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PUOI AIUTARMI A VEDERE CHI SONO? (Conversazioni con ZeRo – 1° parte)



Lettore: Mi puoi guidare al riconoscimento del mio vero io?

ZeRo: Ti posso spingere soltanto al riconoscimento del falso io. Il resto verrà da sé.

Lettore: Perché?

ZeRo: Perché non c’è alcun “vero” io…

Lettore: Quindi cosa dovrei fare?

ZeRo: Ti basta realizzare ciò che non sei e per farlo puoi cominciare indagando il senso dell’io, indagando ciò che credi o ciò che senti di essere. Cominciamo da una semplice riflessione.

Se dico che non esiste un vero e proprio io, un “sé” intrinseco oppure un individuo separato, mi capisci?

Lettore: Lo capisco solo intellettualmente… capisco che non c’è un io, c’è una sola esistenza, ed io sono un aspetto di quell’esistenza, sono una frazione di un tutto, inseparabile da tutto. Il problema è che sto cercando di aggrapparmi a quel senso di non-io, di non-sé, di non-individualità.

Sento che in passato l’ho sperimentato solo per un momento, ma voglio essere in grado di avere una visione fissa, voglio conoscere la verità di me stesso, non voglio passare la mia vita a speculare su chi sono.

ZeRo: Non sei l’unico… Molti ricercatori cercano di aggrapparsi al non-io e non si accorgono che è proprio l’io ad aggrapparsi al concetto di non-io. Non riconoscono l’identificazione e l’attaccamento inconscio. Almeno nel tuo caso c’è un riconoscimento di tale attaccamento.

Cosa ti aspetti dalla nostra conversazione?

Lettore: Mi aspetto che qualcuno mi aiuti a vedere di persona l’illusione dell’io e gli inganni della mia mente; mi aspetto che la mia guida mi assista e sfidi me e le mie attuali opinioni sull’esistenza. Mi aspetto che tu mi dia alcune istruzioni di cui ho bisogno per trovare la mia strada in questo viaggio interiore.

ZeRo: Su una scala da 1 a 10, quanto sei disposto a mettere in discussione le convinzioni su te stesso?

Lettore: 11

ZeRo: Ok.

Qual è la tua esperienza in termini di pratiche spirituali, ricerca e indagine?

Lettore: Cercavo la mia essenza fin dall’infanzia. I miei genitori hanno scelto di crescermi senza religione in modo da poter scegliere la mia strada spirituale, ma a volte mi sento molto perso, non sono mai stato in grado di allinearmi alle credenze delle tradizioni spirituali, quindi ho cercato di ascoltare la mia intuizione e formare le mie convinzioni personali in base a ciò che può essere vero. Pratico yoga e meditazione da nove anni.

ZeRo: Anche qui ascolterai la tua intuizione ma anziché formare nuove convinzioni (come hai cercato di fare fino ad oggi) andrai a disfare le attuali credenze personali.

Non ti darò nuove idee o convinzioni, non ti insegnerò niente. Mi limiterò a indicare e offrire qualche spunto, ma poi sarai tu che dovrai guardare in profondità. L’obiettivo principale di questa indagine è sperimentare la realtà di te stesso, o meglio la presunta realtà dell’io. Adesso è bene lasciare da parte tutti i libri, i video e altre opinioni relative a questo argomento. Devi solo impiegare il tuo tempo con un semplice, schietto, diretto atto di osservazione, allo scopo di guardare ciò che si presenta all’esperienza diretta.

Tutto quello che devi fare è guardare la tua esperienza diretta e scrivere ciò che ritieni vero.

Ti accorgerai che molte cose che sono state ritenute vere non sono per nulla vere, tra queste c’è l’idea che hai di te stesso.

Lettore: Cosa intendi per esperienza diretta?

ZeRo: Guardare all’esperienza senza pregiudizi, senza presupposti, senza credenze su ciò che sperimenti.

In poche parole devi concentrarti su tutto ciò che puoi sperimentare con i tuoi sensi e quando sorge un pensiero non analizzarlo ma limitati a notare la sua comparsa.

Lettore: In che senso non analizzare il pensiero?

ZeRo: Significa che non devi badare al contenuto dei pensieri.

Non ci interessa sapere se il pensiero appena emerso è un bel pensiero o un brutto pensiero. Più ti soffermi sul contenuto e più dai valore a quel pensiero… Qui invece non bisogna dare troppa importanza ai contenuti dei pensieri altrimenti ti perdi nel contenuto intellettuale e perdi di vista il “puro vedere”. Nel puro vedere non ci si sofferma su cosa contengano i pensieri; li si guarda soltanto sorgere e svanire.

All’inizio puoi guardarli con curiosità, come se dicessi “Oh, ecco che c’è un nuovo pensiero che mi fa compagnia”.

Se guardi un paio di scarpe può emergere un pensiero che contiene dei ricordi su quelle scarpe. A noi però non interessano i ricordi ma solo l’esperienza immediata del vedere/sentire/toccare in tempo reale (senza la differita mentale). Di solito invece l’uomo guarda in differita, attraverso il filtro dei pensieri. Il mio ruolo è quello di allenarti a vedere senza filtri.

Ricordati inoltre che non ci sono risposte sbagliate o giuste, quindi non preoccuparti, va tutto bene.

Ti basta rispondere con sincerità.

Cominciamo con queste domande: Dimmi cos’è che stai davvero cercando? Come cambierà la vita se lo trovi? Cosa ti aspetti di trovare?


Lettore: Sto davvero cercando di capire la realtà, sento che mi manca qualcosa, sono sempre stato alla ricerca di una sorta di risposta, anche se non so nemmeno se conosco la domanda. Voglio solo sapere cosa sta realmente succedendo in questo mondo. Ogni giorno sono confuso dal fatto di non sapere davvero chi sono. La pseudo-identità sociale non ha mai avuto senso per me. Suppongo che sto cercando di soddisfare una crisi esistenziale, sarebbe bello raggiungere un certo livello di comprensione e chiarezza riguardo alla mia esistenza.

Non ne sono del tutto sicuro, ma spero che questo processo mi porti un po’ di pace.

ZeRo: Ok.

L’obiettivo principale è vedere e comprendere esperienzialmente (non solo a livello intellettuale) che Luca non esiste affatto come entità separata. Tutti i tuoi sforzi saranno incanalati in questa direzione. I vecchi traumi, le ferite nascoste, la crisi esistenziale potrebbero scomparire durante il processo, ma alla fine il puro vedere che non c’è nessun sé separato non ti darà alcun privilegio sociale o nessun super potere spirituale. Alcune credenze scompariranno e con esse spariranno le relative paure. A volte bisogna affrontare le nostre più grandi paure per vedere che non sono nient’altro che pensieri, credenze, e impressioni non esaminate.

Quando l’illusione di un io separato viene intravista e penetrata a fondo, ti sarà più facile comprendere tutto ciò che sembra accadere nella tua vita. Comunque procediamo con calma.

Il non essere sicuri è un buon punto di partenza, vuol dire che si è disposti a mettere in discussione le proprie credenze.

Il puro vedere porterà maggior chiarezza e pian piano la comprensione diventerà fattuale, definitiva.

Lettore: Spero di poter andare più facilmente con il flusso della vita… sono troppo rigido in questo momento, mi sento come se avessi difficoltà a lasciarmi andare e lasciare che la vita accada. Mi piacerebbe anche essere meno consapevole di me stesso, meno egocentrico, pensare meno al mio io, e soprattutto odiare meno me stesso.

ZeRo: Si, in effetti l’eccessiva importanza personale porta a varie reazioni sgradevoli, tra cui il disprezzo di se stessi.

Paradossalmente più si è attaccati a se stessi, più si attacca se stessi; ci si odia o ci si arrabbia con se stessi. Il fatto che tu abbia notato questo effetto collaterale è un buon segno. Partiamo bene.

In merito al flusso: e se non ci fosse nessuno che vada con il flusso della vita?

E se ci fosse solo la vita, che scorre liberamente senza nessuno?

Lettore: Intellettualmente ti seguo, ma la rigidità rimane.

ZeRo: La vita sta accadendo, anche senza di te. Al tuo io sembra il contrario perché altrimenti perderebbe l’illusione del controllo.

Comunque non temere… Adesso, come prima e dopo questo processo, non c’è un individuo separato e indipendente. Può sembrare che ci sia davvero un individuo separato e indipendente soltanto finché si opera a livello di falsi presupposti e credenze infondate, cioè fino a quando si opera alla cieca, in balia dell’ignoranza di sé.

Lettore: A proposito delle mie aspettative, spero anche di diventare diverso, un po’ più saggio e altruista.

ZeRo: È sempre il presunto individuo separato che vuole essere più saggio, diverso, con “una migliore comprensione di qualunque cosa sia”, con un miglior carattere, con una migliore vita, etc… la lista è infinita.

L’apparente individuo separato che credi di essere può solo immaginare una realtà separata differente da ciò che è.

Questo è ciò che fa di continuo: immaginare di vivere in una realtà separata in cui esercitare la sua volontà personale.

E più si scontra con la verità, più soffre. E più soffre, più ritorna all’attacco con la sua effimera volontà personale.

Per ora ti basta mettere da parte tutte le tue aspettative e guardare la tua vita con occhi nuovi. Guarda tutto come se fosse la prima volta che apri gli occhi. Come se non conoscessi niente e nessuno. Non dare nulla per scontato. Non credere a ciò che credi, ma osserva e constata qualsiasi esperienza come un neonato incuriosito da tutte le apparenze esterne. Prima di assumere questo atteggiamento rispondi a queste domande:

C’è qualche resistenza al flusso della tua vita quotidiana?

C’è qualcosa di difficile da accettare?

Lettore: Intanto grazie la delucidazione. La tua risposta mi ha rassicurato e mi ha aiutato a chiarire alcune cose.

In merito alla resistenza devo dire c’è stata una piccola resistenza già dall’inizio della nostra discussione, ma dopo una seconda lettura più approfondita, penso che la mia reazione iniziale sia stata causata dal mio senso di essere un individuo speciale. Il mio io si è sentito sfidato o minacciato in quanto è stata messa in discussione l’esistenza di un individuo separato e indipendente. So che si tratta di un’illusione ma non riesco a lasciarla andare.

La sola idea di non essere quel che ho sempre creduto di essere ha provocato un po’ di angoscia in qualche parte della mia mente; ho notato che i miei pensieri iniziano a fare tutto il possibile per confutare e rigettare queste riflessioni.

ZeRo: Non temere, all’inizio è normale reagire in quel modo.

Altre resistenze, in generale?

Lettore: All’inizio ho fatto fatica ad accettare l’assenza di aspettative. Vivere con “nessuna aspettativa” mi è sembrato difficile se non impossibile da accettare, sono così abituato a pensare e a tentare invano di gestire qualsiasi cosa nella vita che non riesco a non aspettarmi qualcosa da questo incontro.

È come togliere le mani dal volante e lasciar il controllo dell’automobile.

In tal senso sembra un processo spaventoso, qualcosa a cui non sono abituato. Tuttavia, dopo aver riflettuto, mi rendo conto che in realtà è bello non avere aspettative su questo processo; il fatto che la mente si stia liberando da un peso inutile mi rincuora e mi incoraggia a proseguire serenamente.

Per il resto ci sono tante resistenze a ciò che sta accadendo nella mia vita.

ZeRo: Ok. Prendiamo la resistenza attuale.

Essa si presenta quando una certa convinzione viene messa in discussione e questo è abbastanza comune, va bene e fa parte del processo. Siamo solo all’inizio del processo.

Ora diamo un’occhiata più da vicino ai tuoi pensieri.

—–

FINE PRIMA PARTE






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