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PRATICA SPIRITUALE?



“Che cos’è chiamato pratica? Pensare soltanto a Quello, parlare di Quello, conversare di Quello l’un con l’altro, suprema dedizione a Quello soltanto – questo è chiamato abhyasa o pratica dal saggio.

Quando il proprio intelletto è saturato di bellezza e beatitudine, quando la propria visione è vasta, quando la passione per i godimenti dei sensi è assente – quella è pratica spirituale.

Quando si è fermamente stabiliti nella convinzione che questo universo non è mai stato creato e perciò non esiste come tale e quando pensieri come “questo è mio, questo sono io” non sorgono affatto – questa è abhyasa o pratica.

È allora che l’attrazione e la repulsione non sorgono; il sopraffare l’attrazione e la repulsione con l’uso della forza di volontà è austerità, non saggezza”

– Yoga Vasistha



Il termine ‘Pratica’ Spirituale può avere innumerevoli significati: disciplina, dedizione, perseveranza, ‘lavoro esoterico o lavoro interiore’, consapevolezza della nostra vera natura, graduale presa di coscienza della Realtà, incessante attenzione, lucidità ininterrotta, pazienza, fiducia nell’insegnamento ricevuto.

Paradossalmente anche il ‘non fare’ – inteso come il non agire (stupidamente, meccanicamente, inconsciamente) – è una pratica; il non parlare a vanvera è una pratica; non intrattenersi con le persone sbagliate nei luoghi sbagliati è una pratica.


In sostanza praticare vuol dire servirsi di tutti i mezzi utili al raggiungimento di uno Scopo Superiore (quiete, pace interiore).

I mezzi utili a questo Scopo Superiore sono infiniti.

Oltre a quelli già accennati, possono rappresentare dei mezzi utili il prolungato silenzio interiore, la meditazione, le discipline come Qi Gong.

Il “non giudicare” è un mezzo utile.

La pace interiore è un super–mezzo, sebbene difficile da mantenere, una volta sviluppato diventa potentissimo.

Non dare espressione a cattive abitudini o ad emozioni corrosive è una pratica alla portata di tutti.

Non farsi condizionare dai propri pensieri o dalle opinioni altrui è un’altra pratica alla portata di tutti.

Non fingere, non mentire, essere sinceri, schietti, autentici può essere una pratica per accelerare la maturità interiore.

Aiutare gli altri, mettersi al servizio di un ideale, la gentilezza, la compassione, la pazienza sono anch’essi mezzi che favoriscono la maturità interiore.


Se volete potete guardare tutti questi mezzi come dei bonus: più ne avete, più salite di livello.


(ZeRo)


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