is part of God’s plan for Atonement, and His plan can have no levels, being a reflection of His Will. Salvation is always ready and always there. God’s teachers work at different levels, but the result is always the same.

M-3.4. Each teaching-learning situation is maximal in the sense that each person involved will learn the most that he can from the other person at that time. In this sense, and in this sense only, we can speak of levels of teaching. Using the term in this way, the second level of teaching is a more sustained relationship, in which, for a time, two people enter into a fairly intense teaching-learning situation and then appear to separate. As with the first level, these meetings are not accidental, nor is what appears to be the end of the relationship a real end. Again, each has learned the most he can at the time. Yet all who meet will someday meet again, for it is the destiny of all relationships to become holy. God is not mistaken in His Son.

M-3.5. The third level of teaching occurs in relationships which, once they are formed, are lifelong. These are teaching-learning situations in which each person is given a chosen learning partner who presents him with unlimited opportunities for learning. These relationships are generally few, because their existence implies that those involved have reached a stage simultaneously in which the teaching-learning balance is actually perfect. This does not mean that they necessarily recognize this; in fact, they generally do not. They may even be quite hostile to each other for some time, and perhaps for life. Yet should they decide to learn it, the perfect lesson is before them and can be learned. And if they decide to learn that lesson, they become the saviors of the teachers who falter and may even seem to fail. No teacher of God can fail to find the Help he needs.

4. What are the characteristic of God’s teachers? M-4.1. The surface traits of God’s teachers are not at all alike. They do not look alike to the body’s eyes, they come from vastly different backgrounds, their experiences of the world vary greatly, and their superficial “personalities” are quite distinct. Nor, at the beginning stages of their functioning as teachers of God, have they as yet acquired the deeper characteristics that will establish them as what they are. God gives special gifts to His teachers, because they have a special role in His plan for Atonement. Their specialness is, of course, only temporary; set in time as a means of leading out of time. These special gifts, born in the holy relationship toward which the teaching-learning situation is geared, become characteristic of all teachers of God who have advanced in their own learning. In this respect they are all alike.

M-4.2. All differences among the Sons of God are temporary. Nevertheless, in time it can be said that the advanced teachers of God have the following characteristics:

I. Trust M-4.I.1. This is the foundation on which their ability to fulfill their function rests. Perception is the result of learning. In fact, perception is learning, because cause and effect are never separated. The teachers of God have trust in the world, because they have learned it is not governed by the laws the world made up. It is governed by a power that is in them but not of them. It is this power that keeps all things safe. It is through this power that the teachers of God look on a forgiven world.

M-4.I.2. When this power has once been experienced, it is impossible to trust one’s own petty strength again. Who would attempt to fly with the tiny wings of a sparrow when the mighty power of an eagle has been given him? And who would place his faith in the shabby offerings of the ego when the gifts of God are laid before him? What is it that induces them to make the shift?

A. Development of Trust M-4.I.A.3. First, they must go through what might be called “a period of undoing.” This need not be painful, but it usually is so experienced. It seems as if things are being taken away, and it is rarely understood initially that their lack of value is merely being recognized. How can lack of value be perceived unless the perceiver is in a position where he must see things in a different light? He is not yet at a point at which he can make the shift entirely internally. And so the plan will sometimes call for changes in what seem to be external circumstances. These changes are always helpful. When the teacher of God has learned that much, he goes on to the second stage.

M-4.I.A.4. Next, the teacher of God must go through “a period of sorting out.” This is always somewhat difficult because, having learned that the changes in his life are always helpful, he must now decide all things on the basis of whether they increase the helpfulness or hamper it. He will find that many, if not most of the things he valued before will merely hinder his ability to transfer what he has learned to new situations as they arise. Because he has valued what is really valueless, he will not generalize the lesson for fear of loss and sacrifice. It takes great learning to understand that all things, events, encounters and circumstances are helpful. It is only to the extent to which they are helpful that any degree of reality should be accorded them in this world of illusion. The word “value” can apply to nothing else.

M-4.I.A.5. The third stage through which the teacher of God must go can be called “a period of relinquishment.” If this is interpreted as giving up the desirable, it will engender enormous conflict. Few teachers of God escape this distress entirely. There is, however, no point in sorting out the valuable from the valueless unless the next obvious step is taken. Therefore, the period of overlap is apt to be one in which the teacher of God feels called upon to sacrifice his own best interests on behalf of truth. He has not realized as yet how wholly impossible such a demand would be. He can learn this only as he actually does give up the valueless. Through this, he learns that where he anticipated grief, he finds a happy lightheartedness instead; where he thought something was asked of him, he finds a gift bestowed on him.

M-4.I.A.6. Now comes “a period of settling down.” This is a quiet time, in which the teacher of God rests a while in reasonable peace. Now he consolidates his learning. Now he begins to see the transfer value of what he has learned. Its potential is literally staggering, and the teacher of God is now at the point in his progress at which he sees in it his whole way out. “Give up what you do not want, and keep what you do.” How simple is the obvious! And how easy to do! The teacher of God needs this period of respite. He has not yet come as far as he thinks. Yet when he is ready to go on, he goes with mighty companions beside him. Now he rests a while, and gathers them before going on. He will not go on from here alone.

M-4.I.A.7. The next stage is indeed “a period of unsettling.” Now must the teacher of God understand that he did not really know what was valuable and what was valueless. All that he really learned so far was that he did not want the valueless, and that he did want the valuable. Yet his own sorting out was meaningless in teaching him the difference. The idea of sacrifice, so central to his own thought system, had made it impossible for him to judge. He thought he learned willingness, but now he sees that he does not know what the willingness is for. And now he must attain a state that may remain impossible to reach for a long, long time. He must learn to lay all judgment aside, and ask only what he really wants in every circumstance. Were not each step in this direction so heavily reinforced, it would be hard indeed!

M-4.I.A.8. And finally, there is “a period of achievement.” It is here that learning is consolidated. Now what was seen as merely shadows before become solid gains, to be counted on in all “emergencies” as well as tranquil times. Indeed, the tranquility is their result; the outcome of honest learning, consistency of thought and full transfer. This is the stage of real peace, for here is Heaven’s state fully reflected. From here, the way to Heaven is open and easy. In fact, it is here. Who would “go” anywhere, if peace of mind is already complete? And who would seek to change tranquility for something more desirable? What could be more desirable than this?

II. Honesty M-4.II.1. All other traits of God’s teachers rest on trust. Once that has been achieved, the others cannot fail to follow. Only the trusting can afford honesty, for only they can see its value. Honesty does not apply only to what you say. The term actually means consistency. There is nothing you say that contradicts what you think or do; no thought opposes any other thought; no act belies your word; and no word lacks agreement with another. Such are the truly honest. At no level are they in conflict with themselves. Therefore it is impossible for them to be in conflict with anyone or anything.

M-4.II.2. The peace of mind which the advanced teachers of God experience is largely due to their perfect honesty. It is only the wish to deceive that makes for war. No one at one with himself can even conceive of conflict. Conflict is the inevitable result of self-deception, and self-deception is dishonesty. There is no challenge to a teacher of God. Challenge implies doubt, and the trust on which God’s teachers rest secure makes doubt impossible. Therefore they can only succeed. In this, as in all things, they are honest. They can only succeed, because they never do their will alone. They choose for all mankind; for all the world and all things in it; for the unchanging and unchangeable beyond appearances; and for the Son of God and his Creator. How could they not succeed? They choose in perfect honesty, sure of their choice as of themselves.

III. Tolerance M-4.III.1. God’s teachers do not judge. To judge is to be dishonest, for to judge is to assume a position you do not have. Judgment without self-deception is impossible. Judgment implies that you have been deceived in your brothers. How, then, could you not have been deceived in yourself? Judgment implies a lack of trust, and trust remains the bedrock of the teacher of God’s whole thought system. Let this be lost, and all his learning goes. Without judgment are all things equally acceptable, for who could judge otherwise? Without judgment are all men brothers, for who is there who stands apart? Judgment destroys honesty and shatters trust. No teacher of God can judge and hope to learn.

IV. Gentleness M-4.IV.1. Harm is impossible for God’s teachers. They can neither harm nor be harmed. Harm is the outcome of judgment. It is the dishonest act that follows a dishonest thought. It is a verdict of guilt upon a brother, and therefore on oneself. It is the end of peace and the denial of learning. It demonstrates the absence of God’s curriculum, and its replacement by insanity. No teacher of God but must learn,–and fairly early in his training,–that harmfulness completely obliterates his function from his awareness. It will make him confused, fearful, angry and suspicious. It will make the Holy Spirit’s lessons impossible to learn. Nor can God’s Teacher be heard at all, except by those who realize that harm can actually achieve nothing. No gain can come of it.

M-4.IV.2. Therefore, God’s teachers are wholly gentle. They need the strength of gentleness, for it is in this that the function of salvation becomes easy. To those who would do harm, it is impossible. To those to whom harm has no meaning, it is merely natural. What choice but this has meaning to the sane? Who chooses hell when he perceives a way to Heaven? And who would choose the weakness that must come from harm in place of the unfailing, all-encompassing and limitless strength of gentleness? The might of God’s teachers lies in their gentleness, for they have understood their evil thoughts came neither from God’s Son nor his Creator. Thus did they join their thoughts with Him Who is their Source. And so their will, which always was His Own, is free to be itself.

V. Joy M-4.V.1. Joy is the inevitable result of gentleness. Gentleness means that fear is now impossible, and what could come to interfere with joy? The open hands of gentleness are always filled. The gentle have no pain. They cannot suffer. Why would they not be joyous? They are sure they are beloved and must be safe. Joy goes with gentleness as surely as grief attends attack. God’s teachers trust in Him. And they are sure His Teacher goes before them, making sure no harm can come to them. They hold His gifts and follow in His way, because God’s Voice directs them in all things. Joy is their song of thanks. And Christ looks down on them in thanks as well. His need of them is just as great as theirs of Him. How joyous it is to share the purpose of salvation!

VI. Defenselessness M-4.VI.1. God’s teachers have learned how to be simple. They have no dreams that need defense against the truth. They do not try to make themselves. Their joy comes from their understanding Who created them. And does what God created need defense? No one can become an advanced teacher of God until he fully understands that defenses are but foolish guardians of mad illusions. The more grotesque the dream, the fiercer and more powerful its defenses seem to be. Yet when the teacher of God finally agrees to look past them, he finds that nothing was there. Slowly at first he lets himself be undeceived. But he learns faster as his trust increases. It is not danger that comes when defenses are laid down. It is safety. It is peace. It is joy. And it is God.

VII. Generosity M-4.VII.1. The term generosity has special meaning to the teacher of God. It is not the usual meaning of the word; in fact, it is a meaning that must be learned and learned very carefully. Like all the other attributes of God’s teachers this one rests ultimately on trust, for without trust no one can be generous in the true sense. To the world, generosity means “giving away” in the sense of “giving up.” To the teachers of God, it means giving away in order to keep. This has been emphasized throughout the text and the workbook, but it is perhaps more alien to the thinking of the world than many other ideas in our curriculum. Its greater strangeness lies merely in the obviousness of its reversal of the world’s thinking. In the clearest way possible, and at the simplest of levels, the word means the exact opposite to the teachers of God and to the world.

M-4.VII.2. The teacher of God is generous out of Self interest. This does not refer, however, to the self of which the world speaks. The teacher of God does not want anything he cannot give away, because he realizes it would be valueless to him by definition. What would he want it for? He could only lose because of it. He could not gain. Therefore he does not seek what only he could keep, because that is a guarantee of loss. He does not want to suffer. Why should he ensure himself pain? But he does want to keep for himself all things that are of God, and therefore for His Son. These are the things that belong to him. These he can give away in true generosity, protecting them forever for himself.

VIII. Patience M-4.VIII.1. Those who are certain of the outcome can afford to wait, and wait without anxiety. Patience is natural to the teacher of God. All he sees is certain outcome, at a time perhaps unknown to him as yet, but not in doubt. The time will be as right as is the answer. And this is true for everything that happens now or in the future. The past as well held no mistakes; nothing that did not serve to benefit the world, as well as him to whom it seemed to happen. Perhaps it was not understood at the time. Even so, the teacher of God is willing to reconsider all his past decisions, if they are causing pain to anyone. Patience is natural to those who trust. Sure of the ultimate interpretation of all things in time, no outcome already seen or yet to come can cause them fear.

IX. Faithfulness M-4.IX.1. The extent of the teacher of God’s faithfulness is the measure of his advancement in the curriculum. Does he still select some aspects of his life to bring to his learning, while keeping others apart? If so, his advancement is limited, and his trust not yet firmly established. Faithfulness is the teacher of God’s trust in the Word of God to set all things right; not some, but all. Generally, his faithfulness begins by resting on just some problems, remaining carefully limited for a time. To give up all problems to one Answer is to reverse the thinking of the world entirely. And that alone is faithfulness. Nothing but that really deserves the name. Yet each degree, however small, is worth achieving. Readiness, as the text notes, is not mastery.

M-4.IX.2. True faithfulness, however, does not deviate. Being consistent, it is wholly honest. Being unswerving, it is full of trust. Being based on fearlessness, it is gentle. Being certain, it is joyous. And being confident, it is tolerant. Faithfulness, then, combines in itself the other attributes of God’s teachers. It implies acceptance of the Word of God and His definition of His Son. It is to Them that faithfulness in the true sense is always directed. Toward Them it looks, seeking until it finds. Defenselessness attends it naturally, and joy is its condition. And having found, it rests in quiet certainty on that alone to which all faithfulness is due.

X. Open-Mindedness M-4.X.1. The centrality of open-mindedness, perhaps the last of the attributes the teacher of God acquires, is easily understood when its relation to forgiveness is recognized. Open-mindedness comes with lack of judgment. As judgment shuts the mind against God’s Teacher, so open-mindedness invites Him to come in. As condemnation judges the Son of God as evil, so open-mindedness permits him to be judged by the Voice for God on His behalf. As the projection of guilt upon him would send him to hell, so open-mindedness lets Christ’s image be extended to him. Only the open-minded can be at peace, for they alone see reason for it.

M-4.X.2. How do the open-minded forgive? They have let go all things that would prevent forgiveness. They have in truth abandoned the world, and let it be restored to them in newness and in joy so glorious they could never have conceived of such a change. Nothing is now as it was formerly. Nothing but sparkles now which seemed so dull and lifeless before. And above all are all things welcoming, for threat is gone. No clouds remain to hide the face of Christ. Now is the goal achieved. Forgiveness is the final goal of the curriculum. It paves the way for what goes far beyond all learning. The curriculum makes no effort to exceed its legitimate goal. Forgiveness is its single aim, at which all learning ultimately converges. It is indeed enough.

M-4.X.3. You may have noticed that the list of attributes of God’s teachers does not include things that are the Son of God’s inheritance. Terms like love, sinlessness, perfection, knowledge and eternal truth do not appear in this context. They would be most inappropriate here. What God has given is so far beyond our curriculum that learning but disappears in its presence. Yet while its presence is obscured, the focus properly belongs on the curriculum. It is the function of God’s teachers to bring true learning to the world. Properly speaking it is unlearning that they bring, for that is “true learning” in the world. It is given to the teachers of God to bring the glad tidings of complete forgiveness to the world. Blessed indeed are they, for they are the bringers of salvation.

5. How is healing accomplished? M-5.1. Healing involves an understanding of what the illusion of sickness is for. Healing is impossible without this.

I. The Perceived Purpose of Sickness M-5.I.1. Healing is accomplished the instant the sufferer no longer sees any value in pain. Who would choose suffering unless he thought it brought him something, and something of value to him? He must think it is a small price to pay for something of greater worth. For sickness is an election; a decision. It is the choice of weakness, in the mistaken conviction that it is strength. When this occurs, real strength is seen as threat and health as danger. Sickness is a method, conceived in madness, for placing God’s Son on his Father’s throne. God is seen as outside, fierce and powerful, eager to keep all power for Himself. Only by His death can He be conquered by His Son.

M-5.I.2. And what, in this insane conviction, does healing stand for? It symbolizes the defeat of God’s Son and the triumph of his Father over him. It represents the ultimate defiance in a direct form which the Son of God is forced to recognize. It stands for all that he would hide from himself to protect his “life.” If he is healed, he is responsible for his thoughts. And if he is responsible for his thoughts, he will be killed to prove to him how weak and pitiful he is. But if he chooses death himself, his weakness is his strength. Now has he given himself what God would give to him, and thus entirely usurped the throne of his Creator.

II. The Shift in Perception M-5.II.1. Healing must occur in exact proportion to which the valuelessness of sickness is recognized. One need but say, “There is no gain at all to me in this” and he is healed. But to say this, one first must recognize certain facts. First, it is obvious that decisions are of the mind, not of the body. If sickness is but a faulty problem-solving approach, it is a decision. And if it is a decision, it is the mind and not the body that makes it. The resistance to recognizing this is enormous, because the existence of the world as you perceive it depends on the body being the decision maker. Terms like “instincts,” “reflexes” and the like represent attempts to endow the body with non-mental motivators. Actually, such terms merely state or describe the problem. They do not answer it.

M-5.II.2. The acceptance of sickness as a decision of the mind, for a purpose for which it would use the body, is the basis of healing. And this is so for healing in all forms. A patient decides that this is so, and he recovers. If he decides against recovery, he will not be healed. Who is the physician? Only the mind of the patient himself. The outcome is what he decides that it is. Special agents seem to be ministering to him, yet they but give form to his own choice. He chooses them in order to bring tangible form to his desires. And it is this they do, and nothing else. They are not actually needed at all. The patient could merely rise up without their aid and say, “I have no use for this.” There is no form of sickness that would not be cured at once.

M-5.II.3. What is the single requisite for this shift in perception? It is simply this; the recognition that sickness is of the mind, and has nothing to do with the body. What does this recognition “cost”? It costs the whole world you see, for the world will never again appear to rule the mind. For with this recognition is responsibility placed where it belongs; not with the world, but on him who looks on the world and sees it as it is not. He looks on what he chooses to see. No more and no less. The world does nothing to him. He only thought it did. Nor does he do anything to the world, because he was mistaken about what it is. Herein is the release from guilt and sickness both, for they are one. Yet to accept this release, the insignificance of the body must be an acceptable idea.

M-5.II.4. With this idea is pain forever gone. But with this idea goes also all confusion about creation. Does not this follow of necessity? Place cause and effect in their true sequence in one respect, and the learning will generalize and transform the world. The transfer value of one true idea has no end or limit. The final outcome of this lesson is the remembrance of God. What do guilt and sickness, pain, disaster and all suffering mean now? Having no purpose, they are gone. And with them also go all the effects they seemed to cause. Cause and effect but replicate creation. Seen in their proper perspective, without distortion and without fear, they re-establish Heaven.

III. The Function of the Teacher of God M-5.III.1. If the patient must change his mind in order to be healed, what does the teacher of God do? Can he change the patient’s mind for him? Certainly not. For those already willing to change their minds he has no function except to rejoice with them, for they have become teachers of God with him. He has, however, a more specific function for those who do not understand what healing is. These patients do not realize they have chosen sickness. On the contrary, they believe that sickness has chosen them. Nor are they open-minded on this point. The body tells them what to do and they obey. They have no idea how insane this concept is. If they even suspected it, they would be healed. Yet they suspect nothing. To them the separation is quite real.

M-5.III.2. To them God’s teachers come, to represent another choice which they had forgotten. The simple presence of a teacher of God is a reminder. His thoughts ask for the right to question what the patient has accepted as true. As God’s messengers, His teachers are the symbols of salvation. They ask the patient for forgiveness for God’s Son in his own Name. They stand for the Alternative. With God’s Word in their minds they come in benediction, not to heal the sick but to remind them of the remedy God has already given them. It is not their hands that heal. It is not their voice that speaks the Word of God. They merely give what has been given them. Very gently they call to their brothers to turn away from death: “Behold, you Son of God, what life can offer you. Would you choose sickness in place of this?”

M-5.III.3. Not once do the advanced teachers of God consider the forms of sickness in which their brother believes. To do this is to forget that all of them have the same purpose, and therefore are not really different. They seek for God’s Voice in this brother who would so deceive himself as to believe God’s Son can suffer. And they remind him that he did not make himself, and must remain as God created him. They recognize illusions can have no effect. The truth in their minds reaches out to the truth in the minds of their brothers, so that illusions are not reinforced. They are thus brought to truth; truth is not brought to them. So are they dispelled, not by the will of another, but by the union of the one Will with itself. And this is the function of God’s teachers; to see no will as separate from their own, nor theirs as separate from God’s.

6. Is healing certain? M-6.1. Healing is always certain. It is impossible to let illusions be brought to truth and keep the illusions. Truth demonstrates illusions have no value. The teacher of God has seen the correction of his errors in the mind of the patient, recognizing it for what it is. Having accepted the Atonement for himself, he has also accepted it for the patient. Yet what if the patient uses sickness as a way of life, believing healing is the way to death? When this is so, a sudden healing might precipitate intense depression, and a sense of loss so deep that the patient might even try to destroy himself. Having nothing to live for, he may ask for death. Healing must wait, for his protection.

M-6.2. Healing will always stand aside when it would be seen as threat. The instant it is welcome it is there. Where healing has been given it will be received. And what is time before the gifts of God? We have referred many times in the text to the storehouse of treasures laid up equally for the giver and the receiver of God’s gifts. Not one is lost, for they can but increase. No teacher of God should feel disappointed if he has offered healing and it does not appear to have been received. It is not up to him to judge when his gift should be accepted. Let him be certain it has been received, and trust that it will be accepted when it is recognized as a blessing and not a curse.

M-6.3. It is not the function of God’s teachers to evaluate the outcome of their gifts. It is merely their function to give them. Once they have done that they have also given the outcome, for that is part of the gift. No one can give if he is concerned with the result of giving. That is a limitation on the giving itself, and neither the giver nor the receiver would have the gift. Trust is an essential part of giving; in fact, it is the part that makes sharing possible, the part that guarantees the giver will not lose, but only gain. Who gives a gift and then remains with it, to be sure it is used as the giver deems appropriate? Such is not giving but imprisoning.

M-6.4. It is the relinquishing of all concern about the gift that makes it truly given. And it is trust that makes true giving possible. Healing is the change of mind that the Holy Spirit in the patient’s mind is seeking for him. And it is the Holy Spirit in the mind of the giver Who gives the gift to him. How can it be lost? How can it be ineffectual? How can it be wasted? God’s treasure house can never be empty. And if one gift is missing, it would not be full. Yet is its fullness guaranteed by God. What concern, then, can a teacher of God have about what becomes of his gifts? Given by God to God, who in this holy exchange can receive less than everything?

7. Should healing be repeated? M-7.1. This question really answers itself. Healing cannot be repeated. If the patient is healed, what remains to heal him from? And if the healing is certain, as we have already said it is, what is there to repeat? For a teacher of God to remain concerned about the result of healing is to limit the healing. It is now the teacher of God himself whose mind needs to be healed. And it is this he must facilitate. He is now the patient, and he must so regard himself. He has made a mistake, and must be willing to change his mind about it. He lacked the trust that makes for giving truly, and so he has not received the benefit of his gift.

M-7.2. Whenever a teacher of God has tried to be a channel for healing he has succeeded. Should he be tempted to doubt this, he should not repeat his previous effort. That was already maximal, because the Holy Spirit so accepted it and so used it. Now the teacher of God has only one course to follow. He must use his reason to tell himself that he has given the problem to One Who cannot fail, and must recognize that his own uncertainty is not love but fear, and therefore hate. His position has thus become untenable, for he is offering hate to one to whom he offered love. This is impossible. Having offered love, only love can be received.

M-7.3. It is in this that the teacher of God must trust. This is what is really meant by the statement that the one responsibility of the miracle worker is to accept the Atonement for himself. The teacher of God is a miracle worker because he gives the gifts he has received. Yet he must first accept them. He need do no more, nor is there more that he could do. By accepting healing he can give it. If he doubts this, let him remember Who gave the gift and Who received it. Thus is his doubt corrected. He thought the gifts of God could be withdrawn. That was a mistake, but hardly one to stay with. And so the teacher of God can only recognize it for what it is, and let it be corrected for him.

M-7.4. One of the most difficult temptations to recognize is that to doubt a healing because of the appearance of continuing symptoms is a mistake in the form of lack of trust. As such it is an attack. Usually it seems to be just the opposite. It does appear unreasonable at first to be told that continued concern is attack. It has all the appearances of love. Yet love without trust is impossible, and doubt and trust cannot coexist. And hate must be the opposite of love, regardless of the form it takes. Doubt not the gift and it is impossible to doubt its result. This is the certainty that gives God’s teachers the power to be miracle workers, for they have put their trust in Him.

M-7.5. The real basis for doubt about the outcome of any problem that has been given to God’s Teacher for resolution is always self-doubt. And that necessarily implies that trust has been placed in an illusory self, for only such a self can be doubted. This illusion can take many forms. Perhaps there is a fear of weakness and vulnerability. Perhaps there is a fear of failure and shame associated with a sense of inadequacy. Perhaps there is a guilty embarrassment stemming from false humility. The form of the mistake is not important. What is important is only the recognition of a mistake as a mistake.

M-7.6. The mistake is always some form of concern with the self to the exclusion of the patient. It is a failure to recognize him as part of the Self, and thus represents a confusion in identity. Conflict about what you are has entered your mind, and you have become deceived about yourself. And you are deceived about yourself because you have denied the Source of your creation. If you are offering only healing, you cannot doubt. If you really want the problem solved, you cannot doubt. If you are certain what the problem is, you cannot doubt. Doubt is the result of conflicting wishes. Be sure of what you want, and doubt becomes impossible.

8. How can perception of order of difficulties be avoided? M-8.1. The belief in order of difficulties is the basis for the world’s perception. It rests on differences; on uneven background and shifting foreground, on unequal heights and diverse sizes, on varying degrees of darkness and light, and thousands of contrasts in which each thing seen competes with every other in order to be recognized. A larger object overshadows a smaller one. A brighter thing draws the attention from another with less intensity of appeal. And a more threatening idea, or one conceived of as more desirable by the world’s standards, completely upsets the mental balance. What the body’s eyes behold is only conflict. Look not to them for peace and understanding.

M-8.2. Illusions are always illusions of differences. How could it be otherwise? By definition, an illusion is an attempt to make something real that is regarded as of major importance, but is recognized as being untrue. The mind therefore seeks to make it true out of its intensity of desire to have it for itself. Illusions are travesties of creation; attempts to bring truth to lies. Finding truth unacceptable, the mind revolts against truth and gives itself an illusion of victory. Finding health a burden, it retreats into feverish dreams. And in these dreams the mind is separate, different from other minds, with different interests of its own, and able to gratify its needs at the expense of others.

M-8.3. Where do all these differences come from? Certainly they seem to be in the world outside. Yet it is surely the mind that judges what the eyes behold. It is the mind that interprets the eyes’ messages and gives them “meaning.” And this meaning does not exist in the world outside at all. What is seen as “reality” is simply what the mind prefers. Its hierarchy of values is projected outward, and it sends the body’s eyes to find it. The body’s eyes will never see except through differences. Yet it is not the messages they bring on which perception rests. Only the mind evaluates their messages, and so only the mind is responsible for seeing. It alone decides whether what is seen is real or illusory, desirable or undesirable, pleasurable or painful.

M-8.4. It is in the sorting out and categorizing activities of the mind that errors in perception enter. And it is here correction must be made. The mind classifies what the body’s eyes bring to it according to its preconceived values, judging where each sense datum fits best. What basis could be faultier than this? Unrecognized by itself, it has itself asked to be given what will fit into these categories. And having done so, it concludes that the categories must be true. On this the judgment of all differences rests, because it is on this that judgments of the world depend. Can this confused and senseless “reasoning” be depended on for anything?

M-8.5. There can be no order of difficulty in healing merely because all sickness is illusion. Is it harder to dispel the belief of the insane in a larger hallucination as opposed to a smaller one? Will he agree more quickly to the unreality of a louder voice he hears than to that of a softer one? Will he dismiss more easily a whispered demand to kill than a shout? And do the number of pitchforks the devils he sees carrying affect their credibility in his perception? His mind has categorized them all as real, and so they are all real to him. When he realizes they are all illusions they will disappear. And so it is with healing. The properties of illusions which seem to make them different are really irrelevant, for their properties are as illusory as they are.

M-8.6. The body’s eyes will continue to see differences. But the mind that has let itself be healed will no longer acknowledge them. There will be those who seem to be “sicker” than others, and the body’s eyes will report their changed appearances as before. But the healed mind will put them all in one category; they are unreal. This is the gift of its Teacher; the understanding that only two categories are meaningful in sorting out the messages the mind receives from what appears to be the outside world. And of these two, but one is real. Just as reality is wholly real, apart from size and shape and time and place – for differences cannot exist within it – so too are illusions without distinctions. The one answer to sickness of any kind is healing. The one answer to all illusions is truth.

9. Are changes required in the life situation of God’s teachers? M-9.1. Changes are required in the minds of God’s teachers. This may or may not involve changes in the external situation. Remember that no one is where he is by accident, and chance plays no part in God’s plan. It is most unlikely that changes in attitudes would not be the first step in the newly made teacher of God’s training. There is, however, no set pattern, since training is always highly individualized. There are those who are called upon to change their life situation almost immediately, but these are generally special cases. By far the majority are given a slowly evolving training program, in which as many previous mistakes as possible are corrected. Relationships in particular must be properly perceived, and all dark cornerstones of unforgiveness removed. Otherwise the old thought system still has a basis for return.

M-9.2. As the teacher of God advances in his training, he learns one lesson with increasing thoroughness. He does not make his own decisions; he asks his Teacher for His answer, and it is this he follows as his guide for action. This becomes easier and easier, as the teacher of God learns to give up his own judgment. The giving up of judgment, the obvious prerequisite for hearing God’s Voice, is usually a fairly slow process, not because it is difficult, but because it is apt to be perceived as personally insulting. The world’s training is directed toward achieving a goal in direct opposition to that of our curriculum. The world trains for reliance on one’s judgment as the criterion for maturity and strength. Our curriculum trains for the relinquishment of judgment as the necessary condition of salvation.

10. How is judgment relinquished? M-10.1. Judgment, like other devices by which the world of illusions is maintained, is totally misunderstood by the world. It is actually confused with wisdom, and substitutes for truth. As the world uses the term, an individual is capable of “good” and “bad” judgment, and his education aims at strengthening the former and minimizing the latter. There is, however, considerable confusion about what these categories mean. What is “good” judgment to one is “bad” judgment to another. Further, even the same person classifies the same action as showing “good” judgment at one time and “bad” judgment at another time. Nor can any consistent criteria for determining what these categories are be really taught. At any time the student may disagree with what his would-be teacher says about them, and the teacher himself may well be inconsistent in what he believes. “Good” judgment, in these terms, does not mean anything. No more does “bad.”

M-10.2. It is necessary for the teacher of God to realize, not that he should not judge, but that he cannot. In giving up judgment, he is merely giving up what he did not have. He gives up an illusion; or better, he has an illusion of giving up. He has actually merely become more honest. Recognizing that judgment was always impossible for him, he no longer attempts it. This is no sacrifice. On the contrary, he puts himself in a position where judgment through him rather than by him can occur. And this judgment is neither “good” nor “bad.” It is the only judgment there is, and it is only one: “God’s Son is guiltless, and sin does not exist.”

M-10.3. The aim of our curriculum, unlike the goal of the world’s learning, is the recognition that judgment in the usual sense is impossible. This is not an opinion but a fact. In order to judge anything rightly, one would have to be fully aware of an inconceivably wide range of things; past, present and to come. One would have to recognize in advance all the effects of his judgments on everyone and everything involved in them in any way. And one would have to be certain there is no distortion in his perception, so that his judgment would be wholly fair to everyone on whom it rests now and in the future. Who is in a position to do this? Who except in grandiose fantasies would claim this for himself?

M-10.4. Remember how many times you thought you knew all the “facts” you needed for judgment, and how wrong you were! Is there anyone who has not had this experience? Would you know how many times you merely thought you were right, without ever realizing you were wrong? Why would you choose such an arbitrary basis for decision making? Wisdom is not judgment; it is the relinquishment of judgment. Make then but one more judgment. It is this: There is Someone with you Whose judgment is perfect. He does know all the facts; past, present and to come. He does know all the effects of His judgment on everyone and everything involved in any way. And He is wholly fair to everyone, for there is no distortion in His perception.

M-10.5. Therefore lay judgment down, not with regret but with a sigh of gratitude. Now are you free of a burden so great that you could merely stagger and fall down beneath it. And it was all illusion. Nothing more. Now can the teacher of God rise up unburdened, and walk lightly on. Yet it is not only this that is his benefit. His sense of care is gone, for he has none. He has given it away, along with judgment. He gave himself to Him Whose judgment he has chosen now to trust, instead of his own. Now he makes no mistakes. His Guide is sure. And where he came to judge, he comes to bless. Where now he laughs, he used to come to weep.

M-10.6. It is not difficult to relinquish judgment. But it is difficult indeed to try to keep it. The teacher of God lays it down happily the instant he recognizes its cost. All of the ugliness he sees about him is its outcome. All of the pain he looks upon is its result. All of the loneliness and sense of loss; of passing time and growing hopelessness; of sickening despair and fear of death; all these have come of it. And now he knows that these things need not be. Not one is true. For he has given up their cause, and they, which never were but the effects of his mistaken choice, have fallen from him. Teacher of God, this step will bring you peace. Can it be difficult to want but this?

11. How is peace possible in this world? M-11.1. This is a question everyone must ask. Certainly peace seems to be impossible here. Yet the Word of God promises other things that seem impossible, as well as this. His Word has promised peace. It has also promised that there is no death, that resurrection must occur, and that rebirth is man’s inheritance. The world you see cannot be the world God loves, and yet His Word assures us that He loves the world. God’s Word has promised that peace is possible here, and what He promises can hardly be impossible. But it is true that the world must be looked at differently, if His promises are to be accepted. What the world is, is but a fact. You cannot choose what this should be. But you can choose how you would see it. Indeed, you must choose this.

M-11.2. Again we come to the question of judgment. This time ask yourself whether your judgment or the Word of God is more likely to be true. For they say different things about the world, and things so opposite that it is pointless to try to reconcile them. God offers the world salvation; your judgment would condemn it. God says there is no death; your judgment sees but death as the inevitable end of life. God’s Word assures you that He loves the world; your judgment says it is unlovable. Who is right? For one of you is wrong. It must be so.

M-11.3. The text explains that the Holy Spirit is the Answer to all problems you have made. These problems are not real, but that is meaningless to those who believe in them. And everyone believes in what he made, for it was made by his believing it. Into this strange and paradoxical situation, – one without meaning and devoid of sense, yet out of which no way seems possible, – God has sent His Judgment to answer yours. Gently His Judgment substitutes for yours. And through this substitution is the un-understandable made understandable. How is peace possible in this world? In your judgment it is not possible, and can never be possible. But in the Judgment of God what is reflected here is only peace.

M-11.4. Peace is impossible to those who look on war. Peace is inevitable to those who offer peace. How easily, then, is your judgment of the world escaped! It is not the world that makes peace seem impossible. It is the world you see that is impossible. Yet has God’s Judgment on this distorted world redeemed it and made it fit to welcome peace. And peace descends on it in joyous answer. Peace now belongs here, because a Thought of God has entered. What else but a Thought of God turns hell to Heaven merely by being what it is? The earth bows down before its gracious Presence, and it leans down in answer, to raise it up again. Now is the question different. It is no longer, “Can peace be possible in this world?” but instead, “Is it not impossible that peace be absent here?”

12. How many teachers of God are needed to save the world? M-12.1. The answer to this question is – one. One wholly perfect teacher, whose learning is complete, suffices. This one, sanctified and redeemed, becomes the Self Who is the Son of God. He who was always wholly spirit now no longer sees himself as a body, or even as in a body. Therefore he is limitless. And being limitless, his thoughts are joined with God’s forever and ever. His perception of himself is based upon God’s Judgment, not his own. Thus does he share God’s Will, and bring His Thoughts to still deluded minds. He is forever one, because he is as God created him. He has accepted Christ, and he is saved.

M-12.2. Thus does the son of man become the Son of God. It is not really a change; it is a change of mind. Nothing external alters, but everything internal now reflects only the Love of God. God can no longer be feared, for the mind sees no cause for punishment. God’s teachers appear to be many, for that is what is the world’s need. Yet being joined in one purpose, and one they share with God, how could they be separate from each other? What does it matter if they then appear in many forms? Their minds are one; their joining is complete. And God works through them now as one, for that is what they are.

M-12.3. Why is the illusion of many necessary? Only because reality is not understandable to the deluded. Only very few can hear God’s Voice at all, and even they cannot communicate His messages directly through the Spirit which gave them. They need a medium through which communication becomes possible to those who do not realize that they are spirit. A body they can see. A voice they understand and listen to, without the fear that truth would encounter in them. Do not forget that truth can come only where it is welcomed without fear. So do God’s teachers need a body, for their unity could not be recognized directly.

M-12.4. Yet what makes God’s teachers is their recognition of the proper purpose of the body. As they advance in their profession, they become more and more certain that the body’s function is but to let God’s Voice speak through it to human ears. And these ears will carry to the mind of the hearer messages that are not of this world, and the mind will understand because of their Source. From this understanding will come the recognition, in this new teacher of God, of what the body’s purpose really is; the only use there really is for it. This lesson is enough to let the thought of unity come in, and what is one is recognized as one. The teachers of God appear to share the illusion of separation, but because of what they use the body for, they do not believe in the illusion despite appearances.

M-12.5. The central lesson is always this; that what you use the body for it will become to you. Use it for sin or for attack, which is the same as sin, and you will see it as sinful. Because it is sinful it is weak, and being weak, it suffers and it dies. Use it to bring the Word of God to those who have it not, and the body becomes holy. Because it is holy it cannot be sick, nor can it die. When its usefulness is done it is laid by, and that is all. The mind makes this decision, as it makes all decisions that are responsible for the body’s condition. Yet the teacher of God does not make this decision alone. To do that would be to give the body another purpose from the one that keeps it holy. God’s Voice will tell him when he has fulfilled his role, just as It tells him what his function is. He does not suffer either in going or remaining. Sickness is now impossible to him.

M-12.6. Oneness and sickness cannot coexist. God’s teachers choose to look on dreams a while. It is a conscious choice. For they have learned that all choices are made consciously, with full awareness of their consequences. The dream says otherwise, but who would put his faith in dreams once they are recognized for what they are? Awareness of dreaming is the real function of God’s teachers. They watch the dream figures come and go, shift and change, suffer and die. Yet they are not deceived by what they see. They recognize that to behold a dream figure as sick and separate is no more real than to regard it as healthy and beautiful. Unity alone is not a thing of dreams. And it is this God’s teachers acknowledge as behind the dream, beyond all seeming and yet surely theirs.

13. What is the real meaning of sacrifice? M-13.1. Although in truth the term sacrifice is altogether meaningless, it does have meaning in the world. Like all things in the world, its meaning is temporary and will ultimately fade into the nothingness from which it came when there is no more use for it. Now its real meaning is a lesson. Like all lessons it is an illusion, for in reality there is nothing to learn. Yet this illusion must be replaced by a corrective device; another illusion that replaces the first, so both can finally disappear. The first illusion, which must be displaced before another thought system can take hold, is that it is a sacrifice to give up the things of this world. What could this be but an illusion, since this world itself is nothing more than that?

M-13.2. It takes great learning both to realize and to accept the fact that the world has nothing to give. What can the sacrifice of nothing mean? It cannot mean that you have less because of it. There is no sacrifice in the world’s terms that does not involve the body. Think a while about what the world calls sacrifice. Power, fame, money, physical pleasure; who is the “hero” to whom all these things belong? Could they mean anything except to a body? Yet a body cannot evaluate. By seeking after such things the mind associates itself with the body, obscuring its Identity and losing sight of what it really is.

M-13.3. Once this confusion has occurred, it becomes impossible for the mind to understand that all the “pleasures” of the world are nothing. But what a sacrifice, – and it is sacrifice indeed! – all this entails. Now has the mind condemned itself to seek without finding; to be forever dissatisfied and discontented; to know not what it really wants to find. Who can escape this self-condemnation? Only through God’s Word could this be possible. For self-condemnation is a decision about identity, and no one doubts what he believes he is. He can doubt all things, but never this.

M-13.4. God’s teachers can have no regret on giving up the pleasures of the world. Is it a sacrifice to give up pain? Does an adult resent the giving up of children’s toys? Does one whose vision has already glimpsed the face of Christ look back with longing on a slaughter house? No one who has escaped the world and all its ills looks back on it with condemnation. Yet he must rejoice that he is free of all the sacrifice its values would demand of him. To them he sacrifices all his peace. To them he sacrifices all his freedom. And to possess them must he sacrifice his hope of Heaven and remembrance of his Father’s Love. Who in his sane mind chooses nothing as a substitute for everything?

IM-13.5. What is the real meaning of sacrifice? It is the cost of believing in illusions. It is the price that must be paid for the denial of truth. There is no pleasure of the world that does not demand this, for otherwise the pleasure would be seen as pain, and no one asks for pain if he recognizes it. It is the idea of sacrifice that makes him blind. He does not see what he is asking for. And so he seeks it in a thousand ways and in a thousand places, each time believing it is there, and each time disappointed in the end. “Seek but do not find” remains this world’s stern decree, and no one who pursues the world’s goals can do otherwise.

M-13.6. You may believe this course requires sacrifice of all you really hold dear. In one sense this is true, for you hold dear the things that crucify God’s Son, and it is the course’s aim to set him free. But do not be mistaken about what sacrifice means. It always means the giving up of what you want. And what, O teacher of God, is it that you want? You have been called by God, and you have answered. Would you now sacrifice that Call? Few have heard it as yet, and they can but turn to you. There is no other hope in all the world that they can trust. There is no other voice in all the world that echoes God’s. If you would sacrifice the truth, they stay in hell. And if they stay, you will remain with them.

M-13.7. Do not forget that sacrifice is total. There are no half sacrifices. You cannot give up Heaven partially. You cannot be a little bit in hell. The Word of God has no exceptions. It is this that makes it holy and beyond the world. It is its holiness that points to God. It is its holiness that makes you safe. It is denied if you attack any brother for anything. For it is here the split with God occurs. A split that is impossible. A split that cannot happen. Yet a split in which you surely will believe, because you have set up a situation that is impossible. And in this situation the impossible can seem to happen. It seems to happen at the “sacrifice” of truth.

M-13.8. Teacher of God, do not forget the meaning of sacrifice, and remember what each decision you make must mean in terms of cost. Decide for God, and everything is given you at no cost at all. Decide against Him, and you choose nothing, at the expense of the awareness of everything. What would you teach? Remember only what you would learn. For it is here that your concern should be. Atonement is for you. Your learning claims it and your learning gives it. The world contains it not. But learn this course and it is yours. God holds out His Word to you, for He has need of teachers. What other way is there to save His Son?

14. How will the world end? M-14.1. Can what has no beginning really end? The world will end in an illusion, as it began. Yet will its ending be an illusion of mercy. The illusion of forgiveness, complete, excluding no one, limitless in gentleness, will cover it, hiding all evil, concealing all sin and ending guilt forever. So ends the world that guilt had made, for now it has no purpose and is gone. The father of illusions is the belief that they have a purpose; that they serve a need or gratify a want. Perceived as purposeless, they are no longer seen. Their uselessness is recognized, and they are gone. How but in this way are all illusions ended? They have been brought to truth, and truth saw them not. It merely overlooked the meaningless.

M-14.2. Until forgiveness is complete, the world does have a purpose. It becomes the home in which forgiveness is born, and where it grows and becomes stronger and more all-embracing. Here is it nourished, for here it is needed. A gentle Savior, born where sin was made and guilt seemed real. Here is His home, for here there is need of Him indeed. He brings the ending of the world with Him. It is His Call God’s teachers answer, turning to Him in silence to receive His Word. The world will end when all things in it have been rightly judged by His judgment. The world will end with the benediction of holiness upon it. When not one thought of sin remains, the world is over. It will not be destroyed nor attacked nor even touched. It will merely cease to seem to be.

M-14.3. Certainly this seems to be a long, long while away. “When not one thought of sin remains” appears to be a long-range goal indeed. But time stands still, and waits on the goal of God’s teachers. Not one thought of sin will remain the instant any one of them accepts Atonement for himself. It is not easier to forgive one sin than to forgive all of them. The illusion of orders of difficulty is an obstacle the teacher of God must learn to pass by and leave behind. One sin perfectly forgiven by one teacher of God can make salvation complete. Can you understand this? No; it is meaningless to anyone here. Yet it is the final lesson in which unity is restored. It goes against all the thinking of the world, but so does Heaven.

M-14.4. The world will end when its thought system has been completely reversed. Until then, bits and pieces of its thinking will still seem sensible. The final lesson, which brings the ending of the world, cannot be grasped by those not yet prepared to leave the world and go beyond its tiny reach. What, then, is the function of the teacher of God in this concluding lesson? He need merely learn how to approach it; to be willing to go in its direction. He need merely trust that, if God’s Voice tells him it is a lesson he can learn, he can learn it. He does not judge it either as hard or easy. His Teacher points to it, and he trusts that He will show him how to learn it.

M-14.5. The world will end in joy, because it is a place of sorrow. When joy has come, the purpose of the world has gone. The world will end in peace, because it is a place of war. When peace has come, what is the purpose of the world? The world will end in laughter, because it is a place of tears. Where there is laughter, who can longer weep? And only complete forgiveness brings all this to bless the world. In blessing it departs, for it will not end as it began. To turn hell into Heaven is the function of God’s teachers, for what they teach are lessons in which Heaven is reflected. And now sit down in true humility, and realize that all God would have you do you can do. Do not be arrogant and say you cannot learn His Own curriculum. His Word says otherwise. His Will be done. It cannot be otherwise. And be you thankful it is so.

15. Is each one to be judged to the end? M-15.1. Indeed, yes! No one can escape God’s Final Judgment. Who could flee forever from the truth? But the Final Judgment will not come until it is no longer associated with fear. One day each one will welcome it, and on that very day it will be given him. He will hear his sinlessness proclaimed around and around the world, setting it free as God’s Final Judgment on him is received. This is the Judgment in which salvation lies. This is the Judgment that will set him free. This is the Judgment in which all things are freed with him. Time pauses as eternity comes near, and silence lies across the world that everyone may hear this Judgment of the Son of God:

Holy are you, eternal, free and whole, at peace forever in the Heart of God. Where is the world, and where is sorrow now?

M-15.2. Is this your judgment on yourself, teacher of God? Do you believe that this is wholly true? No; not yet, not yet. But this is still your goal; why you are here. It is your function to prepare yourself to hear this Judgment and to recognize that it is true. One instant of complete belief in this, and you will go beyond belief to Certainty. One instant out of time can bring time’s end. Judge not, for you but judge yourself, and thus delay this Final Judgment. What is your judgment of the world, teacher of God? Have you yet learned to stand aside and hear the Voice of Judgment in yourself? Or do you still attempt to take His role from Him? Learn to be quiet, for His Voice is heard in stillness. And His Judgment comes to all who stand aside in quiet listening, and wait for Him.

M-15.3. You who are sometimes sad and sometimes angry; who sometimes feel your just due is not given you, and your best efforts meet with lack of appreciation and even contempt; give up these foolish thoughts! They are too small and meaningless to occupy your holy mind an instant longer. God’s Judgment waits for you to set you free. What can the world hold out to you, regardless of your judgments on its gifts, that you would rather have? You will be judged, and judged in fairness and in honesty. There is no deceit in God. His promises are sure. Only remember that. His promises have guaranteed His Judgment, and His alone, will be accepted in the end. It is your function to make that end be soon. It is your function to hold it to your heart, and offer it to all the world to keep it safe.

16. How should the teacher of God spend his day? M-16.1. To the advanced teacher of God this question is meaningless. There is no program, for the lessons change each day. Yet the teacher of God is sure of but one thing; they do not change at random. Seeing this and understanding that it is true, he rests content. He will be told all that his role should be, this day and every day. And those who share that role with him will find him, so they can learn the lessons for the day together. Not one is absent whom he needs; not one is sent without a learning goal already set, and one which can be learned that very day. For the advanced teacher of God, then, this question is superfluous. It has been asked and answered, and he keeps in constant contact with the Answer. He is set, and sees the road on which he walks stretch surely and smoothly before him.

M-16.2. But what about those who have not reached his certainty? They are not yet ready for such lack of structuring on their own part. What must they do to learn to give the day to God? There are some general rules which do apply, although each one must use them as best he can in his own way. Routines as such are dangerous, because they easily become gods in their own right, threatening the very goals for which they were set up. Broadly speaking, then, it can be said that it is well to start the day right. It is always possible to begin again, should the day begin with error. Yet there are obvious advantages in terms of saving time.

M-16.3. At the beginning, it is wise to think in terms of time. This is by no means the ultimate criterion, but at the outset it is probably the simplest to observe. The saving of time is an essential early emphasis which, although it remains important throughout the learning process, becomes less and less emphasized. At the outset, we can safely say that time devoted to starting the day right does indeed save time. How much time should be so spent? This must depend on the teacher of God himself. He cannot claim that title until he has gone through the workbook, since we are learning within the framework of our course. After completion of the more structured practice periods, which the workbook contains, individual need becomes the chief consideration.

M-16.4. This course is always practical. It may be that the teacher of God is not in a situation that fosters quiet thought as he awakes. If this is so, let him but remember that he chooses to spend time with God as soon as possible, and let him do so. Duration is not the major concern. One can easily sit still an hour with closed eyes and accomplish nothing. One can as easily give God only an instant, and in that instant join with Him completely. Perhaps the one generalization that can be made is this; as soon as possible after waking take your quiet time, continuing a minute or two after you begin to find it difficult. You may find that the difficulty will diminish and drop away. If not, that is the time to stop.

M-16.5. The same procedures should be followed at night. Perhaps your quiet time should be fairly early in the evening, if it is not feasible for you to take it just before going to sleep. It is not wise to lie down for it. It is better to sit up, in whatever position you prefer. Having gone through the workbook, you must have come to some conclusions in this respect. If possible, however, just before going to sleep is a desirable time to devote to God. It sets your mind into a pattern of rest, and orients you away from fear. If it is expedient to spend this time earlier, at least be sure that you do not forget a brief period, – not more than a moment will do, – in which you close your eyes and think of God.

M-16.6. There is one thought in particular that should be remembered throughout the day. It is a thought of pure joy; a thought of peace, a thought of limitless release, limitless because all things are freed within it. You think you made a place of safety for yourself. You think you made a power that can save you from all the fearful things you see in dreams. It is not so. Your safety lies not there. What you give up is merely the illusion of protecting illusions. And it is this you fear, and only this. How foolish to be so afraid of nothing! Nothing at all! Your defenses will not work, but you are not in danger. You have no need of them. Recognize this, and they will disappear. And only then will you accept your real protection.

M-16.7. How simply and how easily does time slip by for the teacher of God who has accepted His protection! All that he did before in the name of safety no longer interests him. For he is safe, and knows it to be so. He has a Guide Who will not fail. He need make no distinctions among the problems he perceives, for He to Whom he turns with all of them recognizes no order of difficulty in resolving them. He is as safe in the present as he was before illusions were accepted into his mind, and as he will be when he has let them go. There is no difference in his state at different times and different places, because they are all one to God. This is his safety. And he has no need for more than this.

M-16.8. Yet there will be temptations along the way the teacher of God has yet to travel, and he has need of reminding himself throughout the day of his protection. How can he do this, particularly during the time when his mind is occupied with external things? He can but try, and his success depends on his conviction that he will succeed. He must be sure success is not of him, but will be given him at any time, in any place and circumstance he calls for it. There are times his certainty will waver, and the instant this occurs he will return to earlier attempts to place reliance on himself alone. Forget not this is magic, and magic is a sorry substitute for true assistance. It is not good enough for God’s teacher, because it is not enough for God’s Son.

M-16.9. The avoidance of magic is the avoidance of temptation. For all temptation is nothing more than the attempt to substitute another will for God’s. These attempts may indeed seem frightening, but they are merely pathetic. They can have no effects; neither good nor bad, neither rewarding nor demanding sacrifice, healing nor destructive, quieting nor fearful. When all magic is recognized as merely nothing, the teacher of God has reached the most advanced state. All intermediate lessons will but lead to this, and bring this goal nearer to recognition. For magic of any kind, in all its forms, simply does nothing. Its powerlessness is the reason it can be so easily escaped. What has no effects can hardly terrify.

M-16.10. There is no substitute for the Will of God. In simple statement, it is to this fact that the teacher of God devotes his day. Each substitute he may accept as real can but deceive him. But he is safe from all deception if he so decides. Perhaps he needs to remember, “God is with me. I cannot be deceived.” Perhaps he prefers other words, or only one, or none at all. Yet each temptation to accept magic as true must be abandoned through his recognition, not that it is fearful, not that it is sinful, not that it is dangerous, but merely that it is meaningless. Rooted in sacrifice and separation, two aspects of one error and no more, he merely chooses to give up all that he never had. And for this “sacrifice” is Heaven restored to his awareness.

M-16.11. Is not this an exchange that you would want? The world would gladly make it, if it knew it could be made. It is God’s teachers who must teach it that it can. And so it is their function to make sure that they have learned it. No risk is possible throughout the day except to put your trust in magic, for it is only this that leads to pain. “There is no will but God’s.” His teachers know that this is so, and have learned that everything but this is magic. All belief in magic is maintained by just one simple-minded illusion; – that it works. All through their training, every day and every hour, and even every minute and second, must God’s teachers learn to recognize the forms of magic and perceive their meaninglessness. Fear is withdrawn from them, and so they go. And thus the gate of Heaven is reopened, and its light can shine again on an untroubled mind.

17. How do God’s teachers deal with magic thoughts? M-17.1. This is a crucial question both for teacher and pupil. If this issue is mishandled, the teacher of God has hurt himself and has also attacked his pupil. This strengthens fear, and makes the magic seem quite real to both of them. How to deal with magic thus becomes a major lesson for the teacher of God to master. His first responsibility in this is not to attack it. If a magic thought arouses anger in any form, God’s teacher can be sure that he is strengthening his own belief in sin and has condemned himself. He can be sure as well that he has asked for depression, pain, fear and disaster to come to him. Let him remember, then, it is not this that he would teach, because it is not this that he would learn.

M-17.2. There is, however, a temptation to respond to magic in a way that reinforces it. Nor is this always obvious. It can, in fact, be easily concealed beneath a wish to help. It is this double wish that makes the help of little value, and must lead to undesired outcomes. Nor should it be forgotten that the outcome that results will always come to teacher and to pupil alike. How many times has it been emphasized that you give but to yourself? And where could this be better shown than in the kinds of help the teacher of God gives to those who need his aid? Here is his gift most clearly given him. For he will give only what he has chosen for himself. And in this gift is his judgment upon the holy Son of God.

M-17.3. It is easiest to let error be corrected where it is most apparent, and errors can be recognized by their results. A lesson truly taught can lead to nothing but release for teacher and pupil, who have shared in one intent. Attack can enter only if perception of separate goals has entered. And this must indeed have been the case if the result is anything but joy. The single aim of the teacher turns the divided goal of the pupil into one direction, with the call for help becoming his one appeal. This then is easily responded to with just one answer, and this answer will enter the teacher’s mind unfailingly. From there it shines into his pupil’s mind, making it one with his.

M-17.4. Perhaps it will be helpful to remember that no one can be angry at a fact. It is always an interpretation that gives rise to negative emotions, regardless of their seeming justification by what appears as facts. Regardless, too, of the intensity of the anger that is aroused. It may be merely slight irritation, perhaps too mild to be even clearly recognized. Or it may also take the form of intense rage, accompanied by thoughts of violence, fantasied or apparently acted out. It does not matter. All of these reactions are the same. They obscure the truth, and this can never be a matter of degree. Either truth is apparent, or it is not. It cannot be partially recognized. Who is unaware of truth must look upon illusions.

M-17.5. Anger in response to perceived magic thoughts is a basic cause of fear. Consider what this reaction means, and its centrality in the world’s thought system becomes apparent. A magic thought, by its mere presence, acknowledges a separation from God. It states, in the clearest form possible, that the mind which believes it has a separate will that can oppose the Will of God, also believes it can succeed. That this can hardly be a fact is obvious. Yet that it can be believed as fact is equally obvious. And herein lies the birthplace of guilt. Who usurps the place of God and takes it for himself now has a deadly “enemy.” And he must stand alone in his protection, and make himself a shield to keep him safe from fury that can never be abated, and vengeance that can never be satisfied.

M-17.6. How can this unfair battle be resolved? Its ending is inevitable, for its outcome must be death. How, then, can one believe in one’s defenses? Magic again must help. Forget the battle. Accept it as a fact, and then forget it. Do not remember the impossible odds against you. Do not remember the immensity of the “enemy,” and do not think about your frailty in comparison. Accept your separation, but do not remember how it came about. Believe that you have won it, but do not retain the slightest memory of Who your great “opponent” really is. Projecting your “forgetting” onto Him, it seems to you He has forgotten, too.

M-17.7. But what will now be your reaction to all magic thoughts? They can but reawaken sleeping guilt, which you have hidden but have not let go. Each one says clearly to your frightened mind, “You have usurped the place of God. Think not He has forgotten.” Here we have the fear of God most starkly represented. For in that thought has guilt already raised madness to the throne of God Himself. And now there is no hope. Except to kill. Here is salvation now. An angry father pursues his guilty son. Kill or be killed, for here alone is choice. Beyond this there is none, for what was done cannot be done without. The stain of blood can never be removed, and anyone who bears this stain on him must meet with death.

M-17.8. Into this hopeless situation God sends His teachers. They bring the light of hope from God Himself. There is a way in which escape is possible. It can be learned and taught, but it requires patience and abundant willingness. Given that, the lesson’s manifest simplicity stands out like an intense white light against a black horizon, for such it is. If anger comes from an interpretation and not a fact, it is never justified. Once this is even dimly grasped, the way is open. Now it is possible to take the next step. The interpretation can be changed at last. Magic thoughts need not lead to condemnation, for they do not really have the power to give rise to guilt. And so they can be overlooked, and thus forgotten in the truest sense.

M-17.9. Madness but seems terrible. In truth it has no power to make anything. Like the magic which becomes its servant, it neither attacks nor protects. To see it and to recognize its thought system is to look on nothing. Can nothing give rise to anger? Hardly so. Remember, then, teacher of God, that anger recognizes a reality that is not there; yet is the anger certain witness that you do believe in it as fact. Now is escape impossible, until you see you have responded to your own interpretation, which you have projected on an outside world. Let this grim sword be taken from you now. There is no death. This sword does not exist. The fear of God is causeless. But His Love is Cause of everything beyond all fear, and thus forever real and always true.

18. How is correction made? M-18.1. Correction of a lasting nature, – and only this is true correction, – cannot be made until the teacher of God has ceased to confuse interpretation with fact, or illusion with truth. If he argues with his pupil about a magic thought, attacks it, tries to establish its error or demonstrate its falsity, he is but witnessing to its reality. Depression is then inevitable, for he has “proved,” both to his pupil and himself, that it is their task to escape from what is real. And this can only be impossible. Reality is changeless. Magic thoughts are but illusions. Otherwise salvation would be only the same age-old impossible dream in but another form. Yet the dream of salvation has new content. It is not the form alone in which the difference lies.

M-18.2. God’s teachers’ major lesson is to learn how to react to magic thoughts wholly without anger. Only in this way can they proclaim the truth about themselves. Through them, the Holy Spirit can now speak of the reality of the Son of God. Now He can remind the world of sinlessness, the one unchanged, unchangeable condition of all that God created. Now He can speak the Word of God to listening ears, and bring Christ’s vision to eyes that see. Now is He free to teach all minds the truth of what they are, so they will gladly be returned to Him. And now is guilt forgiven, overlooked completely in His sight and in God’s Word.

M-18.3. Anger but screeches, “Guilt is real!” Reality is blotted out as this insane belief is taken as replacement for God’s Word. The body’s eyes now “see”; its ears alone can “hear.” Its little space and tiny breath become the measure of reality. And truth becomes diminutive and meaningless. Correction has one answer to all this, and to the world that rests on this:

You but mistake interpretation for the truth. And you are wrong. But a mistake is not a sin, nor has reality been taken from its throne by your mistakes. God reigns forever, and His laws alone prevail upon you and upon the world. His Love remains the only thing there is. Fear is illusion, for you are like Him.

M-18.4. In order to heal, it thus becomes essential for the teacher of God to let all his own mistakes be corrected. If he senses even the faintest hint of irritation in himself as he responds to anyone, let him instantly realize that he has made an interpretation that is not true. Then let him turn within to his eternal Guide, and let Him judge what the response should be. So is he healed, and in his healing is his pupil healed with him. The sole responsibility of God’s teacher is to accept the Atonement for himself. Atonement means correction, or the undoing of errors. When this has been accomplished, the teacher of God becomes a miracle worker by definition. His sins have been forgiven him, and he no longer condemns himself. How can he then condemn anyone? And who is there whom his forgiveness can fail to heal?

19. What is Justice? M-19.1. Justice is the divine correction for injustice. Injustice is the basis for all the judgments of the world. Justice corrects the interpretations to which injustice gives rise, and cancels them out. Neither justice nor injustice exists in Heaven, for error is impossible and correction meaningless. In this world, however, forgiveness depends on justice, since all attack can only be unjust. Justice is the Holy Spirit’s verdict upon the world. Except in His judgment justice is impossible, for no one in the world is capable of making only just interpretations and laying all injustices aside. If God’s Son were fairly judged, there would be no need for salvation. The thought of separation would have been forever inconceivable.

M-19.2. Justice, like its opposite, is an interpretation. It is, however, the one interpretation that leads to truth. This becomes possible because, while it is not true in itself, justice includes nothing that opposes truth. There is no inherent conflict between justice and truth; one is but the first small step in the direction of the other. The path becomes quite different as one goes along. Nor could all the magnificence, the grandeur of the scene and the enormous opening vistas that rise to meet one as the journey continues, be foretold from the outset. Yet even these, whose splendor reaches indescribable heights as one proceeds, fall short indeed of all that wait when the pathway ceases and time ends with it. But somewhere one must start. Justice is the beginning.

M-19.3. All concepts of your brothers and yourself; all fears of future states and all concerns about the past, stem from injustice. Here is the lens which, held before the body’s eyes, distorts perception and brings witness of the distorted world back to the mind that made the lens and holds it very dear. Selectively and arbitrarily is every concept of the world built up in just this way. “Sins” are perceived and justified by careful selectivity in which all thought of wholeness must be lost. Forgiveness has no place in such a scheme, for not one “sin” but seems forever true.

M-19.4. Salvation is God’s justice. It restores to your awareness the wholeness of the fragments you perceive as broken off and separate. And it is this that overcomes the fear of death. For separate fragments must decay and die, but wholeness is immortal. It remains forever and forever like its Creator, being one with Him. God’s Judgment is His justice. Onto this, – a Judgment wholly lacking in condemnation; an evaluation based entirely on love, – you have projected your injustice, giving God the lens of warped perception through which you look. Now it belongs to Him and not to you. You are afraid of Him, and do not see you hate and fear your Self as enemy.

M-19.5. Pray for God’s justice, and do not confuse His mercy with your own insanity. Perception can make whatever picture the mind desires to see. Remember this. In this lies either Heaven or hell, as you elect. God’s justice points to Heaven just because it is entirely impartial. It accepts all evidence that is brought before it, omitting nothing and assessing nothing as separate and apart from all the rest. From this one standpoint does it judge, and this alone. Here all attack and condemnation becomes meaningless and indefensible. Perception rests, the mind is still, and light returns again. Vision is now restored. What had been lost has now been found. The peace of God descends on all the world, and we can see. And we can see!

20. What is the peace of God? M-20.1. It has been said that there is a kind of peace that is not of this world. How is it recognized? How is it found? And being found, how can it be retained? Let us consider each of these questions separately, for each reflects a different step along the way.

M-20.2. First, how can the peace of God be recognized? God’s peace is recognized at first by just one thing; in every way it is totally unlike all previous experiences. It calls to mind nothing that went before. It brings with it no past associations. It is a new thing entirely. There is a contrast, yes, between this thing and all the past. But strangely, it is not a contrast of true differences. The past just slips away, and in its place is everlasting quiet. Only that. The contrast first perceived has merely gone. Quiet has reached to cover everything.

M-20.3. How is this quiet found? No one can fail to find it who but seeks out its conditions. God’s peace can never come where anger is, for anger must deny that peace exists. Who sees anger as justified in any way or any circumstance proclaims that peace is meaningless, and must believe that it cannot exist. In this condition, peace cannot be found. Therefore, forgiveness is the necessary condition for finding the peace of God. More than this, given forgiveness there must be peace. For what except attack will lead to war? And what but peace is opposite to war? Here the initial contrast stands out clear and apparent. Yet when peace is found, the war is meaningless. And it is conflict now that is perceived as nonexistent and unreal.

M-20.4. How is the peace of God retained, once it is found? Returning anger, in whatever form, will drop the heavy curtain once again, and the belief that peace cannot exist will certainly return. War is again accepted as the one reality. Now must you once again lay down your sword, although you do not recognize that you have picked it up again. But you will learn, as you remember even faintly now what happiness was yours without it, that you must have taken it again as your defense. Stop for a moment now and think of this: Is conflict what you want, or is God’s peace the better choice? Which gives you more? A tranquil mind is not a little gift. Would you not rather live than choose to die?

M-20.5. Living is joy, but death can only weep. You see in death escape from what you made. But this you do not see; that you made death, and it is but illusion of an end. Death cannot be escape, because it is not life in which the problem lies. Life has no opposite, for it is God. Life and death seem to be opposites because you have decided death ends life. Forgive the world, and you will understand that everything that God created cannot have an end, and nothing He did not create is real. In this one sentence is our course explained. In this one sentence is our practicing given its one direction. And in this one sentence is the Holy Spirit’s whole curriculum specified exactly as it is.

M-20.6. What is the peace of God? No more than this; the simple understanding that His Will is wholly without opposite. There is no thought that contradicts His Will, yet can be true. The contrast between His Will and yours but seemed to be reality. In truth there was no conflict, for His Will is yours. Now is the mighty Will of God Himself His gift to you. He does not seek to keep it for Himself. Why would you seek to keep your tiny frail imaginings apart from Him? The Will of God is One and all there is. This is your heritage. The universe beyond the sun and stars, and all the thoughts of which you can conceive, belongs to you. God’s peace is the condition for His Will. Attain His peace, and you remember Him.

21. What is the role of words in healing? M-21.1. Strictly speaking, words play no part at all in healing. The motivating factor is prayer, or asking. What you ask for you receive. But this refers to the prayer of the heart, not to the words you use in praying. Sometimes the words and the prayer are contradictory; sometimes they agree. It does not matter. God does not understand words, for they were made by separated minds to keep them in the illusion of separation. Words can be helpful, particularly for the beginner, in helping concentration and facilitating the exclusion, or at least the control, of extraneous thoughts. Let us not forget, however, that words are but symbols of symbols. They are thus twice removed from reality.

M-21.2. As symbols, words have quite specific references. Even when they seem most abstract, the picture that comes to mind is apt to be very concrete. Unless a specific referent does occur to the mind in conjunction with the word, the word has little or no practical meaning, and thus cannot help the healing process. The prayer of the heart does not really ask for concrete things. It always requests some kind of experience, the specific things asked for being the bringers of the desired experience in the opinion of the asker. The words, then, are symbols for the things asked for, but the things themselves but stand for the experiences that are hoped for.

M-21.3. The prayer for things of this world will bring experiences of this world. If the prayer of the heart asks for this, this will be given because this will be received. It is impossible that the prayer of the heart remain unanswered in the perception of the one who asks. If he asks for the impossible, if he wants what does not exist or seeks for illusions in his heart, all this becomes his own. The power of his decision offers it to him as he requests. Herein lie hell and Heaven. The sleeping Son of God has but this power left to him. It is enough. His words do not matter. Only the Word of God has any meaning, because it symbolizes that which has no human symbols at all. The Holy Spirit alone understands what this Word stands for. And this, too, is enough.

M-21.4. Is the teacher of God, then, to avoid the use of words in his teaching? No, indeed! There are many who must be reached through words, being as yet unable to hear in silence. The teacher of God must, however, learn to use words in a new way. Gradually, he learns how to let his words be chosen for him by ceasing to decide for himself what he will say. This process is merely a special case of the lesson in the workbook that says, “I will step back and let Him lead the way.” The teacher of God accepts the words which are offered him, and gives as he receives. He does not control the direction of his speaking. He listens and hears and speaks.

M-21.5. A major hindrance in this aspect of his learning is the teacher of God’s fear about the validity of what he hears. And what he hears may indeed be quite startling. It may also seem to be quite irrelevant to the presented problem as he perceives it, and may, in fact, confront the teacher with a situation that appears to be very embarrassing to him. All these are judgments that have no value. They are his own, coming from a shabby self-perception which he would leave behind. Judge not the words that come to you, but offer them in confidence. They are far wiser than your own. God’s teachers have God’s Word behind their symbols. And He Himself gives to the words they use the power of His Spirit, raising them from meaningless symbols to the Call of Heaven itself.

22. How are healing and Atonement related? M-22.1. Healing and Atonement are not related; they are identical. There is no order of difficulty in miracles because there are no degrees of Atonement. It is the one complete concept possible in this world, because it is the source of a wholly unified perception. Partial Atonement is a meaningless idea, just as special areas of hell in Heaven are inconceivable. Accept Atonement and you are healed. Atonement is the Word of God. Accept His Word and what remains to make sickness possible? Accept His Word and every miracle has been accomplished. To forgive is to heal. The teacher of God has taken accepting the Atonement for himself as his only function. What is there, then, he cannot heal? What miracle can be withheld from him?

M-22.2. The progress of the teacher of God may be slow or rapid, depending on whether he recognizes the Atonement’s inclusiveness, or for a time excludes some problem areas from it. In some cases, there is a sudden and complete awareness of the perfect applicability of the lesson of the Atonement to all situations, but this is comparatively rare. The teacher of God may have accepted the function God has given him long before he has learned all that his acceptance holds out to him. It is only the end that is certain. Anywhere along the way, the necessary realization of inclusiveness may reach him. If the way seems long, let him be content. He has decided on the direction he wants to take. What more was asked of him? And having done what was required, would God withhold the rest?

M-22.3. That forgiveness is healing needs to be understood, if the teacher of God is to make progress. The idea that a body can be sick is a central concept in the ego’s thought system. This thought gives the body autonomy, separates it from the mind, and keeps the idea of attack inviolate. If the body could be sick Atonement would be impossible. A body that can order a mind to do as it sees fit could merely take the place of God and prove salvation is impossible. What, then, is left to heal? The body has become lord of the mind. How could the mind be returned to the Holy Spirit unless the body is killed? And who would want salvation at such a price?

M-22.4. Certainly sickness does not appear to be a decision. Nor would anyone actually believe he wants to be sick. Perhaps he can accept the idea in theory, but it is rarely if ever consistently applied to all specific forms of sickness, both in the individual’s perception of himself and of all others as well. Nor is it at this level that the teacher of God calls forth the miracle of healing. He overlooks the mind and body, seeing only the face of Christ shining in front of him, correcting all mistakes and healing all perception. Healing is the result of the recognition, by God’s teacher, of who it is that is in need of healing. This recognition has no special reference. It is true of all things that God created. In it are all illusions healed.

M-22.5. When a teacher of God fails to heal, it is because he has forgotten Who he is. Another’s sickness thus becomes his own. In allowing this to happen, he has identified with another’s ego, and has thus confused him with a body. In so doing, he has refused to accept the Atonement for himself, and can hardly offer it to his brother in Christ’s Name. He will, in fact, be unable to recognize his brother at all, for his Father did not create bodies, and so he is seeing in his brother only the unreal. Mistakes do not correct mistakes, and distorted perception does not heal. Step back now, teacher of God. You have been wrong. Lead not the way, for you have lost it. Turn quickly to your Teacher, and let yourself be healed.

M-22.6. The offer of Atonement is universal. It is equally applicable to all individuals in all circumstances. And in it is the power to heal all individuals of all forms of sickness. Not to believe this is to be unfair to God, and thus unfaithful to Him. A sick person perceives himself as separate from God. Would you see him as separate from you? It is your task to heal the sense of separation that has made him sick. It is your function to recognize for him that what he believes about himself is not the truth. It is your forgiveness that must show him this. Healing is very simple. Atonement is received and offered. Having been received, it must be accepted. It is in the receiving, then, that healing lies. All else must follow from this single purpose.

M-22.7. Who can limit the power of God Himself? Who, then, can say which one can be healed of what, and what must remain beyond God’s power to forgive? This is insanity indeed. It is not up to God’s teachers to set limits upon Him, because it is not up to them to judge His Son. And to judge His Son is to limit his Father. Both are equally meaningless. Yet this will not be understood until God’s teacher recognizes that they are the same mistake. Herein does he receive Atonement, for he withdraws his judgment from the Son of God, accepting him as God created him. No longer does he stand apart from God, determining where healing should be given and where it should be withheld. Now can he say with God, “This is my beloved Son, created perfect and forever so.”

23. Does Jesus have a special place in healing? M-23.1. God’s gifts can rarely be received directly. Even the most advanced of God’s teachers will give way to temptation in this world. Would it be fair if their pupils were denied healing because of this? The Bible says, “Ask in the name of Jesus Christ.” Is this merely an appeal to magic? A name does not heal, nor does an invocation call forth any special power. What does it mean to call on Jesus Christ? What does calling on his name confer? Why is the appeal to him part of healing?

M-23.2. We have repeatedly said that one who has perfectly accepted the Atonement for himself can heal the world. Indeed, he has already done so. Temptation may recur to others, but never to this One. He has become the risen Son of God. He has overcome death because he has accepted life. He has recognized himself as God created him, and in so doing he has recognized all living things as part of him. There is now no limit on his power, because it is the power of God. So has his name become the Name of God, for he no longer sees himself as separate from Him.

M-23.3. What does this mean for you? It means that in remembering Jesus you are remembering God. The whole relationship of the Son to the Father lies in him. His part in the Sonship is also yours, and his completed learning guarantees your own success. Is he still available for help? What did he say about this? Remember his promises, and ask yourself honestly whether it is likely that he will fail to keep them. Can God fail His Son? And can one who is one with God be unlike Him? Who transcends the body has transcended limitation. Would the greatest teacher be unavailable to those who follow him?

M-23.4. The name of Jesus Christ as such is but a symbol. But it stands for love that is not of this world. It is a symbol that is safely used as a replacement for the many names of all the gods to which you pray. It becomes the shining symbol for the Word of God, so close to what it stands for that the little space between the two is lost, the moment that the name is called to mind. Remembering the name of Jesus Christ is to give thanks for all the gifts that God has given you. And gratitude to God becomes the way in which He is remembered, for love cannot be far behind a grateful heart and thankful mind. God enters easily, for these are the true conditions for your homecoming.

M-23.5. Jesus has led the way. Why would you not be grateful to him? He has asked for love, but only that he might give it to you. You do not love yourself. But in his eyes your loveliness is so complete and flawless that he sees in it an image of his Father. You become the symbol of his Father here on earth. To you he looks for hope, because in you he sees no limit and no stain to mar your beautiful perfection. In his eyes Christ’s vision shines in perfect constancy. He has remained with you. Would you not learn the lesson of salvation through his learning? Why would you choose to start again, when he has made the journey for you?

M-23.6. No one on earth can grasp what Heaven is, or what its one Creator really means. Yet we have witnesses. It is to them that wisdom should appeal. There have been those whose learning far exceeds what we can learn. Nor would we teach the limitations we have laid on us. No one who has become a true and dedicated teacher of God forgets his brothers. Yet what he can offer them is limited by what he learns himself. Then turn to one who laid all limits by, and went beyond the farthest reach of learning. He will take you with him, for he did not go alone. And you were with him then, as you are now.

M-23.7. This course has come from him because his words have reached you in a language you can love and understand. Are other teachers possible, to lead the way to those who speak in different tongues and appeal to different symbols? Certainly there are. Would God leave anyone without a very present help in time of trouble; a savior who can symbolize Himself? Yet do we need a many-faceted curriculum, not because of content differences, but because symbols must shift and change to suit the need. Jesus has come to answer yours. In him you find God’s Answer. Do you, then, teach with him, for he is with you; he is always here.

24. Is Incarnation so? M-24.1. In the ultimate sense, reincarnation is impossible. There is no past or future, and the idea of birth into a body has no meaning either once or many times. Reincarnation cannot, then, be true in any real sense. Our only question should be, “Is the concept helpful?” And that depends, of course, on what it is used for. If it is used to strengthen the recognition of the eternal nature of life, it is helpful indeed. Is any other question about it really useful in lighting up the way? Like many other beliefs, it can be bitterly misused. At least, such misuse offers preoccupation and perhaps pride in the past. At worst, it induces inertia in the present. In between, many kinds of folly are possible.

M-24.2. Reincarnation would not, under any circumstances, be the problem to be dealt with now. If it were responsible for some of the difficulties the individual faces now, his task would still be only to escape from them now. If he is laying the groundwork for a future life, he can still work out his salvation only now. To some, there may be comfort in the concept, and if it heartens them its value is self-evident. It is certain, however, that the way to salvation can be found by those who believe in reincarnation and by those who do not. The idea cannot, therefore, be regarded as essential to the curriculum. There is always some risk in seeing the present in terms of the past. There is always some good in any thought which strengthens the idea that life and the body are not the same.

M-24.3. For our purposes, it would not be helpful to take any definite stand on reincarnation. A teacher of God should be as helpful to those who believe in it as to those who do not. If a definite stand were required of him, it would merely limit his usefulness, as well as his own decision making. Our course is not concerned with any concept that is not acceptable to anyone, regardless of his formal beliefs. His ego will be enough for him to cope with, and it is not the part of wisdom to add sectarian controversies to his burdens. Nor would there be an advantage in his premature acceptance of the course merely because it advocates a long-held belief of his own.

M-24.4. It cannot be too strongly emphasized that this course aims at a complete reversal of thought. When this is finally accomplished, issues such as the validity of reincarnation become meaningless. Until then, they are likely to be merely controversial. The teacher of God is, therefore, wise to step away from all such questions, for he has much to teach and learn apart from them. He should both learn and teach that theoretical issues but waste time, draining it away from its appointed purpose. If there are aspects to any concept or belief that will be helpful, he will be told about it. He will also be told how to use it. What more need he know?

M-24.5. Does this mean that the teacher of God should not believe in reincarnation himself, or discuss it with others who do? The answer is, certainly not! If he does believe in reincarnation, it would be a mistake for him to renounce the belief unless his internal Teacher so advised. And this is most unlikely. He might be advised that he is misusing the belief in some way that is detrimental to his pupil’s advance or his own. Reinterpretation would then be recommended, because it is necessary. All that must be recognized, however, is that birth was not the beginning, and death is not the end. Yet even this much is not required of the beginner. He need merely accept the idea that what he knows is not necessarily all there is to learn. His journey has begun.

M-24.6. The emphasis of this course always remains the same; – it is at this moment that complete salvation is offered you, and it is at this moment that you can accept it. This is still your one responsibility. Atonement might be equated with total escape from the past and total lack of interest in the future. Heaven is here. There is nowhere else. Heaven is now. There is no other time. No teaching that does not lead to this is of concern to God’s teachers. All beliefs will point to this if properly interpreted. In this sense, it can be said that their truth lies in their usefulness. All beliefs that lead to progress should be honored. This is the sole criterion this course requires. No more than this is necessary.

25. Are “psychic” powers desirable? M-25.1. The answer to this question is much like the preceding one. There are, of course, no “unnatural” powers, and it is obviousl Tu​ merely an appeal to magic to make up a power that does not exist. It is equally obvious, however, that each individual has many abilities of which he is unaware. As his awareness increases, he may well develop abilities that seem quite startling to him. Yet nothing he can do can compare even in the slightest with the glorious surprise of remembering Who he is. Let all his learning and all his efforts be directed toward this one great final surprise, and he will not be content to be delayed by the little ones that may come to him on the way.

M-25.2. Certainly there are many “psychic” powers that are clearly in line with this course. Communication is not limited to the small range of channels the world recognizes. If it were, there would be little point in trying to teach salvation. It would be impossible to do so. The limits the world places on communication are the chief barriers to direct experience of the Holy Spirit, Whose Presence is always there and Whose Voice is available but for the hearing. These limits are placed out of fear, for without them the walls that surround all the separate places of the world would fall at the holy sound of His Voice. Who transcends these limits in any way is merely becoming more natural. He is doing nothing special, and there is no magic in his accomplishments.

M-25.3. The seemingly new abilities that may be gathered on the way can be very helpful. Given to the Holy Spirit, and used under His direction, they are valuable teaching aids. To this, the question of how they arise is irrelevant. The only important consideration is how they are used. Taking them as ends in themselves, no matter how this is done, will delay progress. Nor does their value lie in proving anything; achievements from the past, unusual attunement with the “unseen,” or “special” favors from God. God gives no special favors, and no one has any powers that are not available to everyone. Only by tricks of magic are special powers “demonstrated.”

M-25.4. Nothing that is genuine is used to deceive. The Holy Spirit is incapable of deception, and He can use only genuine abilities. What is used for magic is useless to Him. But what He uses cannot be used for magic. There is, however, a particular appeal in unusual abilities that can be curiously tempting. Here are strengths which the Holy Spirit wants and needs. Yet the ego sees in these same strengths an opportunity to glorify itself. Strengths turned to weakness are tragedy indeed. Yet what is not given to the Holy Spirit must be given to weakness, for what is withheld from love is given to fear, and will be fearful in consequence.

M-25.5. Even those who no longer value the material things of the world may still be deceived by “psychic” powers. As investment has been withdrawn from the world’s material gifts, the ego has been seriously threatened. It may still be strong enough to rally under this new temptation to win back strength by guile. Many have not seen through the ego’s defenses here, although they are not particularly subtle. Yet, given a remaining wish to be deceived, deception is made easy. Now the “power” is no longer a genuine ability, and cannot be used dependably. It is almost inevitable that, unless the individual changes his mind about its purpose, he will bolster his “power’s” uncertainties with increasing deception.

M-25.6. Any ability that anyone develops has the potentiality for good. To this there is no exception. And the more unusual and unexpected the power, the greater its potential usefulness. Salvation has need of all abilities, for what the world would destroy the Holy Spirit would restore. “Psychic” abilities have been used to call upon the devil, which merely means to strengthen the ego. Yet here is also a great channel of hope and healing in the Holy Spirit’s service. Those who have developed “psychic” powers have simply let some of the limitations they laid upon their minds be lifted. It can be but further limitations they lay upon themselves if they utilize their increased freedom for greater imprisonment. The Holy Spirit needs these gifts, and those who offer them to Him and Him alone go with Christ’s gratitude upon their hearts, and His holy sight not far behind.

26. Can God be reached directly? M-26.1. God indeed can be reached directly, for there is no distance between Him and His Son. His awareness is in everyone’s memory, and His Word is written on everyone’s heart. Yet this awareness and this memory can arise across the threshold of recognition only where all barriers to truth have been removed. In how many is this the case? Here, then, is the role of God’s teachers. They, too, have not attained the necessary understanding as yet, but they have joined with others. This is what sets them apart from the world. And it is this that enables others to leave the world with them. Alone they are nothing. But in their joining is the power of God.

M-26.2. There are those who have reached God directly, retaining no trace of worldly limits and remembering their own Identity perfectly. These might be called the Teachers of teachers because, although they are no longer visible, their image can yet be called upon. And they will appear when and where it is helpful for them to do so. To those to whom such appearances would be frightening, they give their ideas. No one can call on them in vain. Nor is there anyone of whom they are unaware. All needs are known to them, and all mistakes are recognized and overlooked by them. The time will come when this is understood. And meanwhile, they give all their gifts to the teachers of God who look to them for help, asking all things in their name and in no other.

M-26.3. Sometimes a teacher of God may have a brief experience of direct union with God. In this world, it is almost impossible that this endure. It can, perhaps, be won after much devotion and dedication, and then be maintained for much of the time on earth. But this is so rare that it cannot be considered a realistic goal. If it happens, so be it. If it does not happen, so be it as well. All worldly states must be illusory. If God were reached directly in sustained awareness, the body would not be long maintained. Those who have laid the body down merely to extend their helpfulness to those remaining behind are few indeed. And they need helpers who are still in bondage and still asleep, so that by their awakening can God’s Voice be heard.

M-26.4. Do not despair, then, because of limitations. It is your function to escape from them, but not to be without them. If you would be heard by those who suffer, you must speak their language. If you would be a savior, you must understand what needs to be escaped. Salvation is not theoretical. Behold the problem, ask for the answer, and then accept it when it comes. Nor will its coming be long delayed. All the help you can accept will be provided, and not one need you have will not be met. Let us not, then, be too concerned with goals for which you are not ready. God takes you where you are and welcomes you. What more could you desire, when this is all you need?

27. What is death? M-27.1. Death is the central dream from which all illusions stem. Is it not madness to think of life as being born, aging, losing vitality, and dying in the end? We have asked this question before, but now we need to consider it more carefully. It is the one fixed, unchangeable belief of the world that all things in it are born only to die. This is regarded as “the way of nature,” not to be raised to question, but to be accepted as the “natural” law of life. The cyclical, the changing and unsure; the undependable and the unsteady, waxing and waning in a certain way upon a certain path, – all this is taken as the Will of God. And no one asks if a benign Creator could will this.

M-27.2. In this perception of the universe as God created it, it would be impossible to think of Him as loving. For who has decreed that all things pass away, ending in dust and disappointment and despair, can but be feared. He holds your little life in his hand but by a thread, ready to break it off without regret or care, perhaps today. Or if he waits, yet is the ending certain. Who loves such a god knows not of love, because he has denied that life is real. Death has become life’s symbol. His world is now a battleground, where contradiction reigns and opposites make endless war. Where there is death is peace impossible.

M-27.3. Death is the symbol of the fear of God. His Love is blotted out in the idea, which holds it from awareness like a shield held up to obscure the sun. The grimness of the symbol is enough to show it cannot coexist with God. It holds an image of the Son of God in which he is “laid to rest” in devastation’s arms, where worms wait to greet him and to last a little while by his destruction. Yet the worms as well are doomed to be destroyed as certainly. And so do all things live because of death. Devouring is nature’s “law of life.” God is insane, and fear alone is real.

M-27.4. The curious belief that there is part of dying things that may go on apart from what will die, does not proclaim a loving God nor re-establish any grounds for trust. If death is real for anything, there is no life. Death denies life. But if there is reality in life, death is denied. No compromise in this is possible. There is either a god of fear or One of Love. The world attempts a thousand compromises, and will attempt a thousand more. Not one can be acceptable to God’s teachers, because not one could be acceptable to God. He did not make death because He did not make fear. Both are equally meaningless to Him.

M-27.5. The “reality” of death is firmly rooted in the belief that God’s Son is a body. And if God created bodies, death would indeed be real. But God would not be loving. There is no point at which the contrast between the perception of the real world and that of the world of illusions becomes more sharply evident. Death is indeed the death of God, if He is Love. And now His Own creation must stand in fear of Him. He is not Father, but destroyer. He is not Creator, but avenger. Terrible His Thoughts and fearful His image. To look on His creations is to die.

M-27.6. “And the last to be overcome will be death.” Of course! Without the idea of death there is no world. All dreams will end with this one. This is salvation’s final goal; the end of all illusions. And in death are all illusions born. What can be born of death and still have life? But what is born of God and still can die? The inconsistencies, the compromises and the rituals the world fosters in its vain attempts to cling to death and yet to think love real are mindless magic, ineffectual and meaningless. God is, and in Him all created things must be eternal. Do you not see that otherwise He has an opposite, and fear would be as real as love?

M-27.7. Teacher of God, your one assignment could be stated thus: Accept no compromise in which death plays a part. Do not believe in cruelty, nor let attack conceal the truth from you. What seems to die has but been misperceived and carried to illusion. Now it becomes your task to let the illusion be carried to the truth. Be steadfast but in this; be not deceived by the “reality” of any changing form. Truth neither moves nor wavers nor sinks down to death and dissolution. And what is the end of death? Nothing but this; the realization that the Son of God is guiltless now and forever. Nothing but this. But do not let yourself forget it is not less than this.

28. What is the Resurrection? M-28.1. Very simply, the resurrection is the overcoming or surmounting of death. It is a reawakening or a rebirth; a change of mind about the meaning of the world. It is the acceptance of the Holy Spirit’s interpretation of the world’s purpose; the acceptance of the Atonement for oneself. It is the end of dreams of misery, and the glad awareness of the Holy Spirit’s final dream. It is the recognition of the gifts of God. It is the dream in which the body functions perfectly, having no function except communication. It is the lesson in which learning ends, for it is consummated and surpassed with this. It is the invitation to God to take His final step. It is the relinquishment of all other purposes, all other interests, all other wishes and all other concerns. It is the single desire of the Son for the Father.

M-28.2. The resurrection is the denial of death, being the assertion of life. Thus is all the thinking of the world reversed entirely. Life is now recognized as salvation, and pain and misery of any kind perceived as hell. Love is no longer feared, but gladly welcomed. Idols have disappeared, and the remembrance of God shines unimpeded across the world. Christ’s face is seen in every living thing, and nothing is held in darkness, apart from the light of forgiveness. There is no sorrow still upon the earth. The joy of Heaven has come upon it.

M-28.3. Here the curriculum ends. From here on, no directions are needed. Vision is wholly corrected and all mistakes undone. Attack is meaningless and peace has come. The goal of the curriculum has been achieved. Thoughts turn to Heaven and away from hell. All longings are satisfied, for what remains unanswered or incomplete? The last illusion spreads across the world, forgiving all things and replacing all attack. The whole reversal is accomplished. Nothing is left to contradict the Word of God. There is no opposition to the truth. And now the truth can come at last. How quickly will it come as it is asked to enter and envelop such a world!

M-28.4. All living hearts are tranquil with a stir of deep anticipation, for the time of everlasting things is now at hand. There is no death. The Son of God is free. And in his freedom is the end of fear. No hidden places now remain on earth to shelter sick illusions, dreams of fear and misperceptions of the universe. All things are seen in light, and in the light their purpose is transformed and understood. And we, God’s children, rise up from the dust and look upon our perfect sinlessness. The song of Heaven sounds around the world, as it is lifted up and brought to truth.

M-28.5. Now there are no distinctions. Differences have disappeared and Love looks on Itself. What further sight is needed? What remains that vision could accomplish? We have seen the face of Christ, His sinlessness, His Love behind all forms, beyond all purposes. Holy are we because His Holiness has set us free indeed! And we accept His Holiness as ours; as it is. As God created us so will we be forever and forever, and we wish for nothing but His Will to be our own. Illusions of another will are lost, for unity of purpose has been found.

M-28.6. These things await us all, but we are not prepared as yet to welcome them with joy. As long as any mind remains possessed of evil dreams, the thought of hell is real. God’s teachers have the goal of wakening the minds of those asleep, and seeing there the vision of Christ’s face to take the place of what they dream. The thought of murder is replaced with blessing. Judgment is laid by, and given Him Whose function judgment is. And in His Final Judgment is restored the truth about the holy Son of God. He is redeemed, for he has heard God’s Word and understood its meaning. He is free because he let God’s Voice proclaim the truth. And all he sought before to crucify are resurrected with him, by his side, as he prepares with them to meet his God.

29. As for the rest… M-29.1. This manual is not intended to answer all questions that both teacher and pupil may raise. In fact, it covers only a few of the more obvious ones, in terms of a brief summary of some of the major concepts in the text and workbook. It is not a substitute for either, but merely a supplement. While it is called a manual for teachers, it must be remembered that only time divides teacher and pupil, so that the difference is temporary by definition. In some cases, it may be helpful for the pupil to read the manual first. Others might do better to begin with the workbook. Still others may need to start at the more abstract level of the text.

M-29.2. Which is for which? Who would profit more from prayers alone? Who needs but a smile, being as yet unready for more? No one should attempt to answer these questions alone. Surely no teacher of God has come this far without realizing that. The curriculum is highly individualized, and all aspects are under the Holy Spirit’s particular care and guidance. Ask and He will answer. The responsibility is His, and He alone is fit to assume it. To do so is His function. To refer the questions to Him is yours. Would you want to be responsible for decisions about which you understand so little? Be glad you have a Teacher Who cannot make a mistake. His answers are always right. Would you say that of yours?

M-29.3. There is another advantage, – and a very important one, – in referring decisions to the Holy Spirit with increasing frequency. Perhaps you have not thought of this aspect, but its centrality is obvious. To follow the Holy Spirit’s guidance is to let yourself be absolved of guilt. It is the essence of the Atonement. It is the core of the curriculum. The imagined usurping of functions not your own is the basis of fear. The whole world you see reflects the illusion that you have done so, making fear inevitable. To return the function to the One to Whom it belongs is thus the escape from fear. And it is this that lets the memory of love return to you. Do not, then, think that following the Holy Spirit’s guidance is necessary merely because of your own inadequacies. It is the way out of hell for you.

M-29.4. Here again is the paradox often referred to in the course. To say, “Of myself I can do nothing” is to gain all power. And yet it is but a seeming paradox. As God created you, you have all power. The image you made of yourself has none. The Holy Spirit knows the truth about you. The image you made does not. Yet, despite its obvious and complete ignorance, this image assumes it knows all things because you have given that belief to it. Such is your teaching, and the teaching of the world that was made to uphold it. But the Teacher Who knows the truth has not forgotten it. His decisions bring benefit to all, being wholly devoid of attack. And therefore incapable of arousing guilt.

M-29.5. Who assumes a power that he does not possess is deceiving himself. Yet to accept the power given him by God is but to acknowledge his Creator and accept His gifts. And His gifts have no limit. To ask the Holy Spirit to decide for you is simply to accept your true inheritance. Does this mean that you cannot say anything without consulting Him? No, indeed! That would hardly be practical, and it is the practical with which this course is most concerned. If you have made it a habit to ask for help when and where you can, you can be confident that wisdom will be given you when you need it. Prepare for this each morning, remember God when you can throughout the day, ask the Holy Spirit’s help when it is feasible to do so, and thank Him for His guidance at night. And your confidence will be well founded indeed.

M-29.6. Never forget that the Holy Spirit does not depend on your words. He understands the requests of your heart, and answers them. Does this mean that, while attack remains attractive to you, He will respond with evil? Hardly! For God has given Him the power to translate your prayers of the heart into His language. He understands that an attack is a call for help. And He responds with help accordingly. God would be cruel if He let your words replace His Own. A loving father does not let his child harm himself, or choose his own destruction. He may ask for injury, but his father will protect him still. And how much more than this does your Father love His Son?

M-29.7. Remember you are His completion and His Love. Remember your weakness is His strength. But do not read this hastily or wrongly. If His strength is in you, what you perceive as your weakness is but illusion. And He has given you the means to prove it so. Ask all things of His Teacher, and all things are given you. Not in the future but immediately; now. God does not wait, for waiting implies time and He is timeless. Forget your foolish images, your sense of frailty and your fear of harm, your dreams of danger and selected “wrongs.” God knows but His Son, and as he was created so he is. In confidence I place you in His Hands, and I give thanks for you that this is so.

M-29.8. And now in all your doings be you blessed.

God turns to you for help to save the world.

Teacher of God, His thanks He offers you,

And all the world stands silent in the grace

You bring from Him. You are the Son He loves,

And it is given you to be the means

Through which His Voice is heard around the world,

To close all things of time; to end the sight

Of all things visible; and to undo

All things that change. Through you is ushered in

A world unseen, unheard, yet truly there.

Holy are you, and in your light the world

Reflects your holiness, for you are not

Alone and friendless. I give thanks for you,

And join your efforts on behalf of God,

Knowing they are on my behalf as well,

And for all those who walk to God with me.

AMEN

Clarification of terms

Introduction C-in.1. This is not a course in philosophical speculation, nor is it concerned with precise terminology. It is concerned only with Atonement, or the correction of perception. The means of the Atonement is forgiveness. The structure of “individual consciousness” is essentially irrelevant because it is a concept representing the “original error” or the “original sin.” To study the error itself does not lead to correction, if you are indeed to succeed in overlooking the error. And it is just this process of overlooking at which the course aims.

C-in.2. All terms are potentially controversial, and those who seek controversy will find it. Yet those who seek clarification will find it as well. They must, however, be willing to overlook controversy, recognizing that it is a defense against truth in the form of a delaying maneuver. Theological considerations as such are necessarily controversial, since they depend on belief and can therefore be accepted or rejected. A universal theology is impossible, but a universal experience is not only possible but necessary. It is this experience toward which the course is directed. Here alone consistency becomes possible because here alone uncertainty ends.

C-in.3. This course remains within the ego framework, where it is needed. It is not concerned with what is beyond all error because it is planned only to set the direction towards it. Therefore it uses words, which are symbolic, and cannot express what lies beyond symbols. It is merely the ego that questions because it is only the ego that doubts. The course merely gives another answer, once a question has been raised. However, this answer does not attempt to resort to inventiveness or ingenuity. These are attributes of the ego. The course is simple. It has one function and one goal. Only in that does it remain wholly consistent because only that can be consistent.

C-in.4. The ego will demand many answers that this course does not give. It does not recognize as questions the mere form of a question to which an answer is impossible. The ego may ask, “How did the impossible occur?”, “To what did the impossible happen?”, and may ask this in many forms. Yet there is no answer; only an experience. Seek only this, and do not let theology delay you.

C-in.5. You will notice that the emphasis on structural issues in the course is brief and early. Afterwards and soon, it drops away to make way for the central teaching. Since you have asked for clarification, however, these are some of the terms that are used.

1. Mind – Spirit C-1.1. The term mind is used to represent the activating agent of spirit, supplying its creative energy. When the term is capitalized it refers to God or Christ (ie, the Mind of God or the Mind of Christ). Spirit is the Thought of God which He created like Himself. The unified spirit is God’s one Son, or Christ.

C-1.2. In this world, because the mind is split, the Sons of God appear to be separate. Nor do their minds seem to be joined. In this illusory state, the concept of an “individual mind” seems to be meaningful. It is therefore described in the course as if it has two parts; spirit and ego.

C-1.3. Spirit is the part that is still in contact with God through the Holy Spirit, Who abides in this part but sees the other part as well. The term “soul” is not used except in direct biblical quotations because of its highly controversial nature. It would, however, be an equivalent of “spirit,” with the understanding that, being of God, it is eternal and was never born.

C-1.4. The other part of the mind is entirely illusory and makes only illusions. Spirit retains the potential for creating, but its Will, which is God’s, seems to be imprisoned while the mind is not unified. Creation continues unabated because that is the Will of God. This Will is always unified and therefore has no meaning in this world. It has no opposite and no degrees.

C-1.5. The mind can be right or wrong, depending on the voice to which it listens. Right-mindedness listens to the Holy Spirit, forgives the world, and through Christ’s vision sees the real world in its place. This is the final vision, the last perception, the condition in which God takes the final step Himself. Here time and illusions end together.

C-1.6. Wrong-mindedness listens to the ego and makes illusions; perceiving sin and justifying anger, and seeing guilt, disease and death as real. Both this world and the real world are illusions because right-mindedness merely overlooks, or forgives, what never happened. Therefore it is not the One-mindedness of the Christ Mind, Whose Will is One with God’s.

C-1.7. In this world the only remaining freedom is the freedom of choice; always between two choices or two voices. Will is not involved in perception at any level, and has nothing to do with choice. Consciousness is the receptive mechanism, receiving messages from above or below; from the Holy Spirit or the ego. Consciousness has levels and awareness can shift quite dramatically, but it cannot transcend the perceptual realm. At its highest it becomes aware of the real world, and can be trained to do so increasingly. Yet the very fact that it has levels and can be trained demonstrates that it cannot reach knowledge.

2. The ego – the miracle C-2.1. Illusions will not last. Their death is sure and this alone is certain in their world. It is the ego’s world because of this. What is the ego? But a dream of what you really are. A thought you are apart from your Creator and a wish to be what He created not. It is a thing of madness, not reality at all. A name for namelessness is all it is. A symbol of impossibility; a choice for options that do not exist. We name it but to help us understand that it is nothing but an ancient thought that what is made has immortality. But what could come of this except a dream which, like all dreams, can only end in death?

C-2.2. What is the ego? Nothingness, but in a form that seems like something. In a world of form the ego cannot be denied for it alone seems real. Yet could God’s Son as He created him abide in form or in a world of form? Who asks you to define the ego and explain how it arose can be but he who thinks it real, and seeks by definition to ensure that its illusive nature is concealed behind the words that seem to make it so.

C-2.3. There is no definition for a lie that serves to make it true. Nor can there be a truth that lies conceal effectively. The ego’s unreality is not denied by words nor is its meaning clear because its nature seems to have a form. Who can define the undefinable? And yet there is an answer even here.

C-2.4. We cannot really make a definition for what the ego is, but we can say what it is not. And this is shown to us with perfect clarity. It is from this that we deduce all that the ego is. Look at its opposite and you can see the only answer that is meaningful.

C-2.5. The ego’s opposite in every way, – in origin, effect and consequence – we call a miracle. And here we find all that is not the ego in this world. Here is the ego’s opposite and here alone we look on what the ego was, for here we see all that it seemed to do, and cause and its effects must still be one.

C-2.6. Where there was darkness now we see the light. What is the ego? What the darkness was. Where is the ego? Where the darkness was. What is it now and where can it be found? Nothing and nowhere. Now the light has come: Its opposite has gone without a trace. Where evil was there now is holiness. What is the ego? What the evil was. Where is the ego? In an evil dream that but seemed real while you were dreaming it. Where there was crucifixion stands God’s Son. What is the ego? Who has need to ask? Where is the ego? Who has need to seek for an illusion now that dreams are gone?

C-2.7. What is a miracle? A dream as well. But look at all the aspects of this dream and you will never question any more. Look at the kindly world you see extend before you as you walk in gentleness. Look at the helpers all along the way you travel, happy in the certainty of Heaven and the surety of peace. And look an instant, too, on what you left behind at last and finally passed by.

C-2.8. This was the ego – all the cruel hate, the need for vengeance and the cries of pain, the fear of dying and the urge to kill, the brotherless illusion and the self that seemed alone in all the universe. This terrible mistake about yourself the miracle corrects as gently as a loving mother sings her child to rest. Is not a song like this what you would hear? Would it not answer all you thought to ask, and even make the question meaningless?

C-2.9. Your questions have no answer, being made to still God’s Voice, which asks of everyone one question only: “Are you ready yet to help Me save the world?” Ask this instead of what the ego is, and you will see a sudden brightness cover up the world the ego made. No miracle is now withheld from anyone. The world is saved from what you thought it was. And what it is, is wholly uncondemned and wholly pure.

C-2.10. The miracle forgives; the ego damns. Neither need be defined except by this. Yet could a definition be more sure, or more in line with what salvation is? Problem and answer lie together here, and having met at last the choice is clear. Who chooses hell when it is recognized? And who would not go on a little while when it is given him to understand the way is short and Heaven is his goal?

3. The forgiveness – The face of Christ C-3.1. Forgiveness is for God and toward God but not of Him. It is impossible to think of anything He created that could need forgiveness. Forgiveness, then, is an illusion, but because of its purpose, which is the Holy Spirit’s, it has one difference. Unlike all other illusions it leads away from error and not towards it.

C-3.2. Forgiveness might be called a kind of happy fiction; a way in which the unknowing can bridge the gap between their perception and the truth. They cannot go directly from perception to knowledge because they do not think it is their will to do so. This makes God appear to be an enemy instead of what He really is. And it is just this insane perception that makes them unwilling merely to rise up and to return to Him in peace.

C-3.3. And so they need an illusion of help because they are helpless; a Thought of peace because they are in conflict. God knows what His Son needs before he asks. He is not at all concerned with form, but having given the content it is His Will that it be understood. And that suffices. The form adapts itself to need; the content is unchanging, as eternal as its Creator.

C-3.4. The face of Christ has to be seen before the memory of God can return. The reason is obvious. Seeing the face of Christ involves perception. No one can look on knowledge. But the face of Christ is the great symbol of forgiveness. It is salvation. It is the symbol of the real world. Whoever looks on this no longer sees the world. He is as near to Heaven as is possible outside the gate. Yet from this gate it is no more than just a step inside. It is the final step. And this we leave to God.

C-3.5. Forgiveness is a symbol, too, but as the symbol of His Will alone it cannot be divided. And so the unity that it reflects becomes His Will. It is the only thing still in the world in part, and yet the bridge to Heaven.

C-3.6. God’s Will is all there is. We can but go from nothingness to everything; from hell to Heaven. Is this a journey? No, not in truth, for truth goes nowhere. But illusions shift from place to place; from time to time. The final step is also but a shift. As a perception it is part unreal. And yet this part will vanish. What remains is peace eternal and the Will of God.

C-3.7. There are no wishes now for wishes change. Even the wished-for can become unwelcome. That must be so because the ego cannot be at peace. But Will is constant, as the gift of God. And what He gives is always like Himself. This is the purpose of the face of Christ. It is the gift of God to save His Son. But look on this and you have been forgiven.

C-3.8. How lovely does the world become in just that single instant when you see the truth about yourself reflected there. Now you are sinless and behold your sinlessness. Now you are holy and perceive it so. And now the mind returns to its Creator; the joining of the Father and the Son, the Unity of unities that stands behind all joining but beyond them all. God is not seen but only understood. His Son is not attacked but recognized.

4. True perception – knowledge C-4.1. The world you see is an illusion of a world. God did not create it, for what He creates must be eternal as Himself. Yet there is nothing in the world you see that will endure forever. Some things will last in time a little while longer than others. But the time will come when all things visible will have an end.

C-4.2. The body’s eyes are therefore not the means by which the real world can be seen, for the illusions that they look upon must lead to more illusions of reality. And so they do. For everything they see not only will not last, but lends itself to thoughts of sin and guilt. While everything that God created is forever without sin and therefore is forever without guilt.

C-4.3. Knowledge is not the remedy for false perception since, being another level, they can never meet. The one correction possible for false perception must be true perception. It will not endure. But for the time it lasts it comes to heal. For true perception is a remedy with many names. Forgiveness, salvation, Atonement, true perception, all are one. They are the one beginning, with the end to lead to oneness far beyond themselves. True perception is the means by which the world is saved from sin, for sin does not exist. And it is this that true perception sees.

C-4.4. The world stands like a block before Christ’s face. But true perception looks on it as nothing more than just a fragile veil, so easily dispelled that it can last no longer than an instant. It is seen at last for only what it is. And now it cannot fail to disappear, for now there is an empty place made clean and ready. Where destruction was perceived the face of Christ appears, and in that instant is the world forgot, with time forever ended as the world spins into nothingness from where it came.

C-4.5. A world forgiven cannot last. It was the home of bodies. But forgiveness looks past bodies. This is its holiness; this is how it heals. The world of bodies is the world of sin, for only if there were a body is sin possible. From sin comes guilt as surely as forgiveness takes all guilt away. And once all guilt is gone what more remains to keep a separated world in place? For place has gone as well, along with time. Only the body makes the world seem real, for being separate it could not remain where separation is impossible. Forgiveness proves it is impossible because it sees it not. And what you then will overlook will not be understandable to you, just as its presence once had been your certainty.

C-4.6. This is the shift that true perception brings: What was projected out is seen within, and there forgiveness lets it disappear. For there the altar to the Son is set, and there his Father is remembered. Here are all illusions brought to truth and laid upon the altar. What is seen outside must lie beyond forgiveness, for it seems to be forever sinful. Where is hope while sin is seen as outside? What remedy can guilt expect? But seen within your mind, guilt and forgiveness for an instant lie together, side by side, upon one altar. There at last are sickness and its single remedy joined in one healing brightness. God has come to claim His Own. Forgiveness is complete.

C-4.7. And now God’s knowledge, changeless, certain, pure and wholly understandable, enters its kingdom. Gone is perception, false and true alike. Gone is forgiveness, for its task is done. And gone are bodies in the blazing light upon the altar to the Son of God. God knows it is His Own, as it is his. And here They join, for here the face of Christ has shone away time’s final instant, and now is the last perception of the world without a purpose and without a cause. For where God’s memory has come at last there is no journey, no belief in sin, no walls, no bodies, and the grim appeal of guilt and death is there snuffed out forever.

C-4.8. O my brothers, if you only knew the peace that will envelop you and hold you safe and pure and lovely in the Mind of God, you could but rush to meet Him where His altar is. Hallowed your Name and His, for they are joined here in this holy place. Here He leans down to lift you up to Him, out of illusions into holiness; out of the world and to eternity; out of all fear and given back to love.

5. Jesus – Christ C-5.1. There is no need for help to enter Heaven for you have never left. But there is need for help beyond yourself as you are circumscribed by false beliefs of your Identity, which God alone established in reality. Helpers are given you in many forms, although upon the altar they are one. Beyond each one there is a Thought of God, and this willing​ never change. But they have names which differ for a time, for time needs symbols, being itself unreal. Their names are legion, but we will not go beyond the names the course itself employs. God does not help because He knows no need. But He creates all Helpers of His Son while he believes his fantasies are true. Thank God for them for they will lead you home.

C-5.2. The name of Jesus is the name of one who was a man but saw the face of Christ in all his brothers and remembered God. So he became identified with Christ, a man no longer, but at one with God. The man was an illusion, for he seemed to be a separate being, walking by himself, within a body that appeared to hold his self from Self, as all illusions do. Yet who can save unless he sees illusions and then identifies them as what they are? Jesus remains a Savior because he saw the false without accepting it as true. And Christ needed his form that He might appear to men and save them from their own illusions.

C-5.3. In his complete identification with the Christ – the perfect Son of God, His one creation and His happiness, forever like Himself and One with Him – Jesus became what all of you must be. He led the way for you to follow him. He leads you back to God because he saw the road before him, and he followed it. He made a clear distinction, still obscure to you, between the false and true. He offered you a final demonstration that it is impossible to kill God’s Son; nor can his life in any way be changed by sin and evil, malice, fear or death.

C-5.4. And therefore all your sins have been forgiven because they carried no effects at all. And so they were but dreams. Arise with him who showed you this because you owe him this who shared your dreams that they might be dispelled. And shares them still, to be at one with you.

C-5.5. Is he the Christ? O yes, along with you. His little life on earth was not enough to teach the mighty lesson that he learned for all of you. He will remain with you to lead you from the hell you made to God. And when you join your will with his, your sight will be his vision, for the eyes of Christ are shared. Walking with him is just as natural as walking with a brother whom you knew since you were born, for such indeed he is. Some bitter idols have been made of him who would be only brother to the world. Forgive him your illusions, and behold how dear a brother he would be to you. For he will set your mind at rest at last and carry it with you unto your God.

C-5.6. Is he God’s only Helper? No, indeed. For Christ takes many forms with different names until their oneness can be recognized. But Jesus is for you the bearer of Christ’s single message of the Love of God. You need no other. It is possible to read his words and benefit from them without accepting him into your life. Yet he would help you yet a little more if you will share your pains and joys with him, and leave them both to find the peace of God. Yet still it is his lesson most of all that he would have you learn, and it is this:

There is no death because the Son of God is like his Father. Nothing you can do can change Eternal Love. Forget your dreams of sin and guilt, and come with me instead to share the resurrection of God’s Son. And bring with you all those whom He has sent to you to care for as I care for you.

6. The Holy Spirit C-6.1. Jesus is the manifestation of the Holy Spirit, Whom he called down upon the earth after he ascended into Heaven, or became completely identified with the Christ, the Son of God as He created Him. The Holy Spirit, being a creation of the one Creator, creating with Him and in His likeness or spirit, is eternal and has never changed. He was “called down upon the earth” in the sense that it was now possible to accept Him and to hear His Voice. His is the Voice for God, and has therefore taken form. This form is not His reality, which God alone knows along with Christ, His real Son, Who is part of Him.

C-6.2. The Holy Spirit is described throughout the course as giving us the answer to the separation and bringing the plan of the Atonement to us, establishing our particular part in it and showing us exactly what it is. He has established Jesus as the leader in carrying out His plan since he was the first to complete his own part perfectly. All power in Heaven and earth is therefore given him and he will share it with you when you have completed yours. The Atonement principle was given to the Holy Spirit long before Jesus set it in motion.

C-6.3. The Holy Spirit is described as the remaining Communication Link between God and His separated Sons. In order to fulfill this special function the Holy Spirit has assumed a dual function. He knows because He is part of God; He perceives because He was sent to save humanity. He is the great correction principle; the bringer of true perception, the inherent power of the vision of Christ. He is the light in which the forgiven world is perceived; in which the face of Christ alone is seen. He never forgets the Creator or His creation. He never forgets the Son of God. He never forgets you. And He brings the Love of your Father to you in an eternal shining that will never be obliterated because God has put it there.

C-6.4. The Holy Spirit abides in the part of your mind that is part of the Christ Mind. He represents your Self and your Creator, Who are One. He speaks for God and also for you, being joined with Both. And therefore it is He Who proves Them One. He seems to be a Voice, for in that form He speaks God’s Word to you. He seems to be a Guide through a far country, for you need that form of help. He seems to be whatever meets the needs you think you have. But He is not deceived when you perceive your self entrapped in needs you do not have. It is from these He would deliver you. It is from these that He would make you safe.

C-6.5. You are His manifestation in this world. Your brother calls to you to be His Voice along with him. Alone he cannot be the Helper of God’s Son for he alone is functionless. But joined with you he is the shining Savior of the world, Whose part in its redemption you have made complete. He offers thanks to you as well as him for you arose with him when he began to save the world. And you will be with him when time is over and no trace remains of dreams of spite in which you dance to death’s thin melody. For in its place the hymn to God is heard a little while. And then the Voice is gone, no longer to take form but to return to the eternal formlessness of God.

Epilogue C-ep.1. Forget not once this journey is begun the end is certain. Doubt along the way will come and go and go to come again. Yet is the ending sure. No one can fail to do what God appointed him to do. When you forget, remember that you walk with Him and with His Word upon your heart. Who could despair when hope like this is his? Illusions of despair may seem to come, but learn how not to be deceived by them. Behind each one there is reality and there is God. Why would you wait for this and trade it for illusions, when His Love is but an instant farther on the road where all illusions end? The end is sure and guaranteed by God. Who stands before a lifeless image when a step away the Holy of the Holies opens up an ancient door that leads beyond the world?

C-ep.2. You are a stranger here. But you belong to Him Who loves you as He loves Himself. Ask but my help to roll the stone away, and it is done according to His Will. We have begun the journey. Long ago the end was written in the stars and set into the Heavens with a shining Ray that held it safe within eternity and through all time as well. And holds it still; unchanged, unchanging and unchangeable.

C-ep.3. Be not afraid. We only start again an ancient journey long ago begun that but seems new. We have begun again upon a road we travelled on before and lost our way a little while. And now we try again. Our new beginning has the certainty the journey lacked till now. Look up and see His Word among the stars, where He has set your Name along with His. Look up and find your certain destiny the world would hide but God would have you see.

C-ep.4. Let us wait here in silence, and kneel down an instant in our gratitude to Him Who called to us and helped us hear His Call. And then let us arise and go in faith along the way to Him. Now we are sure we do not walk alone. For God is here, and with Him all our brothers. Now we know that we will never lose the way again. The song begins again which had been stopped only an instant, though it seems to be unsung forever. What is here begun will grow in life and strength and hope, until the world is still an instant and forgets all that the dream of sin had made of it.

C-ep.5. Let us go out and meet the newborn world, knowing that Christ has been reborn in it, and that the holiness of this rebirth will last forever. We had lost our way but He has found it for us. Let us go and bid Him welcome Who returns to us to celebrate salvation and the end of all we thought we made. The morning star of this new day looks on a different world where God is welcomed and His Son with Him. We who complete Him offer thanks to Him, as He gives thanks to us. The Son is still, and in the quiet God has given him enters his home and is at peace at last.

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